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cosa significa questo??

2007-03-19 16:44:04 · 6 risposte · inviata da Anonymous in Matematica e scienze Fisica

6 risposte

La cosa detta da nicodemo in parte è vera in parte va completata meglio. Con la frase "Dio non gioca a dadi" Einstein imputava a Bohr e agli entusiasti della nuova concezione della meccanica quantistica la mancanza di determinismo locale della meccanica stessa ed in particolare la violazione del principio di località degli esperimenti scientifici della meccanica quantistica che era invece presupposto fondamentale della relatività. La meccanica quantistica introduceva un concetto importante che Einstein non accettava e non avrebbe mai accettato per tutta la sua esistenza il legame stretto che esiste fra processo di misura e natura della misura stessa. L'indeterminazione quantistica non si fonda sul presupposto, accennato da nicodemo, della casualità dell'evento, esisti non esisti, ma sulla equiprobabilità degli eventi a parità di condizioni. Non è vero che per la meccanica quantistica in un istante esisti in un altro potresti non esistere, mancano queste asserzioni di rigorismo scientifico che invece la meccanica quantistica ha. Nicodemo ha fatto lo stesso errore di Bohm quando criticò quel punto di vista. La probabilità o equiprobabilità come è meglio dire va soppesata con eguali condizioni cioè (il gatto di schroedinger potrebe esserne un esempio vivo). In realtà la meccanica quantistica introduce la mancanza di determinismo nello studio degli enti fisici data la validità del principio di indeterminazione di Heisemberg per il quale si commette un errore in un processo di misura quando si effettuano misure correlate e questo errore è insito nel processo stesso ed è ineliminabile. Prendiamo ad esempio lo stato di un elettrone in un atomo. Per determinare lo stato energetico in un atomo avrei bisogno di determinare posizione (energia potenziale) e velocità (energia cinetica) dell'elettrone stesso ma il processo di misura quando effettuato mi produce proprio quella indeterminazione incontrollabile se misuro esattamente la velocità la posizione avrà un errore insito non minore di h con h costante di Planck. Questo comporta che gli stati energetici dell'elettrone nell'atomo non possono essere descritti da una funzione deterinata ma da una funzione probabilistica che chiamiamo funzione d'onda che, tralasciando Laguerre, Legendre e altri ha un certo numero di degenerazioni dettate dai suoi "numeri quantici" che comportano una forma particolare nello spazio. Ma veniamo alla frase di Einstein. Partiamo dalla considerazione che pur essendo stato un grande e padre dela fisica moderna questo non deve e non può significare che non si possa criticare nelle sue scelte quando queste palesemente si dimostrano errate. La frase come detto fu enunciata in una disputa con Bohr siccome la meccanica quantistica prevede un processo particolare detto Entanglement attraverso il quale due particelle che hanno interagito cambiano stato in concomitanza come in una sorta di messaggistica quantistica e questo per l'illustre era inaccettabile soprattutto perchè troncava un capisaldo della relatività generale. Apro una parentesi per spiegarlo. Ciò che portò alla formulazione dellaa relatività generale Einstein fu la constatazione che secondo le vecchie leggi di Newton una informazione poteva superare la velocità della luce ( se il sole sparisse la terra istantaneamente uscirebbe dalla propria orbita secondo Newton per Einstein invece al massimo questo accadrebbe dopo un certo tempo e ammettendo che l'informazione viaggi alla velocità della luce dopo sei minuti che il sole è sparito). Dicevamo quindi, se si accetta l'entanglement potrebbe sembrare di aver detto che l'informazione viaggi alla velocità della luce mentre in realtà il nesso è nel fatto che la meccanica come detto non scinde processo di misura e misura proprietà misurata. Einstein era talmente irritato da questo che propose un paradosso (EPR) insieme a Podowsky e Russel.
Il paradosso EPR prende le mosse da una misura effettuata su una coppia di fotoni correlati. Si ponga al centro dell'apparato di misura una sorgente di fotoni correlati poi separati da una distanza enorme su scala atomica poniamo due rivelatori. Compiamo una misura su uno dei fotoni determinando le caratteristiche (in particolare la polarizzazione). Le leggi della Meccanica Quantistica ci dicono che istantaneamente conosciamo lo stato anche del fotone nel settore B. Questo per EPR è assurdo, in quanto viola il principio di località.
Mentre Il "Teorema o diseguaglianza di Bell" può riassumersi dicendo che qualsiasi teoria locale, che assume che determinate coppie di particelle correlate separate ed inviate verso rivelatori lontani abbiano proprietà definite anche prima di essere sottoposte a test, non può riprodurre la distribuzione probabilistica prevista dalla meccanica quantistica allorché si considerino non solo misure "simmetriche/opposte" ma anche test su posizioni intermedie i dati sperimentali diedero ragione a Bell e consentì di desumere dal Teorema di Bell che, a prescindere dalla meccanica quantistica, il realismo locale non si concilia con la "realtà oggettiva delle osservazioni".
Grazie ad Aspect e i suoi collaboratori che vollero dimostrare sperimentalmente il Teorema di Bell si pote' dire che la natura in certe sue manifestazioni è realmente NON LOCALISTICA e che Einstein aveva torto!

2007-03-20 12:40:07 · answer #1 · answered by Mai più attivo su answer 4 · 2 0

Significa che il brodo non lo fa con i dadi, ma con l'estratto di carne

2007-03-19 20:06:02 · answer #2 · answered by tamino44 1 · 1 0

Significa che Einstein oltre ad essere probabilmente la più grande mente mai esistita era anche uno dei più grossi presuntuosi. Anche detta in modo allegorico, è una frase che trasuda presupponenza da tutti i pori. E infatti, è stato forse il suo più grande -anche se forse unico- errore, come ha poi dimostrato in seguito la fisica delle probabilità. Trascurare la costante cosmologica in virtù di un idea preconcetta. Purtroppo quando si incomincia a dogmatizzare l'universo ci si inciampa.
Ciao

2007-03-20 13:27:48 · answer #3 · answered by Fabio 2 · 0 0

E' una frase di Einstein. Si riferiva in particolare alla nascente teoria dei quanti e alla fondamentale implicazione di questa. La fisica e la meccanica quantistica si basano sulla proprietà che ha ogni particella (quelle subatomiche in particolare), di esistere o non esistere, o di trovarsi in uno stato o in un altro, fino a che non viene osservata.

Questa teoria porta alla conclusione che qualsiasi cosa è ciò "che è" solo con una certa probabilità.
Ad esempio tu ci sei ma potresti scomparire improvvisamente se tutte le particelle del tuo corpo sparissero insieme (come possono fare, ma la probabilità è talmente bassa - non nulla però - da essere ritenuta impossibile).

Einstein aveva una visione deterministica della fisica: in sostanza pensava che ciò che c'è c'è ed è nello stato che si vede.
Oggi invece sappiamo che ciò che c'è è così solo con un certo grado di probabilità e, almeno a livello subatomico, potrebbe essere CONTEMPORANEAMENTE più cose, sempre con un certo grado di probabilità.
Come tirare un dado, appunto.

2007-03-19 23:12:47 · answer #4 · answered by nicodemo 3 · 0 0

lo disse einstein,riferendosi al fatto ke nn vi e nulla di casuale nelle leggi ke governano l universo!

2007-03-19 18:36:50 · answer #5 · answered by paolo m 4 · 0 0

Significa che non ha bisogno di tirare a caso il destino perchè ne è lui lo formatore e non ha bisogno di farlo....Dio non ha mai tentennamenti....

2007-03-19 19:07:03 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 1

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