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13 risposte

sei apprensiva come mia moglie, anche nostra figlia aveva lo stesso vizio, poi un giorno se ne è uscita dicendo "voglio la palla rossa che è sul tavolo". perciò non aver fretta, alcuni bimbi sono pigri

2006-11-30 03:54:25 · answer #1 · answered by Anonymous · 4 1

è naturale, tranquillo. mia sorella a 2 anni diceva "a-aa" al posto di mamma!!

la bimba deve sentire parlare intorno a sé, se no nn arricchisce il suo vocabolario. l'unico metodo è parlare, parlare e parlare. se state tutti zitti, lei non può capire altre parole.

2006-11-30 03:56:14 · answer #2 · answered by Jul's mind 6 · 2 1

Io ho iniziato a parlare molto tardi. Mio padre rimpiange ancora quei tempi ... Se il pediatra non dice nulla non credo tu debba angosciarti.
1 bacio alla tua cucciola!

2006-11-30 03:55:25 · answer #3 · answered by milka16 6 · 3 2

non devi sbloccare nulla, ogni bimbo ha i suoi tempi, non preoccuparti, quando comincerà non si fermerà più-
Auguri
Giò

2006-11-30 03:54:29 · answer #4 · answered by ?????? 7 · 2 1

Concordo con chi dice di aver pazienza , consiglio di parlare alla bimba in modo chiaro senza usare nomignoli e abbrevativi ... comodi per comunicare ma che impigriscono i frugoletti .... se la difficoltà di esprimersi dovesse prolungsarsi per troppo tempo diventando un disturbo del linguaggio .... consulta un logopedista e non preoccuparti che non è nulla di grave ...generalmente il recupero è assicurato.

