Carissimo Serapide,
conoscevo questa metafora e l'ho sempre trovata meravigliosa, anzi sono francamente stupita dalle tante risposte molto distanti dalla mia idea.... si, alcune sono realiste, ma altre -per il mio modo di vedere, che non è migliore, ma solo personale- mi sembrano un pochino troppo ciniche e fredde. Rispetto naturalmente anche queste, ne prendo atto e ne faccio motivo di riflessione. Questo è uno degli aspetti per cui amo maggiormente answers, ovvero poter confrontare punti di vista, ideologie e filosofie completamente diversi ed estrapolarne serenamente degli spunti per meditare e conoscere più a fondo l'animo, la mente e la psiche umana.
Contribuisco alla discussione perchè mi sento profondamente coinvolta nell'argomento e perchè io stessa non avevo la medesima visione di adesso prima di vivere determinate situazioni.
Non sono nata in una famiglia particolarmente ricca, ma diciamo mediamente benestante. Mia mamma mi è potuta stare accanto per tutta l'infanzia facendo la casalinga perchè mio padre guadagnava abbastanza, avevamo un bell'appartamento di proprietà, un'altra villetta per le vacanze, due auto, la moto, andavamo spesso fuori a cena, io avevo molti giochi e ricordo che non mi è mai mancato nulla e non ho mai sentito i miei genitori preoccuparsi di come arrivare alla fine del mese. Devo dire che mi hanno comunque sempre insegnato il valore del denaro, specialmente la mia mamma, facendomi capire che per averlo si deve lavorare e fare dei sacrifici, che non si deve sperperare e scialacquare perchè c'è anche chi sta peggio, chi non ne ha, soprattutto milioni di bambini che muoiono di fame. Tuttavia, pur ripetendomelo sempre, io non ho mai compreso a fondo cosa potesse significare patire la fame o non avere un letto su cui dormire, era troppo distante dalla mia realtà e credo che ci siano delle situazioni che si debbano vivere per capire realmente cosa vogliono dire, per sentirne nel cuore tutte le sfaccettature e i sentimenti.
In seguito, da adolescente, i miei genitori si sono separati, mio padre ha iniziato a bere, diventando poi alcolizzato e mandando in fallimento la sua piccola azienda. Quelle poche volte in cui lo vedevo era molto violento, fisicamente e psicologicamente, fin quando un giorno mi buttò fuori da casa sua dicendo che non voleva più vedermi, che non voleva più mantenermi, che aveva una figlia così stupida e brutta che non vedeva perchè doveva spendere dei soldi per lei, anche perchè non accettava il fatto che io volessi fare l'infermiera e aiutare i bambini in missione, mi disse che era un lavoro troppo umile, che dovevo realizzarmi laureandomi, altrimenti non sarebbe stato dignitoso avere come figlia una miserabile fallita e quindi preferiva non vedermi mai più. E così fece, lasciando me minorenne e mia mamma senza alcun mantenimento, e da quel giorno non lo vidi mai più. Mentre mia mamma, non più ragazzina, cercava un lavoro e attendevamo che il tribunale ci facesse riavere il mantenimento facendogli causa, abbiamo attraversato un bruttissimo periodo economicamente parlando, tanto che io dovetti lasciare la scuola e andare a lavorare come apprendista per due lire. In fondo ad essere onesta la fame non l'ho mai provata neanche allora, perchè mia nonna materna ci ha aiutate tanto, ma certo la vita non era più come prima... le mie amiche andavano al cinema, a mangiare la pizza, si comparavano i jeans e le scarpe da tennis di marca, andavano al mare alla domenica, e io non potevo fare niente di tutto questo e loro un po' mi emarginarono, come è abbastanza normale che accada purtroppo a quell'età. Cominciai ad odiare i soldi, perchè le persone guardavano alle apparenze, come appunto alle scarpe firmate, e soprattutto perchè avevo perso mio padre per quello, mi dicevo che se non ci fossero stati i soldi non sarebbe successo...e mi convinsi anche che i soldi non danno la felicità, perchè nonostante il benessere economico la mia famiglia si era sfasciata, mio padre si era buttato sull'alcool, e ricordo ben pochi sorrisi e momenti felici nella mia infanzia, quasi nessuno. La BMW, l'appartamento lussuoso o i bei vestiti non mi hanno mai dato nulla, anzi sono cresciuta molto triste perchè a tutto quel "contorno" mancavano l'armonia, la serenità interiore, l'amore.
