IL TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO OVVEROSIA DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE
Il midollo osseo è un tessuto spugnoso contenuto all'interno delle ossa, in prevalenza di quelle piatte e corte, che ha la funzione di produrre tutte le cellule dei sangue e precisamente i globuli rossi senza i quali l'ossigeno non arriva dai polmoni ai vari organi, le piastrine necessarie alla coagulazione dei sangue e i globuli bianchi detentori della immunità che ci difende da quanto è estraneo al nostro organismo e in particolare dalle infezioni e dai tumori.
Tutte queste cellule derivano da una sola, chiamata cellula staminale emopoietica che, attraverso successive e ripetute divisioni, dà luogo alle cellule mature prima ricordate e cioè ai globuli rossi, ai globuli bianchi e alle piastrine. Queste cellule staminali sono contenute in prevalenza nell'interno dei midollo osseo, ma sono presenti anche nel sangue periferico e nel sangue dei cordone ombelicale al momento della nascita.
La tecnica dei trapianto consiste nell'asportare e conservare in modo adeguato tali cellule, quindi reinfonderle al malato al momento opportuno; in altre parole il cosiddetto trapianto di midollo osseo è in realtà un trapianto di cellule staminali emopoietiche totipotenti che abitualmente sono estratte dal midollo osseo ma che possono essere recuperate anche dal sangue periferico e dal cordone ombelicale. Deriva da quanto detto, che è più esatto il termine "trapianto di cellule staminali emopoietiche" che non quello di "trapianto di midollo osseo".
Le cellule staminali di cui sopra si reinfondono al paziente allo stesso modo di una trasfusione di sangue e hanno la meravigliosa capacità di raggiungere attraverso la circolazione dei sangue gli spazi midollari dove sistemarsi, accasarsi (homing) e ricostruire il midollo osseo. Appare chiaro a questo punto che gli spazi dove queste cellule nuove si devono "accasare" devono essere vuoti e quindi è necessario che prima di reinfonderle, il midollo dei malato sia stato svuotato dei suo contenuto cellulare, sia stato cioè distrutto da un trattamento chemioterapia e/o radioterapico che va sotto il nome di "condizionamento". Si tratta di una terapia molto aggressiva, che rappresenta il primo dei rischi e delle difficoltà che il malato che viene trapiantato deve affrontare ma che abitualmente supera facilmente.
La chemioradioterapia di condizionamento non serve solo per fornire lo spazio midollare necessario all'impianto e allo sviluppo delle cellule staminali emopoietiche normali trapiantate ma anche a distruggere le cellule anormali responsabili della malattia.
Le malattie, abitualmente mortali in passato, che traggono beneficio dalla strategia terapeutica trapiantologica, ottenendo la guarigione in una percentuale variabile a seconda dei tipo di malattia e dell'età dei paziente dal 30% al 90% sono:
malattie neoplastiche dei sangue rappresentate da:
Leucemia acuta mieloide e linfoide
Leucemia cronica mieloide
Sindromi mielodisplastiche (leucemia refrattaria con eccesso di basti; leucemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione, leucemia acuta mieloide secondaria)
Disordini linfoproliferativi (leucemia linfatica cronica, linfomi non di Hodgkin, linfomi di Hodgkin, mieloma multiplo).
malattie da immunodeficienza o da errori congeniti e precisamente
Sindrome da immunodeficienza severa (SCID = Severe lmmunodeficiency Disease)
Leucemia aplastica severa
Talassemia o anemia mediterranea
Anemia emolitica falciforme
Anemia di Fanconi e anemia di Brockgan – Diamond
Errori congeniti dei metabolismo
La novità degli ultimi anni è però rappresentata dall'applicazione di tale strategia terapeutica a tumori non dei sangue ma di altri organi, i cosiddetti tumori solidi e principalmente a quelli della mammella, dell'ovaio, dei testicolo, al neuroblastoma, al tumore a piccole cellule dei polmone ecc. Queste neoplasie che non intaccano abitualmente il midollo osseo sono molto sensibili alla chemioterapia e possono quindi essere trattati con dosi molto alte, la cosiddetta terapia sovramassimale che di solito è molto efficace, ma sfortunatamente non distinguendo tra cellule normali e cancerose non distrugge solo le cellule dei cancro ma anche molte di quelle normali, comprese le cellule dei midollo osseo; solo provvedendo a rimpiazzare il midollo osseo con il trapianto, il paziente può ricevere queste grandi ed efficaci dosi di terapia, altrimenti mortali. Particolarmente estesa ed interessante la casistica riguardante il carcinoma della mammella, soprattutto negli Stati Uniti d'America, ma ormai anche in Europa.1 pazienti che è opportuno sottoporre a tale trattamento sono quelli dal Il stadio in su e i risultati sono davvero incoraggianti in quanto la sopravvivenza libera da malattia a lunga scadenza (6 anni e oltre) raggiunge il 60% nel Il stadio, il 50% nel III stadio e nell'infiammatorio, attestandosi intorno al 20% nel IV.
