Anche io ne ho uno.L'anno scorso mi hanno cercato di fare l'ago aspirato ma era troppo piccolo e non sono riusciti. Mi hanno detto di fare unaecografia dopo sei mesi, ovviamente siamo in Italia e ho trovato un posto libero dopo un anno dalla prima visita. Comunque bisogna che ci controlliamo, magari non è niente ma, almeno per me, è un incubo non sapere bene cos'ho. Bisogna sempre controllarsi nel momento in cui si scopre anche la più piccola cosa.
2007-03-12 07:32:23
·
answer #3
·
answered by Elena 3
·
0⤊
0⤋
Ciao, per prima cosa vai dal tuo medico, lui dopo che ti avrà visitato deciderà se mandarti da uno specialista. Cmq ho trovato questo articolo sul nodulo tiroideo, te lo invio. Buona giornata
IL NODULO TIROIDEO
Il nodulo tiroideo è una tumefazione localizzata della tiroide. Può essere unico o multiplo (Gozzo multinodulare). Solo raramente causa alterazioni della funzionalità tiroidea (Ipertiroidismo). La patologia nodulare della tiroide è molto frequente. Uno studio post-mortem rileva una frequenza di circa il 50%. Gli studi di screening ecografico del nodulo tiroideo riportano incidenze variabili dall'8 al 72% in funzione dell'età, del sesso e dell'area geografica di residenza dei soggetti esaminati. Uno studio di screening ecografico da me condotto su 1034 soggetti residenti sulla costa tirrenica calabrese rileva un'incidenza della patologia nodulare molto elevata negli adulti, con picchi del 68% nelle donne tra 50 e 60 anni e del 52% negli uomini tra 60 e 70 anni. Fortunatamente solo il 5% circa dei noduli tiroidei sono maligni e tra questi oltre il 90% sono curabili. Tra tutti i tumori maligni, quelli della tiroide rappresentano meno dello 0,5%. La frequenza del cancro nel nodulo singolo varia dal 6 al 20% secondo vari studi. Nel gozzo multinodulare sono riportate frequenze intorno al 10%. I noduli tiroidei sono rari nell'infanzia e la loro presenza deve far sospettare la natura maligna. Un aumento del rischio si ha anche nei noduli che sviluppano dopo i 65 anni. Studi post-mortem suggeriscono la presenza del cancro in oltre il 5% di tiroidi normali alla palpazione. Il sesso riveste un ruolo importante perché, pur se la frequenza del nodulo è maggiore nelle donne, il cancro è più comune nel nodulo che si presenta nel maschio piuttosto che nella femmina. Una storia familiare di cancro tiroideo suggerisce la possibilità di una neoplasia endocrina multipla.
QUALI SONO LE CAUSE?
Il nodulo prende origine da una proliferazione esagerata di follicoli tiroidei. Le capacità funzionali dei noduli sono differenti secondo il patrimonio enzimatico, geneticamente trasmesso, delle cellule da cui originano. Per cui potremo avere un nodulo iperfunzionante, normofunzionante o ipofunzionante. I fattori che determinano lo sviluppo del nodulo tiroideo, singolo o multiplo, sono complessi. Il TSH è stato implicato nella patogenesi per via del suo ruolo di potente stimolatore della crescita tiroidea. Immunoglobuline stimolanti la crescita sono state implicate, suggerendo una possibile patogenesi autoimmunitaria. La carenza mondiale di iodio rimane un fattore rilevante. L'esposizione a sostanze ionizzanti è anche un fattore di rischio per lo sviluppo di noduli tiroidei benigni o maligni.
COME SI MANIFESTA?
Un nodulo tiroideo di piccole dimensioni generalmente è asintomatico. Uno o più noduli voluminosi causano l'ingrandimento della tiroide, qualche volta dolore o difficoltà a deglutire; se il nodulo è iperfunzionante il paziente avverte i sintomi classici dell'ipertiroidismo: nervosismo, tremori, iperidrosi, intolleranza al caldo, astenia, perdita di peso, aumento dell'appetito, tachicardia etc. Il nodulo canceroso spesso è più duro alla palpazione, talvolta può essere causa di voce rauca e possono essere presenti linfonodi ingrossati in sede cervicale.
QUALI ESAMI EFFETTUARE?
Gli esami che ci aiutano a capire meglio la natura del nodulo e la sua funzionalità sono: la scintigrafia, l'ecografia, i dosaggi ormonali e l'agoaspirato.
La scintigrafia si esegue somministrando al paziente una dose di iodio radioattivo (123I o 131I), o più frequentemente di tecnezio radioattivo. La scintigrafia offre importanti informazioni: 1) caratterizzazione funzionale del nodulo (il nodulo caldo è iperfunzionante, il nodulo freddo è ipofunzionante, il nodulo tiepido normofunzionante. 2) Identificazione di noduli in sede mediastinica. 3) identificazione di metastasi da carcinoma tiroideo differenziato. In uno studio condotto su 5.000 pazienti, l'80% dei noduli erano freddi, 10,5 tiepidi, 5,5 caldi. Il 16% dei noduli scintigraficamente freddi erano maligni, il 4% dei noduli caldi ed il 9% dei noduli tiepidi. In conclusione, la scintigrafia, pur essendo utile, non è in grado di predire la malignità del nodulo tiroideo.
