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Perchè si dice che far cadere il sale per terra porti male? e perchè si dice sempre che bisogna poi gettarne una manciata alle spalle per evitare che porti iella?

2007-11-04 09:33:00 · 3 risposte · inviata da Roberto F 1 in Società e culture Mitologia e folclore

3 risposte

Non credo a queste cose perché portano sfortuna.

2007-11-04 11:15:25 · answer #1 · answered by Fish 7 · 1 0

Superstizione


L'origine della superstizione
Se qualcuno volesse mettere in fila (e mi pare che qualcuno l'abbia fatto) tutte le superstizioni presenti nelle differenti culture umane, l'elenco sarebbe lunghissimo. Ogni cosa, essere o evento, per l'irrazionale della nostra mente, può portare fortuna, sfortuna oppure addirittura avere più specifici, positivi o negativi, effetti. Il canto della civetta, il gatto nero che attraversa la strada, lo specchio rotto, il passare sotto una scala, lo spargere sale... scrivo così, a ruota libera, e si tratta, fin qui, di superstizioni tradizionali, semplici e circoscritte. La superstizione, però, può divenire addirittura uno stile di vita perché, per certe persone, può influenzare ogni scelta, ogni comportamento. Inoltre, può proliferare. Ciascun essere umano, in tema di superstizioni, può dimostrarsi un creativo. Ciascuno può, spontaneamente, crearne delle nuove e personali (che so? un indumento che "porta bene") da aggiungere alle superstizioni antiche e tradizionali, e dunque generalizzate e generiche come il fare le corna o il dire "in bocca al lupo" con quel che segue.

Ogni comportamento, nella nostra specie, è complesso e composito, e questo vale anche per quello superstizioso, che trova infatti in collaterali fenomeni, primo fra tutti la ritualizzazione, rinforzo e complementarità. Eppure il fenomeno in sé, nella sua origine, che non posso che definire zoologica, è semplice, ed è proprio perciò che tutti, in fatto di superstizioni, possiamo essere creativi. Merita dunque partire dalla zoologia, e lo faccio ricordando un'abbastanza vecchia, ma ancora valida (del resto nel tempo varie volte replicata con differenti specie) ricerca di un famoso studioso del comportamento, B.F. Skinner. Quella storica ricerca s'intitola Superstition in the Pigeon (superstizione nel colombo) e fu pubblicata nel 1948 sul "Journal of Experimental Psychology". È un caposaldo per la comprensione del fenomeno. Occorre però che, sempre parlando di animali, anticipi qualche informazione su uno speciale modo di apprendere, che rientra nell'apprendimento per associazione, comunemente detto condizionamento operante.

Immaginiamo un gatto che si trovi in un ambiente delimitato dove è presente una leva per la distribuzione del cibo. Il gatto esplora e, più o meno casualmente, si imbatte nella leva, la preme e, rapidamente, apprende ad associare il gesto di pressione con l'ottenimento del cibo (il rinforzo positivo). Questo è il condizionamento operante, un tipo di apprendimento, ove il comportamento è strumentale all'ottenimento del rinforzo, se questo è positivo, cioè se è un premio. Oltre al rinforzo positivo, però, esiste anche quello negativo, cioè la punizione. In questo caso l'associazione tra un comportamento e una punizione tenderà a inibire il comportamento.
Detto come funziona il condizionamento operante, possiamo ora affrontare il tema dell'origine prima del comportamento superstizioso in colombi e altri animali, uomini inclusi. Eccoci allora a Skinner, che ha immaginato, usando come soggetti sperimentali alcuni colombi, una situazione in cui, a intervalli prefissati e frequenti, viene somministrato del becchime come rinforzo positivo. Ebbene, succede che, quando a un colombo capita di ricevere, così per caso, del becchime (e cioè un premio), quel colombo tende a ripetere "quel comportamento" che stava facendo quando il premio gli è caduto dal cielo. Ciò, ovviamente, già di per sé aumenta le probabilità che il premio (che piove senza regolarità ma con frequenza) gli arrivi ancora proprio al momento giusto. Per farla breve: così ingannato (autoingannato?), il colombo tende a interpretare l'arrivo del premio come l'effetto del suo speciale comportamento. Skinner, attraverso questo modello sperimentale, aveva ottenuto colombi che, per superstizione, manifestavano i comportamenti più bizzarri, come allungare e ritrarre il collo, sbattere le ali, fare un giro su se stessi, tutto ciò in funzione dell'ottenimento del premio. Quei comportamenti, per dirla col nostro linguaggio, portavano bene.

Una vera superstizione nasce dunque così, come ci hanno insegnato quei colombi. Associando, erroneamente, l'ottenimento del premio al comportamento eseguito immediatamente prima, essi non facevano altro che stabilire l'esistenza di un'illusoria, falsa relazione di causa-effetto tra due eventi in realtà tra loro indipendenti. La superstizione, in definitiva, non è altro che un errore di funzionamento all'interno di quel meccanismo rilevatore di causalità che è presente, data la sua essenzialità, in ogni specie animale.

Abbiamo così appreso che la superstizione non è altro che un momento di confusione all'interno di un utile, in quanto adattativo, processo di apprendimento per associazione. E', d'altro canto, difficile anche per noi, quando un evento precede strettamente un altro, sottrarsi all'impressione che il primo sia la causa del secondo. E mi verrebbe da scrivere che, in fin dei conti, la superstizione ha una sua dignità proprio perché si basa su un processo logico, di cui, meno dignitosamente, si fa un uso improprio. E se è improprio per dei colombi e per altri animali, topi o scimmie che siano, che dovrei dire per la nostra specie?

L'errore, cioè la confusione tra causalità e casualità, dipende dal fatto che forte è la tendenza a badare alla presenza delle associazioni, dimenticando i numerosissimi casi dell'assenza, quando cioè i due eventi avvengono indipendentemente. A trarci in inganno è proprio il differente peso che si attribuisce a presenza e ad assenza. Esempio: può capitarci mille volte di assistere a un incidente senza che questo sia preceduto da un gatto nero che attraversa la strada, può capitarci mille volte che un gatto nero attraversi la strada senza che niente succeda; se però capita, una volta su duemila, che i due eventi coincidano, ecco che subito l'associazione viene colta e viene letta come rapporto di causa-effetto, e di conseguenza enfatizzata, raccontata a destra e a manca. Già, raccontata, perché noi umani, tra l'altro, "trasmettiamo culturalmente". Da qui, appunto, molti sviluppi e altrettante ricadute.

2007-11-04 11:01:23 · answer #2 · answered by miss.mariarosaria 3 · 0 0

perché nei tempi antichi il sale era una delle cose più preziose che esistessero.
Ti basti pensare che gli stipendi nell'antica Roma erano retribuiti in sale.
La cosa di gettarlo alle spalle so che è per cacciare il diavolo ma non conosco le radici storiche...o il nesso con le tradizioni...

2007-11-04 10:55:22 · answer #3 · answered by flagello 5 · 0 0

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