Guarda voglio risponderti con una lettera di un ragazzo..dove ti spiega tutto..leggila bene..
"Durante quest'anno, io ho scoperto il grande valore della Chiesa tramite la mia malattia. L'anno scorso mi è stato diagnosticato un tumore ai linfonodi (ora sto in via di guarigione, sto abbastanza bene, è tutto ok!).
da quel momento, ho letteralmente deciso di affidarmi. In quel periodo io potevo anche decidere di chiudermi nel mio io, senza affidarmi a ciò che Cristo mi aveva dato, ma invece mi sono affidato alla famiglia, agli amici, cioè alla compagnia, SUO VOLTO. Io grazie a questo, sono riuscito ad affrontare serenamente tutto ciò che mi trovavo davanti, ma non per un eroismo personale, ma grazie alla sensazione di sicurezza, appunto di pienezza che mi dava la vita nel movimento e nella Chiesa. Mi poteva succedere qualsiasi cosa ma non avevo paura perchè sapevo che qualsiasi cosa succedesse, Cristo c'era, potevano togliermi tutto, ma Lui no.
Durante tutto l'anno, e anche oggi, io sono attaccato quasi aggrappato a questo, perchè nessuna compagnia, a parte questa, riesce a dare un valore, intendiamoci, un grande valore, anche ad una malattia. Io quindi, da tutta questa esperienza ho imporato a valorizzare tutto ciò che mi è dato, dalla malattia, al compito difficile di matematica, al compagno di banco antipatico, ai problemi famigliari ecc. Insomma, ho imparato a dare un valore a tutte le cose, perchè tutte le cose, le persone, erano e sono lì per me, come infatti ci dice San Paolo "Esaminate ogni cosa, trattenete ciò che vale".
Con la mia malattia, che potrebbe essere vista come un ostacolo nella vita quotidiana, sono riuscito a fare molto più cose di quando stavo bene, sono andato alle vacanzine, al triduo, ho avuto risultati migliori a scuola rispetto agli altri anni, perchè avevo, appunto, capito una cosa: " appoggiare la testa" nella compagnia, cioè in Cristo, perchè solo con lui si sperimenta questa sensazione di pienezza, anche in queste situazioni. Pienezza che ti riempie, a tal punto che tutte le cose inizia a vederle sotto altri punti di vista, dove anche i rapporti con le persone sono diversi. Io ero sempre, e lo sono tutt'ora, stupito dall'unità che si è instaurata tra me e loro, una unità che non si limita all'andare a mangiare la pizza insieme ma una unità che sbaraglia che ti aiuta a sconfiggere qualsiasi cosa ti si pone davanti, come diceva il Don Giuss:" mai le difficoltà alle quali ci troviamo sono più grosse di quanto non sia potente il Signore che è con noi". E da questa situazione non sono cambiato solo io, ma anche le persone che mi circondavano, molti maturandi hanno affrontato meglio l'esame di maturità, con una coscienza diversa, con il loro sguardo mi aiutavano ed io aiutavo loro. E' un aiutarsi a vicenda nelle difficoltà che la vita ci pone davanti.
Con tutta questa situazione, almeno per quanto mi riguarda, ho ottenuto un'esperienza di pienezza, nonostante la situazione sia stata abbastanza forte. Ma sono convinto che la mia malattia sia stata un dono, un dono con cui ho scoperto tutte queste cose che prima non mi erano chiare, ho dovuto sbatterci contro, anzi mi sono trovato costretto a sbatterci contro. Intendiamoci, non credo sia necessaria una malattia per capire queste cose, ma evidentemente con me è andato giù pesante, ma con altri può farlo con un incontro, con la ragazza che ti piace, con un problema ecc..
Questa è la mia storia, la nostra storia.
-.-., Venezia"
spero che questa lettera ti chiarisca molte cose come le ha chiarite a me..BASTA CREDERCI!
2006-11-02 06:09:15
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answer #9
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answered by giannalaura69 1
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