INFEZIONI DA CYTOMEGALOVIRUS (CMV)
Il citomegalovirus, il più grande virus della famiglia degli herpesvirus, è ubiquitario, altamente specie-specifico e riconosce l’uomo come unico ospite.
Il suo ciclo replicativo è diviso in tre fasi: molto precoce, precoce e tardiva. L’infezione da CMV è endemica in tutto il mondo. La prevalenza degli anticorpi aumenta con l’età con differenze legate in massima parte alle condizioni socioeconomiche, all’area geografica ed alla razza; in genere la prevalenza di sieropositività (cioè la presenza di anticorpi specifici) è maggiore nei paesi in via di sviluppo e nei ceti a più basso livello socioeconomico. In considerazione di questi fattori la percentuale di sieropositività tra le donne in età fertile varia dal 50-85% nei paesi più sviluppati, mentre è >90% nei paesi ad alta densità di popolazione e basso livello socioeconomico. Un’altra condizione a rischio aumentato di contagio è rappresentata dalla presenza in casa di bambini o dal lavoro in comunità infantili.
Materiali che possono contagiare sono urine, secrezioni orofaringee, vaginali e cervicali, latte materno, lacrime e sangue. Si ha un’infezione primaria al primo contatto con il virus, mentre l’infezione ricorrente si verifica in soggetti già infettati o per riattivazione di ceppi endogeni latenti o per reinfezione con un nuovo ceppo.
Trasmissione materno-fetale
Il CMV costituisce la più frequente causa di infezione congenita del neonato.
La sua incidenza varia dallo 0.2 al 2.5%; negli USA si calcola un’incidenza di infezione dell’1%, corrispondente a 40.000 casi/anno. In Italia una stima approssimativa indicherebbe un’incidenza di 1.000 casi/anno.
L’infezione congenita può essere la conseguenza sia di un’infezione primaria che di un’infezione ricorrente, tuttavia la trasmissione verticale conseguente ad infezione primaria è molto più frequente (40-50%) di quella conseguente ad infezione ricorrente (<1%) e comporta rischi di gran lunga superiori di danno feto-neonatale. Si ha inoltre un ulteriore 3-5% di casi di infezione conseguente a trasmissione perinatale, più in particolare l’infezione si verifica nel 25-50% dei neonati che vengono in contatto con le secrezioni vaginali infette al momento del parto e nel 30% dei nati da madre infetta allattati al seno.
Quadro clinico
Infezione congenita asintomatica
Il 90% dei neonati con infezione congenita da CMV sono asintomatici alla nascita, tuttavia di questi il 10-15% presenterà sequele a distanza. Tra le sequele più importanti ricordiamo la sordità neurosensioriale che può essere moderata o grave spesso è bilaterale. E’ importante ricordare che la sordità può comparire dopo il primo anno di vita e che frequentemente presenta un andamento progressivo.
Infezione congenita sintomatica
Il rischio di infezione sintomatica è tanto maggiore, quanto più è precoce la malattia materna in corso di gravidanza.
Frequentemente si ha iposviluppo endouterino e prematurità, altrettanto frequenti sono microcefalia e calcificazioni endocraniche. Alla nascita è presente epatomegalia con alterazione degli indici di funzionalità epatica, si può associare splenomegalia, che spesso persiste più a lungo. In genere alla nascita è presente piastrinopenia con petecchie e porpora, che persiste anche per settimane. La metà dei bambini sintomatici alla nascita presenterà sordità, il 70% microcefalia, il 61% deficit mentale, il 35% problemi neuromuscolari, il 22% corioretinite o atrofia ottica, 1% calcificazioni celebrali che quando presenti si accompagnano a ritardo mentale ed occasionalmente ad idrocefalo, difetti nella dentizione e carie nel 40%.
Infezione perinatale
Si può avere un’infezione da CMV contratta in epoca perinatale o per contagio al parto nel passaggio dal canale vaginale nel caso in cui la madre elimini il virus o attraverso l’allattamento materno o a causa di una trasfusione.
Diagnosi
Diagnosi neonatale
La presenza di un’infezione da CMV va indagata in tutti i neonati che presentino iposviluppo fetale e segni clinici compatibili con un’infezione da CMV.
