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4 risposte

Le cisti di Baker, note anche come cisti poplitee, costituiscono una patologia piuttosto comune, che colpisce le articolazioni in generale, ma prevalentemente il ginocchio e l'area del cavo popliteo (o fossa poplitea), parte posteriore della coscia nella quale sono raggruppati i muscoli necessari per il piegamento del ginocchio e la conseguente flessione della gamba sulla coscia. Le cisti di Baker possono presentarsi in qualsiasi fascia d'età e, a seconda delle dimensioni e dell'area colpita, possono raggiungere diversi livelli di pericolosità, per cui in certi casi risulta necessaria l'asportazione tramite intervento chirurgico. Le cisti poplitee devono il loro nome a William Morrant Baker, chirurgo della seconda metà dell'800 che si occupò in particolare delle cisti della borsa del gastrocnemio-semimembranoso (il muscolo del polpaccio), pubblicando uno studio clinico sulla formazione di queste cisti. In questo lavoro descrisse otto casi nei quali le cisti poplitee erano associate prevalentemente al versamento articolare del ginocchio, ma in seguito si occupò anche delle tumefazioni delle borse sinoviali in sedi diverse rispetto al ginocchio, ossia spalla, gomito, anca e caviglia. Unico neo nel lavoro di Baker fu quello di non riuscire a chiarire i rapporti di comunicazione tra articolazione e borsa, che tuttavia rappresentano ancora oggi una questione piuttosto dibattuta.

Meccanismi di formazione delle cisti di Baker – Attualmente si ritiene che le cisti poplitee siano dovute a un'anomala distensione della borsa del gastrocnemio-semimembranoso oppure, in misura minore, a un'estroflessione della membrana sinoviale articolare. Nella maggior parte dei soggetti normali è comune ritrovare una comunicazione anatomica tra la borsa del gastrocnemio-semimembranoso e il cavo articolare, tendente ad accentuarsi con l'avanzare degli anni. La borsa è posizionata tra il capo mediale del gastrocnemio e il muscolo semimembranoso, con la conseguenza che, in caso di versamento articolare, aumentando la pressione all'interno della cavità, il liquido può tranquillamente infiltrarsi nella borsa con un meccanismo a valvola che consente, tuttavia, soltanto il passaggio del liquido dal ginocchio alla borsa e non il contrario. Il liquido che penetra all'interno della borsa ne provoca una distensione, formando appunto le cisti. Le cisti di Baker possono scaturire inoltre per altri motivi: in certi casi possono formarsi senza il versamento intra-articolare, per esempio a causa di una borsite primaria; spesso accade che le cisti siano conseguenti a un'erniazione della membrana sinoviale in un'area di minor resistenza della parte posteriore della capsula articolare, per esempio tra il muscolo del gastrocnemio e il soleo. Solitamente le cisti poplitee si sviluppano in senso caudale e medialmente, mentre non capita quasi mai che si distendano in alto verso la coscia.

Condizioni patologiche nel sedentario – Esistono numerose condizioni in grado di causare la formazione delle cisti di Baker. Le patologie più comuni nelle quali vi si assiste sono l'artrite reumatoide e, meno frequentemente, l'artrite psoriasica. Piuttosto diffuso è inoltre il riscontro di cisti nella gonartrosi, soprattutto per ciò che concerne le forme a maggiore stampo sinovitico. Casi di cisti poplitee sono noti anche in altre tipologie di malattia come le connettiviti, la sinovite villonodulare o, infine, l'amiloidosi.

Cisti di Baker e running – Esiste anche una causa sportiva o predisponente: lo sforzo prolungato tipico del maratoneta può facilitare o causare la patologia. È quindi la quantità piuttosto che la qualità sportiva a essere responsabile.

Diagnosi delle cisti di Baker – Il metodo impiegato per la diagnosi delle cisti poplitee è costituito dall'ecografia articolare, un esame semplice e non invasivo, in grado di fornire un quadro chiaro e completo dei tessuti molli e di molte strutture articolari (membrana sinoviale, menisco, cartilagini articolari per esempio) e periarticolari (soprattutto legamenti e tendini). L'esame ecografico del cavo popliteo viene effettuato tramite una serie di scansioni posteriori multidirezionali, con il paziente mantenuto in posizione distesa. Le immagini ecografiche mostrano chiaramente gli aspetti delle cisti di Baker: esse appaiono come formazioni liquide con pareti molto sottili, di forma ovalare o allungata, di dimensioni piuttosto variabili (da pochi mm ad alcuni cm, ma sono noti casi eccezionali di cisti giganti che arrivano fino alla caviglia, lunghe fino a 30 cm!).

