grande artista.forse non molto attuale ma sicuramente un artista insormontabile.le sue parole sono sempre molto vicine alla mia realta, alle cose in cui credo, quindi penso che lui abbia pienamente contribuito a scrivere un pezzo di storia nel capitolo della musica.
2006-07-21 01:43:33
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answer #2
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answered by eva 2
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Timidissimo fin da ragazzo, letteralmente "attaccato" alla sua chitarra che - attestano i più vecchi amici e colleghi nei gruppi musicali in cui ha militato - era capace di suonare ininterrottamente per ore, estraneandosi da tutto, Lucio Battisti, dopo una discreta gavetta come autore e il successo travolgente come cantante, esploso dalla fine degli anni sessanta, si è volutamente trasformato nell'"antipersonaggio" per eccellenza.
Poco amante dei concerti e delle esibizioni televisive, refrattario ai tentativi della stampa di invadere la sua vita privata, a partire dal 1972 Battisti cessa del tutto di concedersi al pubblico, manifestando l'intendimento di comunicare con lo stesso "solo con le sue canzoni", e procedendo con ferrea determinazione su questa strada, limitandosi alla concessione di rarissime interviste a periodici specializzati (l'ultima fu concessa nel 1982).
Da un'intervista emerge il suo bisogno di non subire l'onta del successo, capace di travolgere le abilità artistiche del musicista e soprattutto le abitudini di un uomo borghese che non ha nessuna intenzione di cambiarle a scapito della sua serenità.
Partito da un solido background di preferenze musicali costituito da talune band anglosassoni, quali gli Animals e gli stessi Beatles ma soprattutto dai grandi del rhythm and blues come Otis Redding, Lucio Battisti, percorrendo una strada compositiva che ha saputo coniugare al meglio, come mai a nessuno (se non, limitatamente all'interpretazione, a cantanti come Fausto Leali) era prima riuscito, le sonorità "nere" da lui predilette col meglio della tradizione italiana, affinò negli anni un suo stile personalissimo, fatto di sonorità spesso inattese ed innovative (anche se, dalla seconda metà degli anni settanta, invero molto influenzate da certo sound d'oltremanica), di melodie efficaci, mai scontate (il famigerato "giro di do" è del tutto assente dalle sue canzoni) e piene di sentimento (come esemplifica Emozioni, sua pietra miliare)
Tali musicalità innovative si sono perfettamente amalgamate, nel suo periodo artisticamente più felice, coi testi scritti da Mogol, spesso alati e trasognati, all'insegna di un modo di parlare dei sentimenti profondamente moderno e coraggioso, in cui le virtù e le fragilità sia maschili che femminili venivano penetrate in profondità con una capacità di analisi introspettiva davvero ardua da raggiungere.
In questo periodo, che perdurerà fino al 1980, un inatteso punto di forza di Battisti è il particolare uso della voce: per sua stessa ammissione non dotatissimo vocalmente, Lucio sopperirà ai suoi limiti in modo straordinariamente "creativo", imponendo un modo di cantare lontanissimo dalle tradizioni italiane, imperniato su una continua tensione interpretativa fatta di alternanze tra alti e bassi (emblematica è la canzone Le tre verità, cantata su ben tre ottave diverse), tra apparenti raucedini e sorprendenti acuti in "falsetto" (come si può cogliere paradigmaticamente nella spettacolare interpretazione della canzone La compagnia), talora facendo ricorso alla velocissima scansione di più sillabe in pochissime battute, per certi versi anticipatrice del rap.
Dopo la separazione artistica da Mogol, Lucio Battisti, oltre ad interrompere del tutto ogni forma di comunicazione col pubblico, imprimerà una svolta, invero poco compresa o condivisa da gran parte del pubblico - sebbene molto apprezzata dalla critica - alla sua musica: i testi, affidati a Pasquale Panella si faranno criptici, ermetici, densi di giochi di parole e di doppi sensi, le sonorità diverranno sempre più elettroniche col dominio assoluto di una sezione ritmica sempre più orientata verso la techno music, il canto diverrà impersonale, con la quasi totale scomparsa degli acuti, delle raucedini, dell'alternarsi di toni alti e bassi che costituivano il punto di forza del particolare uso della voce di Battisti.
UN Grande Per La Musica Italiana
2006-07-21 01:20:43
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answer #4
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answered by alex_maverick89 1
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