Le indagini sierologiche, se pure indispensabili come metodica di screening, sono scarsamente affidabili in epoca neonatale: la ricerca dlle IgM, le sole che permettano una diagnosi di certezza del neonato, spesso risulta negativa anche in corso di infezione, in particolare se recente, per cui nei casi sospetti è comunque sempre necessario approfondire la diagnosi.
Attualmente sono disponibili tecniche rapide di rilevamento diretto del virus di tipo morfologico, immunocitochimico e più recentemente di biologia molecolare mediante impegno di sonde a DNA o mediante reazione di polimerizzazione a catena (PCR). Le tecniche di biologia molecolare sono sempre state in grado di rilevare la presenza del virus in quanto ne identificano direttamente il DNA. Un’altra tecnica di recente impiego consiste nella ricerca diretta degli antigeni vitali mediante l’impiego di anticorpi monoclonati. Attualmente sono 2 i più importanti antigeni che possono essere identificati per la diagnosi di infezione da CMV: la pp 72 e la pp 65.
L’importanza di questa tecnica consiste nel permettere il rilevamento dell’infezione a stadi molto precoci.
Diagnosi di infezione fetale
L’ecografia rappresenta la metodologia di screening di primo livello; i segni che inducono a sospettare un’infezione da CMV sono rappresentati da: microcefalia, dilatazione ventricoli celebrali, calcificazioni periventricolari o lesioni cistiche, inoltre ritardo della crescita, oligo o polidramnios, lesioni epatiche, segni di idrope con versamenti pleurici o pericarditi, che in alcuni casi si sono mostrati reversibili.
Tuttavia tutti questi segni possono essere associati ad infezioni da CMV, ma non permettono di farne diagnosi di certezza. A questo fine è necessario eseguire amniocentesi. Sul liquido amniotico si può ricercare, con la tecnica della ibridazione o con la PCR, il DNA virale, la cui presenza permette di porre diagnosi di certezza.
Terapia e prevenzione
A differenza degli altri herpesvirus il CMV non è sensibile all’azione dell’acyclovir. Solo recentemente è stato introdotto, anche in campo neonatale, l’impiego del gancyclovir, farmaco già ampiamente sperimentato nell’adulto.
Certamente l’efficacia di questo, come di altri farmaci antivirali, è minima nei confronti delle lesioni già presenti alla nascita: tuttavia non essendo noti al momento attuale i meccanismi per i quali forme asintomatiche alla nascita, possono a distanza presentare dei sintomi, non è esclusa una possibile utilità del farmaco anche nelle forme asintomatiche. Un farmaco alternativo al gancyclovir, con il medesimo meccanismo d’azione, è il foscarnet.
L’impiego di immunoglobuline specifiche è stato ampiamente segnalato nella profilassi dell’infezione da CMV in soggetti immunodepressi o trapiantati; sono in corso studi sul loro possibile impiego nel neonato. Strategie preventive nei confronti della trasmissione verticale del CMV non sono attualmente praticabili: si possono informare le donne in gravidanza del rischio e delle misure igieniche che possono essere prese in situazioni particolari come lavoro in comunità infantili o convivenza con bambini piccoli che possono eliminare il virus.
La ricerca di un’infezione da CMV in gravidanza va effettuata in casi selezionati (riscontro a livello fetale di microcefalia, idrocefalia, lesioni cistiche/necrotiche a livello della placenta, del cervello o del fegato, di oligoidramnios o di ritardo della crescita endouterina); in questi casi l’esclusione di una infezione da CMV può indirizzare verso altre infezioni (es. toxoplasmosi) più facilmente trattabili.
2006-12-11 01:41:41
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answer #1
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answered by alifib 3
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facile fare copia- incolla, visto che ho l'esame di patologia ti dico quello che mi ricordo.
fa parte della famiglia dei virus erpetici e ha tropismo per le cellule linfotrope, questo vuol dire che una volta che c'è stata l'infezione primaria il virus rimane fermo e silenzioso in queste cellule (soprattutto nei linfociti) fino alla riattivazione. è un virus molto comune e oltre il 70% della popolazione ne è infetta, magari senza saperlo. la trasmissione avviene tramite i fluidi biologici, i rapporti sessuali e come ti han detto per via materno-fetale. è presente nella saliva, urine, ma anche latte e lacrime.