L'esame ecografico può inoltre servire per l'analisi strutturale delle cisti (parete cellulare, presenza di villi e setti, sintomi di artrite reumatoide e osteoartrosi) e per evidenziare la comunicazione tra le cisti di Baker e il cavo articolare. Quest'ultima informazione è fondamentale per stabilire la causa della formazione delle cisti, poiché l'assenza di questo collegamento è indice del fatto che le cisti sono dovute a una borsite senza un concomitante impegno articolare. Tramite l'ecografia è inoltre possibile riuscire a distinguere le cisti di Baker dagli aneurismi dell'arteria poplitea, dai tumori dei tessuti molli (i sarcomi), dai gangli del tendine popliteo e dai rarissimi tofi gottosi del cavo popliteo.

Terapie e possibili complicanze – Le cisti di Baker possono essere curate secondo diverse procedure, a seconda dell'origine, del loro grado di sviluppo e dell'area interessata. Nei casi in cui l'origine delle cisti sia traumatica è possibile somministrare dei semplici farmaci antinfiammatori, utilizzando le tecniche di ionoforesi (della durata di almeno 30 minuti) e di mesoterapia. Le cisti che si formano per sfiancamento della parete articolare posteriore, dovuta per esempio alla rottura del menisco o a un problema dell'articolazione, possono essere sottoposte ad artroscopia e pulizia dell'articolazione. In questi casi è la dimensione della cisti a influenzare la tecnica da impiegare, dalla semplice aspirazione sotto controllo artroscopico per le cisti relativamente piccole all'intervento chirurgico per l'asportazione di quelle di dimensioni maggiori. Risulta fondamentale, dunque, anche in campo terapeutico l'impiego dell'ecografia, permettendo lo svuotamento o l'asportazione ecoguidata delle cisti o l'introduzione in esse di farmaci. Tra le possibili complicanze che si possono avere va ricordata la rottura delle cisti di Baker e la compressione vasale, in grado di causare una sintomatologia molto simile a quella della tromboflebite, ma anch'essa riscontrabile tramite l'esame ecografico e risolvibile piuttosto facilmente.

2006-10-18 20:55:00 · answer #1 · answered by bambi 7 · 3 1

Le cisti di Baker, note anche come cisti poplitee, costituiscono una patologia piuttosto comune, che colpisce le articolazioni in generale, ma prevalentemente il ginocchio e l'area del cavo popliteo (o fossa poplitea), parte posteriore della coscia nella quale sono raggruppati i muscoli necessari per il piegamento del ginocchio e la conseguente flessione della gamba sulla coscia. Esistono sostanzialmente due tipi di cisti di Baker: le cisti articolari, ovvero da sfiancamento della parete articolare posteriore, e le cisti tendinee, di solito dei tendini semitendinoso e semimembranoso. Esiste poi il problema della grandezza delle cisti. Una cisti a partenza articolare, conseguente a sfiancamento della capsula, viene di solito in conseguenza di una rottura meniscale o di un problema all'articolazione che va affrontato chirurgicamente(artroscopia e pulizia dell'articolazione), se la cisti è relativamente piccola può essere sufficiente aspirarla sotto controllo artroscopico, se invece è grande oppure è tendinea bisogna eseguire un intervento a cielo aperto (con il taglio) e asportare la cisti.

2006-10-19 04:13:00 · answer #2 · answered by Anonymous · 0 0

Le cisti di Baker, note anche come cisti poplitee, costituiscono una patologia piuttosto comune, che colpisce le articolazioni in generale, ma prevalentemente il ginocchio e l'area del cavo popliteo (o fossa poplitea), parte posteriore della coscia nella quale sono raggruppati i muscoli necessari per il piegamento del ginocchio e la conseguente flessione della gamba sulla coscia. Le cisti di Baker possono presentarsi in qualsiasi fascia d'età
e, a seconda delle dimensioni e dell'area colpita, possono raggiungere diversi livelli di pericolosità, per cui in certi casi risulta necessaria l'asportazione tramite intervento chirurgico. Le cisti poplitee devono il loro nome a William Morrant Baker, chirurgo della seconda metà dell'800 che si occupò in particolare delle cisti della borsa del gastrocnemio-semimembranoso
(il muscolo del polpaccio), pubblicando uno studio clinico sulla formazione di queste cisti.
In questo lavoro descrisse otto casi nei quali le cisti poplitee erano associate prevalentemente al versamento articolare del ginocchio, ma in seguito si occupò anche delle tumefazioni delle borse sinoviali in sedi diverse rispetto al ginocchio, ossia spalla, gomito, anca e caviglia. Unico neo nel lavoro di Baker fu quello
di non riuscire a chiarire i rapporti di comunicazione tra articolazione e borsa, che tuttavia rappresentano ancora oggi una questione piuttosto dibattuta.