2006-11-30 22:45:57 · answer #5 · answered by Anonymous · 0 0

Bisogna avere l’atteggiamento mentale giusto. Non possiamo forzare nessuno alla comunicazione tanto meno un bambino.
Le persone imparano a parlare solo quando vogliono e non quando qualcuno glielo impone; diamo al bambino il tempo di decidere di esprimersi e lo spazio necessario per farlo.
Dobbiamo saper aspettare, osservare e soprattutto ascoltare, stare in attesa ma non anticipare i bisogni del bambino,
anche se immaginiamo le sue necessità aspettiamo che
sia lui a fare il primo passo che non dovrà necessariamente essere una parola o una frase compiuta.
Dobbiamo avere le giuste aspettative e non attenderci cose
che il bimbo non può fare.
Il primo passo è un’intenzione comunicativa che prende forma
in un atto comunicativo a seconda del livello del bimbo.
Quindi, se il bimbo non parla ci accontenteremo di un gesto,
se emette pochi suoni ci aspetteremo un suono o un gesto accompagnato dal suono. Se è in grado di utilizzare le parole aspetteremo quelle e via dicendo.
Dobbiamo stimolare ma non testare il bambino.
Una volta capito il livello del bimbo e le cose che possiamo
fare per lui, sarà bene “dimenticarsi” che ha una difficoltà. Concentriamoci sul rapporto, stiamo insieme, giochiamo offrendo l’opportuna stimolazione ma non testiamo in continuazione il livello cui è arrivato.
Ricordiamoci sempre che i bambini sentono l’altro e
capiscono se è interessato a “come fa le cose” piuttosto che a “cosa fa”. Mettiamo l’accento sui contenuti non sulla forma.
Fattori generali che facilitano
Attirate l’ attenzione del bambino prima di rivolgersi a lui;
se non ci guarda richiamiamolo per essere sicuri che ci stia ascoltando. Non dire mai “ hai detto male”, “dillo bene” “ripeti,
il bambino ne soffrirà , forse perderà il desiderio di prendere l’iniziativa ed, inoltre, i suoi errori saranno rafforzati.
Collochiamoci fisicamente al livello del bambino, non dobbiamo avere paura di sederci per terra con lui; collocandoci al suo livello potremo utilizzare maggiormente l’espressione non verbale là dove non arriva il linguaggio verbale.
Consideriamolo un appiglio a cui possiamo agganciarci
per mandare avanti la comunicazione e per non rischiare di “mancare il colpo”.
Inoltre il bambino inizierà a capire che siamo
veramente interessati a lui e forse ci sentirà più vicini.
Collochiamoci verbalmente al livello del bambino, utilizziamo frasi semplici, ridondanti modulando il tono della voce.
Pensiamo alla situazione in cui noi ci potremmo trovare se fossimo in un paese straniero; pensiamo a qualcuno che arriva
e comincia a parlarci nella sua lingua utilizzando frasi lunghe, complesse con termini non frequenti!
Dopo un po’ non ci rimarrà che tentare di evitare lo scambio;
se proprio siamo dei grandi comunicatori insisteremmo cercando una nuova forma di comunicazione.
Pensiamo invece al nostro stato d’animo se quella stessa persona usasse frasi semplici, brevi e non si stancasse di ripetercele; se accompagnasse la sua produzione con segni
non verbali per aiutarci a comprendere.
Immaginiamo il sollievo che proveremmo! Il bambino con "problemi di linguaggio" si trova un po’ nella stessa situazione, con la differenza che, essendo piccolo,
ha molti meno strumenti da utilizzare.
Un aiuto pratico per spronare il bambino a “lanciare la palla“
Inseriamoci al momento giusto, non avviamo una comunicazione se stiamo uscendo di fretta o dobbiamo
fare un’altra cosa; stimoliamola quando sappiamo
che non dovremo interromperci.
Diamogli il tempo di esprimersi
In qualsiasi situazione ci troviamo non “sommergiamo”
il bambino di parole. Aspettiamo che lui dica la sua e
diamogli il tempo per farlo.
Rispondiamo immediatamente alla comunicazione fattaci e
non facciamo finta di non aver sentito quando questo “ci fa comodo”. Utilizziamo frasi semplici e ridondanti modulando
il tono della voce. Non stanchiamoci mai di ripetere le stesse cose. I bambini cercano regolarità ed hanno bisogno di eventi che si ripetono. Pensiamo a quei bimbi che ci chiedono di raccontare sempre le stesse storie e non si stancano mai di ascoltarle. Hanno bisogno di questo per poter fare una analisi sempre più profonda dello stimolo proposto e ricavare le regolarità. Proprio come quando noi vediamo un film o
leggiamo un libro per la seconda volta cogliendo
nuovi significati che ci erano sfuggiti la prima volta.
Se proprio non “lancia la palla” creiamo noi delle situazioni
che lo spronino a farlo
Stimoliamo l’emergere del linguaggio nel quotidiano. Verbalizziamo ad esempio quello che si sta’ per fare:
“Ora usciamo, poi andiamo a prendere il gelato ecc”;
sfruttiamo le routine quotidiane accompagnandole
col linguaggio e aspettiamo che il bimbo si inserisca.
Ad esempio quando lo aiutiamo a lavarsi accompagniamo questa attività con una canzoncina in cui inseriamo i nomi
delle parti del corpo in una struttura sintattica semplice
che ripetiamo come una filastrocca.
Raccontiamo noi per primi
Se vogliamo che il nostro bambino ci racconti e condivida
con noi le sue esperienze dobbiamo noi per primi metterci
in gioco. Prendiamo l’abitudine di raccontare quello che
abbiamo fatto e di commentare quello che stiamo facendo.
Raccontiamo quotidianamente delle storie al bimbo o
sfogliamo dei libri illustrati favorendo il turno e
la produzione del bambino proprio come
nell’esempio precedentemente descritto.
Organizziamo delle situazioni in cui il bambino è costretto
a chiedere. Qualche volta offriamogli il gelato “dimenticandoci”
il cucchiaino in modo che lo chieda , diamogli lo spazzolino senza il dentifricio oppure il succo senza la cannuccia ecc.

