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Quesito forzatamente semplificato: in realta' e' molto piu' probabile che, nel primo caso, non tutti i contadini abbiano i soldi sufficienti per comprare un trattore personale, e dunque di essi una parte continuera' forzatamente a fare il lavoro a mano, facendosi un mazzo tanto e rinunciando a vivere, una parte tentera' di risolvere il problema con un prestito oneroso per comprare il trattore, e quando potra'vedere la luce si trovera' con il trattore rotto e da sostituire, mentre la parte piu' consistente preferira' l'abbandono della terra, in quanto il gioco non vale la candela.

2006-08-13 23:42:38 · 6 risposte · inviata da Anonymous in Affari e finanza Aziende e imprese

Per favore, evitate di intervenire con risposte sciocche date al solo, bieco fine di guadagnare 2 punti.

2006-08-14 00:05:11 · update #1

Nonostante abbia voluto proporre il quesito in modo ironico e, confesso, provocatorio, non mi aspettavo dissertazioni economiche o, peggio, i soliti elmetti a sfondo ideologico. Semplicemente, mi piaceva sapere se state dalla parte del lavoro individuale o del lavoro organizzato a livello collettivo (non cooperativo, per associazione collettiva intendo la sinergia verso gli stessi obiettivi degli individui padroni delle terre, senza intermediari, al solo fine di razionalizzare i costi di materie prime, macchinari e produzione), in quale dei due sistemi vedete il futuro

2006-08-14 08:08:00 · update #2

6 risposte

Al primo quesito io risponderei “meglio 100 trattori per 20 contadini” specificando poi che per trattori intendo qualsiasi bene capitale coadiuvante alla coltivazione e allevamento. Non ci vedo un problema di condivisione delle attrezzature ma di intensità di capitale. Per contadini in questo contesto io mi riferisco come lavoratori impiegati in un’azienda agricola e non come contadini autonomi. L’idea è che la crescente concorrenza impone uno sfruttamento delle risorse più intensivo, anche in ambito agricolo ed estrattivo. E sebbene fino a poco tempo fa questi erano i settori ad alta intensità di lavoro, nei paesi occidentali più sviluppati e ancora di più negli USA si assiste ad un progressivo aumento dell’intensità di capitale anche in questi settori tradizionali. Una maggiore quantità di capitale per lavoratore permetterebbe un rendimento del lavoro superiore e dei salari più alti insieme ad una maggiore competitività a livello internazionale.

Per quanto riguarda la convenienza o meno per i contadini in questo caso autonomi e probabilmente proprietari di fondi relativamente piccoli il problema si può approssimare ad un modello di diffusione dell’innovazione e non di condivisione delle attrezzature. (DAVID P. 1966, “The Mechanization of Reaping in Ante Bellum Midwest”)
Certamente ogni contadino sa che il possesso di un trattore oltre a risparmiargli fatica fisica porterebbe a profitti superiori. Un agente razionale come supponiamo essere il nostro contadino deciderà di procurarsi il trattore se il guadagno atteso è superiore al costo del trattore più il costo del prestito necessario per il suo acquisto. In questo caso la quantità di trattori ottimale, di equilibrio dipende da molte variabili statiche. Per esempio contadini con lotti di terra di maggiori dimensioni riusciranno più facilmente a coprire i costi del trattore, i tassi di interesse bancari più alti invece rendono il finanziamento più oneroso, ecc.
A questo punto entrano in gioco le variabili dinamiche: il contadino che si è potuto permettere il trattore nel primo periodo, dopo aver ottenuto al suo lavoro profitti nettamente superiori ha potuto incrementare la sua quota di mercato e inglobare altri contadini di dimensioni minori. Progressivamente il numero degli agricoltori tenderebbe a ridursi e la loro dimensione aumentare per effetto della selezione in base all’adozione del trattore o meno.
In alcuni casi le cooperative offrono sostegno ai contadini anche per le questioni di acquisizioni delle innovazioni che se acquisite da ogni contadino singolarmente sarebbero onerose mentre se acquistate in condivisione diventano economicamente vantaggiose. Ma in qualsiasi settore le decisioni di investimento e quindi la quantità di capitale per lavoratore è stabilità secondo il principio della massimizzazione del profitto che dipende anche da altri fattori. In situazioni diverse, in nazioni diverse, in settori diversi il numero di trattori ottimale è sicuramente diverso.

2006-08-14 07:26:13 · answer #1 · answered by ninette_luz 3 · 0 0

In Unione Sovietica molti anni orsono, risolsero il problema con la cosidetta "collettivizzazione".
Immediatamente la produzione agricola precipito' e fu la fame.
(e per decenni la quantita'di prodotto agricolo per superfice fu la piu' bassa del mondo e
l'Unione Sovietica. che e' bene ricordarlo ha la piu' estesa superfice di terreni agricoli
del mondo, fu costretta a importare i cereali dall'odiato occidente.
(Non voglio entrare im merito ad altri aspetti. Te ne ricordo solo uno: in ogni "sovcos"
le macchine agricole funzionanti non superavano mai il 30% dell'intero parco. Sai il perche"? Pensaci.
Smettila di ipotizzare un mondo che non c'e'mai stato e non ci sara' mai.
Eviterai molte delusioni.

2006-08-14 03:02:32 · answer #2 · answered by enzo a 3 · 0 0

secondo te perchè i nostri agricoltori hanno abbandonato la terra?
perchè, come hai detto, il gioco non vale la candela, devi avere alle spalle un bel capitale che ti permetta di riparare gli attrezzi rotti e di sostituirli quando sono vetusti.
oggi nessuno è più disposto a vivere come un pezzente lavorando 20 ore al giorno.

2006-08-14 00:12:59 · answer #3 · answered by Ely 5 · 0 0

Ma non esistono già le cooperative di agricoltori, che comprano i macchinari in comune?
Si possono anche noleggiare.

2006-08-14 00:03:09 · answer #4 · answered by SilviaBO 7 · 0 0

ma fai come vuoi io nn ne capisco.............ciao..

2006-08-14 00:00:03 · answer #5 · answered by sara s 2 · 0 1

Meglio più tasse e meno sussidi per i contadini

2006-08-14 01:16:24 · answer #6 · answered by Marco 5 · 0 2

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