Nel sottosuolo dell’Iraq si trova la 2° più grande riserva di petrolio del mondo. E questo materiale rappresenta la 1° e la più grossa opportunità da decenni a questa parte per le compagnie petrolifere che intendano guadagnare milioni e milioni dalla sua estrazione. Miliardi di dollari se ne stanno in sospeso, e proprio come il futuro dell’Iraq stano in sopseso le somme che serviranno per ricostruire il Paese. Per il momento sembra ke nessuno ke abbia 1 mente sana vuole comprare il greggio proveniente da questo paese perché senza interlocutori affidabili, i compratori rischierebbero di gettare i loro soldi in un abiso nel deserto invece ke in 1 pozzo.L'urgente è la modernizzazione dei campi petroliferi e dei nuovi trivellamenti, e non sarano ne la ONU e nemeno gli USA a svolgere il compito ma dovrà essere affidato alle grandi compagnie private assicurarandole dal punto di vista legale, la possibilità di sfruttare il petrolio estratto x 10 anni tempo min x recuperare i mezzi investiti.
2007-03-21
07:44:47
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3 risposte
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inviata da
Anna
6
in
Politica e governo
➔ Legge ed etica
Il nocciolo della questione: Francia e Russia non vogliono lasciare l'amministrazione dell’industria petrolifera nelle mani degli americani. Ciò significherebbe negare alle loro stesse compagnie petrolifere la possibilità di investire e fare profitti nell'area. La più grande compagnia francese già dichiara di aver stipulato contratti d’affari su due campi petroliferi con il regime di Saddam. La Russia afferma che la sua gigantesca compagnia petrolifera ne ha conclusi innumerevoli su molti altri. E poi ci sono la Exxon, la British Petroleum e la Royal Dutch/Shell che reclamano per sé una parte nel gioco.
2007-03-21
07:47:49 ·
update #1
Chi farà gli investimenti necessari per tirar fuori il petrolio dal sottosuolo e chi ne riceverà i benefici finanziari, prima di affidare i guadagni futuri all’Iraq stesso? Se gli Usa dicessero all’Onu di farsi da parte e dessero le concessioni, diciamo, alla Exxon, ciò confermerebbe in pieno le peggiori supposizioni degli iracheni e di molti altri nel mondo sui motivi primari del intervento in Iraq.
2007-03-21
07:48:35 ·
update #2
x pensieron: la guerra è la continuazione dell'economia con altri mezzi
2007-03-21
08:04:10 ·
update #3
x pensieron: più che una guerra per accaparrarsi le risorse energetiche,questa è una guerra per mantenere alti i prezzi del petrolio del mercato nei paesi occidentali. Il mercato del petrolio non è in Medioriente, ma qui, in Occidente. I prezzi non si fanno nei deserti arabi, ma nei supercondizionati grattacieli della City a Londra, di Wall Street, a Manhattan, Washington DC .
2007-03-21
08:09:27 ·
update #4
La svendita ke incombe sull'ENI la quale non fa ancora del tutto gli interessi anglo-americani che nel settore dell’energia mirano ad accaparrarsi la disponibilità diretta delle fonti petrolifere, e mettere sotto controllo unico gli attori secondari nel gran mercato del greggio e del gas. L’hanno provato a fare con il petrolio russo: crollo organizzato del rublo, deficit alle stelle, un Boris Eltsin ben felice di vendere le vecchie imprese sovietiche a qualunque prezzo. Prestarono a un piccolo avventuriero russo, Khodorkovski, i soldi per comprare a prezzi da usato la Yukos. Ora che Vladimir Putin si è ripreso la Yukos e fa una “propria” politica nazionale energetica con la sua Gazprom, gli anglo-americani cercano in tutti i modi di isolare la Russia. La presenza di aziende relativamente autonome come l’Eni ostacola questo processo di soffocamento.
2007-03-22
07:35:01 ·
update #5