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Istanbul è una città ricca di fascino e di mistero, una metropoli che si estende tra il continente europeo e quello asiatico, divisa dal suggestivo Stretto del Bosforo.Vista da sembra un continuo susseguirsi di grandi cupole di chiese cristiane, come quella della bellissima Aya Sofya, o di meravigliose moschee, come la famosa Moschea Blu.È una città unica nel suo genere, con un sacco di cose da visitare e da fare .
2016-12-16 10:08:27
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answer #2
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answered by Anonymous
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Impero ottomano Organismo statale governato dalla dinastia turca ottomana a partire dall’inizio del XIV secolo fino al 1922. Il centro dell’impero, che nel periodo di massimo splendore abbracciava tre continenti, era la Turchia, il suo limite settentrionale l’Ungheria, il limite meridionale Aden, quello occidentale l’Algeria e quello orientale il confine con l’Iran. Attraverso il vassallo Regno di Crimea, il potere ottomano si estendeva anche all’Ucraina e alla Russia meridionale. Eponimo della dinastia ottomana è Osman, un guerriero turco musulmano.
2 La formazione dell’impero
Nucleo dell’impero fu un piccolo regno dell’Anatolia nordoccidentale, sorto come tanti altri dalle rovine del regno selgiuchide di Rum. Gli storici hanno opinioni differenti riguardo all’importanza delle due caratteristiche principali dell’impero ottomano, ovvero la tradizione tribale dei guerrieri turco-mongoli e l’influenza dell’Islam: in quest’ultimo caso in merito al processo di espansione dell’impero ottomano si è sottolineato il richiamo esercitato sui ghazi (coloro che combattono la guerra santa, o jihad), che si unirono agli ottomani impegnati nella lotta contro l’impero bizantino.
Combattimenti continui e proficue alleanze contribuirono al successo degli ottomani. Nel 1326 presero Bursa e ne fecero la capitale del regno; nel 1338 cacciarono i bizantini dall’Anatolia ed estesero il proprio dominio a sud e a oriente a spese di altri principati turchi. Nel 1354 conquistarono Ankara (Anatolia centrale), e invasero Gallipoli (Gelibolu, sulla costa europea dello stretto dei Dardanelli), da cui procedettero all’occupazione dell’Europa sudorientale. Nel 1361 presero Adrianópolis (l’attuale Edirne), che elessero a nuova capitale.
Nel 1389, sconfitti i serbi nella battaglia del Kosovo, gli ottomani di Murad I invasero la Tracia, la Macedonia e gran parte della Bulgaria e della Serbia. Nel 1402 subirono l’invasione del mongolo Tamerlano, che sconfisse il sultano Bayazid I vicino ad Ankara, ma in seguito riuscirono a ristabilire il controllo sull’impero e ad accrescere ulteriormente i domini sotto Maometto I e Murad II.
Nel 1453 il sultano Maometto II conquistò Costantinopoli (l’odierna Istanbul), e ne fece la capitale definitiva dell’impero. Il XVI secolo fu un periodo di ulteriori conquiste: il sultano ottomano Selim I sconfisse i Safavidi della Persia a Chardiran nel 1514, occupò l’Anatolia orientale e annetté l’Egitto e la Siria, sottraendoli ai Mamelucchi (1516-17), e conquistando anche località arabe sacre ai musulmani e porti commerciali sul Mar Rosso e sull’oceano Indiano.
Solimano il Magnifico, figlio e successore di Selim I, è considerato il più grande dei sovrani ottomani. Durante il suo regno l’Iraq entrò a far parte dell’impero (1534), e il dominio ottomano si estese al Mediterraneo orientale e, attraverso l’annessione di Algeri e le incursioni dei corsari, al Mediterraneo occidentale. Solimano penetrò anche in Europa: prese Belgrado (1521) e sconfisse gli ungheresi nella battaglia di Mohács (1526), ma a causa dell’intervento di Carlo V non ebbe esito l’assedio di Vienna (1529).
