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Con Diocleziano c'è la tetrarchia.. poi ne esce Costantino.. che lo divide tra i 2 figli ma Costantino II, rimasto solo, lo riunifica. e poi non capisco più niente..

2006-11-22 03:46:11 · 6 risposte · inviata da Michele Marconi 3 in Arte e cultura Storia

6 risposte

Spero di poterti essere di aiuto..ho sostenuto un esame di storia medievale non molto tempo fa:) . Dunque..alla morte di COSTANTINO (337) scoppiarono lotte furiose tra i suoi figli e nipoti per la successione al trono. Riuscì a prevalere su tutti COSTANZO II (337-361), che si associò nel governo il cugino GIULIANO, contro il quale poi mosse in armi. Divenne imperatore Giuliano (361-363). Alla sua morte salì al trono VALENTINIANO (364-375)che si associò nel governo il fratello Valente che regnava sulla parte orientale, e il figlio Graziano sulla parte occidentale. ( ricordiamo infatti che Diocleziano aveva diviso l'Impero in due parti:quella orientale e quella occidentale).Ma presto ci fu la morte di Valentiniano e poi di Valente nella battaglia di ADRIANOPOLI (378)-->battaglia contro i visigoti (goti occidentali). Rimase come unico imperatore Graziano nella parte occidentale. Questi, per difendere la parte orientale, chiamò il generale spagnolo TEODOSIO.Alla morte di Graziano, Teodosio dovette intervenire nella parte occidentale contro i vari pretendenti al trono. nel 380 teodosio emanò l'EDITTO DI TESSALONICA, con il quale il Cristianesimo fu proclamato religione di stato. Teodosio morendo(395) divise l'Impero tra i due figli: ONORIO (a cui assegnò l'occidente con capitale Ravenna) e ARCADIO (a cui assegnò l'oriente con capitale Costantinopoli). Dopo tale divisione l'Impero NON SI RIUNIRA' PIU'. iNFATTI LA DECISIONE DI tEODOSIO SEGNO' UNA FRATTURA TRA LE DUE PARTI DELL'IMPERO, CHE NON FU PIU' SANATA.

2006-11-24 01:07:33 · answer #1 · answered by AnnaChiara 2 · 1 0

Si divise in due con Onorio e Arcadio, figli di Teodosio!

2006-11-22 03:54:40 · answer #2 · answered by inventamondi 4 · 4 1

Nei link sotto puoi trovare molto materiale


"Un altro punto cruciale della storia dell'Impero Romano/Bizantino fu la Battaglia di Adrianopoli del 378. Questa sconfitta, assieme alla morte dell'Imperatore Valente, è una delle possibili date per la divisione del mondo antico da quello medioevale. L'Impero Romano venne ulteriormente diviso dal successore di Valente, Teodosio I (anch'egli detto "il grande"), che aveva governato entrambi gli imperi a partire dal 392.

Nel 395 egli affidò le due metà ai suoi due figli Arcadio e Onorio; Arcadio divenne governante dell'Oriente, con la sua capitale a Costantinopoli, e Onorio divenne governante dell'Occidente, con la sua capitale a Milano. A questo punto è comune riferirsi all'impero come "Romano d'Oriente" piuttosto che come "Bizantino"."


p.s.
"Criticare chi fa una domanda rivela solo l' ignoranza di chi non sa rispondere...... "Publio Cornelio Tacito"

2006-11-22 03:57:24 · answer #3 · answered by marcovalex 4 · 2 0

La tarda età imperiale
Durante il III secolo, le guerre civili, la crisi economica conseguente, l'indebolimento delle difese, la pressione dei barbari, i cambiamenti sociali e religiosi mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'impero. Da tale crisi l'impero esce trasformato, ma saldo con Diocleziano, che ne modifica profondamente l'ordinamento, avvicinandolo a quello di una monarchia assoluta.

Nei primi anni del secolo la dinastia dei Severi attua una politica accentratrice ed un processo di relativa democratizzazione. In tale programma si inserisce la Constitutio antoniniana promulgata da Caracalla (Marco Aurelio Antonino) nel 212 che, concedendo la cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi residenti nell'impero, sana le disparità giuridiche, fiscali ed amministrative.

Nel 235, l'assassinio di Alessandro Severo apre un periodo di anarchia militare, durante il quale si susseguono numerosissimi imperatori che restano in carica pochi mesi, o anche pochi giorni. In tale situazione prevalgono gli interessi particolari delle differenti parti dell'impero che cercano di risolvere con interventi pragmatici i problemi che il potere centrale non è in grado di risolvere.

Le spinte eccentriche vengono in qualche modo frenate dall'imperatore Diocleziano istituendo la tetrarchia, un regime collegiale di due Augusti e due Cesari che amministrano raggruppamenti distinti di province dell'Impero, accresciute in numero e riunite in diocesi. In questa circostanza anche l'Italia viene suddivisa in province. Più in generale si verifica in questi anni una progressiva marginalizzazione delle aree più antiche dell'impero a vantaggio di un oriente, forte della tradizione ellenistica, assai più prospero quanto a politica amministrazione e cultura. Ciò crea i presupposti per il frazionamento dell'impero che avviene di fatto nel 395, alla morte di Teodosio I.

