42° notte di fiera un pò anticipata perchè domani devo essere ben sveglio...sono 0.30...
"Big Ban", il nome del locale da cui eravamo appena usciti.Io, lei e Ivan ,un milanese di cui ricorderò la bontà immensa, i baffi alla Chaplin e una sua brutta avventura nell'altra dimensione, che ci fece tremare dal terrore durante la nostra permanenza londinese, ma questa è un'altra storia... Faceva freddo a "clapham street"ma con il ballo ancora nei muscoli e riparati da un guscio di gocce di sudore pareva d'essere in una località tropicale piuttosto che in una città dell'europa anglosassone. Lei appena uscì, subito a girare con la testa in sù e saltellare come fosse in una giostra ,con un tipo pakistano che l'avvicinava esaltato dal qualche goccio di troppo...io, allontanato il tipo con un'occhiata che pareva l'assalto dei macedoni a Dario in quel di Gaugamela, me l'ammiravo assolutamente perduto in lei, per lei. Poi si fermò sorridente guardandomi, la luce di una lampada verde la rendeva quasi irreale, Ivan iniziò ad incamminarsi verso casa, lasciandoci finalmente soli nei nostri sguardi. Così s'avvicinò e mi sussurrò all'orecchio, "Che strada dobbiamo prendere per andare a casa?...", io sorrisi e dalle pendici fino alle valli del volto la mia mano a mo di pennello le dipinse un disegno di felicità nello sguardo, lei era la tela morbida e io le combinazioni di colori.Le dissi con complicità, "ogni volta la stessa storia amore, ti perdi e non sai come ritrovare la strada, e ci devo essere sempre io ad indicartela.Che sono una bussola?...Ma cosa faresti senza di me?"...poi a coordinarci nel respiro ed io subito la feci girare veloce prendendola sulle spalle ,e lei con gli occhi chiusi si faceva trasportare con quel cappellino di lana viscosa bianca veramente kitch in testa, trovato qualche giorno prima in un negozietto di cianfrusaglie di Soho...Mentre la trasportavo tra i suoi morsi famelici sul collo e le mie risate stupide, d'un tratto mi disse"aspetta scemo fermati...guarda là!" , la feci scendere dopo un pò di solletico...lei si fiondò su delle panchine di cemento colorato e piene di solchi e veramente brutte...Mi disse "aspetta facciamo un gioco...guarda me..." , io , un pò dubbioso, la guardai prendere la giusta distanza e correre verso la panchina color rosa-giallo, con la mano destra a tenersi il berretto e poi prima d'investirla saltare per superarla ...e con quel balzo i sorrisi si moltiplicarono, mi constrinse a farlo, e poi di nuovo lei, e poi io e poi lei e ancora insieme...così... a Londra mentre la Regina si svegliava con il Sunday Times da leggere(un malloppone che non avete idea!!!!), e il cielo si tingeva di note di zafferano per l'imminente aurora, due pazzi saltavano una panchina...
Bene stanotte anche voi da bravi pazzi innamorati regalatemi il vostro sogno...il vostro desiderio anche di un ricordo...chi dice che si può desiderare solo il futuro?...Cosa desiderate di più?...domattina al vostro risveglio il desiderio sarà realizzato...perchè le favole esistono davvero... sogni di luna.
Zio Ingemar
2007-03-26
11:38:11
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Zio Ingemar
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