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volevo sapere se qualcuno di voi ha paura dei luoghi affollati e come avete superato o come affrontate questa paura. A me capita a periodi di avere questa paura, tipo in chiesa o ad un raduno qualsiasi affollato, mi viene voglia di scappare. Provo la stessa cosa quando devo stare al centro dell'attenzione, tipo se devo leggere in pubblico o parlare davanti a molte persone. Per favore rispondetemi solo se provate la mia stessa paura o se l'avete provata in passato, non rispondetemi ovvietà o idiozie tipo "vai da uno psicologo" o "non so come aiutarti". Grazie a tutti quelli che mi aiuteranno.

2006-12-27 04:36:19 · 9 risposte · inviata da pizzicatarantata 4 in Salute Salute mentale

9 risposte

solitamente ti succede quando sei sottoposto a lungo stress ma devi semplicemente superare questa fase, non farti travolgere, e soprattuto fatti aiutare dallo psicologo è importante io sono quasi 2 anni che non ho + questo problema (speriamo che duri)
auguri

2006-12-27 04:42:42 · answer #1 · answered by deviniati 2 · 0 1

Provo la stessa cosa, da quando sono nata, evito queste situazioni, puoi immaginare che ho visto pochissimi concerti in vita mia, evito queste situazioni perchè non riesco a respirare, l'ultima volta ero nella coda per salutare Giovanni Paolo II, però sono riuscita a fare 11 ore di fila.
Io mi sono abituata, cerco sempre di crearmi o trovare una via d'uscita, così quando voglio scappare, posso allontanarmi dalla folla e stare un pò sola.

2007-01-03 11:28:17 · answer #2 · answered by ღMiss Lillyღ 5 · 0 0

Una sera passeggiavo per un sentiero,
da una parte stava la città e sotto di me il fiordo.
Ero stanco e malato.
Mi fermai e guardai al di là del fiordo
- il sole stava tramontando -
le nuvole erano tinte di un rosso sangue.
Sentii un urlo attraversare la natura:
mi sembrò quasi di udirlo.
Dipinsi questo quadro,
dipinsi le nuvole come sangue vero.
I colori stavano urlando.

Edvard Munch

dipinto: Il grido (Munch 1893)

L'attacco di panico è una manifestazione d'ansia fortemente intensa, breve e transitoria, (generalmente dura solo qualche minuto) ma che causa, a chi la subisce, una notevole angoscia. Secondo il DSM-IV ( il manuale statistico psichiatrico) si ha la diagnosi di attacco di panico se sono presenti almeno 4 dei seguenti sintomi:

1) palpitazioni o tachicardia; 2) sudorazione; 3) tremori; 4) dispnea o sensazione di soffocamento; 5) sensazione di asfissia; 6) dolore al petto; 7) nausea o disturbi addominali; 8)sensazioni di sbandamento, instabilità o svenimento; 9) derealizzazione o depersonalizzazione; 10) paura di perdere il controllo o di impazzire; 11) paura di morire; 12)parestesie (sensazioni di torpore o formicolio); 13 brividi o vamapate di calore.

Se sono presenti meno di 4 sintomi durante l'attacco si parlerà di attacco paucisintomatico.

L'attacco di panico, a meno che non sia provocato da una situazione altamente stressante o di pericolo (come un naufragio ad esempio), arriva, almeno le prime volte, in maniera improvvisa e del tutto imprevista, come "un fulmine a ciel sereno". L'esperienza soggettiva riferita, piu' comunemente, è di stare sul punto di morire o di subire un infarto miocardico o un ictus cerebrale. Infatti quasi tutti quelli che subiscono il primo attacco si precipitano al pronto soccorso dell'ospedale o chiamano il proprio medico temendo il peggio. Ma puntualmente i primi accertamenti escludono qualsiasi tipo di patologia fisica.

Ed è proprio la presenza di questa intensa sintomatologia fisica che distingue l'attacco di panico da manifestazioni d'ansia anche forti. Infatti in quest'ultime emergono in primo piano aspetti emozionali e cognitivi ( apprensione, preoccupazione, tensione, ecc...) mentre la sintomatologia fisica è di sfondo. E, sopratutto, nella crisi d'ansia il soggetto attribuisce la sintomatologia fisica all'ansia stessa.

Come già detto, dopo il primo attacco la visita medica ed i primi esami rassicurano sulle proprie condizioni fisiche. Molti, dopo la sensazione di euforia per lo scampato pericolo, non accettano l'origine psicologica della sintomatologia fisica e ritengono che il medico possa essersi sbagliato. Si sottopongono, conseguentemente, a tutta una serie di esami clinici che escluderanno qualsiasi patologia organica.

Quando gli attacchi di panico si fanno inaspettati e ricorrenti, a cui fanno seguito, per un periodo non inferiore ad un mese, persistenti preoccupazioni di potere avere nuovi attacchi, con conseguente significative alterazioni del proprio comportamento, si parla di disturbo di panico. In poche parole è " la paura di aver paura". Nel prosieguo del tempo e degli attacchi è possibile che si diventi sensibili a luoghi o situazioni contestuali agli attachi di panico. Conseguentemente, si è tentati di evitare questi luogi o sitazioni ed addirittura si provi ansia al pensiero di doverle affrontare.Ciò può portare, secondo le statistiche, oltre un terzo dei casi a sviluppare un disturbo di panico con agorafobia, vale a dire con paura degli spazi aperti.

