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14 risposte

Sei sicuro di volerlo fare? Non è così semplice come sembra.
Intanto bianco o rosso? Il bianco è più semplice perchè devi gestire solo il succo dell'uva. Devi farne almeno 5 litri.
Partiamo dall'uva. Non è quella da tavola, ti devi procurare quella da vino, almeno 9 Kg, + è dolce meglio è(dove abiti? ci sono contadini che ce l'hanno?). Devi spremerla bene, uno schiacciapatate va bene. Metti tutto il succo in un unico contenitore di vetro ma non riempito fino all'orlo. In farmacia comperi del metabisolfito di potassio. Te ne bastano 10 grammi e lo versi nel mosto dopo averla sciolta in un pò di succo. Attento perchè sviluppo SO2 che ti fa lacrimare e tossire.
Metti tutto in un luogo molto fresco e lasci che parta la fermentazione. Se il giorno dopo non vedi bollicine, porta il contenitore un pò al caldo così i fermenti partono.
Dopo una settimana circa smetterà di bollire.
A quel punto, se puoi, metti il contenitore in frigo per una notte, così le particelle sospese cadranno sul fondo. travasa la parte limpida. Ripeti per più volte ogni 2 giorni finchè non si deposita più nulla. A quel punto puoi imbottigliare e tappare. Dopo la prossima primavera potrai bere il tuo vino.
Ciao
Seven981 sei una super esperta (pochissimi sanno come si fa il novello) ma non credo che lui abbia attrezzature adeguate.

2006-09-20 08:37:08 · answer #1 · answered by bistduzufrieden 2 · 0 0

Per fare il novello si usa l'acino o il grappolo intero.
La tecnica di vinificazione è molto specifica:
il mosto fermenta in contenitori ermetici, in un'atmosfera di anidride carbonica.
Così la fermentazione del mosto non avviene all'aria, come al solito.
I lieviti che normalmente fanno fermentare il vino hanno bisogno dell'aria per agire: niente aria, niente lieviti.
Ma niente paura il vino fermenta ugualmente e a farlo fermentare in assenza di aria sono gli enzimi contenuti nel mosto.

Perché si fa tutto questo?
Per avere un vino con sapore, colore, profumo, caratteristici, per avere il vino novello insomma.
Infatti in questo modo:

vengono estratti i pigmenti delle bucce dell'uva che danno il colore al vino
vengono estratti gli aromi localizzati nelle bucce dell'uva che gli danno sapore e profumo
diminuisce l'acidità del vino (l'acidità malica per essere precisi)

Dopo la fermentazione, il vino viene sottoposto agli ordinari processi di raffinatura (centrifugazione, chiarifica, filtrazione, stabilizzazione tartarica, ecc.), e così possiamo trovarlo nel bicchiere.

2006-09-20 15:22:11 · answer #2 · answered by seven_981 2 · 2 0

È semplicissimo:


La vinificazione in rosso

Con questa lavorazione l’uva appena pigiata viene messa nei tini di fermentazione dove verrà operata la solfitazione spolverando uniformemente sulle uve del metabisolfito potassico o del solfito di calcio, seguita poi dalla fermentazione. I tini di fermentazione non vanno riempiti completamente in quanto occorre tenere conto dell’aumento di volume del mosto fermentato.

La presenza delle vinacce, anche prive dei raspi, produce nei mosti una fermentazione più attiva e più rapida in quanto le parti solide sono apportatrici di ossigeno che facilita la moltiplicazione dei lieviti.

Dopo la prima fase di fermentazione si effettua la svinatura seguita da una sfecciatura e quindi dall’eliminazione delle sostanze indesiderate.

La fermentazione in rosso delle uve ammostate si può effettuare in tini aperti ed in tini chiusi.

Nei tini aperti è necessario provvedere almeno due volte al giorno alle follature che consistono nel rompere il denso cappello di vinacce emerso per effetto della fermentazione, ossigenando così il mosto in modo da regolarne la temperatura e la fermentazione stessa.

Nei tini chiusi per ossigenare il mosto si usano delle pompe che prelevano il liquido dalla parte inferiore del tino e lo riportano sulla parte superiore. Questa lavorazione prende il nome di rimontaggio.



