C'è una profonda assonanza tra le teorie economiche ultra liberiste che mirano alla minor ingerenza possibile da parte del pubblico e la teoria dell'evoluzione biologica di matrice neodarwiniana. L'ultraliberista si appella a una specie di mitologica naturalità del libero mercato che va ripristinata, affinché nel naturale conflitto di interessi si imponga una sorta di armonia precostituita determinata dalla legge del più forte come in natura. Ma se il più forte c'è già e monopolizza a suo vantaggio l'informazione, la deregulation porta invitabilmente a favorirlo distruggendo proprio quell'equilibrio che si vorrebbe ottenere, come quando in un ecosistema si introduce una specie che, essendo più forte, sottrae le risorse a tutte le altre e l'ecosistema collassa inevitabilmente?
2007-10-21
00:03:50
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4 risposte
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inviata da
etcetera
7
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Politica e governo
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dottor K, interessante la tua risposta, perché pone l'accento sugli effetti del liberismo economico in paesi comunisti o ex comunisti, sicuramente ancora totalitari e quanto mai oligarchi dal punto di vista politico (a dimostrazione che il liberismo in economia non ha alcun bisogno di democrazia, anzi, lavora meglio quando la democrazia non c'è). A mio avviso Putin differisce assai poco da Stalin nelle intenzioni e nella gestione del potere, nonostante le aperture al mercato. Forse più che liberismo bisognerebbe chiamarlo corporativismo in cui lo stato si pone a servizio di un'oligarchia privata forte in nome di un fantomatico e astratto principio di libera competizione che in pratica favorisce chi già si trova vicino al potere e provoca tensioni a non finire che solo una macchina assai autoritaria può controllare. Non credo comunque che Russia e Cina si siano rese immuni dal rischio di una catastrofe sociale ed economica per il fatto di avere adottato i principi del libero mercato
2007-10-21
05:19:44 ·
update #1