Vari sono i modelli eziopatogenetici dell'attacco e del disturbo di panico. Uno dei più esplicativi circa l'insorgenza di attacchi di panico associata a fattori cognitivi, ritengo sia il modello di Clark (1986). Secondo questo modello, il disturbo di panico è il risultato di interpretazioni "catastrofiche" di normali reazioni corporee. La costante attenzione su dati provenienti dal proprio corpo e dall'ambiente favorisce uno costante stato d'apprensione, per la minaccia incombente che si verifichi un'attacco. Questo stato contribuisce ad elevare il livello d'ansia, gettando il soggetto in un circolo vizioso del tipo:

sintomi somatici-cognitivi = interpretazione erronea = ansia

Subentrano poi almeno tre fattori di mantenimento di questa "trappola" psicofisiologica: l'attenzione selettiva riguardo alle sensazioni corporee, i comportamenti protettivi associati alla situazione ed i comportamenti di evitamento.mi dispiace dirtelo ma penso che ti sara utile contattareuno psicologo,vivo da 14 anni vicino una persona cosi ma che non accetta l'aiuto di nessuno,perche molto chiuso.Apri il tuo cuore a chi ne sa più di noi e che in un modo o nell'altro potrà darci almeno una mano per poter superare i vari ostacoli nella vita,che ritengo siano minori a quelli che non hai scelta!Ti abbraccio fortissimo e ti auguro con tutto il cuore di superrare questo stato d'animo e di guardare avanti con fiducia e sperare ad una vita migliore(anche seci dobbiamo illudere...)LA SPERANZA E ULTIMA A MORIRE E FINCHE C'è VITA C'è SPERANZA!AUGURI DI CUORE,è UN 2007 PIENO DI TANTA SALUTE,GIOIA,FELICITA E TUTTO QUELLO CHE TI DESIDERA IL CUORE!UN ABBRACCIO FORTISSIMO E UN BACIO.ALY

2006-12-30 09:41:56 · answer #3 · answered by ♥Alyaly♥ 6 · 0 0

E' una fobia che devi superare e vincerla....(sono stata chiara?)

2006-12-29 05:11:30 · answer #4 · answered by Luciana 7 · 0 1

AGORAFOBìA: agorà=piazza, fobia=paura. tuto dal greco, ovviamente, come ogni malattìa che si rispetti, come quasi tutte le fobìe, copre un'ansia profonda che può anche non aver nulla a che fare con la fobia che emerge al conscio, interessante il fatto che ti si presenti in maniera discontinua anche se deve essere stressante non sapere se e quando si potrà andare in un certo posto affollato e grande...

Il consiglio, fatti un po' di autoanalisi, cosa ti preoccupa, cosa ti crea ansia (non necessariamente nei luoghi pubblici o piazze) in genere?

2006-12-28 23:58:10 · answer #5 · answered by Anonymous · 0 1

io ho avuto il tuo stesso problema quando passavo un periodo di insicurezze. avevo timore a stare in mezzo alla gente (mi sfogavo anche con veri e propri attacchi di panico) o in luoghi affollati da cui non era facile fuggire. è una paura che, credimi, hanno quasi tutti e la percentuale di gente col tuo stesso problema ti stupirebbe, davvero. poi però a me è andata meglio una volta superato il mio periodaccio. intendiamoci, sto ancora estremamente a disagio in mezzo alle persone quando mi sento "in trappola o schiacciata", però già se c'è mio marito sto molto più tranquilla perchè penso che se mi sento poco bene lui mi porta via! comunque, una soluzione più logica sarebbe quella di stare sempre vicino alle uscite, tipo in chiesa o al cinema, ecc. e poi magari piano piano ti avvicini verso l'interno dei luoghi. in psicologia questo si chiama "abituarsi" alle situazioni che ci spaventano finchè l'abitudine non si sostituisce all'ansia. provaci, io credo che sia un metodo banale ma efficacissimo.

2006-12-27 17:58:49 · answer #6 · answered by daniela18385 3 · 0 1

ciao io ho lo stesso problema tuo ed è bruttissimo mi trovo a disagio in metro , all'uni , e in qualsiasi altra zona frequentata da più persone ed in + sudo parekkio al viso sempre anke qnd fa freddo e quando mi trovo in luoghi affollati è come se sentissi tutti gli okki addosso e il disagio aumenta ...... provo la tua stessa paura ........sxiamo di superarla , ti mando un bacio!

2006-12-27 04:56:45 · answer #7 · answered by roberta 2 · 0 1

quando c'è troppa gente a me aiuta chiudere un attimo gli occhi e fare un profondo respiro, per quando parlo davanti a molte persone, mi aiuta giocherellare con il mio braccialetto, così sfogo un po' della mia tensione, o cercare lo sguardo di qualche amico e sorridergli.

2006-12-27 04:54:27 · answer #8 · answered by bridget88 5 · 0 1

sono per ridurre:
un centinaio tra deputati e senatori basta e avanza

2006-12-27 04:38:49 · answer #9 · answered by tantragupta 6 · 0 5

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