Casher”, parola ai più ignota, sta ad indicare una serie di leggi alimentari che governano la gastronomia ebraica: leggi dietetiche dettate dalla Bibbia e dall’interpretazione dei testi sacri.
Nelle ricette della cucina ebraica sono esclusi tutti gli animali considerati impuri cioè quelli che non hanno lo zoccolo e l’unghia fessa e che non ruminano. Sono proibiti anche i pesci senza pinne e senza squame, i crostacei, i molluschi, i rettili, gli insetti e gli uccelli rapaci.
Le carni per diventare “casher” devono essere macellate secondo il metodo detto “shechità”. Lo “schohet”, cioè l’addetto alla macellazione autorizzato dalle autorità rabbiniche, uccide l’animale con un colpo solo dato con un coltello affilatissimo che ne provoca la morte istantanea e il totale dissanguamento. La macellazione segue il precetto biblico che impedisce di mangiare il sangue di ogni tipo di carne. Per togliere ogni traccia di sangue la carne, prima di essere cucinata, va messa venti minuti a bagno in acqua e poi, coperta di sale, messa a scolare per quaranta minuti. Inoltre, per potersi cibare della coscia dell’animale questa deve essere privata del nervo sciatico, in memoria della lotta fra l’angelo e Giacobbe nella quale quest’ultimo fu azzoppato.
“Non cucinare il capretto nel latte della madre” è un altro precetto della cucina ebraica. Di conseguenza i latticini devono stare separati da ogni tipo di carne. In un pranzo ebraico non si mangeranno mai insieme carne e latticini, né si cucineranno pietanze che prevedono entrambi gli ingredienti. Addirittura per i due alimenti sono previsti servizi di piatti diversi.
Molte sono le festività ebraiche. Per ognuna di esse ci sono menù e cibi più o meno legati alla memoria biblica. Così, durante le feste di “Succoth” o delle capanne, in ricordo dei vigneti della Giudea si usa cucinare involtini di riso o carne in foglie di vite; per “Pesach”, la Pasqua ebraica, sono proibiti i cibi lievitati. Si mangia pane azzimo senza lievito e senza sale in ricordo del pane mangiato nel deserto durante l’esodo dall’Egitto. Nel periodo pasquale si fanno anche minestre e dolci a base di azzime.
“Shabbat”, sabato, è per gli ebrei il giorno del riposo. Il sabato non si dovrà compiere alcun lavoro, né accendere il fuoco, né cucinare; ma ciò non comporta il digiuno. Infatti il pomeriggio del giorno precedente viene preparato un pranzo abbondante per il sabato. Sulla tavola, apparecchiata il venerdì prima del tramonto, vengono posti i lumi accesi e nel mezzo due pani a forma di treccia di farina bianchissima in ricordo della manna scesa dal cielo.
La cucina ebraica è una cucina familiare tramandata da madre in figlia che le molte diaspore anziché impoverire hanno arricchito. Ancora una volta la cucina è stato strumento di integrazione e scambio fra varie culture.
Esistono ricette della tradizione ashenazita e della tradizione sefardita, ma anche un notevole e ricco ricettario della tradizione ebraico-italiana.
L’esclusione del maiale non ha impedito agli Ebrei di mangiare insaccati dai sapori forti e allettanti confezionati con carne di bue, di manzo, di tacchino e d’oca. Sul bancone della macelleria o della salumeria “casher” sono esposti salami, carne secca, insaccati di tacchino, prosciutti d’oca, wusterl; e la pregiata bottarga di uova di muggine (a Roma chiamato cefalo) salate ed essicate al sole. La bottarga è stata sempre un alimento ricercato e prezioso fra gli Ebrei tanto che si racconta che nel cinquecento ci fu un episodio che scomodò le autorità rabbiniche poiché un giovane ebreo osò offrire al padre dell’innamorata alcune bottarghe in cambio della mano della giovane figlia.
Nella cucina ebraico-romanesca, così come nella cucina romana, vengono consumate molte frattaglie: cervelli, animelle, trippe, milza e fegato. Quest’ultimo prima di essere cucinato va ben bene arrostito sulla graticola per togliere ogni traccia di sangue. La bottarga è una prelibatezza di cui gli Ebrei romani, e non solo loro, vanno ghiotti: viene tagliata sottilmente e mangiata con burro o bagnata di olio
2006-11-04 05:45:58
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answer #1
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answered by mara 4
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be' so k si mangiano erbe amare, pane azzimo e carne di vitello ma non so kosa significa seder plate... ciao baci
2006-11-04 20:06:58
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answer #3
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answered by Edgar 6
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