la questione che tu poni è molto interessante dal punto di vista dell'esegesi storica, e tocca parecchi argomenti.
Ci sono parecchie considerazioni da fare: la prima che mi viene in mente è che nell'antichità, il modo di tramandare le notizie era parecchio più lento e assai più impreciso del nostro.
Ti faccio un esempio: la notizia che Roma combatté contro gli Etruschi rimbalzò in Grecia parecchi mesi più tardi.
Un cronista dell'epoca commento scrivendo che "Un gruppo di Iperborei avrebbe attaccato la colonia greca di Roma, che si trova laggiù, in qualche punto del mare grande" ( Questo cronista di cui ora mi sfugge il nome pensò che Roma fosse greca per via del suo nome, che in greco ricorda la parola "rome", ossia "forza").
Questo dà un'effettiva idea di come il mondo dell'antichità fosse assai più piccolo e di come i suoi ritmi fossero lenti, se paragonati a quelli di oggi.
Anche la filologia confermerebbe un concetto simile a quello che tu esponi, anche se applicato alla scrittura.
L'idea di fondo è la medesima: nel tramandare i fatti, spesso commettiamo -deliberatamente o meno -degli errori.
Più spesso li commettiamo senza volerne: se tu detti lo stesso testo a dieci persone, vedrai che ben difficilmente non ci saranno errori di dettatura, e lo stesso accade se tu da solo provi a ricopiare un testo.la nostra cultura e il nostro modo di vedere possono influenzare la nostra percezione di un evento.
I ricordi poi spesso si confondono e si adattano a ciò che noi vorremmo: in un breve saggio, il giornalista Piero Angela illustrò i risultati di un curioso esperimento psicologico: dieci persone assistettero ad un crimine -un furto - che in realtà era una candid camera, e l'autore di questo furto, che venne registrato, NON si vedeva MAI in faccia.
Messi a confronto con la polizia (ovviamente falsa), ciascun testimone descrisse il volto del colpevole; alcuni di loro, vedendo un elenco di pregiudicati(finti) giunse persino ad individuare l'autore. Il che mostra i limiti della nostra percezione.
Quindi, il tuo ragionamento è corretto. Ma per studiare la storia di Gesù occorre esaminare scientificamente una lunga serie di documenti antichi; è vero che nella letteratura latina avremmo solo una testimonianza di Flavio Giuseppe ( o Giuseppe Flavio, se tu preferisci..); ma esistono anche tanti altri testi, come i vangeli apocrifi.
personalmente, ritengo che Gesù sia realmente esistito, e ritengo anche che le informazioni che abbiamo su di lui siano frammentarie; penso bisogni studiarle molto bene.
Io non ho la cultura necessaria per approfondire un argomento simile, ne ho ben poca, ma ritengo corretto il tuo modo di affrontare l'argomento, perchè ti poni il problema di come interpretare la storia osservando il nostro modo di percepirla, per così dire.
Complimenti, gran bella domanda, zio..
A presto.
P.S. Non sono più tanto giovane -è vero -ma nel 1970 non ero ancora nato...
2007-10-16 09:01:58
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answer #1
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answered by Avatar ® 6
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"Ma il consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che vo' detto"(Giovanni 14:26)
2007-10-13 13:38:36
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answer #2
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answered by ? 7
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Bella zio!
Ti rispondo velocemente, ma spero esaustivamente.
Che Marco sia quello più vicino ai fatti è da vedere. Diciamo che forse a parte Luca sono tutti vicini.
Però in senso cronologico potresti avere ragione. A Qumran, citato da molti utenti, è stato reperito un documento che comproverebbe la storicità del vangelo di Marco. Peraltro il più involuto e pieno di anacoluti dei 4 (sotto il link di Wikipedia).
Però... al di fuori della tua intelligente osservazione, ti posso dire che se nel 1970 avessi fatto l'incontro + sconvolgente della mia vita, lo ricorderei. Lo ricorderei eccome.
Spero di avere risposto.
