ciao gioia.
non ho molto tempo, mi limito ad un discorso inaccettabile per molti, attenendomi solo ai fatti, ai frutti che vivo.
1 - riguardo la morte per me è una cosa del passato, da otto anni vivo l'esistenza pasquale del Cristo per cui si è dissolta la paura della morte che non c'è più come morte assoluta ma tutto si trasforma in altro di se. fuori da logica umana ma stupenda, insostituibile. la morte è come un bel bacio sulle labbra, il primo in assoluto mi stravolse, ruppe la mia timidezza di cristallo, tutto ti va in allarme poi vorresti fermarti lì per sempre, tutta la tua esistenza è li, ma poi ti accorgi che oltre l'impatto sensibile ti dà la ricarica per vivere anzi ti mette il desiderio di vivere amando. certo nel panico della morte è opposto l'aspetto sensibile ma il frutto è inaspettato e stupendo dopo. stiamo facendo fare qust'esperienza a un gruppo di psicoterapeuti atei o ateo-cristiani e sono stupendamente stravolti, non se lo spiegano ma l'esperienza del battesimo iniziale è un marchio che non vogliono più mollare. abbiamo ora il problema che sono ora incontenibili. beh io ci ho provato a spiegarlo con parole, ma solo l'atto reale dell'andare oltre il conosciuto può rendere la verità che c'è oltre il se logico.
2 - la vecchiaia. ho 47 anni a 39 ero come un ottantenne incazzato, deluso, depresso, svilito, ateo di tutto, contro tutti e poi contro me stesso nel "logico" tunnel del suicidio, il deviato, il pazzo non sa di essere pazzo, ammorbato da malattie somatiche di un'interiore larvato.
poi la svolta dell'impatto terribile e bellissimo con la realtà del Cristo e l'incredibile cammino di rinascita esplosiva. non so più quanti anni ho, il tempo passa sì sul mio corpo ma sono un bambino cresciuto e libero da me stesso in unità col tutto, i miei amici vanno dai dodici ai settant'anni. non mi vergogno di dirlo, di pensare controcorrente anche all'interno di una chiesa in cui opero che tende, per natura umana, a secolarizzarsi ed allearsi col mondo che imposta tutto sulla fuga dalla morte, inalienabile parto, neccessario atto della crescita dell'uomo che si rinnova in se, si espande, tanto da unirsi all'altro, al diverso di se, a tutto, al creatore, come anche qui su answer.
ora Alba hai messo un altra tessera al mio puzzle.
complimenti Lupelius, sintetico e grande.
2007-11-09 21:15:26
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answer #1
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answered by Danilo 2
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L'uomo nasce,cresce,muore:questa è la sua animalità. Infatti gli uomini fanno parte del Regno Animale.Ma c'è un elemento sostanziale che diversifica l'essere umano dagli altri esseri del suo stesso Regno:è lo Spirito e il Pensiero. Azzarderei dire che lo stesso Pensiero è Spirito: infatti Penso quello che lo Spirito mi induce a pensare e credere. Vista sotto questa angolatura, lo Spirito e il Pensiero non invecchiano mai perchè non sottostanno alle leggi animali.
E' vero il Pensiero può essere distorto a causa della malattia mentale,ma questo non rientra nel nostro discorso;tuttavia anche il malato mentale ha il suo "Pensiero "che lo distingue
dagli animali del suo stesso Regno.L' Uomo vivificato dallo Spirito non invecchia mai. Nell'antichità e ancora oggi, tra le persone che guardano e vedono,si sottolinea l'utilità dell' Anziano Saggio.Seneca ha scritto il " De Senectute" elogiando proprio la parabola terminale dell' uomo stesso: cioè la Vecchiaia,con i suoi pregi.Tralasciamo i difetti della vecchiaia, conseguenti alla "animalità dell'uomo",cioè le malattie,il dolore fisico,gli acciacchi e per questo tutti vorremmo non invecchiare mai e mai morire...Consideriamo invece la parte spirituale,cosciente e il pensiero dell' Uomo. Nella Natura all' Uomo solo è dato di Non morire di Non invecchiare,ma di restare giovane e diventare "Sapiente".
Di questo ne abbiamo fulgici esempi tra i Grandi Uomini che non sono più, ma che hanno lasciato in tutti i campi del Sapere le loro preziose Opere e per questo sono i sempre giovani.Anche nella nostra quotidianità possiamo incontrare i Giovani con qualche ruga,Persone che hanno riflettuto, hanno imparato dalla loro lunga vita e riescono a trasmettere i Valori indiscussi dello Spirito Vitale cioè della Nostra Essenza-Uomo.I nostri cari,le persone che ci hanno donato lo Spirito, noi chiamiamo Saggi e per noi, anche quando saremo vecchi, saranno Gli Eterni Giovani,cioè coloro che non ci hanno permesso di invecchiare,anzi ci hanno spronato e ci spronano a divenire Eterni.Ciao Alba un caro abbraccio.Buona e "Giovanile Giornata"a tutti Mimì.
2007-11-08 18:38:25
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answer #2
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answered by Mimì 7
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Credo che l'uomo tema il dolore più della morte e della vecchiaia. Al mistero si può dare il nome che si preferisce, tanto è inutile... non è identificabile. La mente ragiona per confronto e vive di dualità. Dici bene tu, il problema è quello dei livelli di consapevolezza. Non puoi sapere se ti trovi dentro ad un cerchio o dentro ad un elisse a meno che non ti sollevi sopra di esso. E per vedere l'interezza di una città in un'unico istante l'unico modo è sollevarsi fino al cielo.