Infine, si è visto che il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche dà risultati esaltanti anche in malattie autoimmuni a grave prognosi quali il lupus erimatoso sistemico (LES) o fortemente invalidanti quali l'artrite reumatoide e la sclerosi multipla. In quest'ultima affezione si ottengono risultati veramente buoni per cui malati costretti su una sedia a rotelle riprendono spesso e per molti anni la loro normale funzione motoria.
VARI TIPI DI TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE
La prima distinzione va fatta sulla base dell'organo di provenienza delle cellule staminali emopoietiche: tali cellule si possono infatti estrarre dal midollo osseo, attraverso una serie di punture midollari a livello delle ossa dei bacino eseguite in anestesia generale, ovvero ottenerle dal sangue periferico mediante l'aferesi nel quale caso tutto si riduce ad inserire in vena ad ogni braccio del donatore un ago: il sangue prelevato da un braccio passa attraverso l'apparecchiatura dell'aferesi, capace di rimuovere e conservare le cellule staminali, e ritorna al donatore (senza le cellule staminali) attraverso l'ago posto nell'altro braccio. Sono necessarie più sedute per avere cellule staminali sufficienti ma il procedimento è indolore e può essere eseguito anche su pazienti non ricoverati. Fra l'altro la raccolta di cellule staminali dei sangue periferico può rendere possibile un trapianto autologo in un paziente non idoneo a subire l'espianto di midollo osseo. Tuttavia, possono essere necessari giorni o anche settimane di raccolta per avere sufficienti cellule staminali per il trapianto, mentre la raccolta dei midollo osseo può essere completata in appena due ore. Le cellule staminali sono conservate a – 180° C.
Infine le cellule staminali emopoietiche possono provenire dal sangue dei cordone ombelicale in cui sono molto abbondanti, tali cellule si estraggono dal cordone, con il consenso della madre, subito dopo il parto e vengono, dopo opportuna preparazione preservata a –180° C.
La seconda distinzione va fatta a seconda dei donatore e in questo senso ci sono tre tipi di trapianto di cellule staminali emopoietiche: autologo, singenico e allogenico.
Nel trapianto autologo, si è donatori di se stessi. Il midollo osseo prelevato dal malato (espiantato) viene sottoposto a congelamento per il tempo necessario (criopreservato) e quindi restituito (trapiantato) dopo alte dosi di chemioterapia, radioterapia o entrambe. Il midollo osseo può essere purificato prima di essere reinfuso, per ridurre il più possibile le cellule malate che potrebbe ancora contenere. Il trapianto autologo è il tipo più comune di trapianto. Viene effettuato con frequenza doppia rispetto all'allogenico e al singenico. Proprio perché il donatore e il ricevente sono la stessa persona, molte delle complicanze associate al trapianto allogenico (come il rigetto o la sindrome da trapianto contro ospite) vengono evitate.
Nel trapianto singenico, il donatore è un gemello identico. Questa è una situazione ideale, perché donatore e ricevente hanno lo stesso tipo di tessuto. In realtà, questi trapianti sono rari (<1%), perché le persone con gemelli identici, sono molte poche ed inoltre, in questo tipo di trapianto spesso non si ottiene l'attecchimento e si ha la recidiva della malattia per la quale il trapianto era stato effettuato.