l'infezione primaria nel 90% dei casi è asintomatica, cioè non ti accorgi di aver contratto il virus. può succedere di avere un po di febbre, malessere generale, stanchezza, magari i linfonodi un po ingrossati come è successo a me. questo accade dopo un periodo di incubazione di 4-8 settimane. la riattivazione del virus è estremamente rara se si escludono i pazienti affetti da hiv e in generale immunodepressi.
in pratica è un virus (quasi) innoquo,difficilmente ti accorgi di averlo, e se te lo prendi una volta passato il malessere difficilmente si riattiverà ma resterà li a dormire tranquillo. per prenderlo è sufficiente che bevi dal bicchiere del tuo amico che è in fase attiva (ossia contagioso durante l'infezione primaria), perchè si trasmette appunto con la saliva...
spero di esserti stata di aiuto e scusa per le parole spiccie...
baci
Eli
2006-12-11 10:36:07
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answer #2
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answered by Ladyswan 5
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Caspita tutti (o quasi tranne la simpatica Pulcina) DOTTORI del copia e incolla...
Ma forse chi usa answers è anche capace di cercarsi le info da se sul web, no?
Magari cerca un risposta breve e chiara .. e magari meno asettica di un copia e incolla, no?
Meditate gente meditate.....
Ciauz
2006-12-11 23:38:01
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answer #3
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answered by Anonymous
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2016-08-23 03:05:12
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answer #4
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answered by ? 3
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Che cos’è il citomegalovirus.
Il citomegalovirus (CMV) è un virus, cioè un piccolissimo organismo che entra in alcuni tipi di cellule del nostro organismo dentro le quali si replica in modo parassitario e le porta a morte. Da ogni cellula infettato escono centinaia di CMV uguali a quello che le ha infettate. Come tutti i virus, anche CMV non si vede ad occhio nudo, ma solo al microscopio elettronico. Appartiene, alla stessa famiglia di virus ai quali appartiene anche il virus della varicella, quello della mononucleosi infettiva (virus di Epstein Barr), quello dell'herpes labiale e genitale.
Dove si trova il citomegalovirus ?
Il citomegalovirus infetta solo gli esseri umani. Durante l'infezione, anche in assenza di sintomi, come frequentemente succede, il virus si trova in uno o più dei seguenti materiali organici: le secrezioni oro-faringee, l'urina, le secrezioni cervicali e vaginali, lo sperma, il latte materno, le lacrime, le feci, il sangue.
Come si trasmette ?
La trasmissione avviene per contatto diretto tra una persona infetta e un ricevente oppure (più raramente) indiretto, cioè mediato dall'uso di oggetti (ad esempio l'utilizzo dello stesso bicchiere o dello stesso spazzolino da denti). La propagazione dell'infezione è favorita dal fatto che il virus viene eliminato per periodi molto lunghi e dal fatto che la maggior parte delle infezioni decorre in modo asintomatico, compatibile, quindi, con una normale vita di relazione del soggetto infetto.
L'infezione cosa causa?
Se il soggetto infetto è immunocompetente, cioè ha un sistema immunitario che risponde correttamente alle aggressioni, l'infezione di norma decorre in modo asintomatico o con sintomi modesti, quali febbricola persistente, mialgia, adenomegalia. Al contrario molte infezioni si traducono in vere proprie malattie (polmonite, epatite, ecc.) se i soggetti infetti hanno ridotte difese immunitarie. Questi includono i soggetti sottoposti a trapianto d'organo e di midollo, i soggetti coinfettati da Hiv, i pazienti con patologie neoplastiche, ma anche individui debilitati, anziani, neonati prematuri. Le donne in gravidanza per il fatto di essere immunocompetenti, ma lievemente e temporaneamente inmunodepresse grazie alla produzione, da parte della placenta, di sostanze ad effetto immunosoppressore si trovano in una situazione particolare.
La latenza: il virus non abbandona l'ospite.
Una volta cessata l'infezione attiva, CMV come gli altri virus erpetici non abbandona definitivamente l'organismo, evento che, invece, è la norma nella maggior parte delle infezione virali, ma si stabilisce in forma "latente" in alcune sedi cellulari. I monociti del sangue periferico, l'epitelio dei tubuli renali e l'epitelio delle ghiandole salivari. Da queste sedi il virus è pronto a riprendere l'attività qualora le difese dell'organismo scendano sotto una soglia, che al momento non e quantizzabile.
