Purtroppo non sempre il TSO non sempre avviene quando ci sono motivi seri e gravi , come ha affermato il primo utente. A questo proposito leggi quanto segue:
Pordenone: Ricovero forzato in psichiatria fa causa al sindaco
Pubblicato il 29 gennaio 2007
Dopo che il sindaco aveva firmato una richiesta di trattamento sanitario obbligatorio viene ricoverata per tre settimane all'ospedale psichiatrico di Sacile in provincia di Pordeone ma…
«Sono stata costretta ad un trattamento sanitario obbligatorio per tre settimane nell'ospedale psichiatrico di Sacile, ma tale provvedimento è stato dichiarato totalmente illegittimo dal giudice pordenonese Liana Zoso. Per tale motivo ritengo d'aver subito danni materiali e morali per 250 mila euro», questa la richiesta che M.S., una pensionata di Azzano Decimo, 59 anni, ex infermiera in servizio nell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, ha formalizzato nella causa civile promossa contro il sindaco di Azzano Decimo che, qualche mese fa, aveva firmato la richiesta di trattamento sanitario obbligatorio, facendo "internare" la donna.
L'angosciante vicenda ha avuto inizio qualche mese fa - ha spiegato l'avvocato Gianni Massanzana che assiste l'ex infermiera - quando il sindaco Bortolotti, dopo aver firmato una richiesta di trattamento sanitario obbligatorio, ha mandato i carabinieri a casa della mia cliente, disponendone un ricovero coatto nell'ospedale psichiatrico di Sacile. L'ex infermiera è rimasta in quella struttura per tre settimane finché il giudice Liana Zoso, alla quale ci eravamo rivolti, ha dichiarato quel ricovero totalmente illegittimo».
Dopo aver ottenuto la "liberazione" della cliente, strappandola alle cure mediche obbligatorie, l'avvocato Massanzana ha cercato di capire il motivo del provvedimento del sindaco. «La vicenda non è chiara - ha puntualizzato - ma probabilmente è da ricondurre ad una serie di controversie tra vicine alle quali potrebbe aver cercato di porre rimedio il sindaco. Il risultato? Il provvedimento di "Tso" firmato dal sindaco Bortolotti che il giudice ha ritenuto illegittimo».
L'ex infermiera, con l'assistenza dell'avvocato Massanzana, si è così rivolta al giudice civile, chiedendo al sindaco Bortolotti il risarcimento del danno. La prima udienza è stata celebrata qualche giorno fa, ma il primo cittadino non si è costituito. Il giudice ha così disposto un rinvio.
Roberto Ortolan
Fonte Il Gazzettino Online
Torino: 'Incarcerata' in psichiatria SENZA aver commesso un reato
Pubblicato il 23 agosto 2006
AnyFile scrive:
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Forse avete letto il caso della donna di Torino ricoverata (meglio dire incarcerata) in psichiatria per il solo fatto di aver scelto di vivere restando in casa. I giornali hanno trattato, come ormai è loro abitudine, il caso a favore della psichiatria.
Sul caso ho trovato una spiegazione meno viziata dai soliti pregiudizi che vi invito a leggere: Torino: Il Caso Vasta — Quando La Psichiatria Deporta!
Così come vi invito a leggere i miei commenti alla faccenda:
È giusto impedire un colloquio con una persona ricoverata per il solo fatto che l'ospedale non ha interesse a che si vanga a sapere come stanno le cose?
È mai possibile che ad una persona che non ha fatto nulla, ma nonostante ciò è considerata malata, sia trattata peggio di un criminale? (a differenza di un criminale non ha diritto alla difesa, non ha diritto all'ora d'aria, non ha diritto a comunicare - nonostante che la legge sui TSO dica il contrario - e non ha diritto a presentare reclami e ricorsi -nonostante che la legge sui TSO dica il contrario)
Circa il caso di alcuni giorni fa, di una donna fatta ricoverare in psichiatria perché se ne stava chiusa in casa, sono circolate notizie sui giornali e sui mezzi d'informazione viziati dall'orami diffuso interesse a propagandare la psichiatria come una cosa utile e a far vedere la necessità di finanziare ulteriormente la psichiatria (che invece riceve direttamente o indirettamente già una quantità di soldi enorme, comparate ad altre realtà più bisognose, come ad esempio la ricerca medica o la ricerca scientifica).
Negli articoli di giornale inoltre è comparso il nome della donna, senza, presumo, che abbia fornito il suo consenso. La notizia è stata diffusa nel modo che hanno voluto i giornalisti, frammischiando fatti reali, fatti distorti ed opinioni personali.
La donna è stata presentata come colpevole e già condannata. Ed è anche già stata realmente condannata. Non si sa quale possa essere il reato commesso, ma di fatto è già privata della sua libertà personale e tenuta rinchiusa.
A chi voglia tentare di accertare come siano andate le cose realmente, a chi vuole sapere come si trovi la signora e come venga trattata, l'ospedale pone un divieto. Non è ammesso neppure parlarle.
L'ospedale si limita a riferire che "la donna sta bene". Viene da chiedersi perché un ospedale debba tenere in uno stato di degenza forzata, privandola della sua libertà, una "donna che sta bene".
È mai possibile che un servizio pubblico possa fare quello che vuole senza dover rispondere di quello che fa e senza permettere che si sappia quello che fa? Se è così la psichiatria di fatto costituisce una branca dei servizi segreti.
