L'amore è un sentimento intenso ed esclusivo verso qualcosa o qualcuno, basato sull’affetto, e/o sull'interesse (in senso lato), e/o sul desiderio erotico.
Quando l'amore fra due esseri umani assume caratteristiche riconducibili al romanticismo (struggimento, comunione, affetto, passione anche fisica), questo viene definito amore romantico, per distinguerlo dal sentimento d'affetto verso i membri di una famiglia o verso altri esseri umani, o anche tra esseri umani e animali domestici.
Il termine amore viene anche utilizzato per definire l'intensa passione per qualcosa (un'attività , un oggetto).
Il gesto della condivisione disinteressata di qualcosa di proprio con un altro, è solitamente inteso come un gesto d'amore.
Il dibattito sul significato di amore nella lingua italiana è ampio, il termine racchiuderebbe comunemente le seguenti sfaccettature:
amore familiare, verso familiari o parenti
amore per gli amici
amore romantico
amore sessuale (considerato da alcuni più un istinto che una vera e propria forma d'amore)
amore platonico, amore romantico verso qualcosa o qualcuno in cui un eventuale coinvolgimento fisico è solo un mezzo per raggiungere l'amore spirituale
amore caritatevole (detto anche bontà o misericordia), aiutare i bisognosi, gli affamati, gli animali feriti
amore ideale, per qualcosa di astratto o inanimato, come un'idea o un obiettivo
amore politico o sociale, per i propri principi, la propria nazione o patria, la propria dignità , il proprio onore e l'indipendenza
amore di fede verso qualche essere divino o Dio (detto anche devozione)
Nel greco antico i termini utilizzati per definire i vari sensi con cui attualmente si usa la parola "amore" sono maggiori e perciò più precisi, rispetto che in molte lingue moderne.
ideogramma cinese/giapponese tradizionale per amore (æ) consiste in un cuore (centrale) all'interno di "accetta," "tatto" o "percepire", ciò mostra un'emozione graziosa..
philia indica l'amore tra amici o l'interesse verso qualcosa
eros definisce l'amore sessuale
agape è amore incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi: è la parola usata nei vangeli
storge è l'amore familiare
Anche nel greco antico non è comunque possibile tenere i vari sensi ben separati e così troviamo agape talvolta con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con lo stesso significato di phileo (come nell'antico testo greco della Bibbia).
L'ebraico contiene la parola ahava per "affetto" e "favore", ma la più importante è la parola khesed che combina i concetti di "affetto" e "compassione" e viene talvolta tradotta con "tenerezza".
cinese/giapponese tradizionale per amore (æ) consiste in un cuore (centrale) all'interno di "accetta," "tatto" o "percepire", ciò mostra un'emozione graziosa.
Pur essendoci dei caratteri comuni, la maggior parte delle reazioni o delle pulsioni amorose sono soggettive e variano da individuo a individuo.
Ci sarebbero, secondo alcuni, tre fasi principali nell'amore fra esseri umani: infatuazione o (Innamoramento), attrazione e attaccamento, composte da vari elementi (passione, affetto, attaccamento, fedeltà , ecc.).
Generalmente, l'amore comincia nella fase dell'"infatuazione", forte nella passione ma debole negli altri elementi. Il primo sprone di questa fase sarebbe l'istinto sessuale. L'aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne. Tuttavia, il procedimento psicofisiologico tramite cui l'uomo si innamora rimane tuttora un mistero per la scienza.
Con il passare del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione può diminuire d'importanza, mantenendo però quell'equilibrio alla base della relazione. Quello che inizia con l'infatuazione può svilupparsi in uno dei tipi d'amore più pieni. Nella fase dell'"attrazione", la persona si concentra su un singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Sebbene gli esseri umani non siano generalmente sessualmente monogami, sono di solito emozionalmente monogami: possono amare (romanticamente) una sola persona alla volta.
Quando una persona condivide con un'altra un amore per un lungo periodo di tempo, sviluppa un "attaccamento" sempre più forte verso l'altro individuo. In accordo con le recenti teorie scientifiche sull'amore, questa transizione dall'attrazione all'attaccamento avverrebbe in circa 30 mesi: il tempo di portare a termine una gravidanza e di curare la prima infanzia del bambino. Dopo questo periodo la passione diminuirebbe, cambiando l'amore da romantico a un semplice piacere nello stare insieme. Quest'ultima fase durerebbe dai 10 ai 15 anni: finché la prole ha raggiunto l'adolescenza o più tardi (con variazioni considerevoli da cultura a cultura). Di solito una relazione che si basa su più fattori (affetto, attaccamento, stima, attrazione sessuale) ha più possibilità di riuscita di una basata sulla sola attrazione sessuale. Questo "determinismo dell'amore", funzionale unicamente alla cura del bambino, è stato criticato da più parti, in particolare dai sostenitori dell'intelligenza emotiva.
L'amore e la paura di perdere la persona o la cosa amata, accompagnano spesso un sentimento di protezione e/o gelosia verso l'oggetto di tale sentimento. In taluni casi l'amore assume aspetti patologici, quando è la causa che impedisce la conduzione di una vita normale o l'elemento scatenante di un attaccamento morboso.
Ci sono persone nella vita che comunque non si innamorano mai.
Le varie religioni hanno in comune il fatto di accompagnare il sentimento dell'amore con un senso di trascendenza venso il sovrannaturale.
Nel Cristianesimo l'amore di Dio è la somma benevolenza del Signore verso le creature terrene. Secondo quanto riportato dalla Prima lettera di Giovanni (4,16), Dio stesso è Amore.
