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Non è un paradosso, perché un ecosistema può preservarsi vitale solo se mantiene la massima differenziazione e interazione tra le speci che lo costituiscono. Se si introduce una specie in grado di monopolizzare gli input energetici (un predatore molto efficace o un erbivoro non predabile e vorace) si è visto che l’ecosistema crolla e la stessa specie “migliore” non riesce a sopravvivere. Quindi la competizione è positiva ai fini della vita solo finché tra i competitori non vi sono vincitori assoluti e la selezione funziona in modo coadiuvante per lo sviluppo di tutti, mantenendo massima la differenziazione. La specie umana è ormai da tempo sia un predatore efficientissimo, sia una preda non predabile, ma a differenza di altre speci “vincitrici” che ci hanno preceduto e che non potevano fare a meno di vincere e quindi di estinguersi, potrebbe l’uomo ancora in qualche modo salvarsi? Come?

2007-03-22 04:26:09 · 8 risposte · inviata da etcetera 7 in Ambiente

per Eopterix: non si tratta di 2 o 3 rivetti, ma del 20-30% di speci a rischio di estinzione: v. http://www.spiegel.de/international/0,1518,469608,00.html
un bilancio che probabilmente è destinato ad aumentare. Tutelare la biodiversità è essenziale per la sopravvivenza del nostro ecosistema-pianeta, ma possiamo farlo davvero?

2007-03-22 06:41:59 · update #1

Interessante la metafora del virus, Eleonora, anche perché i virus che hanno più successo non sono mai quelli più aggressivi capaci di distruggere in breve tempo l'organismo ospite (potremo definirli i più efficienti nell'usare le altrui risorse vitali?), ma quelli meno deleteri come per esempio il virus del raffreddore il quale non uccide l'ospite, ma è capace di conviverci a lungo.

2007-03-22 06:45:34 · update #2

Caro dottorK, il fatto che tu abbia un approccio diverso dal mio mi rende le tue risposte ancora più interessanti. Una cultura come quella degli Inuit è molto più adatta alla sopravvivenza in ecosistemi poveri di quella dei Groenlandesi proprio perché non è slegata dall'ecosistema e lo sfruttamento è limitato (gli sfruttatori sono pochi e con mezzi limitati). E in ogni caso se i grandi predatori sono molto pochi rispetto al numero delle prede la cosa può funzionare. Dissento quindi dalla seconda parte della tua risposta primo perché il pianeta non è una cornucopia, secondo perché qualsiasi trasformazione ha un costo e il costo tecnologico aumenta con l'uso della tecnologia secondo il principio entropico (nemmeno la mente umana è una cornucopia di idee utili). Terzo: sia la rivoluzione verde che le biotecnologie vanno nella direzione opposta a quella della diversificazione essenziale alla conservazione dell'ecosistema, vanno verso una produzione sempre più massiva e omologata.

2007-03-22 07:05:50 · update #3

Sicuramente l'approccio di cui parli è stato utile quando l'uomo era ancora un animale non diffusissimo sul pianeta e poteva permettersi il ruolo di grande predatore, ma adesso non rischiamo di fare la fine dei Groenlandesi?

2007-03-22 07:09:12 · update #4

In genere gli Stati Uniti sono considerata una nazione molto ricca, ma non mi sembra che la biodiversità sia molto tutelata nelle coltivazioni intensive di quella che una volta era la prateria e in ogni caso le nazioni povere sono sempre un'ottima discarica dove ficcare quello che non vogliamo nei nostri bei giardini. Ma questo è un altro discorso. La tendenza predatrice della specie umana è uguale dappertutto, i ricchi hanno la possibilità di mascherarla meglio quando gli torna comodo.

2007-03-22 09:24:22 · update #5

Le risposte di Malò e Spock prendono in limitata considerazione il problema che ho posto. Spock dice: la riserva energetica del sole è praticamente illimitata. E' vero, ma noi non mangiamo né beviamo energia radiante occorre che qualcos'altro la trasformi in qualcosa di commestibile, altri parti diverse e interagenti dell'ecosistema. Certo, potremmo anche pensare di creare macchine ad hoc, o meglio ancora uomini-piante, uomini-funghi, ecc. ecc. Possiamo pensare che un giorno noi riusciremo a progettare gli ecosistemi e a costruirli, possiamo giocare a Dio. Mio zio mi diceva io temo i chimici per ciò che hanno fatto come apprendisti stregoni, ma ancora di più temo i biologi per ciò che faranno sempre come apprendisti stregoni. Una catastrofe biologica sarebbe davvero definitiva. Progettare un ecosistema funzionante è una faccenda terribilmente complessa , e temo che il tempo, purtroppo, stringa, soprattutto se continuiamo sulla strada intrapresa.