In seguito il mio piccolo monolocale, la mia macchinina usata e tutto ciò che ho avuto me lo sono sudata, ma raggiungerlo è sempre stata una soddisfazione immensa. Con tanti sacrifici e con mille rinunce ho risparmiato i soldi per poter finire la scuola per infermieri e ho avuto la conferma che la convinzione di mio padre era effettivamente sbagliata, perchè non ero laureata e non guadagnavo certo molto, ma stare accanto ai bambini malati di tumore, sentirmi veramente utile, donare me stessa per aiutare chi soffre mi ha dato gratificazioni morali così profonde che nessun titolo o assegno mi avrebbero mai dato! E infatti finito il mio turno di lavoro facevo anche volontariato... emarginati, anziani soli, persone sofferenti, animali abbandonati...e in nient'altro trovavo una gioia così profonda come nel sapere che grazie a me altre persone stavano meglio, nel sentirmi utile, nell'aver trovato uno scopo reale e profondo nella vita ed essere colmata di affetto e di gioia da chi aiutavo. Anche solo un sorriso donato con amore e una luce di speranza nei loro occhi, per me era un dono profondissimo, che riempiva il mio cuore come null'altro poteva fare.
Poi mi sono ammalata, due malattie croniche, incurabili, che dopo tanti ricoveri, interventi chirurgici e anni di sofferenza, mi hanno costretta a vivere su un letto, togliendomi il lavoro, la mia autosufficienza, tutto ciò che avevo costruito e anche tutti i miei sogni e le mie speranze per il futuro, soprattutto quello di una grande famiglia, con tanti bambini adottati e in affido, che era ciò desideravo di più.
Mia mamma per assistermi e starmi vicina ha rinunciato alla sua vita affettiva, agli amici, a tutto ciò che aveva e insieme siamo state costrette a trasferirci lontano dalla nostra città, in cerca di una casa in affitto che costasse meno possibile. Negli anni abbiamo venduto tutto ciò che avevamo, fino all'ultimo ricordo dei nonni, alla catenina del battesimo, tutto quanto. Lei è anziana e non sta bene, ma fa mille sacrifici, ha le scarpe e gli abiti bucati e continua a fare assitenza agli anziani e pulizie, tornando a casa distrutta pur di cercare di darmi almeno un pezzo di pane da mangiare e comprarmi le medicine che allevino un po' i miei dolori fisici. Non abbiamo davvero più nulla ed entrambe sappiamo che da un momento all'altro potrebbero subentrare delle complicazioni che potrebbero portarmi alla morte...ci sono già andata molto vicina più di una volta.
Esistono delle cure sperimentali che si potrebbero tentare, ma sono costose e non possiamo pagarle, in realtà non riusciamo più nemmeno a pagare le bollette e l'affitto. L'unica cosa che abbiamo ancora è internet, perchè io ci rimango attaccata con i denti, preferisco mangiare meno e solo pasta in bianco, ma poter continuare a comunicare con il mondo esterno, poter scrivere, leggere, avere un contatto con le persone, mi aiuta a sentirmi ancora viva. Ma per il resto non abbiamo nulla e certo il pensiero che i soldi, e in fondo nemmeno molti, qualche migliaia di euro, potrebbero salvarmi la vita... beh si, è triste e sicuramente ingiusto, questo si. Come è terribilmente triste e ingiusto che ci siano milioni di bambini che muoiono di fame, aveva ragione mia mamma, ma presa dal mio benessere, quando in tavola non mancava mai nulla, io non lo comprendevo a fondo.
Ora invece capisco tutto ciò che da bambina, e anche da adulta prima di vivere in queste condizioni, non ero davvero in grado di capire. So che cos'è la fame, so cosa significa non avere nulla, so che cos'è la povertà.... e non ho l'ipocrisia di dire che si stia meglio così, che non mi piacerebbe avere di che mangiare, vivere diversamente e soprattutto potermi curare... questo lo vorrei disperatamente!!
Ma, credimi, continuo ad essere convinta ugualmente che i soldi non diano la felicità.