Meccanismi di formazione delle cisti di Baker – Attualmente
si ritiene che le cisti poplitee siano dovute a un'anomala distensione della borsa del gastrocnemio-semimembranoso oppure, in misura minore, a un'estroflessione della membrana sinoviale articolare. Nella maggior parte dei soggetti normali è comune ritrovare una comunicazione anatomica tra la borsa
del gastrocnemio-semimembranoso e il cavo articolare, tendente ad accentuarsi con l'avanzare degli anni.
La borsa è posizionata tra il capo mediale del gastrocnemio
e il muscolo semimembranoso, con la conseguenza che,
in caso di versamento articolare, aumentando la pressione all'interno della cavità, il liquido può tranquillamente infiltrarsi nella borsa con un meccanismo a valvola che consente, tuttavia, soltanto il passaggio del liquido dal ginocchio alla borsa e non
il contrario. Il liquido che penetra all'interno della borsa ne provoca una distensione, formando appunto le cisti.
Le cisti di Baker possono scaturire inoltre per altri motivi:
in certi casi possono formarsi senza il versamento
intra-articolare, per esempio a causa di una borsite primaria; spesso accade che le cisti siano conseguenti a un'erniazione della membrana sinoviale in un'area di minor resistenza della parte posteriore della capsula articolare, per esempio tra il muscolo del gastrocnemio e il soleo.
Solitamente le cisti poplitee si sviluppano in senso caudale e medialmente, mentre non capita quasi mai che si distendano
in alto verso la coscia.

Condizioni patologiche nel sedentario – Esistono numerose condizioni in grado di causare la formazione delle cisti di Baker. Le patologie più comuni nelle quali vi si assiste sono l'artrite reumatoide e, meno frequentemente, l'artrite psoriasica. Piuttosto diffuso è inoltre il riscontro di cisti nella gonartrosi, soprattutto per ciò che concerne le forme a maggiore stampo sinovitico. Casi di cisti poplitee sono noti anche in
altre tipologie di malattia come le connettiviti,
la sinovite villonodulare o, infine, l'amiloidosi.

Cisti di Baker e running – Esiste anche una causa sportiva
o predisponente: lo sforzo prolungato tipico del maratoneta
può facilitare o causare la patologia. È quindi la quantità
piuttosto che la qualità sportiva a essere responsabile.

Diagnosi delle cisti di Baker – Il metodo impiegato per la
diagnosi delle cisti poplitee è costituito dall'ecografia articolare, un esame semplice e non invasivo, in grado di fornire un quadro chiaro e completo dei tessuti molli e di molte strutture articolari (membrana sinoviale, menisco, cartilagini articolari per esempio) e periarticolari (soprattutto legamenti e tendini).
L'esame ecografico del cavo popliteo viene effettuato tramite
una serie di scansioni posteriori multidirezionali, con il paziente mantenuto in posizione distesa. Le immagini ecografiche mostrano chiaramente gli aspetti delle cisti di Baker: esse appaiono come formazioni liquide con pareti molto sottili, di forma ovalare o allungata, di dimensioni piuttosto variabili
(da pochi mm ad alcuni cm, ma sono noti casi eccezionali di cisti giganti che arrivano fino alla caviglia, lunghe fino a 30 cm!).

L'esame ecografico può inoltre servire per l'analisi strutturale delle cisti (parete cellulare, presenza di villi e setti, sintomi di artrite reumatoide e osteoartrosi) e per evidenziare la comunicazione tra le cisti di Baker e il cavo articolare. Quest'ultima informazione è fondamentale per stabilire la
causa della formazione delle cisti, poiché l'assenza di questo collegamento è indice del fatto che le cisti sono dovute a una borsite senza un concomitante impegno articolare.
Tramite l'ecografia è inoltre possibile riuscire a distinguere
le cisti di Baker dagli aneurismi dell'arteria poplitea, dai tumori
dei tessuti molli (i sarcomi), dai gangli del tendine popliteo e
dai rarissimi tofi gottosi del cavo popliteo.

Terapie e possibili complicanze – Le cisti di Baker possono essere curate secondo diverse procedure, a seconda dell'origine, del loro grado di sviluppo e dell'area interessata.
Nei casi in cui l'origine delle cisti sia traumatica è possibile somministrare dei semplici farmaci antinfiammatori, utilizzando le tecniche di ionoforesi (della durata di almeno 30 minuti) e di mesoterapia. Le cisti che si formano per sfiancamento della parete articolare posteriore, dovuta per esempio alla rottura del menisco o a un problema dell'articolazione, possono essere sottoposte ad artroscopia e pulizia dell'articolazione.
In questi casi è la dimensione della cisti a influenzare la tecnica da impiegare, dalla semplice aspirazione sotto controllo artroscopico per le cisti relativamente piccole all'intervento chirurgico per l'asportazione di quelle di dimensioni maggiori. Risulta fondamentale, dunque, anche in campo terapeutico l'impiego dell'ecografia, permettendo lo svuotamento o l'asportazione ecoguidata delle cisti o l'introduzione in esse
di farmaci. Tra le possibili complicanze che si possono avere va ricordata la rottura delle cisti di Baker e la compressione vasale, in grado di causare una sintomatologia molto simile a quella della tromboflebite, ma anch'essa riscontrabile tramite
l'esame ecografico e risolvibile piuttosto facilmente.

2006-10-19 03:57:19 · answer #3 · answered by Anonymous · 0 0

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2006-10-19 03:54:06 · answer #4 · answered by mimmabellissima 6 · 0 0

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