ECCO DUNQUE I FATTI
Ben sette giorni prima di emettere la richiesta di custodia cautelare nei confronti degli indagati, il 19 ottobre 2001 fu predisposta un’audizione protetta videoregistrata per ascoltare gli infanti, onde poter verificare le affermazioni riportate dalle genitrici.
Come enunciato nella sentenza di assoluzione perché i fatti non sussistono, i piccoli non hanno mai confermato alcuna delle accuse boccaccesche riferite dalle madri. La bambina durante l’interrogatorio dichiarò di non conoscere l’allora Presidente,
-Psicologa: “Allora, ma chi è [V.A.]?”
-Bambina: “No, tu me lo devi dire.”
dimostrando di non aver avuto familiarità con l’imputato, e alla successiva richiesta obiettò
-Psicologa: “Oltre a [V.A.], chi c’era a fare questo gioco?”
-Bambina: “Tu… tu… tu… i… tu me lo raccontavi.”,
attestando oltre ogni ragionevole dubbio di essere stata manipolata e indotta a raccontare un presunto abuso.
Non paghi delle risposte ricevute, il colloquio continuò fino a quando avvenne la tragica violazione della libera autodeterminazione sessuale dei due minori.
Gravissimo episodio, occorso durante l’ascolto “protetto” e non per visita medica, fu infatti l’incitazione nei confronti della bambina di soli quattro anni, la quale, per le incalzanti pressioni della madre, peraltro avallate dalla psicologa, fu costretta a denudarsi integralmente davanti a loro e ad assumere posizioni scabrose e fortemente sessualizzate, contro la propria volontà, dovendosi sdraiare sul pavimento con le gambe in posizione ginecologica o a rana dinanzi alla telecamera che effettuava un primo piano della zona vaginale, affinché gli inquirenti potessero sostenere il presunto abuso contro i capri espiatori . Il tutto accadde nonostante i reiterati e purtroppo vani dinieghi della piccola, che non voleva affatto sottostare a un simile obbligo.
2006-12-27
18:49:27
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apollo
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Famiglia