Chiara. Le figlia 26enne di Giuseppe Poggi e Rita Preda si era appena laureata con 110 e lode in Economia all’università di Pavia, era stagista in un’azienda informatica di Milano. La mamma e il papà, lei impiegata, lui operaio, hanno un altro figlio, Marco, studente di 19 anni. Questa estate erano partiti solo con lui per una vacanza in Trentino lasciando Chiara nella villetta di Garlasco, in provincia di Pavia. In tutta tranquillità. Chiara infatti era una ragazza con la testa sulle spalle, che si divideva tra casa e lavoro, con un ragazzo di cui era innamoratissima. Gli inquirenti che hanno da subito scandagliato la sua vita privata, sentendo amici, colleghi e le due cugine gemelle di 23 anni, Paola e Stefania Cappa, non hanno trovato la minima traccia di rancori o conflitti.
Alberto. Anche Alberto Stasi, 24 anni, studia economia. La laurea alla Bocconi è prevista per settembre. È figlio unico e suo padre Nicola è titolare di una ditta che vende autoricambi. Altra famiglia per bene e ben voluta da tutti, quella degli Stasi. Alberto era da poco tornato da una vacanza studio a Londra e con Chiara aveva deciso di approfittare delle ferie delle rispettive famiglie per stare insieme a casa. Poi sarebbero partiti per un Ferragosto in Liguria. Le prime parole dei genitori di Chiara dopo la tragedia sono state per lui. Per dire che Alberto fa parte della famiglia e che non può essere in alcun modo coinvolto nella morte della ragazza. I Poggi ne sono talmente convinti che l’hanno voluto al loro fianco il giorno del funerale.
L’ultima serata insieme. Alberto è stato l’ultimo a vedere Chiara viva. Domenica 12 agosto i due ragazzi, che vivevano da quasi quattro anni una relazione felice, come raccontano gli amici, hanno trascorso la serata insieme a casa di lei. Hanno mangiato una pizza presa nella pizzeria vicino alla villetta di via Pascoli. Verso l’una Alberto ha salutato Chiara. “Non abbiamo dormito insieme”, ha spiegato ai carabinieri, “ci imbarazzava usare il letto dei suoi genitori”. Il racconto di Alberto riparte dalla mattina di lunedì, poco dopo le 9. Come d’abitudine il ragazzo ha fatto solo uno squillo sul cellulare della fidanzata, per dire “buongiorno”, e si è messo a studiare per la tesi. Poi l’ha richiamata altre quattro volte, sia sul cellulare sia sul telefono di casa, tra le 12 e le 14. Preoccupato perché non rispondeva alla fine è andato a cercarla, ha scavalcato il cancello e l’ha trovata morta in fondo alla scala della taverna. Così, almeno, ha dichiarato ai carabinieri.
L’omicidio. Secondo il medico legale, Chiara è stata uccisa tra le 9 e le 11.30 di lunedì. Ha aperto la porta al suo assassino mentre faceva colazione sul divano davanti alla tv. Lo conosceva bene e non ha avuto imbarazzo a farsi trovare con addosso solo un pigiamino estivo. Appena entrato, l’omicida l’ha colpita al volto, due volte, con un oggetto di metallo simile a un martello o a una picozza (l’arma del delitto non è stata trovata). Quando Chiara è caduta a terra, sono arrivati i due colpi mortali alla testa e alla nuca. Nell’estremo tentativo di fuga la ragazza è riuscita solo a trascinarsi fino alla scala della taverna, da cui è caduta. Lì sotto è stato trovato il suo corpo senza vita.
Le tracce. L’omicidio di Chiara è un caso difficile, ma non è un delitto perfetto. L’assassino ha infatti lasciato qualche traccia. I carabinieri del Ris di Parma hanno trovato tre impronte di scarpa da ginnastica intrisa di sangue e resti ematici nelle tubature della doccia del bagno a pian terreno. Il colpevole deve essersi lavato prima di andarsene. I tasselli che non combaciano col resto del quadro però sono ancora molti. Prima di tutto la bicicletta nera da donna che due vicine hanno visto appoggiata al muretto davanti alla villa proprio lunedì mattina e che però gli inquirenti non riescono a collegare all’omicidio. E poi la penultima telefonata fatta da Alberto a casa Poggi. Dai tabulati risulta che qualcuno ha alzato la cornetta per qualche secondo. Ma Chiara in quel momento doveva essere già morta.
Il 24 settembre la svolta:
Il fidanzato viene portato in caserma. Sulla bici tracce di sangue della vittima. Il pm: "Adesso abbiamo prove, non più indizi"
Tensione davanti all'abitazione: il padre del ragazzo aggredisce una fotografa
In serata il giovane è stato portato in carcere. Insulti dalla gente che attendeva fuori
Lo ha incastrato una macchia di sangue rilevata su una delle sue biciclette. Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto, è stato fermato per omicidio. "Il quadro, da indiziario, è diventato probatorio" ha detto il procuratore della Repubblica di Vigevano, Alfonso Lauro. Intorno alle 14, Stasi è entrato nella caserma dei carabinieri di Vigevano con i genitori i quali, più tardi, sono tornati con una borsa di abiti e altre cose per il figlio destinato a passare la notte in galera.
L'interrogatorio è terminato dopo circa quattro ore, intorno alle 21. Alberto non avrebbe fatto alcuna ammissione. Intorno alle 22, il giovane è stato portato al carcere di Vigevano. All'uscita dalla caserma dei carabinieri, alcune persone lo hanno riconosciuto e insultato gridando "assassino" e "********".
