Un estratto delle parti salienti della sentenza della Corte Costituzionale 284/2002
"Il cosiddetto canone di abbonamento alle radioaudizioni e alla televisione, benché all’origine apparisse configurato come corrispettivo dovuto dagli utenti del servizio riservato allo Stato ed esercitato in regime di concessione, ha da tempo assunto, nella legislazione, natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge, come questa Corte riconobbe quando dichiarò non fondati i dubbi di legittimità costituzionale prospettati sotto il profilo della pretesa incompatibilità della tutela penale, allora apprestata in relazione all’adempimento del relativo obbligo, con l’asserita natura contrattuale del rapporto fra l’utente e la concessionaria (sentenza n. 81 del 1963). E se in un primo tempo sembrava prevalere la configurazione del canone come “tassa”, collegata alla fruizione del servizio, in seguito lo si è piuttosto riconosciuto come imposta, facendo leva sulla previsione legislativa dell’articolo 15, secondo comma, della legge n. 103 del 1975, secondo cui il canone è dovuto anche per la detenzione di apparecchi atti alla ricezione di programmi via cavo o provenienti dall’estero (sentenza n. 535 del 1988).
Sul piano costituzionale, ciò comporta che la legittimità dell’imposizione debba misurarsi non più in relazione alla possibilità effettiva per il singolo utente di usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo, al cui finanziamento il canone è destinato, ma sul presupposto della sua riconducibilità ad una manifestazione, ragionevolmente individuata, di capacità contributiva. Ed è sotto tale profilo che questa Corte, chiamata a pronunciarsi in riferimento all’articolo 53 della Costituzione, dichiarò non fondate le relative questioni, aventi ad oggetto gli articoli 1, 10 e 25 del regio decreto legge n. 246 del 1938, ritenendo che l’indice di capacità contributiva consistente nella mera detenzione di un apparecchio radiotelevisivo non potesse considerarsi irragionevole (ordinanze n. 219 e n. 499 del 1989)".
2007-01-10 20:41:33
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answer #1
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answered by ramon68 5
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La tassa di possesso per i TV, se ricordo bene, venne introdotta quando i radicali avevano deciso di non pagare il canone televisivo.
La finanza voleva multarli ma loro avevano dimostrato di aver messo i sigilli sui canali rai, per cui non usufruivano del servizio e per cui non erano tenuti a pagare!
Il governo di allora decise allora di togliere il canone e di trasformarlo in "tassa di possesso", per cui poco importava se non vedevi i canali rai, il solo avere l'apparecchio ti costringeva a pagare!
Era questo che volevi sapere?
2007-01-08 13:50:08
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answer #2
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answered by gatto_gattone 6
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