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se una pirsona ha l AIDS lo senti subito o come fa a accorgersene???si senti tanto debole..???

2006-11-27 06:51:12 · 16 risposte · inviata da sara g 2 in Salute Malattie e disfunzioni Malattie - Altro

16 risposte

Non tormentarti , vai all'ospedale e chiedi aiuto

2006-11-27 06:54:08 · answer #1 · answered by ? 7 · 1 0

Non ci sono dei sintomi certi, se hai un dubbio fondato, vai in ospedale a fare il test.
E' anonimo e gratuito.

2006-11-27 06:56:44 · answer #2 · answered by Anonymous · 2 0

Dopo essere entrata in contatto con l'Hiv, una persona può diventare sieropositiva e cominciare così a produrre anticorpi diretti specificamente contro il virus, dosabili nel sangue. La sieropositività implica che l'infezione è in atto e che è dunque possibile trasmettere il virus ad altre persone.



La comparsa degli anticorpi, però, non è immediata. Il tempo che intercorre tra il momento del contagio e la comparsa nel sangue degli anticorpi contro l'Hiv è detto “periodo finestra” e dura mediamente 4-6 settimane, ma può estendersi anche fino a 6-8 mesi. Durante questo periodo, anche se la persona risulta sieronegativa è comunque in grado di trasmettere l'infezione.


Da sieropositivi, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia. Il periodo di incubazione può durare anche diversi anni, fino a quando la malattia non diventa clinicamente conclamata a causa dell'insorgenza di una o più infezioni cosiddette "opportunistiche". A provocarle sono agenti patogeni che normalmente non riescono a infettare le persone sane, ma soltanto persone con un sistema immunitario fortemente compromesso. Gli agenti principali sono:

protozoi, tra cui Pneumocistis carinii, responsabile di una particolare forma di polmonite detta pneumocistosi e Toxoplasma gondii, che provoca la toxoplasmosi, malattia che colpisce il cervello, l'occhio e raramente il polmone

batteri, soprattutto Mycobacterium tuberculosis, responsabile della tubercolosi

virus, tra cui Herpes e Cytomegalovirus (Cmv)

funghi, come per esempio la Candida albicans, che si può sviluppare in molte parti del corpo, soprattutto in bocca, nell'esofago e nei polmoni.

Nella fase conclamata dell'Aids si possono sviluppare diverse forme di tumore, soprattutto linfomi e sarcoma di Kaposi.



Vie di trasmissione

Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: per via ematica, per via sessuale e per via materno-fetale.



La trasmissione per via ematica avviene quando un individuo entra in contatto con il sangue di un sieropositivo. Durante le prime fasi dell’epidemia, diverse persone sono state contagiate dall'Hiv in seguito a trasfusioni di sangue o alla somministrazione di suoi derivati. A partire dal 1985 questo tipo di trasmissione dell'infezione è stato praticamente eliminato, grazie a un maggiore controllo delle unità di sangue, al trattamento con calore degli emoderivati e alla selezione dei donatori, ma anche a un minor ricorso a trasfusioni inutili e ad un maggiore utilizzo dell’autotrasfusione. Oggi questa modalità di contagio è diffusa principalmente tra i tossicodipendenti, a causa dell’uso comune e ripetuto di siringhe e aghi contaminati. Possono essere veicolo di trasmissione dell’Hiv anche aghi usati, come per esempio quelli utilizzati per l’agopuntura e la mesoterapia, i tatuaggi, gli strumenti taglienti per la cura del corpo come lamette da barba, forbici e rasoi.



La trasmissione sessuale è certamente la più frequente, sia tra gli omosessuali che tra gli eterosessuali. Il contagio avviene attraverso piccolissime lesioni dei genitali che si verificano durante il rapporto sessuale e che consentono al virus, presente nello sperma o nelle secrezioni vaginali, di entrare nell’organismo. Ovviamente tutte le pratiche sessuali che favoriscono traumi possono provocare un aumento del rischio di trasmissione. Per questo motivo i rapporti anali sono a maggior rischio, perché la mucosa dell'ano è più fragile e meno protetta di quella vaginale.

La trasmissione da madre a figlio, o verticale, può avvenire durante la gravidanza, durante il parto, o con l’allattamento. Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa il 20%. Oggi è possibile ridurlo al di sotto del 10% somministrando zidovudina (Azt, primo farmaco usato contro l’Hiv) alla madre durante la gravidanza e al neonato per le prime sei settimane di vita.



Strategie di prevenzione

Poche semplici precauzioni possono ridurre, o addirittura annullare, il rischio di infezione da Hiv.



