Giovedì ero al S. Carlo di Napoli per il Parsifal, ieri ho sentito per radio il Tristano della Scala. Dopo il terribile uno-due, restano gli interrogativi che questa musica solleva sempre. Ma col passare degli anni, ormai vedo che penetrare tale mondo è pressochè impossibile, se non per la chiave psocoanalitica che W. sembra precorrere: la ferita che non si rimargina mai come il senso di colpa, il buio-instinto e la luce-ragione, etc.. E'un mondo dove brutali miti pre-cristiani, come la saga nibelungica, e vette della spiritualità, la stessa agàpe sembrano trattati nello stesso, arcano e stregonesco modo.
Visto che trattasi di "wort-und-ton drama" è possibile capire W. se non si comprende la parola tedesca? Non è meglio rassegnarsi e ripiegare almeno su buone versione ritmiche italiane? Esiste un modo di avvicinare quei riti al nostro sentire? C'è qualcuno là fuori che ha sentito abbastanza da dire la sua? Astenersi perditempo e filosofi di campagna.
2007-12-08
02:25:03
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inviata da
the italian
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Classica