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mi ha sempre affascinata. Qui il poeta divide la poesia in 2 parti. Nella prima descrive la vita di un villaggio il sabato pomeriggio. Tutti sono gioiosi e sereni perchè si preparano a trascorrere un giorno di festa, il giorno seguente. Prende questo spunto e lo collega alla speranza che, nell'infanzia e nell'adolescenza tutti hanno nel cuore, la voglia di preparare il proprio giorno di grande festa,, che però nella giovinezza e nell'età matura non diventa la festa preparata ma regala solo delusioni e dolore.
La felicità è l'illusione che può dare gioia solo a chi, bambino, vive ancora la vigilia della vita?
Se pensi a tutte le cose che ti frullavano in testa da bimbo, puoi essere contento di quello che la tua adolescenza ti ha regalato? E riferito alla tua giovinezza? Nel caso in cui puoi andare oltre, sarebbe davvero interessante analizzare oggi, da persona matura, cosa e quanto non si è realizzato rispetto ai tuoi pensieri di ieri.

2007-07-10 03:37:58 · 12 risposte · inviata da Anonymous in Scienze sociali Psicologia

X PICONS90....Te no di sicuro...potevi evitare di fare questa entrata inutile...

2007-07-10 03:50:36 · update #1

X EL PASHA.
Hai capito perfettamente.:)

2007-07-10 08:34:33 · update #2

Grazie Mimì..adoro le risposte cosi ricche di emozione..
Ti ho aggiunto ai miei contatti..
Grazie..:)

2007-07-10 21:34:31 · update #3

Grazie...Job...:)

2007-07-11 00:16:55 · update #4

Ben tornato Eddy....bellissimo....