2007-10-13 12:00:30
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answer #3
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answered by colombre- inachis io version 6
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Veramente io ricordo tutti i giorni passati al fronte durante la prima guerra mondiale
2007-10-13 11:28:36
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answer #4
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answered by ? 3
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Ricordo ben poco visto che è il mio anno di nascita
2007-10-13 09:47:10
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answer #5
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answered by badmedicina 4
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Qualcosa di tanto doloroso da ricordarlo con estrema precisione di dettagli a distanza di 37 anni.
La memoria è un meccanismo davvero particolare: lo straordinario resta impresso per sempre, nel bene e nel male.
2007-10-15 01:28:19
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answer #6
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answered by Anonymous
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non posso certo dimenticare cosa feci nel 1970, il 2 di Giugno mi sono sposato, ti pare poco ? , per quanto riguarda la tua domanda sui vangeli ti rimando alla risposta di Donatella B - concordo con quanto dice !
2007-10-13 12:44:22
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answer #7
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answered by Anonymous
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Nel 70 nasceva il mio primo figlio, data importantissima per me quindi quell'anno lo ricordo bene.
Ma non è questo il punto della tua domanda.
Se lo scopo della scrittura del vangelo fosse una biografia dettagliata potresti avere ragione, non essendovi altro che una trasmissione orale.
Ma lo scopo era tutt'altro.
Per chi crede, e questo lo sottolineo, i Vangeli sono testi ispirati e quindi veritieri.
Quando si legge in chiesa un testo del Vangelo si inizia dicendo "dal Vangelo di...." ma si conclude affermando:"E' parola di Dio".
2007-10-13 11:29:40
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answer #8
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answered by Donatella B 6
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Qualcuno ricorda perfettamente molti episodi della propria vita con le date, caro zio, il tuo amico Pit è uno di questi.
Una volta gli ho chiesto cosa faceva il 30 giugno del 58 e lui mi ha risposto che stava preparando l'esame di non mi ricordo che (ingegneria) poi si è accorto che mi riferivo al giorno del mio compleanno. Ma lui è particolare, una memoria da fare invidia a Pico della Mirandola.
Io del 70 ricordo che avevo 12 anni e facevo le medie dalle suore, dove ero la più grande contestatrice della fede cattolica che avessero mai conosciuto. Tifavo per il Cagliari del grande Gigi Riva che era il mio idolo, e avevo un ragazzino moro e con gli occhi color del mare della sua Sardegna. Sono passati 37 anni, una buona parte di ricordi ce l'ho, potrei raccontarne di episodi, ma non tutto per filo e per segno. In effetti i ricordi che rimangono impressi a tale distanza di tempo sono quelli di cose più piacevoli a discapito di quelli negativi che tutti siamo portati a relegare in un angolino nascosto della nostra memoria, quasi a cancellarli. Ergo: non potrei scrivere a distanza di 40 anni sulla base dei ricordi di un altro un resoconto dettagliato dei fatti. Quindi arriviamo a quello che volevi dimostrare tu: impossibile che il vangelo di Marco, che dovrebbe essere eventualmente il più veritiero, possa contenere tutti i fatti così come si sono svolti, anzi la mia opinione è che su pochi e frammentari racconti si siano costruite storie arricchite di molta fantasia. Se non del tutto inventate sulla base di leggende...
OK?
2007-10-13 09:11:01
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answer #9
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answered by york958 5
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Mi sono successe molte cose : Mi trasferii a Milano per vivere con mio padre , lui aveva una convivente ed un figlio che era il mio fratellastro . Frequentai la quinta elementare con un maestro che non mi piaceva e che non mi ha mai capito ....Riuscii ad essere promosso grazie all'intercessione della vecchia maestra di una scuola di periferia che mi conosceva bene. Fu l'anno del mio esordio nella grande città , un anno molto difficile e faticoso ma tutto sommato stimolante e necessario , oserei dire propedeutico.
Quanto alla vera domanda , quella sui Vangeli canonici , vai tranquillo , non credo a nessuno dei quattro .
2007-10-13 08:46:04
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answer #10
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answered by Anonymous
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