Provo ad esprimere il mio pensiero su questo argomento piuttosto delicato, premetto che di politica ne so meno di niente.
Visto dal punto di vista morale, c'è secondo me la prerogativa "umana" di non voler assumersi le responsabilita delle propie debolezze, sbagli, errori. es: Perche il lavoro in italia va male? Colpa di quello, colpa di questo... Mai colpa mia. L'italia va male perche il governo non funziona?! Colpa di chi? Di chi lo vota? No.
Questi sono esempi che la maggior parte delle persone cerca sempre il problema e una volta individuato invece di pensare come risolverlo tenta solo di indirizzare le colpe a qualcosa che non sia propio. Questo non credo succeda solo in italia, è una debolezza umana che sembra non riusciamo a correggere. Non intendo dire che siamo tutti cosi ma temo in una percentuale piuttosto alta. Non voglio fare la solita retorica su "Questi tempi" che sappiamo gia bene.
Fin tanto che ci sara il pensiero del "Colpa tua e non mia" non si riuscira mai a rimediare a tanti "nostri" errori.
Parlando del mondo del lavoro, io ho visto molti extracomunitari lavorare per pochi spiccioli e molti italiani arrabbiarsi per questo dicendo "ci rubano il lavoro", io ho trovato la soluzione lavorando anch'io molte volte per poco ma... Non è una soluzione "accettabile" per chi è abituato a fare niente per molto.
E' un discorso molto articolato e complesso e non vorrei proseguire oltre col rischio di essere frainteso. Dico solo che io ho provato come si sente uno "straniero" solo in una "citta" che non conosce (non è la stessa cosa ma si avvicina), mi sono dato da fare con pochi soldi in tasca, ho lavorato per pochi soldi, ero visto male perche venivo da una citta considerata "sporca", eppure ho trovato la forza di andare avanti come molti emigranti in italia fanno (per fortuna).
Sono per forza di cose solidale a chi è solo, apprezzo qualsiasi tipologie di razza (compresi i rom) perche sò che posso solo imparare qualcosa da altre culture e non perdere la mia, ho debolezze umane che cerco di superare e non di coprirle con altre... Sono sicuro che tanti la pensano come me, solo che molti non lo fanno sapere per paura di essere emarginati.
2007-03-26 22:34:45
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answer #1
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answered by beppeXM 2
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io ho vissuto in germania non ho mai avuto problemi e so che vuol dire stare lontani da casa visto che tuttora vivo 800 km da casa mia. ho tanti colleghi stranieri e ci sono quelli bravi e quelli "rompi" come in tutto il mondo!! la cosa più brutta che mi è stato detto da una collega che io non potevo capire che voleva dire stare lontani da casa!! è stato umiliante!! ho una madre straniera che ha subito atti di razzismo da parte di italiani ho vissuto fuori posso permettermi di dire che so cosa vuol dire stare lontani da casa!! ieri è partita per andare a casa la mia amica di dej Romania è mi ha detto che gli mancherò! sai che bello!! non giudico da dove vieni ma chi sei. ciao ciao.
PS molti italiani non vogliono vedere persone come loro ma extracomunitari brutti e delinquenti per poter girare la faccia e accusare qualcunaltro se le cose in italia non vanno bene.ciao.
2007-03-27 05:23:46
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answer #2
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answered by fenris 3
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Si chiama reciprocità. Quando un immigrato cerca di mettersi appena appena nei nostri panni, viene accettato senza grossi problemi. La retorica dell'immigrato povero e mazziato buttiamola via. Dalle mie parti c'è una gran quantità di immigrati che lavorano, hanno una casa e vengono rispettati. Ce ne sono alcuni invece che cazzeggiano giorno e notte fuori dai bar, che spaccano le bottiglie di birra contro i muri, che pisciano dietro le panchine, eccetera. A quelli, se possibile, gli si fa il mazzo, immigrati o fetenti autoctoni, senza differenze.
2007-03-27 05:18:15
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answer #3
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answered by Anonymous
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Sono felice di constatare che nonostante il razzismo dilaghi, esistono ancora persone come te e come qualcuno che ha risposto finora, che rispettano gli altri.
Io vivo in Romania da quasi 6 anni e conosco molto bene le gravi situazioni che affliggono la popolazione, costretta non piu' a vivere, ma a sopravvivere.
Sono partiti per necessita' non certo per divertimento, le famiglie si sono disgregate, genitori non vedono i loro figli da anni, questi ultimi vengono cresciuti dai nonni, qualcuno di questi babmini non ha mia conosciuto il padre, perche' partito quando non erano ancora nati.
Proprio come dici tu, se molti si mettessero nei loro panni, avrebbero freddo e fame, si sentirebbero soli ed abbandonati...........forse solo allora potrebbero capire, quanto e' difficile vivere in certe condizioni.
Spero che non rimanga un utopia e che qualche cuore si apra per lasciar entrare anche la vita degli altri!!!
2007-03-27 10:52:16
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answer #4
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answered by sandy66 5
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Certo il discorso è valido, noi con la pancia piena..ma hai mai pensato alla nostra vecchietta in lista per ottenere la casa popolare e ogni giorno finisce in fondo alla coda perchè le passano davanti famiglie, spesso rom, con un sacco di figli?La nostra vecchietta ha lavorato per tutta la vita, ora è sola e necessita di un alloggio, dobbiamo buttarla al ricovero anche se ancora in grado di gestirsi e abbandonarla là? Vedi tu....a me non sembra del tutto giusto.E poi scusami ancora ma quel "ci va ricca?" a chi? Io sono una pensionata invalida e nn mi va ricca di certo....Mi permetto una badante 4 ore al giorno perchè se la tenessi fissa quello che chiederebbe di stipendio sarebbe ben + alto della mia pensione, e ho lavorato 20 anni nell'ente pubblico..
