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"Stipendi magri e contratti a progetto. Meno posti fissi, più mobilità e flessibilità. Ritratto di un mercato del lavoro che guarda al futuro con pessimismo.
Il 35% dei lavoratori non arriva alla soglia dei tre zeri al mese. Un miraggio per quasi la metà delle lavoratrici dipendenti e parasubordinate.
Una triste realtà per oltre un terzo dei lavoratori italiani.
I lavoratori italiani, soprattutto quelli che vivono e lavorano nelle regioni del Nord, rinunciano sempre più alla carriera unica a favore della mobilità, e quindi della flessibilità.
E' il panorama che emerge dall'indagine dell'Ires- Cgil sul mondo del lavoro. Fonte: http://www.alice.it/oggi/indexbb.html".
Mi domando se sia giusto scaricare tutti i sacrifici per il risanamento delle finanze pubbliche SOLO sui giovani e su coloro che stanno per andare in pensione (un parte piccolissima)... La cosa triste è che MOLTI GIOVANI non sanno neanche che "godranno", in futuro, di una "pensione da fame"...

2006-09-15 22:18:01 · 6 risposte · inviata da Bruno F 3 in Affari e finanza Lavoro e carriera

6 risposte

Drammaticamente vero. Io comunque non credo che al nord si rinunci alla carriera unica per diletto: semplicemente non ci sono alternative! Al di là del fatto che lo stesso articolo sottolinea la difficoltà nel trovare un posto a tempo indeterminato, solitamente funziona così: resti per 10 anni nella stessa posizione con aumenti di stipendio (quando ci sono) ridicoli e quando arrivi a prendere più di 1000 euro al mese sembra una conquista. Forse poteva essere così 20 anni fa, ma con il costo della vita di oggigiorno puoi scordarti di vivere in città con un simile stipendio da fame senza dover ricorrere a mezzucci da repubblica delle banane (secondo lavoro in nero, prestiti da genitori ed amici...)

Anche ciò che dice maria_r è giusto, però non dimentichiamoci che fra gli sfruttati ci sono anche le stesse categorie che ha citato. Il problema non è soltanto quello di volere un lavoro in linea con le proprie aspettative e il proprio titolo di studio: c'è anche il fatto che fra prendere 900 euro netti al mese per fare l'infermiere e prendere 800 euro netti per fare l'impiegato, tutti scelgono la seconda opzione.
Si fa un gran parlare di incentivare certe categorie di lavori (che ormai non vuole mai fare nessuno) ma si trattano le persone come "pezze ai piedi" e ci si stupisce quando alla fine si finisce a dover ricorrere all'immigrazione controllata.

No comment poi sulle pensioni. Io sono quasi certo che non vedrò mai una pensione e se mai questo dovesse succedere, comunque sarebbe un importo ridicolo. Alla fine, fra i due mali, forse i fondi pensioni sono il minore (e vi garantisco che mi sono dovuto tirare il naso per scrivere questa frase).

2006-09-15 23:01:15 · answer #1 · answered by MrAsd 5 · 0 0

Ha rovinato il lavoro giovanile l'obbligo scolastico. Tutti vanno a scuola fino al diploma anche se non hanno vogli di studiare, siccome la scuola è un obbligo ci vanno contro voglia e quando hanno 18 anni o più escono con un diploma che vale zero poi magari si parcheggiano all'università. La scuola avrebbe dovuto essere un diritto e non un obbligo Chi voleva studiare non avrebbe dovuto pagare nemmeno un cent ne per libri ne per altro e la scuola avrebbe dovuto essere rigorosa, difficile e selettiva chi non ha le capacità e la voglia avrebbe dovuto essere avviato ad imparare un mestiere con un artigiano valente come si faceva una volta. Oggi un giovane di 20 anni che non ha mai fatto niente si trova a disagio ad accettare un lavoro adatto a chi non sa far niente. Chi ha una laure acquisita sgobbando deve pagarsi i master per poter far valere il suo titolo di studio e se riesce a trovare un lavoro per i primi 5 o 6 anni è sfruttato come i caporali del foggiano sfruttano quei poveri extracomunitari clandestini.
E' durissima e pensare che nel pubblico impiego c'è un mare di persone che non sanno ne vogliono fare niente e restano a scaldarsi ed a rinfrescarsi in ufficio per oltre 40 anni

