Alcuni giorni fa ho posto una domanda in cui proponevo che inferno e paradiso fossero sì reali, ma frutto della nostra attività psichica nel momento in cui si appresta a cessare. Numerose risposte (la maggior parte), non negavano la realtà psichica di questi concetti, ma sottolineavano che tale realtà deve per forza avere un substrato concreto, anche se non tangibile. Allo stesso modo io credo che trattare i racconti biblici come mitologia, cioè come paesaggio dell'anima ricco di valore, anziché come paesaggi storici e geografici non li sminuisca per nulla, anzi! Perché invece alcuni ritengono che bisogna attribuire loro a tutti i costi una sorta di sostanzialità fisica, che peraltro non sarà mai dimostrabile in termini di seria scientificità? La verità è solo ciò che si tocca o che potrà essere toccato o non è piuttosto ciò che la nostra psiche produce?
2006-12-12
05:25:39
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16 risposte
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inviata da
etcetera
7
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità
Grazie a Luca per avere fornito il link alla mia precedente domanda per chi fosse interessato ad approfondire il mio accenno a quel discoso, ma qui la domanda è diversa e cioè se io interpreto i racconti biblici come simboli e non come realtà storiche e oggettive ne sminuisco la verità? O non è piuttosto che se cerco a tutti i costi riscontri storici e obiettivi nel racconto biblico rischio di sminuirne il valore?
2006-12-12
07:42:13 ·
update #1
Ho visto che effettivamente la risposta di Luca è stata cancellata dalla mia precedente domanda: veramente, il mondo è pieno di imbecilli. Non saprei come altro chiamarli.
2006-12-12
07:46:41 ·
update #2
Per malkavian: la scienza è un metodo che può essere applicato per descrivere qualsiasi fenomeno, ma che invitabilmente ridurrà il fenomeno ai suoi termini, secondo i suoi presupposti, quindi inevitabilmente ne riduce il senso. Questa riduzione per alcuni fenomeni può essere accettabile, per altri no, perché si perdono proprio i significati più pregnanti.
2006-12-15
22:24:44 ·
update #3
Sembra una rielaborazione dell'idealismo hegeliano. Ovviamente l'interiorizzazione del precetto religioso non toglie niente alla spiritualità di ognuno, anzi, se è possibile, finisce persino per rafforzarne i tratti distintivi, riuscendo inoltre a stemperare molti, moltissimi passaggi poco edificanti della dottrina. Ancora più ovvio, però, è il riscontro di questa disfatta del concretismo religioso (buffo suona come una contraddizione in termini eppure non lo è), e cioè il declino totale di tutti i beni temporali e l'abbandono di leggi emanate millenni fa, e mille volte riviste e corrette. Negando ogni radice storica, la religione si presta a un'intepretazione totalmente e puramente individuale che porta alla fine dei privilegi del clero che indottrina e, di conseguenza, ad una sua inevitabile scomparsa. Se ognuno fosse tabernacolo del proprio dio, come mi pare sia scritto in qualche precetto subitamente rielaborato, la gerarchizzazione di impronta sciamanica non avrebbe motivo di esistere. La presa di "coscienza" che auspichi produrrebbe il frazionamento degli attuali culti in milioni e milioni di religioni personali, quello che un po' accadde con le varie scissioni del cristianesimo, che ripristinerebbero il panteismo con ancora più vigore rispetto al passato. Inutile dire che cesserebbero privilegi e remunerative carriere, palchi dorati e scorciatoie per il potere. La "metafora", per quanto ben strutturata, rimane sfuggevole e preda di facili fraintedimenti; la "realtà storica" invece, seppur trascendentale e di impianto mitologico, è pur sempre la realtà. Quello di cui tu parli può essere difinita coscienza, ma la religione è un'altra cosa. Haimè.
2006-12-12 06:03:35
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answer #1
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answered by Pimpi 6
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ciao, che bello leggere una domanda intelligente e rispettosa.
Sull'idea dell'inferno o paradiso marte ti ha dato una risposta che contiene i miei stessi pensieri, per cui non la ripeto. Per quanto riguarda la seconda parte della tua domanda: rispetto il contenuto della frase in cui dici: "trattare i racconti biblici come mitologia, cioè come paesaggio dell'anima ricco di valore", se non sei Cristiano è totalmente corretto in quanto per te Gesù o Achille sono la stessa cosa, per me cattolico non è prorpio così, ma la differenza è accettabile nel rispetto delle idee diverse. Apprezzo quando ti esprimi con paesaggio dell'anima, un'immagine toccante e "azzeccata". Non condivido quando si parla del Libro Sacro come un enciclopedia (la penso su questo come te), infatto la Bibbia ha errori storici, geografici, sociali in alcuni punti, ma tutto questo non inficia il messaggio spirituale infatti chi ha scritto non era uno scienziato, un geografo, uno storico e non stava scrivendo per dare ragione di tali cose, ma era un uomo ispirato da Dio sulle cose di Dio: la spiritualità, il messaggio che deve portare l'uomo a migliorarsi, ad andare verso Dio.
