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tra chi vennero combattute? come terminarono? voglio veder quanti sono colti...

2006-10-15 08:57:48 · 10 risposte · inviata da daniela18385 3 in Arte e cultura Storia

10 risposte

Prima guerra punica
Per approfondire, vedi la voce Prima guerra punica.

La Prima guerra punica (264 a.C. - 241 a.C.) fu principalmente una guerra navale.
La richiesta di soccorso dei Mamertini contro Siracusa, raggiunse Roma e Cartagine. Roma, impegnata nella pacificazione del territorio sannita e nell'inizio di espansione nella Pianura Padana era reticente a impegnarsi in Sicilia, Cartagine inviò subito una squadra navale. La conquista di Messina gettava segnali favorevoli nella secolare lotta con Siracusa; Cartagine poneva finalmente piede anche nel settore orientale dell'isola. Probabilmente vedere Cartagine a poche miglia dalle coste del Bruttium appena conquistato dovette creare qualche apprensione nel Senato romano che acconsentì a inviare soccorsi a Messina.
Questo andava contro il trattato del 279 a.C. che vietava gli interventi di Roma in Sicilia. Cartagine dichiarò guerra.

La maggior parte della Prima guerra punica, comprese le battaglie più decisive, fu combattuta in mare, uno spazio ben noto alle flotte cartaginesi. Però entrambi i contendenti dovettero investire pesantemente nell'allestimento delle flotte e questo diede fondo alle finanze pubbliche sia di Roma che di Cartagine.
All'inizio della guerra Roma non aveva nessuna esperienza di guerra navale. Le sue legioni erano vittoriose da secoli nelle terre italiche ma non esisteva una Marina. La prima grande flotta fu costruita dopo la battaglia di Agrigentum del 261 a.C.. Ma Roma mancava della teconologia navale e quindi dovette costruire una flotta basandosi sulle triremi e quinquiremi (navi che avevano ordini di due o tre remi e ciascun remo era manovrato da più rematori) cartaginesi catturate. Per compensare la mancanza di esperienza in battaglie con le navi, Roma equipaggiò le sue con uno speciale congegno d'abbordaggio: il corvo che agganciava la nave nemica e permetteva alla fanteria, trasportata, di combattere come sapeva fare. In almeno due occasioni 255 a.C. e 253 a.C. intere flotte furono distrutte dal maltempo. Il peso dei corvi sulle prode delle navi fu il maggior responsabile dei disastri.

Tre battaglie terrestri di larga scala furono combattute durante questa guerra. Nel 262 a.C. Roma assediò Agrigento in un'operazione che coinvolse entrambi gli eserciti consolari (quattro legioni). Giunsero rinforzi cartaginesi guidati da Annone. Dopo alcune schermaglie si venne a una vera battaglia che fu vinta dai romani. Agrigento cadde.
La seconda operazione terrestre fu quella di Marco Atilio Regolo, quando, fra il 256 a.C. e il 255 a.C. Roma portò la guerra in Africa. Cartagine venne sconfitta nella Battaglia di Capo Ecnomo da una grande flotta romana appositamente approntatata e le legioni di Atilio Regolo sbarcarono in Africa. All'inizio Regolo vinse la battaglia di Adys. Cartagine chiese la pace. I negoziati fallirono e Cartagine, assunto il mercenario spartano Santippo, riuscì a fermare l'avanzate romana nella battaglia di Tunisi .
La guerra fu decisa nella battaglia navale delle Egadi (10 marzo 241 a.C.) vinta dalla flotta romana sotto la guida del console Gaio Lutazio Catulo.

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Dal 241 al 218 a.C.
Per approfondire, vedi la voce Rivolta dei mercenari (Cartagine).