La vinificazione in bianco (o vergine)

Questa vinificazione si esegue facendo avvenire la fermentazione del mosto fuori dal contatto delle bucce. Questo sistema si applica quando si vogliono ottenere vini bianchi limpidi e stabili partendo da uve bianche oppure quando si vogliono ottenere vini rosati da uve rosse. La vinificazione in bianco è tecnicamente molto delicata in quanto i vini bianchi, nel caso la loro fermentazione non sia egregiamente eseguita, sono più soggetti alle alterazioni microbiche e alle fermentazioni anomale.

Anche con questo sistema di vinificazione occorre operare la solfitazione e la sfecciatura prima della fermentazione.

Per ottenere vini bianchi di buona qualità con caratteri di gusto, di freschezza, ed il cosiddetto sapore di fruttato, occorrono uve perfettamente sane, prive di attacchi parassitari o da muffe, e con una buona percentuale di acidità fissa, caratteristica questa dell’uva non abbondantemente matura.

La vinificazione in bianco mira all’immediata estrazione del succo dal frutto, in maniera che la fermentazione riguardi solo la parte liquida, mentre la solida deve essere separata ed avviata alla distillazione. Per alcuni vini bianchi di particolare finezza occorre utilizzare solamente il 60 % del mosto sgrondato, scartando il resto.


La vinificazione dei vini bianchi da uve rosse

Per questo tipo di vinificazione occorre partire da uve di ottima qualità, non troppo mature, preferendo quelle ancora un po’ acerbe. Le uve si torchiano leggermente e la vinaccia viene subito allontanata.

Alcuni tecnici consigliano a questo punto della lavorazione di refrigerare il mosto in modo da evitare ogni piccolo movimento di fermentazione. Successivamente si fa gorgogliare dell’aria nel mosto, lo si filtra in modo da ottenere un composto incolore che viene fatto fermentare con i normali metodi ed accorgimenti. Altri tecnici ritengono superfluo il raffreddamento del mosto, in quanto ritengono di ottenere lo stesso risultato con il solo arieggiamento al quale fanno seguire la solfitazione.

Un piccolo trucco per svelare se un vino bianco proviene certamente da uve rosse o bianche, consiste nell’aggiungere al vino qualche goccia di acido cloridrico: se il vino è stato prodotto con uve rosse apparirà, specie a caldo, una colorazione rosa



La vinificazione dei vini bianchi da uve rosse

I vini rosati sono quelli che si ottengono con la fermentazione in bianco delle uve rosse, in altre parole senza la macerazione delle vinacce, ma con il breve contatto delle vinacce del mosto solfitato, travasato e fatto successivamente fermentare in bianco dopo averlo separatamente tolto dalle vinacce.

Nel caso ci si trovi di fronte ad uve di colorazione molto intensa, per preparare i vini rosati si adotta la lavorazione in bianco.

Se al contrario le uve rosse sono a scarsa colorazione, per ottenere vini rosati è necessario effettuare una brevissima fermentazione in presenza delle vinacce, svinare e quindi terminare la fermentazione fuori dal contatto con le vinacce.

Trattandosi di un tipo di vinificazione adottata per l’ottenimento di vini fini, la linea di lavorazione di questi vini deve prevedere attrezzature all’avanguardia. Occorrono infatti pigiatrici e diraspatrici che lavorino con molta delicatezza, in modo da rompere solamente l’acino lasciando integri i raspi. Il pigiato così ottenuto viene inviato nei tini di fermentazione dove subisce la macerazione che deve essere brevissima (24 - 48 ore), la solfitazione deve essere moderata e occorre inoltre provvedere alla torchiatura morbidissima della vinaccia per avere la massima quantità di mosto di primissima qualità.


La vinificazione dei vini novelli

Il merito di questa tecnica si deve al francese Flanzy, che rifacendosi ad una considerazione del grande biologo Louis Pasteur, attribuì il nome a questo tipo di vinificazione nota anche come vinificazione in atmosfera anaerobica, in altre parole in assenza di ossigeno. Pasteur scoprì infatti che tenendo l’uva in grappoli in un’atmosfera di anidride carbonica, si potevano creare dei vini dotati di particolare fragranza e freschezza; a noi sono noti come vini novelli.