Quindi io non cerco nella Bibbia una nozione geografica corretta, ne un nome che coincida perfettamente con la relatà storica, anche se spessissimo questo avviene, molto più degli errori, ma vi cerco il "paesaggio dell'anima". Chi difende l'infallibilità della Bibbia non sul campo spirituale, ma su quello geografico, politico, storico... bè la chiesa Cattolica lo considera un fondamentalista. se vai sul sito del vaticano c'è un meraviglioso documento scaricabile gratis che spiega per l'appunto come deve essere l'approccio con la Bibbia (per un Cristiano naturalmente, ma anche con un meraviglioso lavoro di "pulizia" contro i fondamentalismi e l'ignoranza da cui essi derivano). "l'interpretazione della Bibbia" Pontificia commissione biblica
2006-12-12 21:55:36
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answer #2
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answered by lospo è un represso 2
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Come ho già risposto in altre occasioni, le sacre scritture ,da cui proviene la religione cattolica e altre, sono piene di termini ermetici e metaforici, solo le persone con determinate conoscenze a volte arrivano a comprendere certi scritti.
Non è così semplice leggere la Bibbia o il Corano o altre scritture ritenute sacre , da cui magari sono nati pensieri religiosi, perchè quando si parla di un Dio o di ciò che gli gira intorno , si parla di situazioni occulte , ma comunque non impossibili a priori , alla comprensione.
L' esoterismo è sempre stata considerata la scienza occulta,la conoscenza suprema del divino e dei sui attributi.
Quindi , non è sufficiente, leggere , ma capire profondamente, il problema però , sta in quelle situazioni, ove invece di far comprendere, lasciano nell'ignoranza l'essere umano.
2006-12-12 15:15:38
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answer #3
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answered by Anonymous
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Secondo me sono luoghi definiti e concreti
2006-12-12 15:48:52
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answer #4
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answered by P 5
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Concetti astratti come amicizia, amore, giustizia, liberta’, onesta’ sono validi perche’ hanno riferimenti concreti. Sono applicabili alla realta’ delle cose, persone, fatti, ed esperienze fisiche. Ma ci sono anche concetti astratti che non hanno nessun riferimento al reale, appartengono ad un altro mondo immaginario. Questi concetti vengono frequentemente usati in maniera fluida, non ancorati alla realta’: sono poetici e allegorici. Quando queste creazioni della mente conducono a credere in un mondo Kantiano di fantasia o ragion “pura”, uno puo’facilmente confondere l’immaginario col reale.
Poiche’ e’ la natura concettiva dell’uomo, specialmente di chi ama la letteratura, quella di avere un’affinita’ naturale per il brivido che le parole possono dare quando sono usate con gran melodrama e soprattutto in modo ambiguo (leggete poetico e allegorico), veniamo facilmente colpiti, direi fascinati, da un profondo diletto prodotto ben piu’ da cio’ che non e’ reale che da cio’ che e’ palese. Il beneficio si trova certamente nell’esperienza di brivido che “l’anima” (leggete coscienza o mente) prova; il costo si trova nel rischio che, a lungo andare, uno potrebbe perde il contatto con la realta.’
Avere la presenza mentale di non lasciarsi trascinare nell’abbandono delle astrazioni poetiche confondendole con la realta’ e’ un segno di sanita’ mentale. Nello studio o lettura impegnativa di opera letterarie come la Bibbia, io suggerirei di fare molta attenzione di separare la licenza artistica o poetica dell’autore o autori, dai messaggi concreti di natura pratica. In altre parole, nella Bibbia, per esempio, a parte il suo contenuto artistico letterario come opera drammatica, epica e poetica, di pratico c’e’ solo poco, e va scovato tra tante cose che uno, per essere morale, deve evitare non emulare. I precetti validi di senso commune che si trovano nella Bibbia non sono ne’ unici ne particolarmente originali e profondi. Esistevano gia’tra i pensieri di altre culture assai piu’ antiche e sono semplicemente stati tramandati e trasliterati da esse. Non sono altro che l'accumulo di precetti di vita che appartengono al senso comune di tutta l’umanita – insomma, una versione primitiva di internet scritta.
