Tanta, tantissima. Mi capita di rado di raccontare tutta la mia storia a qualcuno, ma quando succede la domanda inevitabile è :"Come hai fatto ad uscirne e rimanere così come sei?". Come ho fatto? Beh non lo so bene neanche io: ho combattuto, ho creduto in me stessa, ho saputo chiedere aiuto qualche volta...ma soprattutto ho avuto spesso vicino persone meravigliose che hanno saputo tendermi la mano quando mi sentivo affondare.
L'unica ferita che brucia ancora, più di tutte le altre, è che se la mia vita fosse stata un po' più facile avrei potuto fare qualcosa di più e realizzare un sogno che invece ho rinchiuso in un cassetto.
2007-11-16 20:25:21
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answer #1
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answered by Farfallina 2
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Diceva Eraclito:
Gli uomini che desiderano conoscere il mondo devono imparare a conoscerlo nei particolari.
Il mondo della sofferenza è lo stesso,lo riesci a sopportare solo dopo tante battaglie e solo dopo averci fatto il callo.
Come dice anche la parola stessa,la resilienza è la capacità di adattarsi alle situazioni avverse.
Questa capacità la assumi solo dopo aver capito quali sono i tuoi punti deboli e quali sono i tuoi punti di forza.
Questi punti li acquisisci, e li comprendi dopo una lunga esperienza di vita , dopo che queste esperienze ti hanno trasformato in un muro di sofferenza abbastanza forte da poter reagire alla vita.
Per imparare a reagire alle sofferenze devi assaggiarle nei loro particolari,attraverso l'esperienza continua.
L'esperienza fortifica perchè ogni tassello di sofferenza rappresenta un mattone che si unisce al muro.
Man mano che il muro diventa alto e ti guardi in basso ti accorgi di quanta strada hai percorso dietro di te e ti fai forza.
Il problema della resistenza è dovuta al fatto che molti preferiscono lasciare a terra alcuni di questi mattoni, perchè ,o non vogliono sollevarne il doloroso peso e acettare il duro lavoro che ne comporta aggiungendoli nel muro o sono ostinati ad un solo tipo di tassello.
Adattarsi vuol dire accettare le novità migliori e scartare quelle poco edificanti.
Per questo molte volte non riusciamo ad aggiungere un altro mattone al muro,perchè ogni tassello ha una forma differente esattamente come il gioco tetris.
Se a noi ci piace un particoplare tassello,vorrremo che solo quello ci fosse nella nostra vita perciò ci ostiniamo ad incastrare solo quello nel muro, facendoci perdere la partita e facendoci crollare come nel caso del game over.
Bisognerebbe perciò imparare ad accettare sia il mondo e le sue sfumature che noi stessi e i nostri limiti.
La vita è una scuola,e come abbiamo imparato dai documentari non sempre cio che abbiamo imparato dai libri e lo stesso che poi si è presentato agli occhi degli scienziati.
La sofferenza non muore mai perchè è un elemento che ci serve per capire cos'e il bene e che cos'è il male,dobbiano solo riuscire a trasformarla, con i giusti tasselli, in qualcosa che ci permetta di vivere meglio.
2007-11-17 16:06:16
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answer #2
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answered by kenshirodamore la Fenice 4
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Grazie Alba, non sapevo che si chiamasse "resilenza"!
Ho sempre pensato che il mio fosse un istinto innato all'autoconservazione. A volte mi sembra che piu' vado avanti con gli anni piu' mi ritrovo simile alla bambina di cui serbo i primi ricordi....come se i colpi della vita mi spogliassero delle stratificazioni di superfluo che il tempo ha depositato sull'anima per lasciare visibile solo l'essenza.
A volte credo che sia importante non prendersi e non prendere tutto troppo sul serio.
Devo dire che in questi ultimi tempi la mia resilenza sta facendo un po' cilecca....
P assera'.
Baci.
2007-11-17 10:04:30
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answer #3
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answered by stillness 3
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onestamente non so quanto la resilienza faccia parte di me.
Molte persone vedendomi dal di fuori sostengono che io abbia una grande forza d'animo e che riesca a reagire alle difficoltà della vita,ma non mi sono sempre sentita forte.Vivo momenti in cui anzi sento che una corazza crolla e va in pezzi.
Dopo eventi traumatici e pesanti vissuti cerco d'integrare tutti i lati della mia personalità per meglio accettare ciò che stò vivendo.Cerco disperatamente un equilibrio.
La razionalità mi aiuta molto in questo.
Se non sento stimoli mi affido ad essa e penso a cosa mi converrebbe fare per stare meglio o bene.Agisco in base ad una decisione razionale finchè l'autostima e la voglia di fare si risvegliano.
Ciò che va in pezzi nei momenti traumatici sono le piccole certezze che ognuno si costruisce,piccole perchè nulla è mai certo.