Nel trapianto allogenico, il midollo osseo dei paziente è ricostituito mediante la reinfusione di cellule staminali emopoietiche di un donatore sano compatibile. Il motivo per cui il donatore delle cellule staminali, in questo tipo di trapianto, deve essere compatibile deriva dal fatto che il tessuto midollare fa parte dei sistema immunitario, e produce cellule capaci di riconoscere sostanze estranee all'organismo umano. I tessuti di ogni persona possiedono sostanze con caratteristiche molecolari proprie chiamate marcatori (markers); di origine genetica sono simili alle impronte digitali e si trovano soprattutto sui globuli bianchi. Questi markers costituiscono il sistema degli antigeni umani (Human Leucocyte Antigen - HLA system)- uniti in coppie sono denominati loci e sono ereditati uno dal padre e uno dalla madre. Più sono simili fra donatore e ricevente, maggiore sarà la probabilità di successo dei trapianto. Infatti se il sistema HLA è differente da quello dei donatore, il sistema immunitario dell'ospite riconosce, attraverso i marcatori HLA, il nuovo midollo osseo come estraneo, lo attacca e lo distrugge (non attecchimento), oppure, e questa è la situazione più comune, è il midollo osseo dei donatore a riconoscere gli antigeni dei tessuti dell'ospite come estranei, rivoltarsi contro di loro, attaccandoli. Questa situazione è chiamata: sindrome da trapianto contro l'ospite. Per evitare questo tipo di complicazioni, è necessario trovare un donatore il cui midollo sia il più possibile simile a quello dei ricevente, cioè compatibile. La ricerca comincia con la propria famiglia, innanzi tutto con i fratelli e le sorelle. Il 30140% di coloro che hanno bisogno di un BMT hanno una sorella o un fratello compatibili. Se la tipizzazione HLA non rileva la compatibilità tra fratelli, la ricerca si sposta sui genitori e poi su tutta la famiglia; cugini e zii. Se anche questi parenti risultano non compatibili la ricerca si allarga a tutta la popolazione per trovare un donatore non parente. E' infatti possibile trovare un donatore compatibile, tra persone estranee attraverso i registri dei donatori di midollo osseo. Statisticamente le probabilità variano, a seconda della frequenza nella popolazione degli antigeni HLA dei paziente, da un minimo di 115000 a 111 milione, cioè per alcuni riceventi è possibile trovare un donatore compatibile su 5000 donatori mentre per altri si trova solo all'interno di un pool di 1 milione di donatori volontari.
Il polimorfismo dei sistema HLA è ridotto, come è ovvio, in popolazioni ristrette, nel senso che alcune specificità HLA sono maggiormente rappresentate, per cui è auspicabile un'opera di reperimento nazionale e regionale dei donatori volontari.
I donatori di midollo osseo volontari regolarmente iscritti, ai vari registri nazionali sono 5.419.405 milioni (Dicembre 1998) di cui circa 2.700.000 appartengono agli Stati Uniti d'America, il rimanente all'Europa. I vari registri nazionali sono collegati tra di loro in modo tale che la ricerca del donatore non parente di cui si ha bisogno può estendersi, oltre i confini nazionali, a tutto il mondo.
Il registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) ha sede presso gli ospedali Galliera di Genova e ha 230.861 iscritti. Il merito di questo grande numero di donatori in Italia va soprattutto all'opera costante e durissima delle associazioni di volontariato come la SANES (Studio e Assistenza Neoplasie dei Sangue). In particolare il Lazio ha tipizzato in pochi anni circa ottantamila donatori (nel 1993 i donatori dei Lazio erano appena 443) di cui almeno l'80% il solo laboratorio di tipizzazione HLA dei centro trapianti di midollo osseo dell'ospedale S. Camillo sopportato dalla SANES.
Una volta trovato il donatore, il primo passo da compiere è quello di informarlo sulla procedura dei BMT, in modo che abbia la possibilità di prendere una decisione consapevole sulla donazione. Non viene mai fatto nessun tentativo per convincere un donatore riluttante e la decisione è dei tutto personale. Una volta che il donatore ha acconsentito, viene sottoposto ad una serie di controlli ed esami medici per essere sicuri che goda di buona salute. Viene quindi salassato almeno due volte e il sangue conservato presso il centro trasfusionale per essergli restituito il giorno dell'espianto. L'intervallo tra l'espianto e il trapi-3nto è variabile. In alcuni casi, quando da ciò dipende la salute dei paziente, la preparazione viene fatta molto velocemente e il trapianto viene effettuato entro pochi giorni. In altri casi la data dei trapianto può essere fissata due o tre mesi più in la.
