Mi riallaccio alla mia precedente domanda sulla natura che va contro natura. E’ indubbio che per animali sociali come l’uomo la sessualità ha anche una valenza sociale e, soprattutto quella che prevede un ruolo attivo di un partner e passivo dell’altro, viene collegata a un discorso di potere. Nel caso di rapporti omosessuali fra maschi, il fine riproduttivo necessariamente cade, quindi pare lecito interpretare il rapporto come una dimostrazione della capacità di potere da parte del partner attivo, mentre quello passivo, se non forzato, è gratificato nella sfera affettiva; la stessa gratificazione affettiva che in generale rende accettabile la sessualità per la femmina sempre in subordine alla funzione riproduttiva quando non si tratta di rapporto lesbico. Ma davvero la sessualità non può essere intesa solo per se stessa e per il piacere che procura senza doverla subordinare ad altri scopi buoni o cattivi che siano?
2007-03-23
09:50:44
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etcetera
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Filosofia