Momenti di tensione quando il padre di Alberto, Nicola Stasi, ha aggredito una fotografa, davanti all'abitazione di via Carducci: le ha strappato di mano la macchina fotografica e l'ha colpita alla testa, procurandole alcune ecchimosi. Dolore per i genitori di Chiara: "E' come se l'avessero uccisa un'altra volta".
"Sono innocente". Interrogato per 4 ore, Alberto ha ribadito di essere "innocente". Da quanto si apprende, non si è avvalso della facoltà di non rispondere, e ha fornito una sua versione di tutti i fatto che gli sono stati contestati anche se non avrebbe saputo fornire una spiegazione sulla questione del sangue sulla bicicletta.
La traccia decisiva. Sarebbe sui pedali della bicicletta da donna di colore chiaro, una delle due sequestrate alla famiglia di Alberto, il sangue di Chiara rilevato dai Ris, e che ha portato al fermo del ragazzo, finora unico indagato per l'omicidio. Secondo gli inquirenti, Alberto potrebbe averlo calpestato nella villetta durante l'omicidio e, una volta presa la bici per allontanarsi, le tracce sarebbero rimaste sui pedali. Inoltre, la presenza del sangue della vittima sulla bici non si giustifica con la presenza di Stasi nella villetta quando ha scoperto il corpo della fidanzata: perché il giovane ha sempre dichiarato di essere andato sul posto in macchina, e perché le scarpe che indossava in quel momento erano pulite. Un fatto, quest'ultimo, che ha sempre insospettito i carabinieri, perché la scena del delitto era ricoperta di sangue e il 24enne non avrebbe potuto non sporcarsi.
Le altre tracce. A incastrare il ragazzo ci sarebbero, inoltre, le dodici impronte raccolte nella casa dell'omicidio e le incongruenze in cui l'imputato era caduto nei lunghi interrogatori delle scorse settimane. Come il giallo del muretto, ad esempio: Alberto aveva raccontato di aver scavalcato il muretto per entrare nella villetta di Chiara, ma nel punto da lui indicato i carabinieri non hanno rilevato alcuna impronta. E poi il portatile: il ragazzo aveva dichiarato che, nelle ore dell'omicidio, lui si trovava al computer, a lavorare alla tesi di laurea. Ma le analisi della polizia postale hanno rivelato che lui, alla tastiera, c'è stato solo per pochi minuti.
"Un indizio si è trasformato in prova". Così ha detto uno degli inquirenti uscendo da palazzo di giustizia. Le impronte rilevate in prossimità della scala sulla quale è stato rinvenuto il corpo di Chiara erano dodici, ma almeno 50 sono le tracce repertate dai Ris sull'auto e sugli asciugamani del bagno, dove un'impronta di scarpa da uomo dimostra che l'assassino è entrato per lavarsi le mani insanguinate.
Credo sia sufficiente. Se ti serve altro basta chiedere....
Ciao...
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2007-09-26 04:13:09
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answer #1
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answered by Anonymous
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Allora: in una calda mattina d'agosto, precisamente il 13 in un paesino chiamato Garlasco, venne trovata morta dal suo fidanzato Alberto Stasi "Chiara Poggi". La ragazza era distesa in una pozza di sangue ai piedi delle scale nella sua villetta. Le avevano fracassato il cranio!
La ragazza era sola in casa, i suoi genitori ed il fratello erano in vacanza!
Subito venne interrogato il fidanzato, primo a trovarla a e a dare l'allarme, ma qualcosa non convinse il P.M.
Dopo vennero anche interrogate le sue cugine le gemelle Cappa, che subito dopo la morte portarono un mazzo di fiori a casa di Chiara con sopra una foto che le ritraeva abbracciate, ma si scoprì che era un fotomontaggio!
L'arma del delitto non venne trovata, e ancora la stanno cercando!
Ci fu chi disse di aver visto una bicicletta davanti casa della ragazza la mattina del delitto.
Molte cose del ragazzo non convinsero il ris e il p.m. ad esempio il fatto che non aveva le scarpe macchiate di sangue e che descrisse la ragazza in modo dettagliato pur stando in un lato oscuro della casa!
Si scoprirono poche cose su Chiara, perchè era la classica brava ragazza, studiosa, fidanzata, seria, nessuno scheletro nascosto su amicizie rotte o ex fidanzati. Ma il fatto che sul suo cellulare c'erano solo 10 nomi lasciò esterefatti gli investigatori! ( e sinceramente anche me)
Le indagini proseguirono fino ad arrivare al ritrovamento di tracce di sangue sui pedali della bicicletta del ragazzo, e così venne arrestato!
2007-09-26 03:54:48
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answer #2
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answered by Dandy 5
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che dire chiara è stata trovata uccisa nella cantina i casa sua dal suo ragazzo,che si dichiara innoccente....ma molti gli sn contro,troppi indizi,lui dice di essere andato dalla ragazza cn l'auto,ma hanno trovato la sua bici insanguinata e molti vicini l'hanno vista vicino casa d chiara,poi ha affermato di aver scritto la tesi la sera prima dell'uccisione ma ha usato il pc solo x 3minuti....il movente dell'uccisione si dice posa essere la gelosia,in quanto lui l'ha tradita e lei l'ha lasciato....molti punti sn ancora da chiarire....
2007-09-26 03:48:01
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answer #3
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answered by Sunny 4
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