La struttura dell'Impero Romano si è evoluta, partendo dal percorso augusteo fino a Diocleziano, in una specie di dualismo tra la città di Roma, amministrata da Senato, e l'Imperatore, che invece percorre l'impero e ne amplia o difende i confini. Il rapporto tra Roma e l'Impero è ambivalente, se essa è il punto di riferimento ideale della "romania", pure il potere passa gradualmente al monarca (l'Imperatore) che sposta il suo luogo di comando man mano si sposta nell'Impero, e si assiste ad un chiaro decadimento di Roma. Nel tardo impero autori come Jones calcolano che con l'Imperatore si spostassero qualcosa come 12.000 persone, compresi i funzionari, i dignitari, perfino la zecca. Un istituto particolare è quello del "comitatus". Dai "comites" (coloro che accompagnano l'Imperatore) deriva (con altro significato pratico) il titolo di "conte". L'imperatore stabilisce alcune "residenze imperiali": tra queste in Oriente Nicomedia (e poi Costantinopoli) e Sirmio, in Occidente Milano e Treviri. Gli imperatori provengono dai quattro angoli dell'Impero (per lo più dall'Oriente), prendono il potere nel profondo impero (es. Diocleziano a Nicomedia, Costantino ad Eboracum, l'attuale York), le visite a Roma sono sporadiche, per lo più per visitare la città o magari solo per celebrare qualcosa, più di rado per qualche combattimento.

La pressione dei barbari ai confini e l'enorme estensione degli stessi rende l'esercito garante della sopravvivenza dello Stato ed il comando delle truppe è affidato ad ufficiali di carriera, che sostituiscono nell'incarico i senatori, spezzando il già labile legame fra il potere costituzionale e quello militare ed aprendo agli ufficiali la possibilità di ottenere cariche di notevole importanza nell'amministrazione dello Stato. Inoltre la necessità di frequenti leve estende il reclutamento a cittadini di tutto l'impero e, poi, anche ai barbari. Lo spopolamento delle campagne, dovuto sia alla crisi militare, sia alla scarsità di manodopera servile, porta ad una crisi economica, aggravata dall'insicurezza delle vie di comunicazione che causa la riduzione dei commerci. La necessità di mantenere in efficienza gli eserciti comporta un inasprimento fiscale e la conseguente inflazione provoca un aumento dei prezzi che colpisce soprattutto le città. Pestilenze e catastrofi naturali aggravano la situazione con un imponente calo della popolazione.

E' importante notare che la pressione dei barbari sull'Impero non sempre è distruttiva, nel senso che molti barbari non desiderano altro che entrare a far parte dell'Impero, stanzianodsi sul territorio o offrendosi al servizio di questo (si vedano i generali barbari come il grande Stilicone, o il caso di Magnenzio, che tuttavia si autoproclamò imperatore, Arbogaste, che dopo una onorevole carriera in cui fece addirittura le veci dell'Imperatore in Occidente probabilmente fece assassinare l'imperatore Valentiniano II, ecc. ecc. ).

Tuttavia quando si accorgono che il loro potere è superiore rispetto a quello dell'esercito romano classico, a volte i capi barbari non esitano a rompere gli indugi e sconfiggere l'Imperatore (la clamorosa sconfitta di Valente da parte dei Goti che successivamente distruggeranno anche Milano, il sacco di Roma da parte di Alarico perché voleva essere nominato maresciallo dell'Impero e si sentì tradito in questa sua aspettativa, ecc.)


Caduta dell'impero
Ad un certo punto uno di questi capi barbari (Odoacre) ritiene che la figura dell'Imperatore (ormai un fantoccio nelle mani dei "re" barbarici) non serva più, e depone l'ultimo imperatore d'Occidente (Romolo Augustolo) nel 476 d.C. e spedendo le insegne imperiali a Costantinopoli, che invece rappresenterà la legittima continuazione dell'Impero per ancora un millennio.

La caduta dell'Impero romano d'Occidente non è quindi istantanea o rovinosa come sarà quella di Costantinopoli: vi è un progressivo svuotarsi della figura dell'Imperatore (che da monarca/generale diviene una figura simbolica) con quello di generali e plenipotenziari che si sostituiscono prograssivamente a lui nell'esercizio del potere e nel comando dell'esercito, fin che Odoacre non fa che sanzionare ciò che ormai è un dato di fatto e fa semplicemente cadere le apparenze.

2006-11-23 23:29:10 · answer #4 · answered by Anonymous · 0 0

... e poi??? Scusa ma un libro di storia e una professoressa dovrebbero aiutarti a dare la risposta no???
Cercare risposte qui è troppo semplice... e poi la scuola e i compiti servono a te, io personalmete ho già dato!!!

2006-11-22 03:55:42 · answer #5 · answered by onda_azzurra 5 · 0 3

Non capisco adesso che vuoi da noi? Studia e impara con più attenzione

2006-11-22 03:51:44 · answer #6 · answered by squire_moers 6 · 0 5

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