Ho sentito che il papa nel suo ultimo messaggio ha espresso l'ennesima condanna nei confronti sia della proposta di legge sulle unioni di fatto, sia del relativismo, sia del desiderio di potere. Passi la prima: ognuno è libero di pensarla come vuole, se la regola per essere ammessi al club dei cattolici è quello di intendere l'unione di due persone solo quella che si esprime davanti all'altare fra un uomo e una donna la cosa in fondo non riguarda chi non fa parte del club e niente deve imporre di condividere questa regola a chi non fa parte del club. Sulla seconda ci sarebbe già molto da ridire, ma capisco che la fede possa vedere il relativismo come fumo negli occhi, ma è sulla terza che scatta un'irrefrenabile nausea: come può il capo di un'istituzione che ha fatto della ricerca del potere il fine costante di tutta la sua storia, che è nata al servizio del potere e per il potere, pronunciarsi in tal modo senza rabbrividire per l'ipocrisia?
2007-02-10
04:17:33
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etcetera
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Religione e spiritualità