2007-03-23 01:39:23 · update #6

Aggiungo ancora per Spock che il meccanismo predatore-preda in senso lato esiste ancora anche per l'uomo. E'indubbio che verso il pianeta siamo predatori, predatori molto più efficienti degli altri, perché le prede abbiamo imparato a coltivarcele o ad allevarcele in casa. Quanto a preda lo siamo per virus e batteri, ma sempre meno fortunatamente grazie ai progressi della medicina e alla migliore alimentazione. Comunque batteri e virus ci danno ancora filo da torcere visto che se noi siamo intellibenti, loro sono mutevoli e numerosi.

2007-03-23 01:45:23 · update #7

Mi correggo per Spock: noi non mangiamo DIRETTAMENTE energia radiante appunto perché non siamo piante. La mangiamo invece sotto forma di piante e animali. Per converso anche le piante hanno bisogno di animali e funghi in simbiosi per nutrirsi dei composti derivanti dalla decomposizione e di CO2, tutto è legato e l'energia radiante da sola non basta. Sbaglierò, ma io penso proprio che a un modo fatto di città e monoculture intensive non arriveremo mai proprio perché la monocultura intensiva, oltre a esaurire assai velocemente la fertilità del terreno, esclude la diversità che è fondamento della vita come meccanismo anti entropico. Ci estingueremo prima.

2007-03-23 09:41:24 · update #8

8 risposte

La relazione tra funzionalità ecosistemiche e biodiversità non è ancora ben definita. Le ipotesi prevalenti al momento sono l'ipotesi della ridondanza (secondo la quale in realtà in un ecosistema ci sono organismi che svolgono gli stessi compiti e quindi "superflui" dal punto di vista della funzionalità ecosistemica) e la "rivett popper hypotesis" (secondo la quale in realtà la scomparsa di pochi individui è vero che non ha conseguenze a breve termine come può essere rimuovere 2-3 rivetti dall'ala di un aereoplano ma a lungo andare, quando superi la "soglia" di rivetti rimuovibili, l'ala si stacca!). Detto questo quasi tutti sembrano concordare che in ogni caso più diversità c'è, meglio è! Probabile che l'uomo, monopolizzando l'ambiente, finisca per non permettere la coesistenza stabile con altri organismi e ne provochi l'estinzione (cosa che già avviene) e che così facendo determini anche la sua di fine... Tuttavia l'uomo ha anche un'arma in più rispetto a tutte le altre specie: la dimensione culturale e quella storica. La prima fornisce all'uomo strumenti e metodi per sopperire a quelle "mancanze" e a quei "vincoli" biologici (non possediamo le ali ma possiamo cmq prendere un aereo). La seconda ci consente di ricordare e capire ciò che è venuto prima di noi e (almeno in teoria) di imparare dai nostri sbagli...
Ciao

2-3 si faceva per dire; io la studio biologia della conservazione!!!!!!!!!!!

2007-03-22 04:46:05 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

Non capisco perche' ma finisce che io ho sempre un approccio diverso alle tue idee anche se alla base ne condivido i principi.
Il problema secondo me non e' tanto l'ipotesi di un crollo dell' ecosistema causato dall' uomo in quanto predatore assoluto perche' ha gia' dimostrato di riuscire a vivere in ecosistemi molto limitati dal punto di vista biologico ma quanto l'uomo sia in grado di adattare l'ecosistema alle sue esigenze
A tal proposito ti consiglio il libro Collasso di Jared Diamond. In cui vengono trattati esempi di società distrutte o sopravvissute in habitat limitati.
Interessante e' l'esempio di come i Groenlandesi di origine europea,nel XVI sec. non furono in grado di modificare le tecniche agricole tradizionali si estinsero col mutamento climatico, mentre gli Inuit sono tuttora presenti perche' avevano una capacità di adattamento e di sfruttamento razionale delle risorse.
L'uomo e' in grado di modificare l'ecosistema per addattarlo alle sue esigenze questo l'ha imparato accendendo il primo fuoco e coltivando il primo campo per procurarsi una quantità di energia superiore a quella che poteva avere dalla caccia e dalla raccolta. Nessun altro animale e' in grado di fare questo ed infatti l'uomo e' l'animale piu' diffuso dai poli all' equatore senza avere particolari predisposizioni per vivere in quegli habitat. Oltre all' antropizzazione dell' ecosistema l'uomo e' in grado di adattare l'ecosistema attraverso la manipolazione genetica sia dei vegetali che delle prede e dei predatori (grano mucca e cane per esempio) ed in minima parte su se stesso
Io vedo il rischio di estinzione escludendo eventi catastrofici solo se non si sarà piu' in grado di disporre di energia necessaria a mantenere integro un antroposistema basato su il connubio uomo combustibili fossili
L'apporto del petroli o e dei suoi derivati inclusi i fertilizzanti permette il funzionamento di un "ecosistema"che mantiene 6 miliardi di esseri umani su un pianeta che , forse ne reggerebbe un mezzo miliardo

