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Mi segnalate i pezzi migliori e più emblematici?

2007-02-12 01:23:24 · 5 risposte · inviata da Anonymous in Musica e intrattenimento Musica

5 risposte

per capire cos'è la dodecafonia bisogna collocarla storicamente .

Il metodo dodecafonico è per l'appunto sistema di comporre utillizzando 12 suoni della scala cromatica, Arnold Scoenberg approda alla dodecafonia nel 1923, con la Suite per pianoforte op.25, precedentemente egli con i suoi allievi Alben Berg e Anton Webern, aveva aderito al movimento espressionista che in pittura a causa dell'avvento della fotografia vuole tornare alla genuinità del disegno infantile scomponendo di fatto le forme.
In musica la scomposizione delle forme si opera a partire dalla tonalità quindi non più la succesione rigida del sistema temperato 2 toni +1 semitono+3 toni+1 semitono della scala diatonica normale ma una libera successione di toni e semitoni con un uso disinvolto delle figurazioni melodiche irriconoscibili tematicamente a causa della libertà delle combinazioni armoniche.
Il percorso che porta Scoenberg alla dodecafonia è lungo e passa attraverso una serie di opere in cui egli portò tutti gli aspetti della musica all'emancipazione rispetto ai canoni classici fino alla rottura definitiva dei nessi armonici e melodici in opere come Erwartung e Die Gluchklicke Hand in cui ogni riferimento alla forma è relegato ad una unica ripetizione ritmica o ad un richiamo timbrico... sono gli anni della prima guerra mondiale...
Finalmente arriva il Pierrot Lunaire op 21 opera in cui però la prima volta si sperimeta una possibiltà di serie dodecafonica, siamo nel dopoguerra e in quest'opera ritornano brani in cui Scoenberg fa un omaggio alla musica barocca e a Bach in particolare... le altre opere dalla op 22 alla op 24 sono segnate qua e la da tentativi di sperimatare la serie dodecafonica... la regola dev'essere applicata rigidamente...

la serie dodecafonica è una serie con un disegno melodico in cui il compositore combina i 12 suoni stabilendo le distanze intervallari nessu suono può essere ripetuto fino a che non si è competata la serie che fatta dall' ORIGINALE( I esposizione)
INVERSIONE (dove partendo da una nota della serie se ne invertono i rapporti intervallari (un intervallo di 3 acendente diventa discendente e viceversa), RETROGADO in cui partendo dall'ultima nota si ripercorre la serie a ritroso e infine INVERSO DEL RETROGRADO.
Si ha inoltre la totale equivalenza tra relazioni melodiche e armoniche, nel canto si utilizza l'invenzione dello SprechGesang, parlato cantato che diviene la lirica dodecafonica. ( Wozzek e Lulù di Alban Berg).
La dodecafonia condizionerà anche il ritmo e il timbro degli strumenti musucali.

è l' epoca della repubblica di Weimar e della Neue Sachlickeit (la nuova oggettività) dove la forma ritorna in un nuovo neorealismo crudo,( dopo il disordine della guerra c'è bisogno di ricomporre la realtà... in un modo o nell'altro).
In musica il metodo dodecafonico rende possibile il ritorno alle forme anche la fuga dove il soggetto e il controsoggetto spariscono per lasciare spazio alla serie in tutte le sue possibili varianti... tornano le forme ma hanno un suono diverso condizionato dalla nuova tecnica compositiva emancipatasi grazie a Scoenberg.
Gli sperimentatori contemporanei della scuola di Berg e Boulez hanno poi arricchito le possibiltà dell'applicazione di questo metodo che, secondo il filosofo TW Adorno, era rimasta l'unica salvezza della musica contro le banalizzazioni del pop...
Per costoro utilizzare la dodecafonia significava far tornare la musuca alla purezzza originaria ma allo stesso tempo il fine lavoro d'ingegneria, necessario a comporre con i 12 suoni che no si devono ripetere fini alla fine della serie, rendeva quest'arte così nobile che i suoi cultori potevano essere considerati una nuova élite intellettuale.
Il culmine delle composizioni dodecafoniche è rappresentato dalle variazioni op 31 di Scoenberg, mentre per apprezzare lo stile è meglio ascoltare le opere di A. Berg Wozzek e Lulù, Moses Un Aron è l'ultima opera di Scoenberg, ma ci sono anche le ultime opere si Strawinskij e per i minimalisti A. Webern.

