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2007-01-27 19:40:49 · 7 risposte · inviata da bortolomeio 1 in Salute Salute - Altro

7 risposte

Il diabete è una malattia di cui è difficile parlare da profani ed è molto delicata. Rivolgiti senz'altro ad una struttura ospedaliera specializzata.

2007-01-27 19:45:46 · answer #1 · answered by miele 4 · 0 1

In che senso "come si fa"? Se intendi "viverci" allora sappi che, per fortuna, il corpo umano (spirito+mente+corpo) ha la meravigliosa capacità di sapersi adattare a qualsiasi situazione.

Per tutto il resto, naviga un po' in questo sito di cui ti allego il link, ci sono anche un sacco di "racconti" di esperienze dirette di chi, come me, ci vive (con-vive) da anni.

Francesca

2007-01-27 23:21:48 · answer #2 · answered by Anonymous · 0 0

Domanda troppo generico...c'entra l'età,il tipo.Riformula la domanda,anche se è una malattia che si accompagna con un regolare controllo medico,analisi e dietà.

2007-01-27 20:05:19 · answer #3 · answered by ? 3 · 0 0

nn capisco la tua domanda...forse intendi che ti sei ammalato/a di diabete?? se si, si convive prendendo farmaci....affidati al medico

2007-01-27 19:58:10 · answer #4 · answered by Anonymous · 0 0

La "materia" e'molto complessa da gestire,ma si puo'venirne a capo riacquistando una eccellente qualita'di vita schivando ipo,iper e sopratutto,complicanze ( gli "addetti ai lavori" conoscono il significato dei termini )
Bisogna conoscere la situazione soggettiva (insulino dipendente,non insulinodipendente),ovvero il potenziale peptide del tuo metabolismo glicemico,nonche' l'attuale livello Hba1c(il tuo valore non dovra'essere inferiore a 1/10 W (lo stato diabetico tende a valori superiori nel tentativo di garantire comunque le funzioni cellulari) e pertanto accanirsi ad "abbassare" tale valore con assunzione di insulina e/o ipoglicemizzanti orali e'oltremodo dannoso,in quanto cosi' facendo si va a ripristinare lo stato di patologia per cui il sistema,per autoimmunita', ha distrutto la produzione di insulina alla fonte.
Ovviamente l'insulina e/o altri ipoglicemizzanti vanno assunti,ma in dosi dettate da un'equazione esatta ed inequivocabile,che interagisce in modo complementare e coordinato con l'insulina endogena ( peptide c ); Questa ed altre relazioni,messe a sistema,sono in grado di fornire elementi essenziali per la gestione ottimale dei flussi glicemici (sono molteplici),rogrammando la propria glicemia,il peptide endogeno (ampiamente gestibile),come pure,ovviamente,il livello HbA1c;
Il che significa,per intenderci,che in ogni istante e'possibile avere le rispettive "analisi" prima ancora che i valori delle stesse si concretizzino,venendone a conoscenza solo dopo le analisi periodiche che potrai leggere dopo due giorni,magari esclamando "debbo mangiare di meno", o,peggio,"debbo fare piu' insulina",purtroppo senza sapere che cio',in ogni caso non migliorera' la "situazione.
Preciso che,in ogni caso,quanto sopra puo'garantire la corretta gestione della patologia e non la guarigione da questa,che purtroppo e' di là da venire ed a nulla serviranno i trapianti (gli studi in questa direzione sono comunque encomiabili)in quanto,di fatto,vanno a ristabilire si la produzione di insulina,ma non eliminano la causa che ha inibito la stessa,per cui (forse!) verra' meno la preoccupazione della "glicemia" ,ma in compenso ne scaturisce quella di gestire il trapianto e,quel che e' peggio,a questa,molto probabilmente,si affianchera' nuovamente la prima ( ! ) . Spero che Quanti studiano questo problema,ovviamente senza nulla togliere alla Loro autorevolezza,abbiano valutato questo aspetto.

2007-01-28 05:08:54 · answer #5 · answered by Anonymous · 0 1

La parola diabete era usata dagli antichi greci (da Diabanein = attraversare) per indicare il fatto che i liquidi bevuti non erano trattenuti ma "si servono dell'uomo come di un tubo di passaggio attraverso il quale defluiscono". Areteo di Cappadocia ne dà la prima descrizione clinica. Galeno lo chiamò "dissenteria urinaria"; mentre Paracelso per primo giunse alla conclusione che il diabete non fosse solo un attraversamento di liquidi, ma interessasse l'organismo in generale e propose il digiuno come cura. Il primo a sospettare la presenza di zucchero nelle urine fu Willis (1691-1775); qualche decennio più tardi Cullen (1712-1790) propose di chiamare mellito la forma di diabete con zucchero nelle urine per distinguerla dal diabete insipido. Il diabete mellito è una sindrome complessa determinata da una sproporzione tra la richiesta di insulina da parte dei tessuti e la capacità delle isole di Langherans a fornirla. Coinvolge contemporaneamente ed in egual misura il ricambio dei glicidi, dei protidi, dei lipidi, degli enzimi, dell'acqua e l'equilibrio elettrolitico. Il deficit insulare può essere primitivo oppure secondario con iperfunzione del sistema endocrino controinsulare (Ipofisi, surrenale, tiroide) o per altre cause. La sindrome, ad evoluzione cronica, è clinicamente caratterizzata da: astenia, polifagia, polidipsia, poliuria, iperglicemia, iperlipemia, chetosi, glicosuria e da sofferenza di tutti gli organi ed apparati. A seconda del prevalere dei vari sintomi se ne riconoscono diverse forme cliniche. Complicanze anche gravi possono sorgere a carico del microcircolo (Es.: retinopatia diabetica) e delle terminazioni nervose periferiche (Neuropatia diabetica). La cura si fonda sulla somministrazione di farmaci ipoglicemizzanti (Insulina, antidiabetici orali), sulla dieta (Assunzione di alimenti a basso contenuto di carboidrati e lipidi) e su un corretto stile di vita. In Italia, oggi, esistono centri specializzati per la cura del diabete ai quali è opportuno rivolgersi per la gestione della malattia e dei suoi problemi sociali, relazionali e clinici. Vale

2007-01-27 21:33:43 · answer #6 · answered by Diego S 3 · 0 1

Mi sembra così se posta in un contesto così coinvolgente e semanticamente corretto! S.P.Q.R.

2007-01-27 20:39:55 · answer #7 · answered by Anonymous · 0 1

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