2007-07-11 07:57:19 · update #5

12 risposte

Tiritera! Questa e' una delle mie poesie favorite! Prima di tutto per l' incredibile spessore filosofico e poi perche' presenta situazioni che possono essere riscontrate al giorno d' oggi molto facilmente. Mi sono trovato spessissimo nella vita a poter fare paragoni con quanto esposto nei versi del Leopardi. Per esempio...non so se ricordi la domanda circa l' avere che ad un certo punto non da' piu' alcuna sodisfazione e diventa una ricerca disperata dell' avere sempre di piu' comparato all' attesa di poter raggiungere l' oggetto dei nostri desideri...ricordo molte perone risposero che a volte il piacere e' piu' nella attesa. Penso a tutti quei ragazzi i cui genitori non danno neanche il piacere di desiderare qualcosa perche' gliela comprano ancora prima che la desiderino solo perche' lo ha detto la pubblicita' o perche' piace a "tutti" i ragazzi. Comunque tornando allo specifico della poesia di Leopardi cio' che mi tocca e' il paragone che fa di due diversi tipi di attesa; l' attesa per la festa che sta per venire (la Domenica) e l' attesa per l' eta' adulta con tutte le speranze e i sogni di cio' che ci puo' riservare. La poesia viaggia su questo parallelo lungo tutto il suo corso. La domanda muta e' se il Sabato e' piu' bello della Domenica solo perche' e' pieno di attesa per cio che "potrebbe" essere la festa e l' infanzia, come il Sabato, comparata alla vita adulta. Quale e' il momento piu' bello? L'attesa con tutti i suoi sogni e le sue aspettative o la realta' che ci aspetta? Non so se ripensate mai a quando eravate bambini...io lo faccio spesso. Ricordo che mi piaceva giocare con figure di plastica di cavalieri medioevali e con quei pupazzetti di plastica che rappresentavano animali. Mia madre mi aveva dato un atlantino storico-geografico dell' Europa ai tempi di Carlo Magno ed io con il solo aiuto della mia fantasia vedevo i miei cavalieri in armature scintillanti, con i simboli del casato sugli scudi, combattere per conquistare i territori dei "cattivi". Quando ci penso e' incredibile! Ricordo che la mia fantasia rendeva tutto cosi' vero e vivo! Poi, un giorno, quando avevo quasi 10 anni, cominciai a giocare e...la cartina geografica era solo una cartina geografica; non riuscivo a vedere piu' le vaste distese erbose con castelli da favola dove le truppe si ammassavano per la guerra incombente anche perche anche i cavalieri erano diventati solo pezzi di plastica senza vita...il dono della fantasia infantile se ne era andato improvvisamente. Piansi...tantissimo. E li' comincio' il mio training per la vita vera senza piu' alcun supporto per renderla piu' dolce, per potermi rintanare in mondi di favola. Un' altra cosa che tutti dobbiamo ricordare e che quando si e' bambini si rifiuta l' idea di essere bambini...BAMBINO IO? SONO GRANDE! La presunzione di sapere tutto meglio degli adulti...Questo gia' a 10 anni!!!!!(Unica differenza: allora i nostri genitori ci gratificavano con un calcio nel sedere per la nostra presunzione; oggi scodinzolano davanti a questi piccoli presuntuosi iosotutto magnificando la loro "incredibile"maturita' !?!) Per cui c'e' questa attesa del bambino di trasformarsi in adulto con la speranza di una vita migliore. Chi ha paura di crescere viene considerato affetto dalla sindrome di Peter Pan. E poi finalmente si cresce. A volte con successo, a volte con delusioni cocenti. Nel mio caso sono grato a Dio ed ai miei genitori per cio' che l' adolescenza mi ha regalato; e' qualcosa che mi porto dentro e che mi da' forza ancora oggi. Per cio' che riguarda cio' che dei miei sogni si e' realizzato...avevo due sogni da bambino. Uno era di diventare astronomo, ma a quel tempo c' era solo una facolta' (Padova) e pochissime possibilita' di lavoro per un astronomo per cui mi sono dedicato all' altro sogno che ...si, si e' realizzato, ma se dovessi oggi dire che non e' costato in termini di lontananza e a volte solitudine sarei un bugiardo. Sono felice col mio lavoro, ma a volte rimpiango l' idea che avrei potuto fare l' insegnante nella scuola nella mia citta' ed essere vicino alle persone che hanno fatto parte della mia infanzia, agli affetti, familiari e non, della mia vita, crescere con loro, vederli invecchiare ed essere li' per loro quando il loro momento e' arrivato...ma non si puo' avere la botte piena e la moglie ubriaca, vero? Per concludere torno alla conclusione di Leopardi: "Godi fanciullo mio. Stato soave, stagion lieta e' cotesta. Altro dirti non vo', ma la tua festa, ch' anco tardi a venir, non ti sia grave". E qui ricadiamo in quel pessimismo cosmico tipicamente Leopardiano che cosi' bene hai individuato in un' altra domanda relativa alla poesia "L' Infinito". Per capirlo non dobbiamo dimenticarci che Leopardi si e' sempre sentito come l' anima di un Angelo racchiusa in un corpo deforme. Un uomo con una sensibilita' estrema, con tutte le pulsioni normali per un uomo adulto alla ricerca dell' amore corrisposto, mortificato quotidianamente dal rifiuto delle donne, che egli attribui' alla sua deformita' fisica, e condannato alla solitudine. Vorrei vedere chi non diventerebbe pessimista in una situazione del genere. Comunque....domanda stupenda che merita la mia stella! Ciau....

2007-07-11 07:54:14 · answer #1 · answered by Eddy 4 · 2 0

Ti rispondo davvero con piacere perchè Leopardi è il mio poeta preferito.Il Grande poeta triste, chiama la Natura Matrigna,perchè rende infelici i suoi figli.Nella poesia "Il Canto del pastore errante"rivolgendosi alla luna dice:"Che fai luna nel ciel,dimmi che fai..."Tante altre poesie a me care e prima fra tutte "Il passero solitario"indicano il dolore di una persona intelligente, costretta a vivere nel "natio borgo selvaggio". Gli abitanti di Recanati, meravigliosa città,non l'avevano capito subito,o meglio riuscivano a vedere in lui solo una persona minata nel fisico;non capivano come potesse stare così male pur vivendo nell'agiatezza... Leopardi nella sua breve vita,non ebbe neppure il conforto della madre,tutta intenta a salvare le condizioni economiche di una grande casa che ormai andava in frantumi.Il piccolo Giacomo allora decise di rifugiarsi, lontano dagli occhi dei suoi simili che giudicavano l'esteriorità,nello studio classico. Mi fermo qui,tanto è il mio amore per questo poeta che continuerei a braccio.
La poesia "Il sabato del villaggio"è la poesia che canta l'eterna attesa di ogni uomo. E' sabato i ragazzi e i bambini,giocano felici nella piazza di Recanati.Le ragazzine più grandi,tornate dai campi pregustano la possibilità dopo una giornata di lavoro,di incontrare l' Amore.Tutto è festa al sabato,perchè l'attesa stessa è festa.Tutto si immagina nella sua luce dorata e affascinante.Nulla ,nè la natura,nè le persone,nè le cose,lasciano il sospetto che l'attesa sarà vana e la Realtà diversa da quella sognata.
Per Leopardi,la gioventù è l'età migliore della vita umana,perchè è impregnata di speranza e di attesa.
Il giovane,divenuto adulto, si renderà conto che la Realtà è diversa da come l'aveva immaginata:"diman fatica e noia..." è dolorosa e spesso crudele,come per lui,Eccelso Poeta Solitario e Incompreso.
Grazie per la squisita domanda.Un abbraccio Mimì.