Generalmente il donatore entra in ospedale un giorno prima dell'espianto dei midollo osseo. La mattina dell'espianto, viene portato in sala operatoria dove gli viene effettuata l'anestesia generale per farlo dormire durante tutto il procedimento e non sentire alcun dolore. I medici quindi prelevano (espiantano) il midollo delle ossa dei bacino usando aghi speciali. Sono necessarie una o due ore per prelevare la quantità ottimale di midollo osseo. Il midollo osseo è raccolto in uno speciale contenitore sterile, filtrato, e messo in apposite sacche che sono portate al ricevente per la reinfusione. Il midollo osseo prelevato al donatore è solo una piccola quota, meno dei 10% di tutto il suo midollo osseo e si riforma entro poche settimane. Dopo l'espianto, il donatore viene trasfuso con il suo sangue prelevato prima della donazione e viene tenuto in osservazione finché non finisce l'effetto dell'anestesia. Dopo torna nella sua camera, dove sarà sottoposto a frequenti controlli finché sarà completamente sveglio e in grado di mangiare cibi solidi. Probabilmente avrà voglia di mangiare entro poche ore e di solito potrà lasciare l'ospedale entro io stesso tempo o ai massimo il giorno seguente. Nei successivi due giorni il donatore avvertirà un po' di dolore a livello dei bacino e nella maggior parte dei casi per controllare questa sintomatologia basteranno gli antidolorifici.
In definitiva i rischi per un donatore sono minimi e la probabilità di complicazioni serie molto bassa, e se queste si verificano, sono generalmente in relazione all'uso dell'anestesia generale che può provocare nausea e dolori alla gola. In ogni caso anche se la donazione di midollo comporta alcuni disagi, inconvenienti, e sacrifici, la maggior parte dei donatori sente che dar ad un altro essere umano una seconda possibilità di vita, è una ricompensa più che sufficiente. Si può pertanto concludere che mentre nei trapianti di organi solidi si va per lo più dalla morte alla vita, nel trapianto di midollo osseo si va sempre dalla vita alla vita.
Come si è già detto le cellule staminali emopoietiche possono essere ottenute anche dal sangue periferico, mediante aferesi, invece che dal midollo osseo. La quantità e l'efficacia di queste cellule è uguale se non superiore a quella ottenuta dal midollo osseo ed inoltre il donatore non viene sottoposto ad anestesia generale prima dell'espianto; tuttavia per ottenere un numero sufficiente di cellule staminali con questa metodica è necessario somministrare per 3-5 giorni fattori di crescita emopoietici sul tipo dei GCSF o GMCSF e non è ancora sicuro e comunque permesso, se non dopo il consenso della commissione etica dell'istituto da cui dipende il centro trapianti, sottoporre ad un tale trattamento farmacologico un donatore sano. Viceversa questa strategia di raccolta delle cellule staminali si applica senza che sorgano dubbi nei donatori malati nel trapianto autologo.
Concludiamo ricordando:
l’ampio numero di donatori di cellule staminali emopoietiche iscritti nei registri ha fatto si che da alcuni anni vengano accettati dai centri di raccolta solo i soggetti con età superiore ai 18 anni ma inferiore ai 35.
nel 1997 in Europa i trapianti di cellule staminali emopoietiche sono stati 18.923 di cui: 13.891 autologi. 5.032 allogenici e 1.161 da donatore non parente ( MUD - Marrow Unrelated Donor). L’Italia ha partecipato con 2.568 trapianti di cui 733 allogenici e 1.835 autologi terza, dopo la Germania e la Francia.
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E DELLE FUNZIONI DEL CENTRO TRAPIANTI DI CELLULE STAMINALI EMOPOIETICHE DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO - FORLANINI DI RILIEVO NAZIONALE E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE
La struttura complessa di ematologia e centro trapianti di cellule staminali emopoietiche riconosciuta dal ministero della sanità come Presidio di Alta Specializzazione (PAS) è composta da:
Reparto di degenza con 18 posti letto,
Unità di terapia post-trapianto con 1 0 posti letto
Ospedale di giorno con 16 posti letto (il più grande e tra i maggiori dell'azienda, come numero di pazienti, gravità delle patologie e impegno delle prestazioni) funzionante dalle ore 7 alle 19 di tutti i giorni escluso il sabato pomeriggio e la domenica,
Ambulatorio con proprio centro prelievi, con più sale visita, tra i più frequentati dell'azienda, aperto dalle ore 8 alle 16117 di tutti i giorni escluso il sabato e la domenica,
Laboratori specialistici per:
esami ematologici di routine,
citofluorimetria
colture midollari
criopreservazione
tipizzazione HLA
esami citochimici, citoenzimatici ed immunocitoenzimatici
biologia molecolare
Sezione manipolazione cellule staminali emopoietiche
Unità per irradiazione degli emoderivati;
Centro calcolo computerizzato.
