Alcuni giorni fa ho posto una domanda in cui proponevo che inferno e paradiso fossero sì reali, ma frutto della nostra attività psichica nel momento in cui si appresta a cessare. Numerose risposte (la maggior parte), non negavano la realtà psichica di questi concetti, ma sottolineavano che tale realtà deve per forza avere un substrato concreto, anche se non tangibile. Allo stesso modo io credo che trattare i racconti biblici come mitologia, cioè come paesaggio dell'anima ricco di valore, anziché come paesaggi storici e geografici non li sminuisca per nulla, anzi! Perché invece alcuni ritengono che bisogna attribuire loro a tutti i costi una sorta di sostanzialità fisica, che peraltro non sarà mai dimostrabile in termini di seria scientificità? La verità è solo ciò che si tocca o che potrà essere toccato o non è piuttosto ciò che la nostra psiche produce?
2006-12-12
05:25:39
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16 risposte
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inviata da
etcetera
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Religione e spiritualità