3 La società e le istituzioni ottomane
L’organizzazione militare era uno dei capisaldi dell’impero ottomano, spesso impegnato in imprese guerresche, e l’esercito ricopriva quindi un ruolo rilevante. Le prime forze ottomane erano costituite dalla cavalleria turca (sipahi), retribuita con concessioni governative a riscuotere tributi provenienti da terre coltivate (timar), e ciò significava che più l’impero si espandeva maggiore era il reddito di tali milizie. La cavalleria leggera si rivelò tuttavia insufficiente e, a partire dalla metà del XIV secolo, furono reclutati mercenari, schiavi e prigionieri di guerra. Nel XV secolo gli ottomani imposero il servizio militare obbligatorio ai giovani cristiani dei Balcani (devshirme), e tra queste nuove milizie (kapikulli), emerse il corpo di fanteria dei giannizzeri.
L’amministrazione ottomana fu strutturata in base alle necessità dell’esercito e fu per un certo periodo molto efficiente. L’amministrazione provinciale era organizzata in distretti militari gestiti da ufficiali il cui compito principale era la riscossione dei tributi. L’amministrazione centrale si occupava principalmente degli approvvigionamenti e delle paghe dei militari. Strade e ponti venivano costruiti essenzialmente allo scopo di facilitare gli spostamenti delle truppe. Il potere statale veniva esercitato dalla famiglia estesa del sultano, dai dipartimenti governativi facenti capo al gran visir, che sostituiva il sultano negli affari di stato, e dalle istituzioni musulmane gestite da religiosi che si occupavano del sistema scolastico e legislativo.
Prima del XVII secolo i sudditi musulmani servivano principalmente nella cavalleria e nelle istituzioni musulmane, mentre nel resto dell’amministrazione e dell’esercito prestavano servizio i cristiani convertiti all’Islam. La loro condizione era quella di schiavi del sultano, sebbene il termine “schiavo” avesse una connotazione diversa da quella assunta in Occidente. Gli europei di quel tempo consideravano peculiari alcuni tratti dell’impero ottomano, tra i quali si distinguevano l’assenza di un’aristocrazia e il sistema meritocratico e di fedeltà incondizionata al sultano.
La lingua dell’amministrazione era il turco ottomano, la cui grammatica era turca, il vocabolario prevalentemente arabo e la grafia araba. La maggior parte delle funzioni esercitate dallo stato erano affidate a istituzioni non governative. La popolazione dell’impero era molto eterogenea dal punto di vista linguistico, culturale e religioso. Nelle province europee vivevano cristiani ortodossi che avevano accettato la dominazione ottomana in quanto meno onerosa di quella del Sacro romano impero. In Tracia, Macedonia, Bulgaria e Albania vi erano numerosi insediamenti musulmani e la Bosnia si convertì del tutto all’Islam. In alcune città i musulmani costituivano la maggior parte degli abitanti; nelle province dell’Asia era il contrario: la maggioranza della popolazione era musulmana, ma le città erano abitate prevalentemente da cristiani. I greci ortodossi erano presenti anche nell’Anatolia occidentale e in quella orientale vi erano armeni; in Siria e in Egitto vivevano molti cristiani.
Dal punto di vista economico la popolazione era raggruppata in tribù nei villaggi e in corporazioni nelle città. La maggior parte dei sudditi dell’impero viveva nei villaggi e molti conducevano vita nomade o seminomade; erano organizzati in comunità religiose (in seguito dette millet), e molti musulmani facevano parte di confraternite sufi. Il potere centrale lasciava molta autonomia ai capi delle varie comunità, i quali esercitavano perciò funzione di mediatori tra il governo e la popolazione. I grandi proprietari terrieri e i capi delle tribù avevano la stessa facoltà e fu perciò loro attribuito il titolo di notabili (a’yan).
Durante i primi tre secoli della sua esistenza, l’impero ottomano godette di un periodo di splendore anche culturale, rispecchiato nello sviluppo di musica, letteratura, storia, geografia, poesia, pittura e architettura, di cui il più pregevole esempio è la moschea di Solimano a Istanbul, costruita da Sinan, architetto attivo alla corte del sovrano ottomano.