Prestano servizio nella struttura 10 Dirigenti Medici
5 Dirigenti Biologi
1 Tecnico di laboratorio
2 Capo Sala
35 Infermieri
4 Ausiliari.
Il numero totale dei ricoveri nelle due sezioni di degenza è per ogni anno di 500-600 malati in condizioni gravi e/o sottoposti a trattamenti particolarmente impegnativi (patologie neoplastiche, terapia di mobilizzazione delle cellule staminali emopoietiche periferiche, esecuzione di complessi regimi di condizionamento con o senza irradiazione corporea totale).
Ogni anno sono effettuati 1.300 consulenze ematologiche; il numero di accessi all'Ospedale di giorno è di circa 8.000 con 988 ricoverati ed un indice di rotazione di 1,37; in regime di ospedale di giorno si eseguono anche trattamenti polichemioterapici, in stretta connessione con i reparti di degenza per le eventuali complicazioni che richiedessero il ricovero. Le prestazioni ambulatoriali sono circa 10.000, il tempo di attesa per le prime visite ambulatoriali è di 2-3 giorni, mentre le visite ematologiche urgenti vengono svolte immediatamente.
La preparazione dei farmaci antiblastici nel reparto degenza, nell'ospedale di giorno e in ambulatorio è sempre eseguita con adeguata protezione sotto le apposite cappe riducendo al minimo il rischio di contatto o di inalazione degli agenti chemioterapici.
Il numero dei trapianti di cellule staminali ernopoietiche di origine midollare e/o da sangue periferico si aggira intorno ai 40-50 l'anno di cui circa 10 allogenici. L'impiego, con supporto informatico, di nuove tecniche automatizzate di concentrazione delle cellule staminali CD 34+ ha permesso di raggiungere una elevata purezza della popolazione cellulare trapiantata con un recupero pari al 60% delle cellule CD 34+ ed una riduzione inferiore al 4% della percentuale di cellule non CD 34+ nel prodotto finale. Nei casi in cui è necessario, si procede alla purificazione immunologica delle cellule staminali emopoietiche da trapiantare (+31 %), sia con metodo negativo (eliminazione in vitro delle cellule neoplastiche ) che positivo (selezione delle cellule sane e loro esclusiva reinfusione).E' abitualmente valutata la clonogenicità delle cellule staminali orientate (CFU-GM CFU-Mix, BFU-E) di tutte le raccolte, sia midollari che da sangue periferico. Tutti gli emoderivati per i pazienti inseriti nel programma di trapianto sono irradiati, filtrati e deleucocizzati allo stesso modo di quelli destinati ai pazienti politrasfusi. I dati relativi a tutti i trapianti eseguiti sono informatizzati ed inviati al Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo (GITMO), all'European Group for Blood and Marrow Trasplantation (EBMT) e all'International Bone Marrow Trasplantation Registry (IBMTR).
Le prestazioni fornite dai laboratori sono circa 30.000 l'anno. In particolare il numero delle caratterizzazioni immunologiche delle cellule mononucleate è aumentato progressivamente e sono state introdotte nuove tecnologie di citometria a flusso come l'applicazione di nuovi pannelli e l'attuazione delle analisi a 4 fluorescenze. Per la diagnosi ed il monitoraggio nel linfoma non Hodgkin, nel mieloma multiplo, nella leucemia mieloide cronica e nella leucemia promielocitica vengono abitualmente usate le nuove tecniche di biologia molecolare (RT-PCR; PCR Nasted).
Particolarmente importante è l'attività dei Centro di tipizzazione HLA accreditato su base nazionale e sottoposto a controlli di qualità annuali che lo hanno indicato come centro di riferimento, non solo per i trapianti di cellule staminali emopoietiche, ma anche per i trapianti di organo. Le tipizzazioni HLA vengono eseguite sia con il metodo immunologico classico sia con le tecniche di biologia molecolare come richiesto attualmente. Particolari più specifici e tecnici sull'attività dei laboratori sono riferiti alla fine.
La terapia dei malati è condotta sulla base di protocolli terapeutici propri o applicando protocolli di studio e terapia elaborati in collaborazione con il GINEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell'adulto) ed in particolare sono impiegati : il protocollo n. 990101 per il trattamento della leucemia mieloide acuta dell'adulto, il protocollo LAM 99 per il trattamento delle leucemie mieloidi acute dell'anziano ed il protocollo LAP AIDA 0493 per il trattamento della leucemia acuta promielocitica.
