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DALL'INFERNO AL PARADISO: gli orsi della bile


Ci sono dei mondi che non riusciamo neanche a immaginare e atrocità che
non riusciamo a pensare.

Ci sono invece persone che riescono a immaginare, a pensare e, soprattutto,
a mettere in atto ferocie inaudite, usando la tortura quotidiana su uno o
più animali.

Le fabbriche della bile sono una di queste realtà di sofferenza, dove
centinaia di orsi vengono tenuti e "munti" della propria bile due volte al
giorno, finché vivono, o meglio, sopravvivono.

Lo strazio e il dolore che provano questi animali sono indescrivibili; le
loro urla raggiungono spazi immensi, ma vuoti, perché nessuno li può
sentire.

E, come la volpina che presa al laccio della trappola scava con tutte le sue
forze una buca davanti a sé nell'ultimo, disperato e purtroppo inutile
tentativo di liberarsi, noi cerchiamo di scavare dentro la coscienza di
tanti esseri umani, sperando che, almeno il nostro, non sia un tentativo
vano.

Già perché la libertà è il passaggio dall'inferno al paradiso, per tutti
noi.

Chi non la possiede, la anela. Chi ce l'ha, non vuole perderla.

In nome della Libertà sono state scritte le pagine più belle della
letteratura mondiale, sono stati fatti i sogni più grandi, sono stati
disegnati i cieli più azzurri.

Animals Asia Foundation si occupa di ridare dignità e libertà agli orsi, che
passano lunghi anni della loro vita chiusi in squallide, piccolissime gabbie
per una pratica che non ha davvero nessun senso di esistere. La loro bile è,
infatti, completamente sostituibile da prodotti di erboristeria o di
sintesi.

Riuscire a ridare la libertà a quegli orsi è un motivo di orgoglio per chi,
come Jill fondatrice dell'associazione e del centro di recupero, ne ha
fatto un percorso di vita.

Tutti quegli orsi possono essere liberati, se ognuno di noi ne fa un
percorso di vita per un singolo momento, perché è l'oblio la condizione più
terribile, mentre il pensiero, fino a quando viene esercitato, denuncia e
rassicura allo stesso tempo. Quindi, anche solo parlare di loro e magari
riuscire a fare qualcosa è un modo per renderli liberi, per non dimenticarli
tenendoli rinchiusi nel loro triste dolore, per non abbandonarli al loro
destino, per sapere che la speranza, che un giorno tutto questo finisca,
esiste ed è una possibilità concreta.

Chi visita il sito web www.animalsasia.it può scoprire come avvicinare
distanze che sembrano inavvicinabili, può, come diceva Oscar Wilde,
assorbire i colori della vita riempiendo quegli spazi vuoti, perché in
questo modo gli permettiamo di comunicare con noi. Di 208 allevamenti
stimati in Cina, 41 sono già stati chiusi dal Governo.

2007-12-05 05:31:09 · 3 risposte · inviata da fiammetta960 4 in Ambiente Preservazione

3 risposte

Hai perfettamente ragione, ci sono persone (e sono tantissime), che non hanno cuore. Spero che il futuro possa riservarci qualcosa di migliore (ma ho i miei dubbi), siamo stufi di vedere queste strazianti torture, speriamo in un mondo migliore. Una stella per te, ciao KK

2007-12-05 06:13:53 · answer #1 · answered by kikko 4 · 0 1

Condivido, queste persone mi fanno ******.

Ma obbietto una cosa: in questa fogna in cui viviamo, c'è di peggio.

Molto di peggio.

In diversi paesi, ANCHE QUELLI CON CUI L'EUROPA COLLABORA, non sono gli orsi sotto tortura, ma gli uomini.

In molti paesi, SOPRATTUTTO IN QUELLI INDUSTRIALIZZATI, è legale l'aborto. Uso una tua frase:

Lo strazio e il dolore che provano questi UOMINI sono indescrivibili; le loro urla raggiungerebbero immensi, se potessero parlare.

C'è di peggio della tortura agli orsi.

C'è l'uccisione di embrioni, legale dappertutto per questioni meramente di soldi.

C'è la tortura nei paesi comunisti (Cina, Cuba, ....) e filonazisti (Iran, Iraq fino a qualche tempo fa,.....), per questioni meramente di libertà di pensiero.

Preoccupiamoci di queste cose.

2007-12-10 05:35:09 · answer #2 · answered by Anonymous · 0 1

???
Mhaaaaaa ??

2007-12-05 05:57:46 · answer #3 · answered by Il giornalaio di Firenze 7 · 0 3

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