4 Il declino dell’impero
Nel corso del XVII secolo l’impero ottomano non estese ulteriormente i propri confini e verso la fine del secolo subì anzi una serie di sconfitte, fallendo per la seconda volta la conquista di Vienna (1683), e perdendo più volte contro la Russia (vedi Guerre russo-turche), che riuscì così a espandere la propria influenza nei Balcani. Al tempo del trattato di Iaşi (1792), che pose fine al conflitto russo-turco del 1787, gli ottomani avevano ormai perso i territori a nord del Danubio, la Crimea e la regione tra il Dnestr e la Russia.
Per quanto concerne il resto dell’impero, il potere era nelle mani di sovrani locali più o meno autonomi. La reazione al declino fu duplice: alcuni diedero la colpa alle istituzioni ottomane, e in particolare all’esercito, e proposero un ritorno alle tradizioni passate; altri, esponenti principalmente della burocrazia civile, attribuirono la crisi dell’impero all’accresciuta potenza militare degli stati europei e ritennero opportuno operare un cambiamento dello stato sul modello occidentale. Durante il regno di Mahmud II quest’ultimo gruppo si impose e dette avvio a un movimento di riforma, ma ben presto emerse l’impossibilità di effettuare un’opera di rinnovamento sul piano militare senza operare analoghi interventi a livello governativo e sociale.
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2006-12-18 10:03:51
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answer #3
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answered by annapaola 5
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Spero ke qst ti sia d'aiuto:
Organismo statale governato dalla dinastia turca ottomana a partire dall'inizio del XIV secolo fino al 1922. Il centro dell'impero, che nel periodo di massimo splendore abbracciava tre continenti, era la Turchia, il suo limite settentrionale l'Ungheria, il limite meridionale Aden, quello occidentale l'Algeria e quello orientale il confine con l'Iran. Attraverso il vassallo regno di Crimea, il potere ottomano si estendeva anche all'Ucraina e alla Russia meridionale. Eponimo della dinastia ottomana è Osman, un guerriero turco musulmano.
Combattimenti continui e proficue alleanze contribuirono al successo degli ottomani. Attorno al 1325 presero Bursa e ne fecero la capitale del regno; nel 1338 cacciarono i bizantini dall'Anatolia ed estesero il proprio dominio a sud e a oriente a spese di altri principati turchi. Nel 1354 conquistarono Ankara (Anatolia centrale), e invasero Gallipoli (Gelibolu, sulla costa europea dello stretto dei Dardanelli), da cui procedettero all'occupazione dell'Europa sudorientale. Nel 1361 presero Adrianópolis (l'attuale Edirne), che elessero a nuova capitale. Nel 1389, sconfitti i serbi nella battaglia del Kosovo, gli ottomani di Murad I invasero la Tracia, la Macedonia e gran parte della Bulgaria e della Serbia. Nel 1402 subirono l'invasione del mongolo Tamerlano, che sconfisse il sultano Bayazid I vicino ad Ankara, ma in seguito riuscirono a ristabilire il controllo sull'impero e ad accrescere ulteriormente i domini sotto Maometto I e Murad II.
Nel 1453 il sultano Maometto II conquistò Costantinopoli (l'odierna Istanbul), e ne fece la capitale definitiva dell'impero. Il XVI secolo fu un periodo di ulteriori conquiste: il sultano ottomano Selim I sconfisse i Safavidi della Persia a Chardiran nel 1514, occupò l'Anatolia orientale e annetté l'Egitto e la Siria, sottraendoli ai Mamelucchi (1516-17), e conquistando anche località arabe sacre ai musulmani e porti commerciali sul Mar Rosso e sull'oceano Indiano.
Solimano il Magnifico, figlio e successore di Selim I, è considerato il più grande dei sovrani ottomani. Durante il suo regno l'Iraq entrò a far parte dell'impero (1534), e il dominio ottomano si estese al Mediterraneo orientale e, attraverso l'annessione di Algeri e le incursioni dei corsari, al Mediterraneo occidentale. Solimano penetrò anche in Europa: prese Belgrado (1521) e sconfisse gli ungheresi nella battaglia di Mohács (1526), ma a causa dell’intervento di Carlo V non ebbe esito l'assedio di Vienna (1529).
2006-12-18 04:53:59
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answer #4
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answered by I'm I 2
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