Da moltissimi anni infine l'ematologia dell'ospedale San Camillo svolge attività didattica proponendo ed attuando il corso biennale di formazione professionale post universitaria in ematologia della Scuola Medica Ospedaliera di Roma e del Lazio (SMORL) al quale ci si può iscrivere versando L. 500.000-= l'anno e telefonando al n.ro 06-8802626 o 06-68352411
ATTIVITA' DEL LABORATORIO DELLA STRUTTURA COMPLESSA Di EMATOLOGIA E CENTRO TRAPIANTI Di MIDOLLO OSSEO DELL'OSPEDALE SAN CAMILLO Di ROMA
Le attività di laboratorio sono svolte in tutti i giorni lavorativi. Il laboratorio è diviso in sezioni in cui si eseguono, oltre ai normali esami di routine ematochimici, esami altamente specifici per patologie ematologiche.
Sezione di CITOFLUORIMETRIA
La sezione studia l'aspetto immunofenotipico delle varie patologie ematologiche , esegue la tipizzazione delle cellule staminali ematopoietiche dei sangue periferico, dei midollo osseo e dei sangue di cordone ombelicale che vengono utilizzate nella strategia dei trapianto.
Sono eseguite circa 8.000 tipizzazioni linfocitarie all'anno.
Sezione di CITOGENETICA
Le indagini svolte su aspirato midollare e sangue periferico prevedono, in pazienti affetti da neoplasie ematologiche, l'esame di alterazioni cromosomiche strutturali e numeriche ai fini di diagnosticare e monitorare il paziente dopo terapia farmacologica o trapianto di cellule staminali emopoietiche. In tali esami, determinanti per una migliore impostazione terapeutica, si utilizzano tecniche di colture cellulari, tecniche di biologia molecolare ed analisi d'immagine mediante sistema computerizzato che richiedono notevole esperienza nel campo della citogenetica ematologica.
Sono eseguiti circa 250 esami citogenetici all'anno
Sezione di BIOLOGIA MOLECOLARE
Le indagini dì biologia molecolare altamente specifiche utilizzate presso il nostro laboratorio sono:
Il numero totale dei ricoveri nelle due sezioni di degenza è per ogni anno di 500-600 malati in condizioni gravi e/o sottoposti a trattamenti particolarmente impegnativi (patologie neoplastiche, terapia di mobilizzazione delle cellule staminali emopoietiche periferiche, esecuzione di complessi regimi di condizionamento con o senza irradiazione corporea totale).
Ogni anno sono effettuati 1.300 consulenze ematologiche; il numero di accessi all'Ospedale di giorno è di circa 8.000 con 988 ricoverati ed un indice di rotazione di 1,37; in regime di ospedale di giorno si eseguono anche trattamenti polichemioterapici, in stretta connessione con i reparti di degenza per le eventuali complicazioni che richiedessero il ricovero. Le prestazioni ambulatoriali sono circa 10.000, il tempo di attesa per le prime visite ambulatoriali è di 2-3 giorni, mentre le visite ematologiche urgenti vengono svolte immediatamente.
La preparazione dei farmaci antiblastici nel reparto degenza, nell'ospedale di giorno e in ambulatorio è sempre eseguita con adeguata protezione sotto le apposite cappe riducendo al minimo il rischio di contatto o di inalazione degli agenti chemioterapici.
Il numero dei trapianti di cellule staminali ernopoietiche di origine midollare e/o da sangue periferico si aggira intorno ai 40-50 l'anno di cui circa 10 allogenici. L'impiego, con supporto informatico, di nuove tecniche automatizzate di concentrazione delle cellule staminali CD 34+ ha permesso di raggiungere una elevata purezza della popolazione cellulare trapiantata con un recupero pari al 60% delle cellule CD 34+ ed una riduzione inferiore al 4% della percentuale di cellule non CD 34+ nel prodotto finale. Nei casi in cui è necessario, si procede alla purificazione immunologica delle cellule staminali emopoietiche da trapiantare (+31 %), sia con metodo negativo (eliminazione in vitro delle cellule neoplastiche ) che positivo (selezione delle cellule sane e loro esclusiva reinfusione).E' abitualmente valutata la clonogenicità delle cellule staminali orientate (CFU-GM CFU-Mix, BFU-E) di tutte le raccolte, sia midollari che da sangue periferico. Tutti gli emoderivati per i pazienti inseriti nel programma di trapianto sono irradiati, filtrati e deleucocizzati allo stesso modo di quelli destinati ai pazienti politrasfusi. I dati relativi a tutti i trapianti eseguiti sono informatizzati ed inviati al Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo (GITMO), all'European Group for Blood and Marrow Trasplantation (EBMT) e all'International Bone Marrow Trasplantation Registry (IBMTR).