Nell'intervallo di tempo fra la Prima e la Seconda guerra punica Cartagine dovette subire e reprimere una rivolta delle truppe mercenarie che aveva impiegato. La rivolta era dovuta all'impossibilità dei punici di pagare le truppe stesse alla fine del conflitto. Dopo tre anni di battaglie i mercenari furono sgominati e Cartagine poté riprendere il suo percorso per riconquistare il vigore economico precedente. Dopo acerrime lotte politiche fra le due principali fazioni cittadine, Amilcare, padre di Annibale e capostipite dei cosiddetti Barcidi partì per la Spagna con un piccolo esercito di mercenari e cittadini punici. Non essendo aiutato dalla città dovette marciare per tutta la costa del nordafrica e buona parte della costa spagnola. Amilcare sottomise molte popolazioni iberiche e alla sua morte fu sostituito dal genero Asdrubale che consolidò le conquiste fatte e stipulò un trattato con Roma. Il trattato poneva i limiti di espansione punica in Iberia a sud del fiume Ebro. Quando anche Asdrubale fu ucciso l'esercito scelse come capo Annibale, ancora ventisettenne. Cartagine accettò la designazione. Dopo due anni Annibale decise di portare la guerra in Italia, scatenando la Seconda guerra punica.

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Seconda guerra punica
Per approfondire, vedi la voce Seconda guerra punica.

La Seconda guerra punica (218 a.C. - 202 a.C.) consistette essenzialmente in una serie di battaglie terrestri. Spiccano le figure di Annibale e Publio Cornelio Scipione detto successivamente per le vittorie avute in Africa "l'Africano".

Il casus belli scelto da Annibale fu la sfortunata Sagunto. Alleata di Roma ma posta a sud dell'Ebro, cioè entro i "confini" punici, la città fu assalita, assediata e distrutta (La città di Sagunto aveva chiesto l'intervento di Roma ma il Senato era diviso sull'intervento tanto che è rimasta celebre la frase "Mentre a Roma discutono Sagunto cade"). Roma chiese a Cartagine di sconfessare Annibale. Cartagine rifiutò e accettò la dichiarazione di guerra. Annibale partì dalla Spagna con un esercito di circa 90.000 uomini, 12.000 cavalieri e 37 elefanti.
Attraversate le Alpi, presumibilmente al passo del Moncenisio o del Monginevro, Annibale giunse nella Pianura padana con più o meno metà delle forze. Nell'ottica di portare dalla sua parte le tribù galliche in lotta con Roma, combatté e sconfisse i Taurini, avversari degli Insubri che gli si allearono assieme ai Boi. Con magistrale uso della cavalleria sconfisse le forze romane in due importanti battaglie sul Ticino e sulla Trebbia. L'anno successivo attraversò l'Appennino e batté seccamente le legioni di Roma nella battaglia del Lago Trasimeno. Sapendo di non poter assediare Roma prima di aver raccolto attorno a sé le popolazioni dell'Italia centrale e meridionale si diresse verso la Puglia dove, a Canne, inferse una tremenda sconfitta all'esercito romano. Ancora una volta non osò attaccare Roma che già si aspettava l'assedio e si limitò a operare nelle regioni del sud Italia.
Roma, lentamente si riprese e adottando nuovamente la tattica di Quinto Fabio Massimo di limitarsi ad azioni che oggi definiremmo guerriglia, per anni e con alterne fortune, combatté il generale cartaginese restringendo sempre di più il territoriio della sua azione riconquistando man mano le città che Annibale conquistava, non appena le condizioni militari o sociali lo consentivano. Così Capua, Taranto, per citare le più importanti, passarono di mano da Roma ad Annibale e di nuovo a Roma.