Secondo me, kandonguero, che ha risposto a questa domanda con tanta ammirazione e fervore cattolico, appare di essere una persona colta e spirituale (spirituale, ecco un concetto ambiguo e non legato alla realta’) che nel suo cattolicesimo, fa di tutto per perdere il contatto con la vita terrestre, sia intellettualmente che fisicamente. Con la sua profonda convinzione di essere sulla strada del paradiso e nella beatitudine contemplativa del suo Dio, con la mente ha gia’ messo un piede nell’al di la, desideroso di liberarsi di tutto cio’ che e’ fisico e “vivere” invece esclusivamente come anima. Se uno dovesse ridurre la Bibbia ad un concetto concreto ed eliminare tutto il lato letterario, poetico e allegorico, si ridurrebbe ad un manuale di poche pagine pratiche per vivere felici. Tutto il resto e’ dedicato ad insegnare a ridurre questa vita terrestre a zero, e cominciare a vivere come anime fin da questo momento. Certi concetti se vengono assaporati poeticamente potrebbero anche essere piacevoli, ma applicati letteralmente sono piu’ pericolosi che di aiuto a nessuno.
2006-12-13 10:55:28
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answer #5
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answered by DrEvol 7
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Non sono assolutamente d'accordo con te, ma non tanto nel senso che dobbiamo dare sostanzialità a ciò che leggiamo nella Bibbia, quanto perché la psiche fornirà solo e soltanto la sua verità, diversa da individuo a individuo e quindi soggettiva, mentre la verità, fino a prova contraria è unica. Io direi che la religione e quindi la Bibbia che è un pò il suo «manuale» (passami questo brutto termine), hanno un unico compito: tracciare delle linee guida per chi ha veramente fede, perché non con la psiche, ma solo con fede profonda e incrollabile si arriva all'unica verità, che è quella di Dio.
2006-12-12 17:30:13
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answer #6
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answered by Akira 3
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Assolutamente no, i simboli non ne diminuiscono la verità.
Adamo ed Eva, per esempio, supponiamo siano esistiti...non potevano essere i soli uomini sulla terra, altrmenti come l'avrebbero popolata? Ecco, un esempio di simbolismo della Bibbia, che tutt'altro è che un libro di storia in senso stretto stretto. Ciononostante non è un libro insignificante o falso.
Ciao!
2006-12-12 15:15:25
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answer #7
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answered by Anonymous
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Ritengo che un'interpretazione in chiave simbolica di testi religiosi possa tranquillamente coesistere con la fede.
Non vedo alcuno iato o discrasia tra le due cose.
Tra l'altro, ciò è attestato dalle parabole evangeliche.
2006-12-12 15:15:20
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answer #8
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answered by marco m 5
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i significati della bibbia, del vangelo sono sopprattutto simbologici, come sono le divinità del mykkio, o quelle greche, come gli scritti cabalici o come i racconti e le favole. Con questo non voglio sminuirli, anzi, dargli più valore in un in cui non ci si appresta più a conoscere il significato delle cose ma semplicemente alla loro spiegazione meccanica.
Ci sono due cose con cui non sono daccordo di quel che dici,
per prima cosa non è vero che sono realtà che non verrano mai toccate dalla scienza, per farti un esempi, prendi il karma, dove ciò che dai ricevi e il mondo è in una sorta di equilibrio energetico, una teoria che sembra non dimostrabile, eppure nella fisica esistono i principi sull'applicazione della forza di cui uno dice: "per ogni forza applicata ne esiste una uguale e contraria".
Di recente è stata scoperta l'esistenza di un'altra dimensione composta di anti-materia(chiamata così, in breve, perché alla base degli atomi di questi corpi ci sono degli elettroni e dei neutroni composti "al contrario").
Piccole coincidenze? o qualcosa di più?
In secondo luogo,credo più che la nostra psiche produce è ciò che la nostra psiche riesce a toccare dei meccanismi che regolano l'universo e quel che noi possiamo chiamare ki, chi, qui, energia, spirito o anima.
Vorrei aggiungere che molte delle leggi della fisica sono completamente inutilizzabili nella loro semplicità nella realtà, questo secondo gli studi portati dalla meccanica quantistica, quindi la scienza non mi sembra ancora un campo su cui poggiare la nostra "fede".
2006-12-12 14:24:07
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answer #9
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answered by Anonymous
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Ottima domanda. Io penso peraltro che tentare una dimostrazione (ammesso che sia possibile in qualsiasi campo) sia dovuto ad una generale incompentenza nella padronanza di linguaggi di coloro che la attentano. Il linguaggio scientifico è per definizione differente da quello di una qualsiasi bibbia o di molte altre cose: tentarne una riduzione oltre a dimostrarne una svalorizzazione ( nel caso in cui non fosse un esperimento mentale volto alla produzione di altro, cosa che favorirei invece) nel "suo" essenziale, non fa altro che rivelare accanimenti anti-democratici; e se questo il linea di massima non è sbagliato, è certamente impopolare. Non sono in grado di toccare oltre la questione della verità così su due piedi. :)
2006-12-12 14:22:13
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answer #10
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answered by diogene_cinico 3
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Beh, non ho capito molto, xò penso k ci siamo fatti delle idee (magari sbagliate)su dei concetti sentiti dire..........
2006-12-12 14:13:28
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answer #11
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answered by Anonymous
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