2007-02-13 12:42:46 · answer #1 · answered by Klukly آمنة تحـبً السلام 5 · 0 0

La dodecafonia è una tecnica compositiva ideata da Arnold Schönberg con lo scopo di sostituire le funzioni presenti nella musica tonale e permettere al compositore di creare brani complessi strutturati sul principio della pantonalità (termine usato da Schönberg in luogo di atonalità, che criticava). (questa una buona definizione da Wikipedia). Storicamente siamo nei primi decenni del XX secolo.

I musicisti + rappresentativi sono Arnold Scheonberg, Alban Berg e Anton Webern.

Per cominciare potresti sentirti il concerto per violino di Alban Berg, l'opera probasbilmente più accessibile.

In generale l'ascolto della musica dodecafonica richiede un certo impegno perchè rinunciando alla tradizionale organizzazione tonale la prima impressione è di una musica assolutamente senza senso... Però con pazienza (e magari leggendosi qualcosa, per esempio per me fu illuminante la lettura del Doktor Faustus di Thomas Mann) si può arrivare ad un ascolto se non piacevole un minimo consapevole, e ne vale la pena.

2007-02-12 01:32:49 · answer #2 · answered by gio66_it 4 · 1 0

Musica Dodecafonica

2016-12-12 19:31:29 · answer #3 · answered by ? 4 · 0 0

la musico dodecafonica è un tipo di musica suonata con tt gli strumenti musicali e non...delle canzoni nn neconosco nessuna, ma Frank Zappa amava la musica dodecafonica e parecchi suoi pezzi sono dodecafonici...se lo conosci ascoltalo che fa bene ascoltarlo...cmq cerca Edgar Varese era il suo compositore dodecafonico preferito...spero di averti aiutato

2007-02-12 01:30:01 · answer #4 · answered by ZoSo 5 · 0 0

Dodecafonia
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La dodecafonia è una tecnica compositiva ideata da Arnold Schönberg con lo scopo di sostituire le funzioni presenti nella musica tonale e permettere al compositore di creare brani complessi strutturati sul principio della pantonalità (termine usato da Schönberg in luogo di atonalità, che criticava).

Nel periodo storico che va dagli ultimi decenni dell'Ottocento ai primi del Novecento, si assistette ad un progressivo allargarsi dell'uso della dissonanza nelle composizioni musicali. Tale tendenza è evidente in compositori di estrazione culturale eterogenea quali Richard Wagner, Richard Strauss, Alexander Scriabin, Claude Debussy, Maurice Ravel, Béla Bartók, Igor Stravinskij, Ferruccio Busoni, oltre allo stesso Schöenberg, e si manifestava in un progressivo aumentare delle note degli accordi. Dagli accordi di tredicesima, nei quali le sette note della tonalità sono tutte presenti, si passa ad introdurre note estranee alla tonalità, dapprima giustificate attraverso gli artifici armonici noti — ma combinati tra loro in maniera sempre più massiccia e imprevedibile — poi introdotte prescindendo dalla logica tonale fino a raggiungere il totale cromatico, vale a dire la compresenza delle 12 note all'interno dello stesso spazio musicale o dello stesso agglomerato sonoro (che non si può più, d'ora in avanti, definire accordo).

È a partire da questa situazione storica che Schönberg teorizza ed applica il suo «Metodo di composizione con 12 note imparentate solo le une alle altre»: un sistema che prevede la creazione di una serie, cioè una successione di 12 suoni che esaurisca il totale cromatico e nessuno dei quali possa essere ripetuto fino all'esaurimento della serie. Tale serie viene utilizzata per formare sia agglomerati sonori, sincronizzando più note, che successioni melodiche. Inoltre può essere eseguita nell'ordine iniziale oppure dall'ultimo suono al primo (serie per moto retrogrado) oppure invertendo specularmente la direzione degli intervalli (serie per moto contrario) o anche combinando le due tecniche precedenti (contrario del retrogrado).

Dalla dodecafonia nascerà la serialità integrale, dove le serie sono prodotte non solo sfruttando l'altezza delle note ma anche altri parametri musicali, quali la durata e il timbro.

Tra gli esponenti di rilievo della dodecafonia vanno citati i due allievi di Schönberg, Alban Berg e Anton Webern, l'uno con una sua visione personale del metodo dodecafonico (del quale si serviva liberamente, come d'altronde il suo maestro), l'altro con una propensione all'utilizzo ferreo della tecnica seriale. Per questo motivo Webern fu preso come punto di riferimento dai compositori delle generazioni successive, facenti capo a Pierre Boulez, interessati agli sviluppi della serialità.

2007-02-12 01:27:22 · answer #5 · answered by Elohangel 2 · 0 1

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