Per i cristiani ogni gesto di Dio (creazione, redenzione dopo il peccato originale, provvidenza verso le sue creature), è compiuto per amore. Paolo (Santo per i cattolici), nella Lettera agli Efesini (2,4-5) afferma che Dio "per il grande amore, con il quale ci ha amati, ci ha fatto rivivere in Cristo". L'evento centrale del Cristianesimo, cioè la morte e resurrezione di Gesù, sarebbe proprio una prova dell'amore di Dio.
L'amore venne definito da Dio una delle più importanti caratteristiche per poter vivere. Scrive Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi:
«L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità ; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non verrà mai meno.» (1cor 13:4-10)
I cristiani credono che l'amore per Dio e quello per il prossimo siano due degli aspetti più importanti nella vita, quelli che le danno senso (i due comandamenti che riassumono gli altri) e dai quali deriva ogni altra norma morale. Questo è scritto nel Vangelo di Marco 12,28-34. Agostino (Santo per i cattolici) ha riassunto ciò nell'espressione "Ama Dio e fa' ciò che vuoi". L'amare Dio ovviamente implica per il cristiano l'obbedienza alla sua volontà in vista di un bene superiore: la pace e l'amicizia con Dio e con gli uomini (v. beatitudine). L'obbedienza verso Dio coinciderebbe inoltre con il "vero bene dell'Uomo", sia come singolo, sia come comunità , e costituirebbe la base dell'adesione al messaggio evangelico.
Molti teologi cristiani ritengono che l'amore degli uomini per le altre creature (e per Dio stesso) sia derivato direttamente da quello di Dio. Da esso deriverebbe inoltre l'amore per tutto il creato. Secondo il Vangelo di Giovanni gli uomini amano il prossimo in Dio e Dio nel prossimo. In ogni essere umano c'è la presenza viva di Dio (in quanto creato a Sua immagine) che spinge chi Lo ama ad amare inevitabilmente ogni uomo. Nel Vangelo di Matteo (Parabola del Giudizio Universale 25,31-46), Gesù si spinge a dire che tutto cio è stato o non è stato fatto ad un fratello più debole è stato o non è stato fatto a lui. Per Tommaso d'Aquino l'amore è dono, gratuità e fedeltà .
Secondo papa Benedetto XVI, nella sua prima Enciclica (Deus caritas est), interamente dedicata all'amore cristiano, l'amore cristiano è per i cattolici unione di eros e agape, cioè di passione e sentimento (carità ), diretto verso Dio e verso i fratelli. Eros senza agape sarebbe puro istinto sessuale, agape senza eros toglierebbe alla carità quella spinta impulsiva di carità verso gli altri.
Parecchi scrittori, teologi e filosofi indù hanno distinto nove forme di Devozione che chiamano "Bhakti", come nella Bhagavatha-Purana e nelle Tulsidas. Il libretto Narada bhakti sutra scritto da un autore sconosciuto, ne distingue undici forme. Non tutte le correnti induiste considerano la "bhakti" importante.
La definizione di "amore" nel buddhismo è il volere che gli altri siano felici. Questo amore è incondizionato e richiede molto coraggio e accettazione, sia degli altri che di sé. Il nemico dell'amore vero è qualcosa che può sembrargli simile ma è invece il suo opposto: l'attaccamento, che deriva dall'amore di sé inteso come preoccupazione per il proprio benessere. L'amore nel buddhismo è perciò qualcosa di molto differente da quello che s'intende comunemente in italiano (attaccamento, relazione e sesso), che quasi sempre richiede un certo amor proprio. Nel buddhismo si riferisce al distacco e alla cura del benessere degli altri senza alcun interesse.
L'ebraismo impiega una vasta definizione d'amore, sia tra le persone che tra l'uomo e il Signore.
Come per il Vangelo di Marco, la Torah (Pentateuco) dice "ama il prossimo tuo come te stesso" (Levitico 19.18). Un individuo deve amare il Signore "con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima, tutti i tuoi possedimenti" (Deuteronomio), 6.5.
La letteratura rabbinica differisce su come l'amore possa esser sviluppato, e su come contemplare i beni divini e le meraviglie della natura. L'amore coniugale, è considerato un elemento essenziale per la vita: "guarda la vita con la moglie che tu ami" (Ecclesiaste 9.9). Il testo biblico del Cantico dei Cantici è considerato una metafora romantica dell'amore di Dio verso il suo popolo. Il rabbino Eliyahu Eliezer Dessler è invece noto per aver definito l'amore secondo la concezione ebraica come "dare senza aspettarsi di ricevere".
L'amore romantico di per sé ha poche citazioni nella letteratura ebraica, sebbene il rabbino medievale Judah Halevi scrisse poesie romantiche in arabo durante la giovinezza.
Varie culture hanno divinizzato l'amore, sia nella forma maschile che in quella femminile. Questa è una lista di dei e dee dell'amore in mitologie differenti.
Cupido o Amore: dio della mitologia romana.
Venere: dea della mitologia romana.
Afrodite: dea della mitologia greca.
Eros: dio della mitologia greca.
Freyja: dea della mitologia norrena.
Kama: dio della mitologia indù.
Xochipilli: dio della mitologia azteca.
Il sentimento dell'amore è spesso la base d'ispirazione delle principali manifestazioni artistiche quali la musica, la letteratura, le arti figurative e il cinema. Nel cinema, in particolare, sia per l'esigenza di contenere la durata di un film in tempi acettabili dal pubblico che per trasmettere allo spettatore l'immagine di amore tra due persone, si fa ricorso a rapporti fisici a sfondo sessuale.
non hai fatto una domanda semplice e leggera...
ad esempio ognuno di noi può più o meno concordare le frasi di prima...
ognuno di noi può avere una definizione differente di amore...
2007-02-08 20:13:45
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answer #2
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answered by polveretrasparente 5
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