NATI CON LA TRIBU' E CON LA GUERRA
I PRIMI SEGNI DELLA FAME NEL MONDO – 1
Duemila anni fa, quando il Figlio di Dio venne tra gli uomini, se ne contavano in tutta la terra circa 250 milioni. Ci vollero ben sedici secoli perché la popolazione mondiale si raddoppiasse, ma ne bastarono soltanto altri due per raddoppiarla nuovamente e raggiungere il miliardo. Un secolo ancora, fino ai nostri giorni, e la popolazione della terra raggiungeva la cifra di tre miliardi di individui. Le ultime statistiche informano che questo traguardo è gia stato superato di circa 200 milioni.
Un tale ritmo di crescita della popolazione umana aveva preoccupato seriamente anche alcuni eminenti scienziati del secolo scorso, alcuni dei quali, però, ritenendo che l'eccessivo aumento della popolazione fosse la principale causa della fame e della denutrizione nel mondo, credettero che bastasse.ridurre le nascite. In altre parole, tutto ciò che l'uomo moderno
era riuscito a scoprire per vincere la più grave delle calamità sociali è stata una teoria - la teoria di Malthus - la quale, nata con l'industrialismo, prevedeva la catastrofe per il genere umano se questo, ormai entrato in concorrenza con la macchina, non avesse provveduto a limitare la "progressione geometrica" della popolazione mondiale, in contrasto con la "progressione aritmetica" della produzione alimentare della terra. . .
L'angoscioso quesito ebbe la sua più chiara risposta nel fatto che il genere umano non ha ancora incontrato la catastrofe, così come gli era stato preconizzato, ma si è sempre più moltiplicata. Se il problema rimane gli è perché l'uomo, dopo centinaia di millenni durante i quali è riuscito a lottare vittoriosamente contro le più grandi forze della natura, non ha saputo ancora organizzarsi per risolvere coscienziosamente il binomio "produzione alimentare-popolazione mondiale" che è la causa della denutrizione di due terzi dell'umanità.
Circa due miliardi di uomini mostrano i segni di una fame acuta o cronica o quelli meno visibili ma ugualmente gravi di una fame "latente", dovuta ad. una dieta carente in tutto o in parte di alcune vitamine, o alcuni minerali, o alcune proteine,
Se un aspetto positivo vi fu nel cataclisma della seconda guerra mondiale, esso fu certamente quello di aver messo l'umanità a contatto con se stessa e di aver dato vita a concezioni nuove, ad uno spirito filantropico organizzato su basi internazionali, ad organizzazioni che hanno come scopo principale quello di lottare contro la fame, nella fiducia di riuscire a vincere definitivamente questo terribile flagello. La F.A.0 - la Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo dell'Alimentazione e dell'Agricoltura nel mondo - è il più tipico esempio dello sforzo che il mondo sovrasviluppato sta compiendo per instaurare una nuova forma di collaborazione internazionale, che non è soltanto solidarietà umana. E' un nobile obiettivo che richiede uno sforzo imponente, in specie l'abbattimento di molte barriere politiche ed economiche che tuttora dividono il mondo in compartimenti stagni. Per riuscire a vincere la fame è necessario che il. mondo trovi quelle congiunzioni tra continente e continente, tra paese e paese, capaci di vincere gli squilibri che causano il più grave ed il più preoccupante paradosso del nostro tempo: da una parte supernutrizione ed eccedenze enormi di alimenti e dall'altra - la più vasta - fame, denutrizione e miseria.
La fame è un male sociale non certo nuovo, sebbene solo oggi i sociologi, i biologi e gli economisti si sono decisi di unire i loro sforzi per vincerlo. La fame è stata continuamente la triste compagna dell'uomo fin da quando egli cominciò ad organizzarsi in tribù, la più rudimentale delle forme di società umana. L'uomo aveva fino allora provveduto a soddisfare il suo bisogno di nutrimento cacciando nelle foreste e cogliendo i frutti che la terra gli forniva naturalmente. Ma una volta costituita la tribù, l'uomo conobbe il primo dei problemi sociali - quello dell'approvvigionamento - e sentì inoltre la necessità di difendere le sue provviste con l'erezione di barriere che delimitassero nel contempo il territorio della comunità. La fame cominciò così a trasformarsi da problema individuale a problema sociale di più difficile risoluzione. E quelle tribù meno laboriose, per le quali diventava difficile crearsi le provviste alimentari, scoprirono la "convenienza" di soddisfare lo stimolo famelico predando gli alimenti alle altre tribù più abili nel procurarseli con i sistemi che oggi diremo legali.