Dopo la malattia, perdendo tutto ed essendo conscia che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, ho pian piano compreso ancor di più cosa conti veramente in questa nostra esistenza. Ho inziato ad apprezzare profondamente tutte quelle piccole cose che prima a volte davo per scontate, perchè le avevo sempre avute e non avevo mai temuto di perderle.
Certo non è stato semplice, anzi al contrario è stato durissimo e terribile, all'inizio sono sprofondata in una bruttissima depressione, mi sembrava che nulla avesse più senso, non riusivo più a riprendermi, mi chiedevo se fosse vita stare 24 ore su 24 su un letto, sola, soffrendo così tanto fisicamente e anche moralmente, attendendo la morte e dando tanto dolore a chi mi voleva bene...e ho perfino pensato di togliermi la vita, perchè non riuscivo ad accettarla, e non l'ho fatto per un soffio...
Ma poi quando ho toccato il fondo, quando l'ho toccato veramente, allora mi sono rialzata.
Con il tempo, pian piano, ho smesso di piangere per ciò che avevo perso, ma a gioire per tutto ciò che avevo ancora, comprendendo che in fondo era tantissimo, e ho iniziato ad amare di più la vita, in un modo in cui mai l'avevo amata prima.
Ho compreso quanta gioia possa esserci nel semplice "esistere", nell'abbracciare le persone che ami, nel guardarle semplicemente negli occhi e sapere che ci sono e che ti vogliono bene, ho compreso quanto si possa essere felici riaprendo gli occhi al mattino con la consapevolezza di esserci ancora, quanto amore possa darti un sorriso, quanto sia splendido poter camminare con le proprie gambe, che si tratti anche di pochi passi, quanto sia bello poter ammirare la magia delle bellezze della natura, vederne i colori, sentirne i profumi, sentire il calore del sole tiepido che ti scalda il viso, ho capito che la nostra esistenza non è mai inutile, non è mai vuota, non è mai orribile...ma che tutto dipende da come la vediamo e la sentiamo interiormente, e che la felicità non sta in ciò che abbiamo nè in ciò che ci succede, ma nel nostro cuore!
Ho imparato a non limitarmi a respirare in modo passivo ma ad impegnarsi con anima e cuore per scrivere ogni giorno una nuova pagina di quel meraviglioso libro che è la nostra vita, a vivere nel momento presente cercando di rendere ogni istante profondo, speciale e indimenticabile, a non dare mai nulla per scontato, ad apprezzare tutti i tesori che ho anziché rammaricarmi per quanto ho perduto o non potrò avere, a cogliere i preziosi insegnamenti che si nascondono dietro ad ogni esperienza, problema e dolore, a non disperare davanti alle avversità, ma essere sempre fiduciosa e non smettere mai di sperare, a combattere per la mia felicità anche quando tutto mi sembra perduto, a cercare di essere serena, trovando il mio equilibrio interiore in qualunque circostanza, a sentirmi sempre in pace con l’universo che mi circonda, a mettere passione e calore in tutto ciò che faccio, a non perdere mai la capacità di guardare il mondo con gli occhi di un bambino, a vincere la noia assaporando gusti e colori attimo per attimo, ad essere sempre disposta a rimettermi in gioco e in discussione... e soprattutto a tentare di dare comunque un senso alla mia esistenza, anche se vissuta su un letto, chiudendo gli occhi alla sera con la consapevolezza che se quello dovesse essere stato il mio ultimo giorno, non avrei né rimpianti né rimorsi, perchè comunque avrei vissuto pienamente, con gioia e con amore!!
E per qualcuno potrà sembrare retorica o ipocrisia, mi metteranno forse mille pollici giù, ma io sono profondamente convinta che la vera ricchezza, quella che conta, l'unica che può renderci veramente felici, sia solo quella interiore, quella dello spirito.
E il bambino del tuo racconto ha capito una grandissima verità....
Un abbraccio!! Irene
Cosa aggiungere in risposta a Serapide, Lino e la dolcissima Sandy....in questo istante provo così tanta gioia ed emozioni profonde che sono quasi confusa, temo che non riuscirei ad esprimere veramente ciò che sento perchè a volte le parole sono inadeguate. Sappiate che mi avete donato uno di quei sorrisi che rimangono impressi nel cuore per sempre!!
Dopo aver pianto e pregato anch'io, ora vorrei solo potervi abbracciare stretti, in silenzio...
2007-03-30 20:41:03
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answer #2
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answered by Anonymous
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