L'ecografia ad alta risoluzione è l'esame principe per lo studio dei noduli tiroidei. Essa è in grado di scoprire noduli del diametro di 1-2 mm. Con l'esame ecografico si distinguono i noduli in solidi, cistici e misti. I noduli solidi si differenziano in ipoecogeni, iperecogeni ed isoecogeni. Il carcinoma è più frequentemente solido ed ipoecogeno, ma in uno studio condotto su 1000 pazienti il 6% dei cancri era su noduli di tipo cistico. L'ultrasonografia si avvale oggi del color-Doppler, un esame in grado di fornire informazioni circa la vascolarizzazione del nodulo. Secondo una recente classificazione con il color-Doppler si distinguono 4 tipi di noduli. 1) tipo 1: assenza di segnali di flusso. 2) Tipo 2: flusso perinodulare. 3) tipo3a: flusso per e intranodulare con vasi sottili e regolari. 4) tipo 3b: flusso peri e intranodulare con vasi spessi e irregolari. Secondo alcuni studi le lesioni maligne hanno prevalentemente un flusso di tipo 3b. Altra utilità del Color-Doppler è verificare l'efficacia della terapia con alcool etilico di cui parlerò nelle opzioni terapeutiche. L'ecografia non è in grado di distinguere con certezza il nodulo benigno da quello maligno, però è utilissima per 4 ragioni: 1) Dà informazioni sulla presenza o meno di noduli, sulle loro dimensioni e sulla natura solida o cistica. 2) E' un'utile guida per stabilire, soprattutto nell'ambito di un gozzo multinodulare, quali noduli sottoporre a biopsia. 3) Serve da guida per la biopsia dei noduli non palpabili. 4) Utilissima nel follow-up dei noduli in terapia medica.
I dosaggi ormonali (FT3, FT4, TSH) sono utili per valutare il funzionamento tiroideo. Gli autoanticorpi (antiperossidasi, antimicrosomiali, antitireoglobulina) per escludere una tiroidite autoimmunitaria, che talvolta può manifestarsi con la presenza di noduli. Il dosaggio della calcitonina sierica è utile come "marker" umorale di un tumore raro della tiroide, il carcinoma midollare. E' controverso il suo dosaggio di routine nella malattia nodulare. Il dosaggio della tireoglobulina non è utile per valutare il paziente con noduli tiroidei, ma assume un ruolo importante nel follow-up del paziente operato di cancro differenziato della tiroide.
Infine, l'esame che ci consente di differenziare il nodulo benigno dal carcinoma è la FNAB, dall'inglese "fine needle aspiration biopsy" (Biopsia per aspirazione con ago sottile). La tecnica è relativamente semplice: si tratta di prelevare con una siringa ed un ago sottile qualche goccia di materiale dal nodulo. Se il nodulo è palpabile può essere effettuata a mano libera, altrimenti si usa la guida ecografica. Il paziente non ha bisogno di alcuna preparazione e subito dopo il prelievo può andare a casa. Il risultato di questo esame può essere fondamentalmente di 4 tipi: 1) nodulo benigno, 2) nodulo maligno, 3) nodulo sospetto, 4) prelievo inadeguato. Nel 4% dei caso il prelievo va ripetuto.
COME SI CURA?
Le opzioni terapeutiche del nodulo tiroideo sono 4:
Terapia medica: la L-tiroxina (Eutirox)
Terapia chirurgica
Terapia radiante con 131I
Alcolizzazione
La scelta terapeutica dipende dal tipo di patologia nodulare e dall'età del paziente. Nel caso d'esame citologico di tipo maligno o sospetto la terapia è sempre chirurgica, coadiuvata in alcuni casi dalla radioterapia. Il nodulo cistico risponde molto bene all'alcolizzazione, che consiste nell'aspirazione del liquido cistico e nell'iniezione dentro la cavità di alcool etilico. Il nodulo solido citologicamente benigno, unico o multiplo, normofunzionante, può essere trattato con la L-tiroxina e controllato ogni 6 mesi circa con l'ecografia. Il nodulo solido unico benigno che non risponde alla terapia medica può essere trattato chirurgicamente o, in alternativa, con l'alcolizzazione. Per quanto riguarda quest'ultimo trattamento le casistiche sono ancore limitate. Io ho trattato alcuni casi selezionati, che rifiutavano l'intervento chirurgico, con buoni risultati: riduzione del volume del nodulo in media del 60-80%. Il nodulo benigno ma iperfunzionante può essere trattato in 3 modi diversi: terapia chirurgica, radiante o alcolizzazione. Io ho praticato l'alcolizzazione nel nodulo unico iperfunzionante di volume inferiore a 40 cc. in 26 pazienti (fino a Dicembre 1999). Ho ottenuto una riduzione di volume del nodulo in tutti i casi, ma soprattutto una normalizzazione della funzionalità tiroidea nel 75% dei pazienti. Il vantaggio di questo trattamento rispetto alla chirurgia ed alla terapia radiante è la mancanza quasi assoluta di effetti collaterali.
2007-03-12 05:41:59
·
answer #7
·
answered by blu_sex 6
·
0⤊
2⤋