Per evitare la trasmissione dell’infezione per via ematica:

evitare l’uso in comune di siringhe e aghi per l’iniezione di droghe

non usare in comune con altri oggetti che tagliano o pungono come aghi, rasoi, forbicine, spazzolini da denti, spazzole con i denti metallici

non sottoporsi ad agopuntura, mesoterapia, tatuaggi e piercing se gli aghi utilizzati non sono monouso o non sono stati sterilizzati

per gli operatori sanitari, fare attenzione nel maneggiare e utilizzare aghi e altri oggetti taglienti

per i medici, incoraggiare l’uso di autotrasfusioni e di conformarsi in maniera rigida alle indicazioni per le trasfusioni di sangue: le donazioni di sangue vanno sempre sottoposte al test per l'Hiv, né devono donare sangue, plasma, sperma, organi per trapianti, tessuti o cellule le persone che abbiano avuto comportamenti a rischio.

Per evitare la trasmissione dell’infezione per via ematica sessuale:



avere rapporti sessuali mutuamente monogamici con un partner che non sia infetto

eventualmente, astenersi dai rapporti sessuali

nel caso di rapporti occasionali (vaginali, orali o anali), utilizzare il profilattico.



Nel caso delle donne in gravidanza che risultino sieropositive, si può prevenire la trasmissione prenatale e perinatale dell’infezione con una terapia antiretrovirale con zidovudina.



Le terapie

Nel 1987 è stato introdotto il primo farmaco antiretrovirale, la zidovudina (Azt), in grado di inibire l'attività della trascrittasi inversa, fondamentale per la replicazione dell'Hiv. A questa molecola hanno fatto seguito altre con meccanismo d'azione simile (Ddc e Ddc). Successivamente si sono aggiunti il 3tc e il D4t, come farmaci sinergici rispetto all'azione dell'Azt, ma anche altri inibitori della trascrittasi inversa, come la Nevirapina e l'Efavirenz, che agiscono con un diverso meccanismo.



Nel 1997 è stata introdotta una nuova categoria di farmaci, gli inibitori della proteasi (come l'Amprenavir), capaci di ostacolare l'enzima virale necessario per completare la sintesi del rivestimento esterno del virus.



A causa della forte tendenza dell'Hiv a mutare (la trascrittasi inversa è un enzima che spontaneamente introduce degli errori nel genoma virale), è necessario non soltanto trovare farmaci sempre nuovi, ma anche adottare delle terapie combinate. In questo modo si cerca di ridurre al minimo o quantomeno di ritardare l'insorgenza di ceppi virali multiresistenti.



Sono inoltre in sperimentazione classi di farmaci mirate alla stimolazione e al supporto del sistema immunitario, piuttosto che a una diretta azione antivirale. Accanto a farmaci, sono in corso molti studi in diversi laboratori in tutto il mondo per mettere a punto un vaccino efficace, che possa associare a una azione preventiva anche una possibile azione terapeutica.

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Ultimo aggiornamento lunedi 27 novembre 2006
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2006-11-29 00:06:51 · answer #3 · answered by Anonymous · 1 0

Fai immediatemente il test!!!

2006-11-27 07:27:50 · answer #4 · answered by Anonymous · 1 0

FAI IL TEST IN OSPEDALE!!! E' GRATUITO E ANONIMO!!!!!

2006-11-27 07:01:39 · answer #5 · answered by Anonymous · 1 0

No. I sintomi della malattia vera e propria compaiono solo a infezione conclamata,e questo può accadere anche 10 o 15 anni dopo il contagio.
Non confondere sieropositività e AIDS e PRETENDI che tutti i tuoi partners usino il preservativo.
Inoltre,fai anche il test a 3 e 6 mesi dall'ipotetico contagio.

Chiara

2006-11-27 06:58:00 · answer #6 · answered by Anonymous · 2 1

Se fai il test e risulti subito positiva, non ti allarmare. Poteva andare meglio ma non significa niente.
Se il test di screening è positivo significa che devi ancora fare il test per vedere se hai preso l'HIV, non che ce l'hai.

Così mi ha spiegato un paio di anni fa un direttore di laboratorio di analisi.
PS: non era per me, se ci vuoi credere :)
.

2006-11-27 07:10:01 · answer #7 · answered by Nicolajev 4 · 0 0

Ma scherzi? Innanzitutto non è che ti viene l'AIDS da un giorno all'altro, prima si è sieropositivi, e con le medicine di oggi si può restare sierop tutta la vita e non ammalarsi mai di AIDS. Non è questione di debolezza, non è mica un'influenza! Devi fare assolutamente il test, rivolgiti ad un consultorio, è gratuito ed anonimo in tutte le città.

2006-11-27 07:08:07 · answer #8 · answered by eli_dada 3 · 0 0

No...non lo senti subito..ma piano piano le difese del corpo calano..se fai esami del sangue noti valori sballati..poi ovvio..quando passa un po' di tempo ti senti debole, le gambe tremano..non riesci a trattenere la minzione e devi correre in bagno..cominci ad avere delle macchie sul corpo..etc..

2006-11-27 06:58:38 · answer #9 · answered by Laryiel 4 · 0 0

Bisogna fare un particolare esame del sangue.

2006-11-27 06:56:35 · answer #10 · answered by Anonymous · 0 0

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