Nel frattempo Roma portava la guerra in Spagna, prima con i fratelli Publio (padre dell'Africano)e Gneo Cornelio Scipione, e poi dopo la loro morte con Publio Scipione (futuro Africano) che attaccarono Asdrubale e Magone (fratelli di Annibale). La Spagna fu conquistata e Asdrubale venne in Italia cercando di portare rinforzi al fratello. Al fiume Metauro fu sconfitto e ucciso. Magone provò a muovere le tribù galliche della Pianura Padana ma fu sconfitto e ferito. Richiamato in patria, morì per le ferite durante la traversata.
In maniera non determinate fu coinvolto anche il re Filippo V di Macedonia che provò a combattere i romani i quali si stavano espandendo nell'Illiria e quindi si avicinavano ai suoi territori. Roma mosse la sua diplomazia e le sue legioni riuscendo a fermare i Macedoni senza grandi sforzi e aiutata dal re di Pergamo.
Altre figure importanti della seconda guerra punica sono i re numidi Massinissa e Siface. Massinissa entrò in guerra come alleato di Annibale e la terminò come alleato di Scipione. Specularmente, Siface era alleato di Roma e finì la guerra come alleato di Cartagine.

Senza riformnimenti e rinforzi da Cartagine e senza riuscire a far sollevare le popolazioni del centro Italia contro Roma, Annibale si ritrovò praticamente assediato sui monti della Calabria dove, in seguito, gli giunse l'ordine di Cartagine di tornare in Africa per portare aiuto contro Publio Cornelio Scipione (Africano). Contrastando il volere del Senato, guidato da Quinto Fabio Massimo che riteneva prioritario estromettere Annibale dalla Penisola, Scipione, in qualità di proconsole della Sicilia e aiutato dalle città italiche, partì per l'Africa attaccando direttamente Cartagine. La città punica si vide costretta a richiamare Annibale che rientrò in patria dopo 34 anni di assenza. Nel 202 a.C. a Zama, Scipione volse contro Annibale la sua stessa strategia e lo sconfisse, determinando la fine della Seconda guerra punica.

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Dal 202 al 149 a.C.
Dopo l'avventura di Annibale, Cartagine aveva dovuto cedere anche le redditizie conquiste in Spagna, stava inoltre pagando puntualmente le nuove indennità per la seconda sconfitta (200 talenti d'argento annui per 50 anni). Addirittura prestò aiuto militare alle forze di Roma nelle guerre contro Antioco III, Filippo V e Perseo. La relativa decadenza dello stato era mitigata da un riprendersi del commercio e un nuovo impulso dato all'agricoltura e in particolare alle coltivazioni di ulivo e vite.

Roma, però, non poteva dimenticare il pesante carico di costi economici, umani e psicologici causati dalla precedente guerra. Lo sforzo bellico fu grandioso in termini di risorse umane. Si può calcolare che con le forze degli alleati, Roma dovesse mantenere oltre 200.000 uomini a combattere cui bisogna aggiungere le forze navali. Ogni combattente era sottratto alle campagne e all'agricoltura. Si può quindi comprendere perché Roma fosse ben attenta a far sì che Cartagine non rialzasse la testa. E a far ricordare i romani pensava Catone il Censore. Nondimeno, la situazione poteva mantenersi in uno stato di precario equilibrio se non fosse intervenuto Massinissa.

Questi approfittò degli accordi di pace del 201 a.C. che vietavano a Cartagine persino l'autodifesa senza il consenso di Roma, per sottrarre territori di confine anche con la forza.
Nel 193 a.C. Massinissa occupò Emporia e il Senato romano inviò a Cartagine una delegazione; nel 174 a.C. occupò Tisca e Roma invio Catone alla guida di un'altra commissione; ancora, il re numida occupò Oroscopa. Nel 150 a.C. l'esasperata Cartagine, rompendo i patti, apprestò un esercito di 50.000 uomini cercando di riconquistare Oroscopa ma fu sconfitta. Il rischio per Roma era che Cartagine, troppo indebolita, cadesse preda della Numidia. Si sarebbe formato uno stato ricco, esteso dall'Atlantico all'Egitto e miltarmente forte. La rottura dei patti fornì Roma di un pretesto perfetto per poter intervenire e dichiarò guerra all'eterna rivale.

Era il 149 a.C. e iniziava la Terza guerra punica.

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Terza guerra punica
Per approfondire, vedi la voce Terza guerra punica.