2007-11-08 19:42:10
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answer #3
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answered by Lupelius 4
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Essere vecchio, (ho 62 anni) - diventare vecchio - aver la fortuna di invecchiare bene! questo è importante....
Una carissima persona che ora non c'è più mi diceva:
Se hai un NEMICO - auguragli di DIVENTARE VECCHIO! è il peggior augurio che tu possa fare..
Per fortuna, io ho un carattere abbastanza giovanile e sono impegnata con la famiglia e il volontariato, ma effettivamente se una persona viene a trovarsi, sola, senza una parola da nessuno, con problemi di salute, con i figli che l'hanno abbandonata ecc. ecc. Non sarà certo una vecchiaia da augurarsi!
Ciao 'Notte!
2007-11-09 10:31:38
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answer #4
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answered by ♥..§cLϵɖum®..♣ 5
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io credo che per natura tutti gli uomini anno paura della morte, ma piu' che altro anno paura di soffrire durante la morte...io credo che sia qsto che faccia paura....la vecchiaia nn fa paura....
2007-11-08 18:26:06
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answer #5
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answered by இ EgOcEnTrIcA இ 6
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sono incerto.forse accetto di piu'la morte.
2007-11-08 12:53:24
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answer #6
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answered by Anonymous
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Ci si può morire pure da bambini ed è xquesto innacettabile,contronaturale,più siamo giovani tanto più non ci pensiamo nel'argomento,non ci tocca, la consapevolezza viene quando con il passare degli anni vediamo atorno a noi, nostri più amati parenti soffrire, e pensiamo che pure noi stiamo vicini a quel traguardo,la morte fa paura in quanto sono gli altri a perirli, la vita è tutto, la morte è il niente realisticamente,materialmente, ciò che fa soffrire piuttosto credo sia la paura a soffrire non tanto il morire, ma la forma di finire, per cui del resto, non possiamo fare un bel nulla, x questo é innutile il trambusto...la paura di non farcela dignamente ad arrivare a quel traguardo,e se ci siamo cosi buoni, spero, siamo obbligati a guardare pazientemente ed amorevolmente i nostri cari,della vechiaia accetterei la saggezza, la serenità,il capire la vita, il distacco delle cose superflue,l'essere siccura che qualche rughe in più non abbruttisce xke non siamo in gare, alla corsa della bellezza che costa ansia, angoscia, soldi, tempo, ci piace di più il sodo, non ci si inganna col dulciore delle parole, siamo piu indipendenti se impariamo a farci rispettare anche dei nostri figli ,credo sia l' inconvenienza nel rapporto con i parenti più stretti, chi da giovanne vive sereno, da vecchio sarà anche tranquillo, chi i figli li fa x egoismo, o pensando al futuro proprio già ha sbagliato di comincio, e poi non è che quando ci si tocca i 60 anni non devi fa' il raggazzo x forza, ci si comincia a invecchiare già da 25, ma 1 ci si accorge solo quando si ha 55 0 60. accetto anche con 1 sorriso che i raggazzi sono molti più buoni,più puliti, onesti, no x nulla i revoluzionari,i black-block, sbagliati o no, difendono gli ideali difficili x gli altri, sulla pelle, hanno ancora la speranza di 1 mondo nuovo, che noi tante volte sappiamo dove vanno a finire, ma è bello non avere la spensieratezza della madurità, non rifiuto niente dalla vecchiaia,xke agli altri si ed io no?le regole valgono x tutti, sento sempre; perchè a me? e dico perchè no a me? xke mia madre, mio padre, mio nonno, mio fratello, credo ke non ho il diritto di rifiutare niente,sto allapari con tutti gli esseri umani, sarà il fatto ke il mio lavoro mi fà vedere molto il tramonto delle persone,il fatto di vedere sempre come la pensano, e come vivono queste persone, mi ha spersonalizzata, che abbiamo tutti le stesse stelle e dipende solamente, del resto uguale, a come affrontiamo questa etapa, non serve gridare, urlare, deprimerci, chi pensa agli altri di più che a sè stesso non ha il tempo di ammalare il nostro cerevello , gli animali ci insegnano tantissimo, facciamo come loro...
2007-11-08 10:54:11
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answer #7
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answered by Anonymous
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io accetto entrambe le cose.la vecchiaia xche è sinonimo di saggezza di vissuto..ecc. ecc.. la morte anche se mi fa paura ma nello stesso tempo credo che ci sia un diciamo un altra vita dopo..ci credo enormemente x molti fatti accaduti a persone a me care e............si credo che dopo ci sia un paradiso dove incontro tutte le persone a me care e ...continuare a vivere nella serenità che in questa vita non è dato vivere x tanta incoscienza dei + che non capiscono che la vita è bella e va vissuta senza odio ma purtroppo è un utopia ciao alba.
2007-11-08 10:40:28
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answer #8
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answered by giuseppe935 SMR 7
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l' unica cosa che ancora non riesco ad accettare è la morte....e forse non l' accettero' mai......non tanto per la morte in se stessa...ma per come si muore...
Non posso accettare di veder morire persone con tanta sofferenza..
un bacio
2007-11-08 10:00:53
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answer #9
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answered by lamialuce.2007 *ester*kinderina 6
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certo che questa domanda,postata la sera prima del giorno dell'esame di psicologia dell'invecchiamento sempra messa qui proprio per me!
non ne posso più di vecchiaia...senescenza...saggezza e co.!
2007-11-08 10:00:24
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answer #10
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answered by Anonymous
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