2006-09-16 08:12:41 · answer #2 · answered by Monello 4 · 3 0

Una ingiustizia sociale ! Mi chiedo cosa hanno lavorato e agito gli italiani fino ad oggi se non per un futuro per le generazioni emergenti. Finché stiamo zitti, vuole dire che ci va bene. E' inoltre inutile lamentarci fra noi, "disgraziati". Bisognerebbe che gli italiani si coinvolgessero maggiormente a questo problema, che è grosso. Spesso mi chiedo che fine faranno i miei figli ? E gli amici dei miei figli? Cosa ho lavorato a fare tutti questi anni ?

2006-09-16 05:45:03 · answer #3 · answered by paolapoggi50 6 · 1 0

Lo trovo molto ingiusto, ma su chi vorresti scaricarlo?
Se metti troppe tasse sull'industria i capitali vanno all'estero e investono là. Il commercio è quasi svanito per le tasse eccessive, sostituito sempre più dai grandi magazzini delle multinazionali. Le piccole imprese sono passate al nero perchè non le sostenevano. I grandi industriali, i grandi commercianti e i grandi professionisti evadono le tasse perchè corrompono la finanza, i piccoli evadono per sopravvivere. La mobilità in rari casi era necessaria, perloppiù ha consentito alle multinazionali di sfruttare i giovani, è stata una legge del cavolo di Berlusconi che Prodi però non ha nessuna intenzione di sanare. La Chiesa è esentasse su tutto e solo a Roma possiede un quinto delle proprietà immobiliari: negozi e abitazioni del centro storico che affittano a prezzi esorbitanti e addebitano a enti di beneficienza inesistenti. Un governo non può spremere tasse all'infinito, ma deve risanare attraverso progetti di investimenti, cosa che nessuno sa fare, soprattutto la sinistra. Ogni volta che aumentano le tasse altre imprese vanno al nero. In quanto alle pensioni sono una balla, la sanità non guadagna ma è un servizio sociale cui non si può rinunciare. Altrettanto le pensioni: un tempo la Confederazione Commercianti e artigiani era in largo attivo, allora l'hanno accorporata all'Imps ma è stato un buco nell'acqua, il vantaggio non è durato niente perchè ci mangiano alla grande e non sanno investire. Se l'Imps è inattivo va sostenuto con le entrate, i lavoratori pagano per questo e il loro denaro va restituito.
Perchè lo stato obbliga il cittadino a donare alle aziende una parte dello stipendio o del salario per procurarsi la pensione? Perchè non possiamo amministrare da noi i nostri guadagni? Non possiamo ad esempio comprarci una casetta e formarci una rendita? E' una legge fatta a favore delle aziende che quei soldi se li investono e ci guadagnano. Aprite gli occhi: destra e sinistra non fanno un tubo per i meno abbienti.

2006-09-16 05:46:05 · answer #4 · answered by Anonymous · 0 0

I giovani sanno che "godranno" di una pensione da fame SEMPRE SE riusciranno a trovare un lavoro. Il fatto è che non manca il lavoro in sè, c'è richiesta di un certo tipo di manodopera per esempio, o di infermieri, camerieri.. Solo che i nostri ragazzi studiano quasi tutti e tutti vorrebbero (direi anche giustamente) trovare una professione in linea con la propria preparazione che dia anche i meritati frutti economici. Ma se ci fanno andare in pensione a più di 60 anni, quando troveranno lavoro questi ragazzi??

2006-09-16 05:36:13 · answer #5 · answered by maria r 2 · 0 0

c'è ben poco da dire...o ritornano le brigate..o stiamo sempre più inguaiati..

2006-09-16 05:27:43 · answer #6 · answered by parsifal for c@ndy stelle 5 · 0 1

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