Non appena si seppe che i consoli romani Lucio Marcio Censorino e Manio Manilio Nepote erano partiti con un esercito di 80.000 uomini e 4.000 cavalieri Cartagine capitolò, inviando 300 ostaggi scelti fra gli adolescenti della nobiltà punica. L'esercito romano sbarcò vicino a Utica, che si arrese.

I consoli ricevettero gli ambasciatori di Cartagine che dovettero accettare le condizioni poste: Cartagine consegnò armature, catapulte e altro materiale bellico. Resi inermi i cartaginesi, Censorino disse che la città doveva essere distrutta e ricostruita 15 Km all'interno.
Il popolo cartaginese si ribellò; furono uccisi tutti gli italici presenti in città, furono liberati gli schiavi per avere aiuto nella difesa, furono richiamati Asdrubale e altri esuli, fu chiesta una moratoria di 30 giorni per inviare una delegazione a Roma.
In questi 30 giorni, si ebbe una frenetica corsa al riarmo. I cartaginesi riuscirono a produrre ogni giorno 300 spade, 500 lance, 150 scudi e 1.000 proiettili per le ricostruite catapulte. Le donne offrirono i loro capelli per fabbricare corde per gli archi.
Quando i romani arrivarono alle mura di Cartagine trovarono un intero popolo stretto a difesa della sua città. Fu posto l'assedio.

Cartagine era estremamente ben difesa. La sosta aveva dato ad Asdrubale, posto a capo dell'esercito, la possibilità di raccogliere circa 50.000 uomini ben armati e l'assedio si protrasse. Nel 148 a.C. i nuovi consoli Lucio Calpurnio Pisone e Lucio Ostilio Mancino furono inviati in Africa ma si rivelarono ancora più incapaci dei predecessori. Gli insuccessi romani resero audaci i cartaginesi, Asdrubale prese il potere con un colpo di stato e ordinò di esporre sulle mura i prigionieri orrendamente mutilati. I romani, inaspriti, non avrebbero concesso mercé.

Nel 147 a.C. Publio Cornelio Scipione Emiliano venne nominato console, avendo come collega Caio Livio Druso. Asdrubale che difendeva il porto con 7.000 uomini, fu attaccato di notte e costretto a riparare a Birsa. Scipione bloccò il porto da cui arrivavano i rifornimenti per gli asssediati. Questi scavarono un tunnel-canale e riuscirono a costruire cinquanta navi ma Scipione distrusse la flotta e il tunnel-canale fu chiuso. Nel frattempo Nefari fu attaccata da truppe romane e cadde; questo portò la resa delle altre città. I romani si poterono concentrare su Cartagine.

L'agonia della città si protrasse per tutto l'inverno senza viveri e attaccata da una pestilenza. Scipione non forzò l'attacco che venne lanciato solo nel 146 a.C.. I sopravissuti per quindici giorni impegnarono i romani in una disperata battaglia per le strade della città. Ma l'esito era scontato. Gli ultimi soldati si rinchiusero nel tempio di Eshmun altri otto giorni. Scipione abbandonò la città al saccheggio dei suoi soldati. Cartagine fu rasa al suolo, bruciata, le mura abbattute, il porto distrutto. L'invito del Senatore romano Catone "Cartago Delenda Est" (Cartagine deve essere distrutta)arrivava a compimento.

La Terza guerra punica era terminata.

ciao qui c'è tutto ciò che vuoi sapere

2006-10-15 10:53:07 · answer #1 · answered by giuseppe m 3 · 0 2

Mi dispiace, vorrei tanto rispondere, ma c'è chi, attraverso il copia e incolla ha fatto luce su tutto. Non mi resta che augurarti buona lettura dei papiri che hanno occupato l' intera pagina. Ah! Bei tempi quando si rispondeva utilizzando solo le capacità mnemoniche.

