Consumatori - 02-02-2006 - 13:08
Meno norme sugli imballaggi, più scelta per i consumatori
Sì alla deregolamentazione dei formati degli imballaggi ma per meno prodotti. E' quanto sostiene il Parlamento con l'adozione della relazione riguardo alla proposta di direttiva sulle quantità nominali dei prodotti preconfezionati. Oltre che per il vino, l'alcol, il caffè e lo zucchero, i deputati ritengono infatti preferibile mantenere una limitazione del numero dei formati per la pasta secca, il riso, il burro e il latte, al fine di tutelare meglio i consumatori, soprattutto i più sfavoriti.
Frutto di un'ampia consultazione dei settori interessati, la proposta ha l'obiettivo di abrogare una serie di norme introdotte a partire dagli anni '70 sui formati degli imballaggi e, quindi, sulle quantità nominali obbligatorie di numerosi articoli preconfezionati: prodotti alimentari, bevande, detergenti, vernici, mangimi, etc. Lo scopo è anche di consolidare in un solo atto quelle norme che resteranno in vigore per alcune merci. Si tratta di un ritorno al passato giustificato dalla necessità di rispondere meglio alle esigenze dei consumatori, garantendo loro maggiore scelta e permettendo lo sviluppo di nuovi prodotti e formati. Inoltre, attraverso la semplificazione legislativa e la riduzione delle formalità amministrative, si intende aumentare il gioco della concorrenza e la competitività delle imprese, soprattutto piccole e medie.
Adottando in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Jacques TOUBON (PPE/DE, FR), il Parlamento amplia il numero di prodotti che devono continuare ad essere presentati in imballaggi preconfezionati con una capacità definita. Ai vini, alle bevande alcoliche, al caffè solubile e allo zucchero bianco, sono infatti aggiunte le paste secche alimentari, il riso, il latte, il burro, il caffè torrefatto (macinato o non macinato, anche decaffeinato) e lo zucchero bruno. Più in particolare, le paste alimentari secche ed il riso dovranno essere venduti solamente in confezioni di 125, 250 e 500 grammi e di 1, 1.5, 2, 3, 4, 5 e 10 chili.
Queste limitazioni, per i deputati, sono giustificate da uno studio d'impatto che dimostrerebbe come una deregolamentazione che porterebbe ad una riduzione delle marche proposte e, quindi, della scelta, condurrebbe svantaggi notevoli per i consumatori più vulnerabili (anziani, malvedenti, disabili). Nel caso del latte, i deputati ritengono che la liberalizzazione dei formati rischia di ingannare i consumatori inducendoli ad acquistare bottiglie meno care senza accorgersi che il volume è inferiore. Per tale motivo, dovrà essere venduto in confezioni di 100, 200, 250, 500 e 750 millilitri oppure da un litro o un litro e mezzo.
Il Parlamento, peraltro, precisa che la direttiva non si applica ai prodotti venduti nei duty free e nemmeno al pane preconfezionato, ai grassi spalmabili e al tè «cui continuano ad applicarsi le disposizioni nazionali sulle quantità nominali». Secondo i deputati, infatti, visto che il confezionamento di cibi di prima necessità differisce molto spesso a seconda dello Stato membro, è importante tutelare i consumatori mantenendo le attuali norme nazionali sulle quantità nominali.
Inoltre, con una totale deregolamentazione, spiegano i deputati, i costi per le piccole e medie imprese che cercano di competere con i supermarket e le società più grandi sarebbero probabilmente sproporzionati e in taluni casi proibitivi. La soluzione proposta, invece, dovrebbe consentire di mantenere le norme nazionali sugli imballaggi, senza impedire le importazioni di prodotti preconfezionati, di qualsiasi peso o volume, provenienti da altri paesi UE.
La Commissione europea propone che tali deroghe restino valide per 20 anni. I deputati, invece, ritengono che sia più appropriato introdurre una clausola di revisione applicabile la prima volta dopo otto anni (e successivamente ogni dieci), dal momento che oggi non si può sapere quali saranno le condizioni di mercato in un'epoca così lontana.
Background
L'armonizzazione delle norme nazionali sulle quantità nominali dei prodotti preconfezionati è attualmente facoltativa sul mercato nazionale ma obbligatoria per i prodotti di esportazione. D'altra parte, la storica sentenza della Corte di giustizia sul Cassis de Dijon impone agli Stati membri di accettare nei propri mercati i prodotti legalmente fabbricati e commercializzati in un altro Stato membro. Inoltre, l'introduzione del prezzo per unità di misura, dalla fine degli anni '90, permette ai consumatori di paragonare i prezzi al litro e al chilo di tutti i prodotti proposti in diversi formati.
La proposta della Commissione abroga quindi tutte le dimensioni degli imballaggi attualmente in vigore a titolo dell’armonizzazione facoltativa disciplinata dalle direttive 75/106/CEE e 80/232/CEE e mantiene in settori molto specifici alcune delle norme vigenti fondate sull’armonizzazione totale, escludendo quindi le disposizioni nazionali e vietando agli Stati membri di legiferare in materia. Le dimensioni obbligatorie si mantengono in alcuni settori, ma sono introdotte alcune modifiche.
02/02/2006
Jacques TOUBON (PPE/DE, FR)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che reca disposizioni sulle quantità nominali dei prodotti preconfezionati, abroga le direttive 75/106/CEE e 80/232/CEE del Consiglio e modifica la direttiva 76/211/CEE del Consiglio
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 1.2.2006
Votazione: 2.2.2006
2006-11-07 04:31:45
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answer #1
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answered by mara 4
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