Alcuni dati epidemiologici sulla frequenza della infezione da CMV in gravidanza.
CMV è la causa maggiore di infezioni congenite, qualora contratto durante la gravidanza. Fattori di rischio sono una giovane età della madre, la promiscuità sessuale, la scarsa igiene, il contatto prolungato con bambini piccoli. Molto più frequenti sono le infezioni contratte in presenza di un certo grado di protezione derivante da una infezione precedente.
Le infezioni congenite.
Si definiscono congenite quelle infezioni che la madre trasmette al feto durante la gravidanza e, di solito, sono tanto più gravi quanto più precocemente vengono trasmesse. La trasmissione avviene per via transplacentare, cioè dal sangue materno il virus infetta la placenta, si replica in essa, fino ad arrivare a contatto con il circolo fetale. Solo il 10-15% dei neonati infettati viene alla luce con sintomatologia evidente, ma un ulteriore 10-15% andrà incontro a sequele tardive. In generale circa 1 neonato su tremila presenta o presenterà segni clinicamente rilevanti di infezione da CMV.
La diagnosi di laboratorio: che cos'è.
La diagnosi di laboratorio consiste in una serie di esami che non vengono eseguiti sul paziente, ma in un laboratorio su materiali prelevati dal paziente e che hanno come scopo quello di capire se nell'individuo, dal quale i materiali provengono, è in corso una infezione.
Che cosa è la diagnosi prenatale.
La diagnosi prenatale di infezione da CMV consiste nella ricerca del virus direttamente nel liquido amniotico prelevato mediante amniocentesi tra la ventunesima e la ventitreesima settimana di gravidanza. Questa epoca gestazionale è scelta per due motivi:
1) in letteratura sono descritti casi di risultati falso-negativi ottenuti con l'esame condotto prima della ventesima settimana in quanto il virus viene eliminato nel liquido amniotico dal rene fetale attraverso l'urina e solo dopo tale epoca gestazionale si ha una diuresi fetale giornaliera consistente.
2) poiché dal momento della trasmissione del virus dalla madre al feto al momento della eliminazione del virus con l'urina fetale possono passare 6-9 settimane, è bene coprire il periodo più rischioso della gravidanza, cioè i primi tre mesi (12 settimane + 6-9 settimane).
Perché sottoporsi alla diagnosi prenatale.
a) Nel 70% circa dei casi il risultato darà esito negativo e scoraggerà eventuali interruzioni.
b) Nel 30% circa dei casi il risultato darà esito positivo, ma solo in un terzo di essi si evidenzierà un elevato rischio per il feto.
Le donne in questa condizione:
Verranno seguite con particolare attenzione.
Verrà a loro data la possibilità di interrompere la gravidanza.
Non si esclude che in un prossimo futuro possono essere trattate farmacologicamente come già si fa, con successo, per le infezioni congenite da Toxoplasma o immunologicamente come già fatto in un caso giapponese pubblicato recentemente nella letteratura internazionale.
Avranno neonati controllati molto accuratamente e seguiti per i primi anni di vita.
Alcuni consigli alle donne gravide che hanno contratto l'infezione primaria da CMV.
Non lasciarsi prendere dal panico. In generale il rischio che il feto corre è molto basso e dopo anni di studi e ricerca siamo ancora in grado di evidenziare quali sono le gravidanze a maggior rischio.
Seguire attentamente le indicazioni che vengono date e rispettare i tempi suggeriti per i vari accertamenti.
Alcuni consigli alle donne gravide sieronegative per evitare di contrarre l'infezione primaria da CMV.
Usare la massima attenzione nel contatto diretto con qualunque materiale organico. Se possibile, evitarlo.
Evitare il più possibile il contatto stretto e giornaliero con bambini in età pre-scolare.
Lavarsi le mani molto spesso e con estrema cura.
2006-12-11 05:37:33
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answer #5
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answered by eleonora 5
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Il citomegalovirus, il più grande virus della famiglia degli herpesvirus, è ubiquitario, altamente specie-specifico e riconosce l’uomo come unico ospite:
http://www.gravidanzaonline.it/malattie/citomegalovirus.html
2006-12-11 01:41:50
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answer #6
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answered by paperino 6
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