Alla base c'è quasi sempre la presunzione che il portatore di handicap sia oggettivamente incapace di "...", e di conseguenza questo determina nei suoi confronti un atteggiamento protezionistico e assistenziale sia da parte della famiglia sia degli stessi insegnanti; anzi in questi ultimi spesso c'è anche un atteggiamento di aspettativa negativa.
La persona con sindrome di Down è doppiamente penalizzata, perchè il suo handicap è facilmente riconoscibile nei tratti somatici e, quindi, viene immediatamente etichettata in una serie di luoghi comuni cui, a causa dell'errore genetico, continua ancora oggi ad essere confinata.
Tra i vari luoghi comuni il più dannoso è quello di considerare tali persone degli eterni bambini. Negare la loro età cronologica significa negare il loro diritto alla normalità o, per meglio dire, ad una possibile normalità.
In tutti questi anni l'esperienza ci ha fatto capire che la realtà è ben altra, che un buon intervento psicopedagogico può stimolare e favorire l'espressione di sé, la presa di coscienza del proprio esistere, riuscire a dare la possibilità di "comunicare" agli altri le proprie emozioni, le speranze, di avere progetti di vita come qualsiasi altro individuo.
Perché questo possa realizzarsi è importante lavorare sull'autonomia della persona. La strada per l'autonomia inizia sin dai primi mesi di vita e deve essere stimolata senza falsi pietismi, pregiudizi e quant'altro possa ostacolare questo importantissimo processo di crescita.
È un salto di qualità che prevede la crescita culturale dell'ambiente sociale e l'A.I.P.D., tra l'altro, vuole favorire questo processo, mettendo le persone Down nella condizione di poter esprimere al meglio le loro potenzialità attraverso dei corsi di autonomia personale e sociale, abilità queste che spesso non vengono trattate sia nella scuola sia nei centri di riabilitazione.
L'educazione all'autonomia personale, come detto prima, dovrebbe iniziare da piccolissimi, istruendo i genitori ad assumere atteggiamenti e comportamenti che possano favorire l'acquisizione di tale capacità.
In realtà questo avviene di rado e queste forme di dipendenza che si consolidano, oltre che ad essere negative per il portatore di handicap, creano nel tempo notevoli disagi agli stessi familiari che non devono più gestire un bambino, ma un adulto e il che richiede anche notevoli sforzi fisici.
La nostra esperienza ci consente di ritenere possibili e produttivi gli interventi nella fascia dell'età adolescenziale, facendo leva sulle tipiche necessità dell'età cronologica per invogliare all'acquisizione della propria autonomia.
Il fine principale del corso, quindi, è quello di offrire ai ragazzi e alle ragazze con Sindrome di Down la possibilità di mettersi alla prova nella gestione della vita quotidiana e di fare delle esperienze comuni ai loro coetanei: andare in pizzeria, al cinema, a giocare al bowling, in discoteca, ai concerti, ecc.
2007-03-19 09:08:51
·
answer #1
·
answered by ♥ღ♥MELISSA♥ღ♥ 5
·
1⤊
0⤋
Sono persone.punto.
sicuramente questa sindorme li limita (pensiamo solo ai problemi fisici che hanno.. cuore,reni,etc..); ma gli dona una sensibilita' e una genuinita' che le persone hanno solo quando sono ancora bambine..
2007-03-19 08:55:57
·
answer #2
·
answered by _C3|\|Z0_ 6
·
2⤊
0⤋
sono persone speciali... che richiedono molte più attenzioni rispetto agli altri! è per questo che vicino a loro ci vogliono persone "altrettanto speciali", capaci di sostenerli.
Purtroppo non tutti hanno questa dote, io faccio parte di quelli che non l'hanno, e mi dispiace.
ciao ciao
2007-03-19 08:51:56
·
answer #3
·
answered by sharketta 2
·
2⤊
0⤋
Sono o non sono persone come te?
Che domande...anche tra le persone che si considerano"normali" credo si possano trovare individui piu o meno up & down!
Si puo solo dire che scientificamente hanno maggiore predisposizione nel fare alcune cose e minore nel fare delle altre...ma cio dipende anche tanto dall'ambiente famigliare in cui sono stati educati e cresciuti e anche dall'entita del danno cromosomiale.
Per fargli vivere una vita pressoche normale bisogna iniziare a considerarli normali (ovvio che se si parla di un paziente gravemente leso,cio non è possibile;ma conosco tanti down perfettamente autosufficienti) a responsabilizzarli per quanto possibile e a trattarli come si fa con qualunque altra persona.
Sono generalmente molto piu sensibili di noi,e possono dare molto affetto se si è disposti a riceverlo.
2007-03-19 11:24:55
·
answer #4
·
answered by Dr.°Maryjsoul®[AJO']Sarda 7
·
1⤊
0⤋
ehm.. la trisomia 21 non è una specialità.
è una malattia.
ma definirla in questo modo non significa offendere nessuno.
il rispetto è quello che dobbiamo a queste persone. non inventarci altri modi per chiamare le cose.
2007-03-19 09:04:18
·
answer #5
·
answered by mingiumat 2
·
1⤊
0⤋
il problema è che nessuno ci pensa due volte ad esprimere giudizi negativi... sopratutto su persone più deboli che magari non sono nemmeno in grado di rispondere...bisognerebbe farsi un altra domanda...cosa significa "essere normali" e sopratutto chi lo stabilisce?io so solo che sono un operatrice sociale e con loro ci ho lavorato...sono magnifici e un sorriso che ti donano ha più valore di ogni altra cosa!!!impariamo a vedere tutti allo stesso modo anche perchè a modo nostro tutti siamo un pò malati e un po speciali!
2007-03-19 08:56:43
·
answer #6
·
answered by spenk 2
·
1⤊
0⤋
persone speciali..ke troppa gente vede solo kome i 'diversi'...si meriterebbero molto di più di quello ke abitualmente la gente fa vedendoli..ma l'uomo di natura è basta***...non aiuta il suo prossimo..figuriamoci una persona ke ritiene 'diversa'...
cmq..sono persone speciali..e bisognerebbe..aiutarli di + a non farli sentire esclusi
2007-03-19 08:53:06
·
answer #7
·
answered by mRoby@88 3
·
1⤊
0⤋
bisogna semplicemte trattarli normalmente...se li trattassimoda persone speciali allora li faremmo sentire comunquesia diversi!
2007-03-19 10:27:57
·
answer #8
·
answered by bubina85 4
·
0⤊
0⤋
Malati non credo,certo ke sicuramente sono diversi dalla massa.Poi potrebbero essere meglio dei cosiddetti normali.
2007-03-19 08:59:01
·
answer #9
·
answered by Anonymous
·
0⤊
0⤋