Le prestazioni fornite dai laboratori sono circa 30.000 l'anno. In particolare il numero delle caratterizzazioni immunologiche delle cellule mononucleate è aumentato progressivamente e sono state introdotte nuove tecnologie di citometria a flusso come l'applicazione di nuovi pannelli e l'attuazione delle analisi a 4 fluorescenze. Per la diagnosi ed il monitoraggio nel linfoma non Hodgkin, nel mieloma multiplo, nella leucemia mieloide cronica e nella leucemia promielocitica vengono abitualmente usate le nuove tecniche di biologia molecolare (RT-PCR; PCR Nasted).
Particolarmente importante è l'attività dei Centro di tipizzazione HLA accreditato su base nazionale e sottoposto a controlli di qualità annuali che lo hanno indicato come centro di riferimento, non solo per i trapianti di cellule staminali emopoietiche, ma anche per i trapianti di organo. Le tipizzazioni HLA vengono eseguite sia con il metodo immunologico classico sia con le tecniche di biologia molecolare come richiesto attualmente. Particolari più specifici e tecnici sull'attività dei laboratori sono riferiti alla fine.
La terapia dei malati è condotta sulla base di protocolli terapeutici propri o applicando protocolli di studio e terapia elaborati in collaborazione con il GINEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell'adulto) ed in particolare sono impiegati : il protocollo n. 990101 per il trattamento della leucemia mieloide acuta dell'adulto, il protocollo LAM 99 per il trattamento delle leucemie mieloidi acute dell'anziano ed il protocollo LAP AIDA 0493 per il trattamento della leucemia acuta promielocitica.
Da moltissimi anni infine l'ematologia dell'ospedale San Camillo svolge attività didattica proponendo ed attuando il corso biennale di formazione professionale post universitaria in ematologia della Scuola Medica Ospedaliera di Roma e del Lazio (SMORL) al quale ci si può iscrivere versando L. 500.000-= l'anno e telefonando al n.ro 06-8802626 o 06-68352411
ATTIVITA' DEL LABORATORIO DELLA STRUTTURA COMPLESSA Di EMATOLOGIA E CENTRO TRAPIANTI Di MIDOLLO OSSEO DELL'OSPEDALE SAN CAMILLO Di ROMA
Le attività di laboratorio sono svolte in tutti i giorni lavorativi. Il laboratorio è diviso in sezioni in cui si eseguono, oltre ai normali esami di routine ematochimici, esami altamente specifici per patologie ematologiche.
Sezione di CITOFLUORIMETRIA
La sezione studia l'aspetto immunofenotipico delle varie patologie ematologiche , esegue la tipizzazione delle cellule staminali ematopoietiche dei sangue periferico, dei midollo osseo e dei sangue di cordone ombelicale che vengono utilizzate nella strategia dei trapianto.
Sono eseguite circa 8.000 tipizzazioni linfocitarie all'anno.
Sezione di CITOGENETICA
Le indagini svolte su aspirato midollare e sangue periferico prevedono, in pazienti affetti da neoplasie ematologiche, l'esame di alterazioni cromosomiche strutturali e numeriche ai fini di diagnosticare e monitorare il paziente dopo terapia farmacologica o trapianto di cellule staminali emopoietiche. In tali esami, determinanti per una migliore impostazione terapeutica, si utilizzano tecniche di colture cellulari, tecniche di biologia molecolare ed analisi d'immagine mediante sistema computerizzato che richiedono notevole esperienza nel campo della citogenetica ematologica.
Sono eseguiti circa 250 esami citogenetici all'anno
Sezione di BIOLOGIA MOLECOLARE
Le indagini dì biologia molecolare altamente specifiche utilizzate presso il nostro laboratorio sono:
ricerca dei riarrangiamento genico dei BCRIABL nella leucemia mieloide cronica
AML/ETO nelle leucemie Ml, M2,M4
PMLIRAR alfa nella leucemia M3
CBF beta/MYH1 1 nelle leucemie M2 e M4
DEK/CAN nelle leucemie Ml, M2, M4;
ALL1 (HRX, MLL) nelle leucemie M4 e M5;
TLSIFUS-ERG e BCL nei linfomi-
JH nei mielomi e nelle neoplasie linfatiche B.
Tutte queste indagini, oltre ad essere utilizzate per la diagnosi ed il monitoraggio dei paziente durante il decorso della malattia, servono ad individuare la malattia minima residua con la tecnica della PCR, dopo terapia o dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche; stabilire cioè se si è veramente ottenuta la guarigione. Infine questa sezione provvede alla determinazione genomica dei loci dei sistema di istocompatibilità HLA, fondamentale nella individuazione di un donatore compatibile per il trapianto di midollo osseo o di organi solidi .
