La Fimek S.p.A. fa parte del gruppo Fulchir e come soci di minoranza sono presenti Generali (11,00%), Bpc Investimenti (2,2%) e Finint (gruppo finanziario Enrico Marchi) fondo di private equity (4,00%).
La Finmek S.p.A. (e alcune controllate) è stata dichiarata insolvente dal Tribunale di Padova ed ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria (legge Marzano) il 5 maggio 2004 per le forti difficoltà finanziarie e dopo la mancata certificazione del bilancio 2002, da parte della società di revisione. Lo stesso Tribunale di Padova ha, successivamente, aperto un’inchiesta per reati connessi alla gestione della società prima dell’ammissione all’amministrazione straordinaria.
Dopo la nomina del commissario straordinario, è stato trovato un accordo con le organizzazioni sindacali per mantenere l’integrità del gruppo e per ridurre il personale, anche se i problemi finanziari si ripercuotono sull’attività di impresa, con gravi rischi non solo per gli obbligazionisti, ma per i dipendenti del gruppo.
La società ha garantito un prestito obbligazionario (codice ISIN XS0138653372) della controllata Finmek International Sa di 150 milioni di euro, con cedola del 7,00% emesso nel 2001 e con scadenza 3 dicembre 2004, organizzato da Banca Caboto (gruppo Intesa).
La Finmek, attiva nella fabbricazione di apparati elettronici per le tlc, gia dal 2003 aveva difficoltà, anche se nel triennio precedente (2000-2002) non aveva mai chiuso il bilancio in perdita; per questo dubbi solleva la condotta contabile della società, ma anche la decisione della banca Caboto di collocare il prestito, in presenza di parametri finanziari critici (nel 2001 il debito lordo consolidato era di 663 milioni di euro, rispetto ai 225 del 2000, il patrimonio netto di soli 56 milioni di euro, l’esposizione verso i fornitori era salita da 123 milioni del 2000 a 255 milioni). Una situazione reddituale che non avrebbe consentito di rimborsare neppure gli interessi del titolo, pari a un terzo dell'intero fatturato.
La società ha assicurato, ma non c’è alcuna certezza, di avere accantonato 30 milioni di euro da destinare al rimborso del prestito, di poter avere 70 milioni dal cash flow aziendale e il resto attraverso un finanziamento e il riscadenzamento del debito. Il documento legale del bond prevede, però, il default del titolo nel caso d’insolvenza della società garante. L’unica possibilità di rimborso è il risanamento della società entro la scadenza dell’emissione (16 dicembre 2004).
Banca Intesa ha concesso un prestito ponte di 8 milioni per pagare gli stipendi e finanziare le operazioni correnti così da riprendere l’attività e consentire di eseguire gli ordini già ricevuti.
L’Adiconsum, a tutela degli obbligazionisti, ha già chiesto all’ABI, come avvenuto per Giacomelli e Parmalat, di attivarsi affinché l’eventuale ammissione al passivo sia effettuata, gratuitamente dalle banche.
Entro luglio doveva essere rimborsato anche un prestito obbligazionario di 23 milioni di euro interamente sottoscritto da Generali, di cui non si hanno notizie.----Soliti imbrogli sulla pelle di lavoratori e piccoli risparmiatori,ciao
2006-10-02 05:07:26
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answer #1
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answered by lupogrigio 7
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spiegami perchè io lavoro in uno studio di associati e proprio oggi mi è capitato tra le mani un fax che riguardava i dipendenti della finmek.
Di che si tratta?
2006-10-02 10:03:52
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answer #2
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answered by eli 3
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