Fu quindi la fame la prima causa della guerra e della creazione di confini, della divisione degli uomini in tribù aggressive e tribù succubi, in seguito classificate come tribù bellicose e tribù pacifiche. Le prime, con il tempo, si tramutarono in popoli nomadi i quali non avevano bisogno di confini in quanto nulla avevano da difendere. Svilupparono pertanto la tecnica della guerra. Le seconde ersero barriere sempre più solide e svilupparono le forme del vivere civile. Infatti, i paleoantropologi ci hanno ripetutamente provato, con le loro scoperte, che i resti fossili degli uomini primitivi non presentavano carenze vitaminiche - indice biologico della fame - se non quando insieme ai resti fossili si scoprirono anche le prime armi ed i segni della guerra organizzata.
La fame, conseguenza delle grandi carestie, fu anche la causa delle grandi emigrazioni che spopolarono vastissime aree per ripopolarne delle altre. La razza mongoloide, che raggiunse il continente .americano dando origine nel Nord America agli "amerindians", e nel Sud America agli "indios", proveniva dall'Asia. Attraverso un istmo che congiungeva l'Alaska al continente asiatico, essa penetrò nel "nuovo mondo" circa 20 mila anni fa, dopo l'ultima epoca glaciale, che fu causa della più spaventosa delle carestie, in quanto essa, sebbene meno rigida delle precedenti, si abbatté su un mondo che cominciava allora, dall'Asia, a popolarsi.
Come le guerre e le carestie, anche le rivoluzioni, che cambiarono i destini dei popoli e dei paesi, ebbero origine dalla fame. E basta citare, come esempi più caratteristici, la rivoluzione francese e quella russa. La storia dell'umanità è in gran parte la storia di milioni di uomini continuamente sospinti nella lotta per vincere la fame. Troppe volte essa riuscì a vincere gli uomini.
Oggi l'India ne e il più drammatico esempio. Essa ne fu colpita anche nel 1943 quando sul Bengala si abbatté una spaventosa carestia che uccise più. di tre milioni di persone. Questa incapacità di vincere la fame indusse gli uomini più colpiti a fare di essa persino il substrato di certe religioni orientali ed islamiche, impregnate di fatalismo, le quali nella miseria, nelle carestie, nelle pestilenze e nella guerra vedono tuttora delle calamità soprannaturali alle quali non è possibile sottrarsi.
2007-03-09 19:42:13
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answer #1
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answered by blu_sex 6
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No. Non tutti i popoli affamati fanno guerre. Non credo che sia cosi. Anche la fame e' solo una scusa per fare guerra se uno la vuole. E' questione di potere,e denaro, ma di fame no. Nemmeno di torto. Perche Tibet subisce un torto grave grosso, ma non fa guerra, ne terrorizza nessuno. Eppure avrebbe tutte le ragioni. Infatti loro fanno la loro religione santa cosi. No, credo il putno e' che se uno vuole guerra, trova sempre un pseudo motivo per farla. A volte si e' costretti come nel caso di Hitler, oppure dell'impero ottomano, ma questo e' un altro discorso. Eppure c'entra, perche stavanno sotto un potere crudele e atroce, che non lasciava possibilita' di niente.
Poi penso che se la fame fosse il vero motivo, allora l'Africa dovrebbe essere il nemico numero uno del mondo militarmente parlando, ma non lo e'. E ci sono molti altri esempi.
Ma una cosa e' certa: La guerra produce fame, e non solo di cibo.Ma di ogni cosa.
2007-03-12 01:36:06
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answer #2
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answered by wm 5
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