Ti faccio notere che le nazioni che tutelano maggiormente le biodiversità sono quelle piu' ricche , con maggiori disponibilità di energia che possono permettersi data la minore crescita demografica e la maggiore resa delle coltivazioni di lasciare piu' spazio a territori liberi

2007-03-22 13:20:37 · answer #2 · answered by dottor K 7 · 3 1

Vincere la competizione biologica in senso assoluto, senza cioè la capacità di preservare le diversità, porta all'estinzione. O almeno alla fine dell'habitat che consente la vita: l'uomo da solo non potrebbe sostenersi in altro modo che divorando altri uomini. L'unica alternativa sarebbe cercare altri habitat (mondi) da colonizzare. Credo, però, che la natura sappia difendersi da sola. Un bel (o brutto) giorno, potrebbe arrivare la temuta grande pandemia

2007-03-23 20:29:10 · answer #3 · answered by paolo b 3 · 0 0

e chi lo dice che siamo i piu evoluti...?
...nn mi sembra che siamo poi così tanto piu evoluti degli altri mammiferi !!!

2007-03-23 17:00:48 · answer #4 · answered by aid85 PROTESTO: NO CENSURA 4 · 0 0

credo che l'uomo sia uscito già da tempo dal ciclo biologico
prede e predatori .
L'agricoltura l'allevamento ,i cibi di sintesi ,lo hanno reso libero dal gioco della natura , negli ultimi 5000 anni o più
l'unico vero nemico che ha avuto è se stesso .
e questa potrebbe essere la causa della sua estinzione
una guerra totale.
se questo fatto disastroso non si verificasse e l'uomo non rivede l' attuale approccio predatore di risorse e distruttore della natura ,ritornando ad uno sviluppo compatibile allora andremmo verso un futuro
simile a quello descritto da Huxley in Ritorno al Mondo Nuovo ,ovvero una società tecnologica di uomini sostenuti fisicamente dalla genetica, in uno stato di perenne malattia
risolta forse con la clonazione, alla ricerca della ricostruzione,
in veste di apprendista Dio , della natura distrutta ma rivelatasi a posteriori indispensabile , identificando la sua realtà all' idea del formicaio , il singolo diverrà cellula di un grande organismo globale , non nascerà più da parto naturale ,dato che la costituzione sana di mammifero non esisterà più essendo la nostra forma animale quella si dipendente dall'ecosistema che ormai alterato irrimediabilmente nella sua forma primordiale e sostituito con creazioni biologiche artificiali atte al sostentamento umano non potrà essere capace di creare vita
lo stato globale formicaio basato sulla biochimica sarebbe comunque molto fragile ,dato che un virus informatico/biologico che a quel tempo sarà la stessa cosa
potrebbe minare l'intiero sistema.
l'unica salvezza vista anche da Huxley è che si conservi una parte di mondo abitata da primitivi ,ovvero uomini che conservano l'animalità ,se non iniziamo a creare ORA queste isole di natura salvandone la biodiversità,
spariremo nel giro di un millennio
o sopravviveremo come cervelli di organismi bionici di una razza che sparirà per incapacità di trovare la ragione dell'esistenza
non credo che il problema energetico sarà causa diretta della distruzione umana ,se il sole rimarra dov'è ora la sua energia sfruttata con mezzi efficienti ci basterà e sicuramente troveremo altre fonti d'energia in alternativa agli idrocarburi che già stanno diventando fonte obsoleta
ma proprio questa energia che sicuramente troveremo sarà
quella che ci porterà ancora più verso la pericolosa idea di onnipotenza tecnologica ,slegandoci ulteriormente dalla natura
Dedicata al pollice verso :
Siamo all'inizio della trasformazione in formicaio qualsiasi idea arrivi dal singolo è bollata a meno che non sia sostenuta dai media , ormai il contenuto dell' idea non ha più valore , giusta -sbagliata che sia viene accettata dalla massa
solo se è parte dal suo ancora primordiale cervello centrale , vita dura per i liberi pensatori !

ti sbagli noi mangiamo energia radiante ! ,sono i vegetali che la trasformano nella forma in cui noi possiamo assumerla
vegetali (animali di conseguenza volendo essre carnivori) sono la base della nostra alimentazione e geneticamente modificati o no dovremmo sempre dipendere da loro,
i vegetali sono i migliori sistemi di trasformazione dell'energia solare , tanto e vero che si stanno fabbricando combustibili con il loro utilizzo (canna da zucchero in brasile ad esempio) il futuro non è un mondo pieno zeppo di umanità che non potrà muoversi perchè non ha lo spazio ,persino la cina è riuscita a limitare le nascite, sara un mondo di citta e spazi lasciati alle monoculture , voglio ricordarti che qualsiasi forma di energia presente sul nostro pianeta deriva dal sole ,escludendo geotermica e nucleare
quello che stiamo attuando non è la distruzione delle piante ma è la loro selezione con visione prettamente economica utilitaristica dedicando grandi estensioni alle monoculture
e distruggendo specie che ora consideriamo non utili alla nostra cieca economia
il fattore virus se leggi bene è stato proposto come una delle cause di distruzione

