Questo il titolo dello splendido album d'un cantautore (Cristicchi) che troppo tardi è giunto alla ribalta meritata. "Dall'altra parte del cancello" l'album, poi un libro ed un film documentario per descrivere una realtà d'emozioni ,fragili ed intense come una carezza, ai più sconosciuta. Manicomi chiusi da tempo ma che restano nelle menti di chi li ha conosciuti, ne sono sicuro. Un argomento certo questo che trova d'accordo tutti o una maggioranza schiacciante...Eppure....eppure perchè non riusciamo a trasformare questa emozione per una realtà delicata e orribile allo stesso tempo in fatti nella nostra vita quotidiana?...Eppure...eppure perchè vedo sguardi maliziosi o falsamente compassionevoli per strada o nei luoghi pubblici verso i "diversi"? ...persone in carrozzina, ragazzi down o cerebrolesi o "matti" ma rinchiusi in istituti, abbandonati dalla società, dallo stato, dalle famiglie perchè troppo difficile è convivere con il dolore e quelle immagini disarmoniche che ci ricordano la fragilità dell'esistenza spesso non riusciamo a "trattenerle" dentro gli occhi. Non dovremmo pensare che "dall'altra parte del cancello" un giorno potremmo anche esserci noi? Come vorremmo che ci trattassero? Come cagnolini da accarezzare meccanicamente per tenerli buoni, o come pupazzi da intrattenimento nelle TV nazionali dispensatori d'emozioni "usa e getta" per il mercato dell' "audience", o forse vorremmo essere considerati semplicemente come uomini?
2007-03-18
08:39:28
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11 risposte
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inviata da
Zio Ingemar
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