Ho trovato in internet una pagina che descrive da un punto di vista più neutrale e senza i soliti pregiudizi la faccenda : Torino: Il Caso Vasta — Quando La Psichiatria Deporta
Purtroppo esistono gli Abusi Psichiatrici.
Rivolgiti ad un altro medico e se necessario ancora ad un altro e se vuoi informarti su tuoi diritti e avere un'idea sulla psichiatria visita il sito
http://www.nopsych.it/
Chi ricorre all'aiuto di uno psichiatra ha il dovere- diritto di informarsi e di essere informato per non subire abusi.
Ciao e in bocca al lupo.
2007-07-27 06:16:28
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answer #1
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answered by sun 7
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Fai attenzione perchè smettere di prendere certi farmaci da un momento all'altro può farti stare male... smetti in maniera graduale con l'aiuto del medico... al massimo cambia medico se il tuo non ti piace...
il medico non devi vederlo come un nemico ma come un potenziale amico che ti aiuti.
il trattamento sanitario obbligatorio si può fare solo in casi gravi e autorizzato dalle autorità (giudici ecc.).
Una persona deve commettere cose gravi agli altrie a se stesso per poter subire un trattamento coatto.
2007-07-27 06:52:46
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answer #2
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answered by Anonymous
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cara amica,
tu solo conosci il percorso che stai vivendo .
se hai deciso di non prendere più i medicinali ci saranno stati in te grandi ragionamenti : come mai non hai pensato di renderli noti al medico che ti segue ?
Probabilmente è variato il tuo stato emotivo e avrai certamente diritto di autodeterminazione nelle cure.
O se non ti fidi , cambia medico .
Ma di certo non dovresti interrompere farmaci all'improvviso , potresti riceverne contraccolpi e danni ...
non pensi che sia meglio confrontarti con questo medico curante spiegandogli il tuo sacrosanto punto di vista ?
ti auguro ogni serenità.
@---,----'----- una rosa per te !
2007-07-27 06:54:07
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answer #3
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answered by fara 7
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non so il motivo per cui sei sotto cura dallo psichiatra ma di certo so che meno medicinali si prendono meglio si sta,a volte essere sempre sotto analisi psicofisica è proprio stressante.A parte tutto tu ti senti meglio andando o non andando?Pensaci un pò e decidi in base alla tua risposta ,un bacio
2007-07-27 09:35:49
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answer #4
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answered by maculata72 6
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se il tuo medico,conoscendo a fondo la tua situazione, ha ritenuto opportuno prescriverti degli antidepressivi vuol dire che fanno parte dell'apparato farmacologico della tua cura perciò non hai la facoltà di interromperne l'assunzione a tuo piacimento.Vai da lui, apriti e digli che non te la senti di continuare a prendere quella dose di medicinali.Lui sicuramente ti verrà incontro in qualche modo,magari diminuendo il quantitativo di antidepressivi e gradualmente ti porterà alla guarigione...ricordati però che guarire dipende dalla tua personale forza di volontà che includerà spesso fare quello che il medico dice nonostante ti sembri "contro la tua volontà",è lui che ha studiato e che è l'esperto nel campo,o no?
Ritengo comunque anche molto appropriato quello che ti ha consigliato qualcuno qui e cioè di consultere anche altri psichiatri:ognuno di loro segue una scuola di pensiero diversa perciò la cura più adatta a te potresti non averla ancora trovata, chissà.
Spero di esserti stata d'aiuto nel prendere la giusta decisiione...poi facci sapere se te la senti,a presto!
2007-07-27 07:48:24
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answer #5
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answered by S. 2
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sono d'accordo con quello che hanno scritto gli altri utenti...io penso che se senti di non aver risolto il tuo problema, che è in fondo la cosa più importante, non dovresti lasciare perdere tutto, ma al più cercare un'altro medico o provare un'altra terapia, se ritieni inefficace quella attuale. Parlane anche con i tuoi cari di questo problema, se puoi. Da sola è tutto più difficile...ricordati che quelle medicine vanno prese per lunghi periodi perchè abbiano un effetto duraturo, non tanto per la gravità dei sintomi.
2007-07-27 07:30:41
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answer #6
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answered by Anonymous
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Senti un'altro parere medico. Le verità dei medici non sono INSINDACABILI, ma è anche vero, che scegliere senza sapere le conseguenze non te lo consiglio..
Dai vai da un'altro medico, magari lui ha altre terapie, altre vie altre cure..
Non far di testa tua. Comunque sia il medico fa un mestiere che noi non conosciamo. E smettere di punto in bianco.. Non so, non lo consiglio
2007-07-27 07:09:29
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answer #7
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answered by Alias, povera & povera 4
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nessuno può obbligarti a continuare la cura se non vuoi,forse il tuo psichiatra è solo preoccupato per te.Sei sicura di voler interrompere la terapia?Anche io so che certi farmaci non possono essere interrotti improvvisamente,ma che devono essere diminuiti gradualmente.Ti consiglio di andare comunque a parlare con il tuo medico
2007-07-27 07:06:10
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answer #8
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answered by ? 6
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vai e digli che non vuoi più prendere antideprssivi,digli che vuoi uscirci con le tue forze però con l aiuto di un esperto e delle persone che ti stanno vicine
2007-07-27 06:52:57
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answer #9
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answered by ♠ Rizzo ♠ 2
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