2006-10-16 03:37:02 · answer #2 · answered by Anonymous · 3 0

Questa domanda sarebbe più simpatica farla a viva voce! Via internet chiunque può effettuare una rapida ricerca e, col copia incolla, risponderti in maniera enormemente esaustiva... e senza che nulla di quanto detto sia farina del tuo sacco! Vorrei vedere quanti di quelli che hanno scritto un poema sulle guerre puniche sarebbero in grado di ripeterne anche solo un corto riassunto a voce. Io chiederei piuttosto un'opinione su qualche episodio particolare ma senza spiegarlo..... lì vediamo in quanti ti rispondono! Argomentare una propria opinione è decisamente più difficile di fare copia-incolla......

2006-10-18 23:10:53 · answer #3 · answered by Rasenar 3 · 1 0

Esistono molti ragazzi che hanno il dono innato, spesso inconsapevole, di conquistare le ragazze. Questa guida http://TaoDelSeduttore.latis.info/?7vj4 è stata progettata per aiutare anche il ragazzo più impacciato a comprendere alcuni dei principi fondamentali del gioco della seduzione

2017-03-06 23:33:52 · answer #4 · answered by Quiana 3 · 0 0

Colti? Se lo chiedi ad un bambino di terza elementare dovrebbe saperlo... Fa parte del programma di storia (o almeno lo faceva ai miei tempi).. E` una questione mnemonica, al massimo.
Furono combattute tra Romani e Cartaginesi, discendenti dei Fenici e grandi navigatori - qualcuno ipotizza addirittura che fossero arrivati in America. I due popoli si contendevano soprattutto il dominio del Mediterraneo. Dopo una fase iniziale favorevole ai Cartaginesi, che guidati da Annibale arrivarono quasi alle porte di Roma, le ostilita` terminarono con la definitiva distruzione di Cartagine e il dominio dei Romani su quello che sarebbe stato poi appunto chiamato Mare Nostrum.

2006-10-18 03:33:56 · answer #5 · answered by bintar62 4 · 0 0

risposta del test psicologico
sei una ragazza semplice ma complicata in quanto sei profonda ed umile, gentile e generosa. ti piace stare con la gente. hai molta fede verso Dio. sei simpatica, a volte lunatica. ma riesci bene ad esprimerti con il prossimo.

2006-10-15 09:49:15 · answer #6 · answered by fpl 2 · 0 0

tra Romani e Cartaginesi, alla fine Cartagine venne distrutta, furono 3: la I scoppiò nel 264 e finì nel 241 a.C., la II scoppiò nel 218 e finì nel 202 a.C., la III scoppiò nel 149 e finì nel 146 a.C.

2006-10-15 09:14:14 · answer #7 · answered by karate girl 5 · 0 0

Ma dai! Tre guerre tra Romani e Cartaginesi (o Puni), vinte dai Romani... Terminarono con la distruzione di Cartagine (famosa la frase "Delenda Carthago").

2006-10-15 09:06:54 · answer #8 · answered by Manuel M 4 · 0 0

Le Guerre puniche furono una serie di tre guerre combattute fra Roma e Cartagine e che si risolsero con la totale supremazia di Roma sul Mar Mediterraneo; supremazia diretta nella parte occidentale e controllo per mezzo di regni a sovranità limitata nell'Egeo e nel Mar Nero. Sono conosciute come puniche in quanto i romani chiamavano punici i cartaginesi. A sua volta il termine punico è una corruzione di fenicio, come Cartagine è una corruzione del fenicio Karth Hadash (città nuova).