Tornano a galla dubbi e fragilità,insicurezze,un'autostima subisce dei danni più facilmente di quanto si pensi,basta minarla spesso con piccole e grandi cose.
Quindi occorre ricostruirla,accettare un dolore che non si può cambiare,un problema che non si può risolvere.Voltare pagina.
Appoggio l'idea di Boris Cyrulnik ,infatti la nostra fragilità e insicurezza spesso c'induce a pensare secondo schemi ripetitivi,se si prova dolore e angoscia si tende a pensare sia quello lo schema della nostra vita,nei periodi di dolore intenso.
Non è così.Probabilmente non esiste schema,ma decisione e scelta.
l'esperienza insegna,ma ci vogliono anche buone basi su cui l'esperienza possa attecchire,se non si ha la fortuna di crescere nel terreno migliore queste basi vanno costruite nel corso della vita,quindi cadremmo più spesso per poi imparare a rialzarci.
Ma ciò che io penso è fondamentalmente che nessuno sia forte sempre ne fragile sempre(a meno che non soffra di malattie psichiche come depressioni),ma spesso si ha comunque capacità di reagire dopo un certo periodo di tempo e attenta autoanalisi.
2007-11-17 07:04:56
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answer #4
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answered by ♥sonia s 6
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hai perfettamente ragione.molta anche cyrulnik.credo di avere notevole resistenza,in alcuni casi anche passiva,che puo'rivelarsi salva-vita.
2007-11-17 04:35:17
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answer #5
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answered by Anonymous
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hai perfettamente ragione....ma sia non tutto capiscono quando e come si verifichi una resilienza...certo sappiamo che è più presente nella fase dell'adolescenza ma nessuno o forse in pochi sanno verramente che cosa sia la resilienza. verp che è una cosa molto soggettiva, che varia come hai detto tu, da vari fattori...che possono incidere negativamente e o positivamente.
personalmente io...ho scoperto la resilienza a 15 anni...e lì fa più male.. ed ora a distanza di 2 anni forse ha la capacità di controllare la resilienza, di fare un discorso aperto cn la mia mente...
2007-11-17 04:35:08
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answer #6
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answered by ascoltatrice 3
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Ciao ho solo 13 anni e non sò se a questa età ti posso dare una risposta adeguata! credo comunque che quelli che non soffrono per una disgrazia o per qualcosa che l'ha ferito profondamente ha solo paura di affrontare il problema e si nasconde in un involucro di indiferrenza...nella mia classe succede spesso e credo che sia questa la motivazione...ciao!
2007-11-17 04:26:51
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answer #7
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answered by Anonymous
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Carissima è un lungo lavorio di resistenza e di volontà nel superare le difficoltà che si incontrano nella vita. La mia è piuttosto lunga e la resilienza viene solo se ci si esercita continuamente alle risoluzioni dei problemi che non mancano mai (più o meno) nella vita di tutti, sia nostri che degli altri (marito, figli...). Io non credo di possederla, ma direi che con tutte le traversie anche dolorose che ho avuto ci sono vicina. Sarei presuntuosa dire di esserlo perchè una persona normale non credo si abitui facilmente a subire dolori fisici, o prepotenze, o a subire persone difficili, soprusi ecc ecc.Lo dico in generale. ti racconto un fatto:
Pochi mesi fa mi è capitato una cosa strana: sono inciampata nel tappeto di ingresso del mio palazzo e istintivamente ho messo per terra la mano sinistra perchè per una frazione di secondo pensai di 'salvarmi' le ginocchia...capii che la botta era stat forte, perchè sentii una 'vibrazione' tendinea, o ossea fino alla spalla. Una volta risalita mi massaggiai per capire se potevo essermi rotta il polso...e siccome le dita mi si muovevano ho pensato di no! l'indomani il medico mi disse che se non sentivo forti dolori poteva bastare le creme antidolorifiche e antiflogistiche. Dopo un mese mi accorsi però che il gonfiore intorno al polso rimaneva ed ero vagamente storta.pretesi di andare a fare un controllo radiologico e mi dissero che avevo avuto una frattura multipla (addirittura!) e che avrei dovuto sentire un gran male!!! gli raccontai che forse il gonfiore lo attenuò e che continuavo da sola di riattivarmi il braccio e la mano...mi rispose l'ortopedico che ci sono persone che hanno una soglia molto alta verso i dolori fisici e morali, altri molto bassa...e che evidentemente io sopportavo bene il dolore! Mi fece riflettere e approfondendo ulteriormente compresi che coloro i quali sono abituati a soffrire nella vita per qualche ragione, man mano che il tempo passa diventano sempre più resistenti a tutti i dolori in genere.ciao!
2007-11-17 10:37:57
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answer #8
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answered by maria p 5
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moltissima potrei aprire un negozio
2007-11-17 04:23:20
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answer #9
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answered by gaspara 5
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hai veramente ragione.....
nn l'ho letto è troppo lungo
2007-11-17 04:22:15
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answer #10
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answered by Anonymous
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