39°notte di fiera
Pablo dormiva sul letto a baldacchino nella sua casa infuocata dall'arsura e dall'afa di un Havana torrida, in una estate che neanche gli anziani del quartiere se ne ricordavano di così...tutto era silenzioso ma in lontananza erano udibili gli schiamazzi e le grida della notte dei nababbi occidentali, giunti nell'isola del rhum in cerca di piaceri desiderati, piaceri disponibili per povertà e necessità lì nel paese dell'utopia rivoluzionaria diventata terra di lacrime. Pablo sprofondato sul materasso tra le lenzuola inzuppate di sudore era calato immensamente a picco nella profondità della luna e sognava...sognava il carcere dov'era stato rinchiuso solo pochi mesi prima dalla polizia rivoluzionaria, sognava quei topi che parevano ,visti sotto raggi lunari, ombre sinistre giunte dall'inferno...sognava...sognava il vento ch'entrava deciso dalla piccola finestra-quadrato della cella, un vento che suonava come trasportato da mille angeli neri.Poi subito un rumore secco e nitido dalla cucina lo fece svegliare veloce e ancora come se fosse in cella, ci vollero alcuni secondi per realizzare e fotografare quelle immagini casalinghe che lo confortarono...una foto di lui e sua moglie sposi, insieme all'ufficiale del popolo incaricato di celebrare il matrimonio, la vecchia lampada francese del padre scrittore, il letto morbido, le pareti turchesi, la finestra aperta con la tenda di lino bianco svolazzante ...no non era in carcere e quel rumore secco era sua figlia, Juanita, rientrata a casa dopo un'altra notte trascorsa nei locali per turisti nella Havana del "sesso facile" ...non volle alzarsi ancora una volta per sgridarla e umiliarla infuriato con quella figlia che si vendeva...e cosi ripiombò nel sogno quasi senza accorgersene...sognava...sognava suo nonno cantare quella vecchia canzone rivoluzionaria cubana..."il sudore d'un contadino fa che la terra possa sognare", si diceva così la voce melanconica di suo nonno trapassando e rivoltando il cervello come immenso e lentissimo pendolo...quanto sudore aveva versato lui, come tutti i suoi avi, su quella terra...tanto sudore da far sognare tutta Cuba,da renderla ubertosa a vita. Ma dov'era finito quel sogno?...nell'angoscia di non aver di che mangiare a pranzo e a cena?...nell'attenzione d'alzare il volume della radio "a palla" ,quando in casa si discuteva, per il timore che qualcuno potesse sentire e zelante denunciare alla "guardia del popolo" una qualunque "nota" anti-rivoluzionaria,anche solo immaginata?...Dov'era finito quel sogno?...Non lo sapeva, non trovava risposta.Sapeva solo che lì, nel terreno dei desideri, lui "sognava" solo realtà perchè non aveva più sudore nel corpo rinsecchito, niente più sogni per quella terra amata e umiliata...
Quanto l'ambiente, la vita, ci costringe a non sognare? Dimostratemi di non aver ceduto alla realtà sognatrici e sognatori...Cosa desiderate di più?...domattina al vostro risveglio il desiderio sarà realizzato...ve lo dice lo Zio...perchè le favole esistono davvero...sogni di luna...Zio Ingemar
2007-03-20
13:33:12
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Zio Ingemar
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