2007-03-27 05:24:59
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answer #5
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answered by moon49310 1
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vedi, qui nn si tratta di un problema di empatia. nn è un problema di mettersi nei panni degli altri, di immedesimarsi negli altri. nn stiamo recitando una commedia, e nemmeno un dramma. un essere umano sensibile ovviamente riesce a percepire la soffrenza degli altri, e se si tratta di un Essere Umano nn può e nn deve rimanere indifferente.
voglio premettere che l'empatia dovrebbe funzionare per entrambe le persone che si incontrano. e nn più tardi di ieri pomeriggio ho subito - quasi senza controbattere per altro - l'ennesimo attacco di un musulmano che candidamente affermava di passare molto tempo con i suoi connazionali a parlar male dell'Italia e degli Italiani, e nn per questioni di razzismo verso gli extracomunitari, ma per questioni puramente culturali (gli italiani fanno schifo perchè parlano di sesso, nn hanno morale, qui per fare strada ci vuole poco, noi sì che studiamo, il nostro paese è molto più civile del vostro, le nostre università danno cultura vera, voi siete analfabeti anche se avete la laurea). sono ovviamente opinioni personali di questo signore - che per altro per sua stessa e ripetuta ammissione nn è uno stinco di santo (e nn voglio scendere in particolari che rientrerebbero ampiamente nell'ambito penale). questo signore ed i suoi amici nn provano a mettersi nei miei panni quando mi parlano così della mia nazione, dei miei connazionali?
io nn ho controbattutto più di tanto, perchè capisco che a volte denigrare "chi fa strada" e il posto e le modalità per farla questa strada è un modo di raccontarsi la propria vita, un modo per renderla meno dura e per darsi una spiegazione più accettabile del mondo. io però nn andrei mai in un'altra nazione a parlare così, come nn ho inveito contro questo signore. nn lo farei e nn l'ho fatto perchè mi dispiace procurare sofferenza agli altri. evidentemente a lui questo invece nn importa. ma anche la sensibilità, la capacità di empatia sono almeno in parte una questione culturale.
a parte questa lunga premessa, nn credo - come ho già detto più volte - che la questione dell'immigrazione vada affrontata su basi emotive. accogliere degli esseri umani nella propria nazione - indipendentemente dal paese di provenienza - deve essere un atto ragionato e razionale, se a queste persone - perchè sono persone, nn disgraziati o poveracci - vogliamo offrire una vita dignitosa, conservando - perchè no - la nostra dignità. di popolo e di nazione. nè possiamo crederci "buoni" se lasciamo che queste persone vivano ai margini della società, svolgendo lavori mal pagati e nn regolari, a tutto vantaggio dei nostri connazionali privi di scrupoli che approfittano della situazione di indigenza e di urgenza in cui versano questi profughi del benessere per arricchirsi. la bontà di uno stato nn è garantire il sorriso pietoso dei suoi cittadini nei confronti degli ospiti, ma è garantire loro pari trattamento e dignità in tutti gli ambiti, compreso quello lavorativo. se lo stato nn può fare questo, allora nn permetta l'immigrazione.
accogliere gli stranieri nn è tollerarli quando li incontriamo per strada o quando scambiamo con loro due chiacchiere. io stessa - che sono contraria all'immigrazione per i motivi che ho appena spiegato - garantisco che mai e poi mai ho trattato uno straniero con sufficienza, ed anzi, in nome di quell'empatia a cui ci esortavi, ho spesso usato una tolleranza "di favore".
2007-03-27 06:25:33
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answer #6
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answered by gone 4
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certo guardando la storia dell'italia, al loro posto ci siamo già stati, di immigrazione verso altri paesi causa la povertà e i regimi che ci sono stati lItalia è stata in prima fila per un centinaio di anni,sai poi tutto si dimentica e quando si (sta bene) non è facile accettare chi viene a casa tua
per portarti via lavoro e casa,ed un aumento di delinquenza, comunque è un passaggio che ormai viene da se anche perchè
qua figli non si fanno proprio, quelli che nascono adesso si troveranno metà popolazione adulta di altri paesi.
2007-03-27 05:28:22
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answer #7
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answered by tobia1111 3
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Brava Annina! Un po' di comprensione a questo mondo non fa mai male. Ci siamo dimenticati troppo in fretta dei nostri compatrioti che emigravano in America o in Svizzera o in Belgio e venivano trattati come delle pezze da piedi....
2007-03-27 05:11:08
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answer #8
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answered by rosalita 6
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ciao annina....
x fortuna ke 1 po' di intelligenza in giro c'è ancora.-....
spero ke nn sia lunica a pensarla così..anke se temo di si....
brava....continua così...sl xsone cm te riuscirebbero davvero a salvare sto mondo....
sl ragionando in qst modo ....
così ke si fa !!!!
ciao ciao baci....
2007-03-27 15:05:14
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answer #9
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answered by micettinamiao7 3
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Io sono Italiana e vivo in un paese straniero da molti anni.
Ho rispetto di questo paese, lavoro e pago le tasse.
Mettersi nei panni di chi lascia un paese per un'altro ok, ma anche mettersi nei panni di chi deve vivere nella paura ogni giorno per quelli immigrati che vivono nei paesi stranieri (in questo caso parlo dell'Italia) senza rispetto per le leggi ne per le persone. L'italia e uno di quei pochi paesi che ospita tutti e forse questo e' il problema.
2007-03-27 13:07:43
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answer #10
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answered by ? 7
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