La tecnica consiste nel porre i grappoli interi, sani e ben maturi, in adatti contenitori dove si è creata un’atmosfera controllata di anidride carbonica. All’interno di questi contenitori, dopo il riempimento, avremo quindi tre livelli:

un primo livello in basso, composto da uno strato di mosto fuoriuscito dagli acini spaccati durante il riempimento

un secondo livello al centro, composto da grappoli interi immersi nel mosto

un terzo livello in alto, composto solamente dai grappoli interi in atmosfera di anidride carbonica

Dopo uno o due giorni il mosto incomincia a fermentare producendo ulteriore anidride carbonica. L’uva viene lasciata in tali condizioni per un periodo che può variare da pochi giorni ad una trentina, secondo lo stato di sanità ed in funzione della temperatura. Terminata la fermentazione si svuota il mosto, si effettua la pigiatura e si torchia l’uva rimasta intera.

Dal punto di vista organolettico si ha la formazione di sostanze volatili che sviluppano un particolare aroma ed un intenso profumo fruttato.

2006-09-21 06:02:55 · answer #3 · answered by flint073 2 · 1 0

valentina....prendi un bicchiere anche a me!!!!
cmq si fa anche con l'uva dice.

2006-09-20 16:57:55 · answer #4 · answered by nessunNick 4 · 1 0

io lo so solo bere ...

2006-09-26 05:04:34 · answer #5 · answered by ondamarina 4 · 0 0

Seven sei una superesperta ... a copiare dal web :-)
ecco l' articolo
http://www.sardiniapoint.it/2325.html
Hai omesso di dire che questo processo, valido solo per i novelli (quindi gia per me non sono vini) si chiama macerazione carbonica ...
A chi ti dice che basta spremere l' uva ... farai solo del buon aceto ...
Se e' solo per giocare allora e 'diverso ... dei buoni risultati senza esperianza, tecnica e soldi sono duri da ottnere ... poi sui gusti ...

2006-09-20 17:49:25 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

mio padre raccoglie l'uva e la mette nel torchio quindi grava su di esso cosi esce il mosto..... lo fa bollire per e poi lo mette nelle damigiane ma non lo sigilla perchè può continuare l'ebollizione,lo copre con una rete che ha i fori finissimi e lo fa riposare per circa 46 ore!counque è buona cosa che tu abbia un luogo fresco e asciutto altrimenti rischi di rovinare la bevanda.... e devi sopratutto vedere l'annata e da come si dice questa non è l'annata giusta per fare il vino visto le incessanti piogge!comunque ripete questo è un metodo personale ma puoi sempre affidarti a qualcuno più competente!ciao

2006-09-20 15:28:05 · answer #7 · answered by Anonymous · 0 0

Se vuoi io posso insegnarti come si beve...

2006-09-20 15:13:22 · answer #8 · answered by Anonymous · 1 1

Il vino si fa in genere con l uva, spremuta e torchiata affinché rilasci tutto il suo succo, chiamato mosto.
Codesto mosto, va tenuto in un recipiente aperto, possibilmente di terracotta affinché fermenti. In modo che bruci completamente lo zucchero che ha in se. Più zucchero c'é nel mosto Più alcolico sarà il vino che ne uscirà.
in genere dopo circa 40 giorni, la fermentazione é terminata. Il recipiente va kiuso ermeticamente, e lasciato riposare per almeno un mese. Dopo di che il vino già formato ma novello, va travasato in altro recipiente possibilmente una botte in legno di rovere o recipienti in terracotta maiolicata, o in vetroresina. ad ogni modo ermetici ed impermeabili. L'operazione va fatta in modo che il vino non venga rimescolato con la vinaccia che giace sul fondo del primo recipiente, quindi; una volta terminata tale operazione, il recipiente va sigillato e lasciato riposare per un tempo che può variare a piacimento e a discrezione del vinificatore. Naturalmente ci sono diversi sistemi di lavorazione che variano da zona a zona o dalla specifica qualità d'uva. ma la base comune a tutte é questa che io ho descritto grosso modo sopra.

2006-09-20 16:18:58 · answer #9 · answered by losami59 1 · 0 1

Adesso ci sono dei macchnari, ma una volta si faceva con i piedi

2006-09-20 15:24:08 · answer #10 · answered by Giorgia 1 · 0 1

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