è proprio quello che dico dobbiamo creare delle isole di natura ,inevitabilmente andremo verso la sterilizzazione globale ,le monoculture utilizzeranno fertilizzanti artificiali
microrganismi e fauna batterica verronno costruiti in laboratorio purtroppo è questo che succederà ,non vedi che la scienza anche la più arrischiata come la clonazione e gli OGM sta subdolamente entrando ,anche in italia dove sono vietati c'è gente che ci fa esperimenti ,hanno già infestato le culture adiacenti i centri di ricerca , sono nei nostri alimenti ,sono nella farina della pasta , nelle pastine dei bambini nonostante il veto italiano !ma non gliene importa a nessuno ,perchè il dio scienza sarà quello che comanderà dall'alto della sua grande ignoranza ,non vedi che tutto ciò è già iniziato ?

2007-03-22 18:55:04 · answer #5 · answered by Anonymous · 1 1

Ho degli scenari nella mia mente. Parlo di catastrofi. Impossibili al momento nonostante la terra e l'uomo non vadano affatto d'accordo. Ma in un futuro petrebbero anche accadere.
Anzitutto prima di iniziare voglio puntualizzare che parlerò come se della morte anche di un uomo solo non mi importasse, non è così, ma rende il mio approccio più credibile.

L'uomo è signore e padrone della natura. Un terremoto, un'eruzione, un'inondazione ormai non ci tangono. Certo ci sono delle perdite infinitesimali nella popolazione, ma nessun rischio nel concreto.
Ho idea che quello che a suo tempo fu il diluvio universale adesso lo affronteremmo se non bene certo non come evento biblico.
Quindi la natura nell'immediato non ci fa paura.

Fuori dall'immediato l'inquinamento ed altri agenti porteranno ad eventi di maggiori portata. Si scioglieranno i ghiacci, cambierà la geografia fisica del pianeta. Moriranno miliardi di persone. Quello si che sarà un brutto colpo. Un colpo che fa paura. Ma l'uomo sopravviverà. Se su sette miliardi di persone ne muoiono cinque... beh si... terribile... ma non si parla ancora di estinzione. A quel punto la civiltà ripartirebbe ancora l'uomo ha le capacità per farlo...

E allora esiste un concreto rischio estinzione?

Due secondo me.

Uno è occulto. Cioè l'universo, la vita e tutto quanto... basta che cambi di una virgola un asse di rotazione di una galassia, che ci colpisca un enorme meteorite, che un Dio vendicativo ci stermini con lame rotanti e i quattro tipi dell'apocalisse... vabbè ma qui si va in un campo talmente grande, talmente al di fuori dell'ipotizzabile che è inutile... ah ci sono pure le invasioni aliene... vabbè insomma chiamiamola estinzione di natura occulta...

Il secondo protato dall'ultima guerra. Quella devinitiva. Quella in cui combatteranno tutti contro tutti e in cui verrà collaudata l'ultima arma. Quella che ucciderà tutti gli uomini. Quella che ancora neanche esiste. A quel punto alcune specie coriacee quanto e più dell'uomo diventeranno i "signori del pianeta" solo che essendo robe tipo gli scarafaggi non se ne renderanno neanche conto...

Insomma credo che non ci saranno specie più evolute che ci estingueranno (se non entriamo nell'occulto campo). Faremo da noi...

Insomma quando finiremo bello non sarà...
Forse bisogna sperare che il disastro enorme arrivi prima dell'ultima arma. I sopravvissuti, nel caso del disastro sarebbero più consapevoli?

Chissà...

2007-03-22 14:38:42 · answer #6 · answered by Malò 6 · 0 0

Sono d'accordo con te. E con la spiegazione che ci dà il film Matrix: l'uomo è come un virus he tende ad espandersi e a consumare molto rapidamente tutte le risorse che lo ircondano, per cui è destinato ad estinguersi per mancanza di prede (difficilmente sarà il cibo di qualche androide che ne limiti l'espansione).

2007-03-22 13:11:42 · answer #7 · answered by answerina 4 · 0 0

Secondo me i veri vincitori della competizione (se di competizione si tratta) sono i topi e i ratti
Forse anche le formiche

2007-03-22 11:35:09 · answer #8 · answered by gatto_gattone 6 · 0 0

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