Vengono eseguite abitualmente 150 analisi di mutazione dei DNA e 150 estrazioni di DNA o RNA per anno.
Sezione TRAPIANTOLOGICA
Svolge tutte le attività di manipolazione e criopreservazione delle cellule staminali emopoietiche midollari, periferiche e da cordone ombelicale. Viene effettuata, in particolare, la purificazione delle sospensioni midollari e da aferesi. La purificazione negativa è realizzata attraverso l'impiego di anticorpi monoclonali, coniugati a biglie immunomagnetiche, diretti verso le cellule neoplastiche; la purificazione positiva attraverso immunoadsorbimento su colonna con l'impiego dell'anticorpo monoclonale CD34 biotilinato e colonna di avidina. La criopreservazione delle cellule staminali emopoietiche avviene attraverso raffreddamento programmato in azoto liquido e conservazione tra – 140° e –180°C.
Sono eseguite 110-120 criopreservazioni di cellule staminali per anno
Sezione RIA
Vi si svolgono colture linfocitarie miste per individuare, mediante un test di proliferazione cellulare con utilizzo di tritio, la compatibilità tra le cellule di un donatore di midollo o di un organo solido e le cellule di un ricevente.
Sezione COLTURE CELLULARI
Vengono eseguite a scopo trapiantologico e diagnostico colture cellulari in fase liquida ed in fase semisolida (metilcellulosa) per individuare la presenza di cellule progenitrici BFU-E, CFU-GM, CGU-GEMM nel sangue midollare, periferico e di cordone ombelicale, e dosarne la quantità.
Tali indagini sono strettamente legate alle diverse fasi della raccolta di cellule staminali e richiedono una particolare conoscenza della clonogenesi emopoietica.
Sono eseguite 350 colture cellulari di precursori emapoietici orientati per anno.
Sezione HLA
Esegue i test sierologici di biologia molecolare, su sangue periferico per la "tipizzazione HLA" allo scopo di determinare la compatibilità genica tra un donatore di midollo osseo ed un paziente avviato a trapianto. Ogni settimana circa 20 donatori della Regione Lazio vengono tipizzati nel nostro laboratorio ed inseriti nella Banca dati dei Registro Nazionale donatori di midollo osseo con sede a Genova. Viene tipizzato Inoltre il sangue di cordone ombelicale raccolto dopo il parto, utilizzabile per il trapianto nei
bambini affetti da patologie ematologiche gravi. Il test, infine, viene effettuato per ricercare l'associazione tra particolari antigeni HLA ed alcune patologie come diabete, artrite reumatoide, aborti ricorrenti e sterilità.
Sono eseguite all'anno circa 800 tipizzazioni sierologiche di classe I, 200 di classe Il e 60 genomiche con metodiche di biologia molecolare.
Sezione CITOCHIMICA ED IMMUNOENZIMATICA
Esegue sulle cellule ottenute dal sangue periferico o mediante ago aspirato midollare:
colorazioni citochimiche per la diagnosi e tipizzazione delle leucemie acute e di altre patologie ematologiche secondo protocolli standardizzati della classificazione FAB di stretta pertinenza ematologica,
colorazioni immunocitoenzimatiche per la ricerca di antigeni tissutali dei sistema emopoietico per una più precisa sottoclassificazione diagnostica e monitoraggio della risposta alla terapia.
Si effettua inoltre la ricerca di marcatori tissutali quali citocheratina nel sangue periferico e nell'ago aspirato midollare di pazienti affetti da tumore della mammella e di altri organi che vengono sottoposti a trapianto autologo con cellule staminali periferiche.
Sezione EMATOCHIMICA
Esegue giornalmente
esame emocromocitometrico;
colorazione e lettura ottica della formula leucocitaria
VES;
reticolociti;
colorazione e lettura ago aspirato midollare.
Il numero degli esami eseguiti per anno è circa
ago aspirati midollari,
400 reticolociti
13.000 emocromi
50 fosfatasi alcaline leucocitarie.
Sezione di IRRADIAZIONE DEGLI EMODERIVATI
Dal settembre 1997 è in funzione un apparecchio RAD GIL per l’irradiazione di
emoderivati.
Vengono irradiati per anno circa 3.500 emoderivati destinati a degenti dei San Camillo e di altri ospedali.
2006-11-19 10:49:01
·
answer #4
·
answered by Anonymous
·
0⤊
3⤋