Grazie Tiritera,il piacere è tutto mio.Un abbraccio Mimì.

2007-07-10 21:25:57 · answer #2 · answered by Mimì 7 · 4 0

E' semplicemente stupenda, ancora sempre attuale dopo tanto tempo e anche dopo i passaggi e i ritorni della febbre del sabato sera, febbre tristemente inutile e deleteria, con una domenica per alcuni ben peggiore di quella descritta dal poeta, purtroppo. Altro che "tristezza e noia".... ospedali e obitori!!

2007-07-10 07:19:07 · answer #3 · answered by gardengate 4 · 2 0

Per noi, era il "giovedì" del villaggio. Il giorno dopo, venerdì, è stato il nostro fine settimana.

Sabato! o Giovedì, tutto il mondo è, veramente, un paese. Lo è ancor di più per i fanciulli.

Se non ho capito male, tu stai chiedendo semplicemente se qualcuno abbia realizzato i suoi sogni d'infanzia! o no?

Io, non ho realizzato assolutamente nulla di quel che pensavo allora. Forse ho raggiunto livelli migliori, ma non quelli che sognavo da "piccolo".

Sinceramente, allora - in quei tempi lì - non sapevamo niente degli ostacoli, della cattiveria degli altri, dei problemi delle minoranze, della corruzione; insomma, del vero mondo. Quindi, sognavamo e basta.

2007-07-10 08:29:52 · answer #4 · answered by El_Pasha 3 · 1 0

Tutto e niente anche se ormai il calar del sole si avvicina!

2007-07-10 05:37:07 · answer #5 · answered by HUGONE "IL VECCHIO" 5 · 1 0

Leopardi desiderava far giungere un monito ai giovani indirizzandoli all'impegno per preparare un dì festivo, una età matura più pronta ad accettare la buona e la cattiva sorte con cognizione di causa e capacità di governo della propria vita e di quella di chi vi era coinvolto.
Da parte mia, è vero che qualcosa non è andata nel verso giusto però gli obiettivi, ad essere sinceri, sono andati oltre quelli disegnati nell'infanzia e nella prima giovinezza.

2007-07-10 03:57:45 · answer #6 · answered by vampick 7 · 1 0

La felicità non è un'illusione!Certo da piccoli è più facile provarla perchè non si hanno problemi...ma credo ke sia meno intensa...Quando si è felici nonostante si hanno 2500 problemi,la si gode di più...

2007-07-10 03:50:44 · answer #7 · answered by Anonymous · 1 0

e rispondo anche a questa..
Sedondo me e'positiva. CI fa capire che il rpegustare cio'che sta per venire, durapiu'a lungo e ce lo si puo'godere di piu'che il momento stesso in cui succede qualcosa. Difatti dal momento in cui sai che una certa data succedera'qualcosa, inizi a pregustarlo, a viverlo in anticipo, ci sogni su. QUando poi succede, finsice di colpo.

2007-07-10 03:41:32 · answer #8 · answered by streghetta 3 · 1 0

A questo punto preferisco leggerti nella tua approfondita descrizione che scrivere qualcosa di banale sicuramente.
Grazie Tiritera .


J

2007-07-10 22:33:41 · answer #9 · answered by Anonymous · 1 1

Grande poesia, grande domanda. Credo che sia una "banale" metafora della vita. Il correre ed inseguire un obiettivo che, una volta realizzato, lascia l'amaro in bocca. Ma non è il conquistare l'obiettivo, sono il tragitto e le sensazioni che si provano, il motore della nostra esistenza. Siamo tutti vampiri di emozioni, o no?

2007-07-10 20:11:45 · answer #10 · answered by soulthief_01 5 · 1 1

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