Lui ha “lanciato la palla”: tocca a noi
Avere l’atteggiamento mentale giusto
Se il messaggio non è chiaro cerchiamo di capire
cosa vuole dire e mettiamo le parole per lui.
Se le sue iniziative non sono comunicative cerchiamo di portare noi il senso. Proviamo ad offrire delle possibilità al bambino
in modo che lui scelga quella più appropriata in quel momento;
lo aiuteremo ad “uscire dalla confusione” e a dare un senso
a quello che sta facendo. Più avanti lo ritroverà da solo.
Rispondere e favorire l’emergere del linguaggio fornendo
modelli corretti: la tecnica della riformulazione
A) Riformulazione
La riformulazione consiste nel ripetere e riformulare la produzione verbale del bambino.
Ha due scopi principali:
1.Fargli capire che è stato compreso
2.Fornirgli un modello corretto
Si adatta alla produzione linguistica del bambino in quel momento: Se il bambino non parla, cercate sempre di riformulare con una sola parola
- B. tende la mano verso l’acqua fuori dalla sua portata.
- A. dice “sì, acqua” e la indica.
Se il bambino utilizza una parola, allora ne dite due ecc
- B. dice “ma” guardando il gatto che mangia
- A. dice “si, gatto mangia”
Con la riformulazione si aiuta il bambino a utilizzare
espressioni diverse per significati diversi.
Rappresenta un “bagno di linguaggio”, l’importante è mettere l’accento su pochi elementi alla volta. In questo senso non bisogna aver paura di ripetere più volte la stessa cosa.

B) Espansione
Dopo aver riformulato potete aggiungere un altro elemento
in modo da espandere la produzione verbale
B. dice “gelato”
G. dice “è buono il gelato”
Si offre un modello più complesso che rappresenta
la prossima tappa d’apprendimento: chiediamo al bambino
di fare un passo in più.

Manteniamo la continuità degli scambi:
una piccola partita a ping pong
Prolunghiamo il palleggio
Quando”siamo dentro” allo scambio comunicativo dobbiamo cercare di favorirne il mantenimento. Se il bambino ci ha
lanciato la palla noi dovremo tentare di non fallire il colpo successivo ma di rimandargliela in modo che lui
sia in grado di riceverla e rispondere. Quindi:
Mostriamogli che aspettiamo una sua risposta.
Facciamo una piccola pausa e rimaniamo in attesa.
Segnaliamogli che è il suo turno. Possiamo ricorrere a segnali non verbali come lo sgranare gli occhi, il sorridere, l’anticipare ecc insomma usare tutto il linguaggio non verbale che possiamo! Ancora una volta diamogli tempo
( contiamo fino a 5 prima di dire un’altra cosa), molto spesso,
i bambini hanno bisogno di più tempo per rispondere.
Se non risponde allora riprendiamo il “filo del discorso”. Ricorriamo al linguaggio verbale, guardiamolo, ripetiamo
quello che abbiamo detto oppure semplifichiamolo
utilizzando una struttura verbale più semplice.
Se non risponde proviamo a formulare una domanda.
La domanda deve rispettare il livello del bambino: domande
con risposta a scelta multipla se usa il pointing, oppure
domande a risposta aperta se è in grado di usare due parole.

2006-11-30 04:09:52 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

Mandala al nido.....vedrai come sveglia di colpo!

Esperienza del nipotino insegna!

Salut.

2006-11-30 03:54:44 · answer #7 · answered by marcom 3 · 2 2

insegnagli la matematica, si deve ricordare solo "perogni, esiste, e, o, implica, x, y, z" e vedrai che cresce anche piu intelligente >D

2006-11-30 05:24:34 · answer #8 · answered by astalatasta 3 · 0 1

non devi fare proprio nulla se la bambina sta bene lasciala tranquilla e non ti preoccupare, vedrai che tra poco quando comincerà con il-- perchè questo perchè quello,
dovrai dirle di stare zitta. AUGURI a te e bimba

2006-11-30 04:11:04 · answer #9 · answered by intelsat901 2 · 0 1

Non ti preoccupare, lasciagli il tempo di apprendere amodo..

2006-11-30 04:07:51 · answer #10 · answered by Ryo81 3 · 0 1

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