Il carlino era 1 moneta e a Bologna in passato il giornale veniva pagato appunto cn 1 carlino, e dp se ne riceveva il resto...da qui l'intitolazione di qst gionale. Del resto basti pensare al giornalaio ke porgeva il resto dicendo: "Ecco a lei il resto del carlino!", una volta c si riferiva unicamente ai soldi, ma oggi propio al quotidiano.
Ho perso 5 min della mia vita a scrivere qst risposta...qnd...almeno assegnami qst 10 punti!
2006-08-18 04:20:20
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answer #1
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answered by stefy3092 4
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questa è facile per chi è di bologna come me. Una volta, credo nell'ottocento, quando qualcuno pagavacon il carlino, che era una moneta, come resto gli veniva dato appunto il giornale.
Da qui il nome del quotidiano più orrendo e ahimè più diffuso della città felsinea
2006-08-18 08:59:26
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answer #2
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answered by ciot2000 4
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Il Carlino era un'antica moneta.Il giornale veniva dato come "resto" a chi pagava con questo carlino.Dovrebbe essere più o meno così.
2006-08-18 08:51:31
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answer #3
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answered by Anonymous
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I fondatori scelsero “Il Resto… del Carlino”, dove i puntini di sospensione non sono messi a caso. La testata si rifaceva infatti a un modo di dire: “dare il resto del carlino” significava “dare ad ognuno il suo avere”, “mettere a posto suocera e nuora”.
2006-08-18 08:48:36
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answer #4
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answered by Ugo 5
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Nella Bologna ottocentesca la moda giornalistica imponeva nomi come "La Striglia", "La Frusta", "Lo scappellotto". I fondatori scelsero “Il Resto… del Carlino”, dove i puntini di sospensione non sono messi a caso. La testata si rifaceva infatti a un modo di dire: “dare il resto del carlino” significava “dare ad ognuno il suo avere”, “mettere a posto suocera e nuora”.
Ma dietro al nome c’era anche una precisa strategia commerciale. Il giornale costava due centesimi (invece di 5 della stampa “seria” e di quella sportiva) e veniva venduto nelle tabaccherie. Siccome un sigaro toscano costava 8 centesimi, era facile per gli esercenti abbinare la vendita dei due prodotti. L’idea comunque non era originale. I tre fondatori del nuovo quotidiano l’avevano notata a Firenze, dove circolava già da qualche tempo un giornale di nome Il Resto al sigaro. Presero l’idea e la portarono a Bologna. I loro nomi erano: Cesare Chiusoli, Giulio Padovani e Alberto Carboni. Tutti e tre avevano alle spalle studi di giurisprudenza e un’attività consolidata di giornalista in altri fogli cittadini. A loro si aggiunse Francesco Tonolla come amministratore.
2006-08-18 08:43:10
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answer #5
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answered by Anonymous
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Il carlino era la moneta locale, il Resto del Carlino era la pagina di informazioni che si dava in origine al posto del resto
Credo che il modo di dire "dare il resto del carlino" sia successivo
2006-08-18 08:47:55
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answer #6
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answered by ele 4
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il carlino era una moneta, il cui 'resto' - dopo la spesa giornaliera - bastava a comprare il giornale
2006-08-18 08:44:16
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answer #7
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answered by ? 5
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mi sembra che il carlino fosse una moneta...
2006-08-18 08:44:16
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answer #8
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answered by ? 3
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La risposta te la stanno dando tutti... che senso ha intervenire ancora ?
2006-08-18 09:04:59
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answer #9
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answered by ma19rco 2
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Il Carlino è una moneta d'oro o d'argento emessa a Napoli tra il XIII e XIV secolo.
I fondatori del giornale di Bolognascelsero “Il Resto… del Carlino”, dove i puntini di sospensione non sono messi a caso. La testata si rifaceva infatti a un modo di dire: “dare il resto del carlino” significava “dare ad ognuno il suo avere”, “mettere a posto suocera e nuora”.
Ma dietro al nome c’era anche una precisa strategia commerciale. Il giornale costava due centesimi (invece di 5 della stampa “seria” e di quella sportiva) e veniva venduto nelle tabaccherie. Siccome un sigaro toscano costava 8 centesimi, era facile per gli esercenti abbinare la vendita dei due prodotti.
2006-08-18 08:56:41
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answer #10
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answered by JoySleep 4
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