Non sei ignorante, se farai fisica all'università le farai di certo queste cose. Se invece non la farai, ti consiglio di leggerti un bel libro che ti introduce ai concetti base della relatività galileana e einsteiniana, oppure di guardare wikipedia, anche se non spiega molto semplicemente (cioè uno agli inizi avrebbe difficoltà a capire bene).
La teoria della relatività, in ogni modo, spiega come cambia la concezione del tempo e dello spazio tra due sistemi di riferimento (inerziali), uno in moto rispetto all'altro. Un sistema di riferimento inerziale è un sistema di riferimento in cui vale la prima legge di Newton. Si può dimostrare che un sistema di riferimento inerziale o si muove a velocità costante, o è fermo rispetto all'altro.
Per passare da un sistema di riferimento (inerziale) all'altro, si ricorrono a delle cosiddette "trasformazioni". Le trasformazioni della fisica classica (Newtoniana), vengono chiamate trasformazioni di Galileo. I due aspetti fondamentali delle trasformazioni di Galileo sono i seguenti:
- quando si passa da un sistema di riferimento inerziale ad un altro molte leggi della fisica (non tutte: vedi equazioni di Maxwell dopo) rimangono invariate. In particolare la seconda legge di Newton è sempre la stessa in due sistemi di riferimento inerziali in cui si applica la trasformazione di Galileo.
- il tempo è assoluto, e lo spazio pure. L'intervallo di tempo tra due eventi in un sistema di riferimento S' in moto rispetto al sistema di riferimento S è il medesimo in tutti e due i sistemi di riferimento. Cioè DT=DT', dove DT è l'intervallo di tempo nel sistema S, mentre DT' l'intervallo in S'. Per le lunghezze vale la stessa cosa: la lunghezza di un oggetto misurato rispetto ad un sistema di riferimento S è uguale alla lunghezza misurata in S'. Perciò DL=DL'.
Fin qui tutto quasi scontato, vero?
Queste trasformazioni classiche arrivarono indiscusse e inconfutate fino a fine '800, quando Maxwell pubblicò le sue famose equazioni sull'elettromagnetismo. E qui sorge il primo problema: come mai delle così belle equazioni, che spiegano così bene i fenomeni dell'elettromagnetismo, non sono invarianti (cioè cambiano forma) rispetto ad un sistema inerziale diverso?
Quella testolina di Einstein cominciò a credere che c'era qualcosa che non andava nella trasformazione di Galileo. Grazie all'esperimento di Michlelson-Morley "fallito" (tentavano di dimostrare che la velocità della luce era diversa in sistemi di riferimento diversi), Einstein interpretò questo risultato come una sorta di invarianza della velocità della luce.
In seguito postulò quanto segue:
- Le leggi della fisica devono valere in ogni sistema di riferimento
- La velocità della luce è sempre la stessa in tutti i sistemi di riferimento.
E da questi postulati iniziò a costruire una nuova teoria della relatività.
Ciò che segue sono le trasformazioni di Lorentz, trasformazioni nuove che rispettano i postulati di Einstein, ma che introducono dei paradossi inaspettati. I principali effetti di questa trasformazione sono:
- la dilatazione del tempo;
L'intervallo di tempo misurato in un sistema di riferimento inerziale S non è lo stesso intervallo di tempo misurato in S'. In S l'intervallo risulterà maggiore.
- la contrazione delle lunghezze;
La lunghezza in S sarà vista in S' "contratta".
Da questi due aspetti nasce il più comune dei paradossi della relatività: il paradosso dei gemelli. Te lo spiego.
Sulla terra ci sono due gemelli. Uno di loro decide di partire per la stella Alfa-Centauris, distante 4 anni luce dalla terra, per poi ritornare sulla terra, con la medesima velocità. Supponendo che l'astronave si muova a velocità prossime a quella della luce, il gemello parte, e lascia l'altro sulla terra. Dopo molti anni il gemello sull'astronave ritorna e...trova il suo caro gemello molto più vecchio di lui, o forse addirittura morto per la vecchiaia! Come mai? Beh, il tempo totale trascorso nel sistema di riferimento dell'astronave (S') non è lo stesso tempo trascorso sulla terra (S). Supponendo che DT' sia il tempo totale trascorso in S', allora DT=c.DT', dove c è una funzione generalmente maggiore o uguale a 1 (detta "fattore di Lorentz") che dipende dalla velocità dell'astronave (cioè dalla velocità relativa tra i due sistemi di riferimento). Il tempo DT (sulla terra) risulterà perciò maggiore del tempo DT' (sull'astronave). Da qui il paradosso.
Ora basta sennò non finisco +... spero che capisci!
Ciao!
2007-03-09 14:17:16
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answer #1
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answered by Pat87 4
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einstein disse ad un giornalista che per darne una definizione breve occorrevano 3 giorni.
davanti a questo io alzo le mani :-P
2007-03-09 17:17:53
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answer #2
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answered by damien 3
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Vai su questo sito, è spiegato molto bene:
http://digilander.libero.it/n8/index.htm
La teoria di Einstein è basata dunque su due postulati fondamentali:
1. Le leggi della fisica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Non esiste un sistema inerziale privilegiato (Principio di relatività).
2. La velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore c in tutti i sistemi inerziali (Principio della costanza della velocità della luce).
2007-03-09 13:04:50
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answer #3
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answered by diana v 3
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http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_relativit%C3%A0
http://it.wikipedia.org/wiki/Relativit%C3%A0_generale
2007-03-09 09:17:54
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answer #4
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answered by Anonymous
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