2006-10-15 09:00:16 · answer #9 · answered by ocima 7 · 0 0

Si chiamano "guerre puniche" gli scontri avvenuti tra Romani e Cartaginesi a partire dal 264 sino al 146 a.c. Prima di allora Roma, potenza terrestre, e Cartagine, potenza marittima, non si erano mai urtate. Anzi, esse avevano rafforzato i loro già buoni rapporti con il trattato del 348 a.c. in base al quale avevano costituito un’alleanza politica in funzione anti-greca. Ma, una volta superato il pericolo greco, la rivalità si accese proprio tra Romani e Cartaginesi per il controllo del Mediterraneo.
La prima guerra punica fu causata dall’aiuto prestato dai Romani ai Mamertini, soldati mercenari che avevano occupato le città di Messina e contro i quali si era mossa Siracusa e la sua alleata Cartagine. Roma in breve tempo ottenne i primi irisultati: la conquista di Messina e una nuova alleanza con Siracusa, allontanata in questo modo da Cartagine.
La guerra fu combattuta prevalentemente sul mare; Roma si dotò appositamente di una flotta, costituita da navi munite di corvi (ponti per l’abbordaggio della navi nemiche che permettevano di combattere corpo a corpo). Grazie a questo stratagemma, i Romani riportarono vittorie a Milazzo (260), a capo Ecnomo (256) e infine, nello scontro decisivo alle isole Egadi (241).
La prima fase della guerra romano-punica si concluse con il pagamento da parte dei Cartaginesi di un’indennità e con la perdita della Sicilia e della Sardegna, che nel 238 diventarono le prime province romane.
LA SECONDA GUERRA PUNICA
Cartagine, per rifarsi della sconfitta, cercò un compenso in Spagna, di cui sfruttò le ricche miniere di argento e dove arruolò 25.000 uomini, formando così un esercito ai comandi del giovane comandante Annibale. Egli, assediando ed espugnando la città alleata dei Romani, Sagunto, scatenò l’ira di questi ultimi che dichiararono guerra alla rivale (219).
Il condottiero cartaginese, dopo una marcia forzata attraverso le Alpi, giunse nel 218 nella Pianura Padana dove ottenne l’appoggio dei Galli da poco sottomessi al dominio Romani e già desiderosi di liberarsene. Annibale continuò la sua avanzata verso l’Urbe sconfiggendo l’esercito nemico prima sul fiume Ticino, poi sul fiume Trebbia e infine presso il lago Trasimeno. A questo punto Annibale non puntò direttamente su Roma, ma aggirandola si diresse verso sud, dove forse contava di suscitare altre defezioni tra gli alleati dei Romani.
A Canne, in Puglia, nel 216 i Romani subirono una delle più disastrose sconfitte della loro storia, eppure i Cartaginesi non seppero approfittare della vittoria; riuscirono a portare dalla loro parte solo poche città greche (Taranto, Capua, Siracusa), inoltre avevano subito pesanti perdite di uomini e avevano il costante problema dei rifornimenti.
Così Roma ebbe il tempo per riprendersi, per riconquistare le città alleate passate al nemico e per portare la guerra direttamente in Africa. Nel 202 il condottiero romano Scipione l’Africano sconfisse Annibale a Zama. La città punica dovette pagare una pesante indennità di guerra e rinunciare alla Spagna e a gran parte della sua flotta.

LA TERZA GUERRA PUNICA
Dopo il 202, lentamente Cartagine si era risollevata dal trauma della sconfitta; Roma temendo la ripresa economica della città avversaria cercava un pretesto per attaccarla di nuovo. Così, quando nel 149 Cartagine reagì alla provocazione del re di Numidia, Massinissa, che cercava di espandersi a danno dei suoi territori, il pretesto fu trovato. I romani decisero di intervenire a favore di Massinissa, loro alleato. L’assedio di Cartagine durò tre anni, dal 149 al 146 a.c., quando infine il centro punico fu raso al suolo e i 50.000 superstiti furono ridotti in schiavitù.
I Romani ottennero il controllo di tutto il Mediterraneo occidentale ed anche il primato nella potenza navale.
Queste le vicende che furono caratterizzate dal tormentone di Catone "Cartago delenda est",ma qui i Romani commisero un grave delitto: distrussero la Biblioteca di Alessandria che era la più ricca dell'antichità,perdendo irrimediabilmente opere che nn si sono mai più trovate

2006-10-15 09:12:06 · answer #10 · answered by asherah_2005 3 · 0 2

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