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2007-08-04 09:23:18 · 8 risposte · inviata da Anonymous in Arte e cultura Filosofia

Sartre parla dell'Assurdità dell'esistenza,mi riferisco a La Nausea.Mi interessa sapere come legga la sua filosofia alla sua militanza marxista.Scusate ma sono una profana,non mi intendo di filosofia.

2007-08-04 09:33:14 · update #1

8 risposte

Se fino ad allora la filosofia dava per importante l'essenza, ritenendo ovvia l'esistenza, Sartre pone al centro l'esistenza, perchè l'essenza, il senso della vita, non esiste. E i marxisti lo guardavano storto, xkè detto questo "non c'è differenza tra condurre i popoli e ubriacarsi in solitudine" (parole sue)...addio lotta di classe!!

2007-08-04 10:21:26 · answer #1 · answered by sydbarrett 5 · 1 1

Consiste che la mente va usata,non sei quello che pensi, se si va dietro i pensieri e un bel casino

2007-08-06 09:00:02 · answer #2 · answered by luca7675 2 · 1 0

Il soggetto, secondo Sartre, deve essere posto in relazione con il mondo e gli altri. Egli sostiene che due sono le forme dell'essere, in sé e per sé. Ovvero in sé sono le cose del mondo, per sé è la coscienza. La coscienza può quindi attribuire dei significati a questi dati del mondo. L'uomo vive in una realtà dicotomica, perché da una parte può emettere giudizi sulla realtà, ma dall'altra non è libero di scegliere il suo essere stesso. Paradossalmente soffre di una libertà imposta. L'uomo vive, ma senza un fine che lo giustifichi. Non c'è un senso del mondo, da qui sorge l'assurdità dell'esistenza. La nausea è il risultato di questa conoscenza, del comprendere il non senso, il lato gratuito dell'esistere. La libertà che l'uomo possiede è anche una forma di responsabilità. Ciascuna libertà è legata a quella degli altri, sia nella personale individualità sia nel generale sviluppo socio-politico. Importante è dunque per Sartre l'impegno di ciascuno per la collettività, per le condizioni materiali, che si evolvono nel tempo.

2007-08-04 22:09:52 · answer #3 · answered by <maia> 2 · 1 0

Per comprendere J.P.Sartre, e di conseguenza le 'idee fondamentali' dell'esistenzialismo, ti consiglio vivissimamente la lettura di un breve libro dello stesso Sartre: "L'esistenzialismo è un umanismo", edito da Mursia.
Ti offrirà senza dubbio ciò che desideri. Se ti verrà voglia poi di approfondire, la bibliografia è vastissima e dovresti partire da lontano...
Ciao,(intanto leggiti questo, credimi,davvero interessante)!!!

X SydBarrett: scusa, ma credo che tu abbia un'idea....diciamo...non approfondita riguardo all'esistezialismo.....l'hai studiato sul Bignami oppure ti è stato presentato malino, ci fermiamo qui...

Scusami se intervengo ancora, ma, dal momento che la mia tesi di laurea riguardava la'fenomenologia', definiamola grossolanamente 'imparentata' con l'esistenzialismo, ribadisco quanto sia importante un approccio attraverso la lettura del libro già consigliatoti. Ciao.

2007-08-04 11:13:15 · answer #4 · answered by acidario 7 · 1 0

Il pensiero di Sartre secondo Wikipedia.

La prima fase del pensiero di Sartre è segnata dall'opera L'essere e il nulla, in cui riflette sulla fondamentale libertà di ogni uomo e la sua ineludibilità.

Dopo la seconda guerra mondiale l'attenzione di Sartre si rivolge all'azione politica. Si avvicina al comunismo benché non si sia mai iscritto al partito comunista.

Dopo l'adesione al comunismo, Sartre trascorse il resto della sua vita nel tentativo di riconciliare le idee esistenzialistiche con i principi del marxismo, convinto che le forze socio-economiche determinino il corso dell'esistenza umana.

Nell'esistenzialismo di Sartre si realizza lo stesso paradosso di Heidegger e Jaspers: la trasformazioni del concetto di possibilità in impossibilità. Secondo Sartre l'uomo è definito come "l'essere che progetta di essere Dio" (in "L'essere e il nulla") ma questa attività si risolve in uno scacco: ciò che per Heidegger e Jaspers è nullificato dalla realtà fattuale in Sartre è nullificato dalla molteplicità delle scelte e dall'impossibilità di discriminarne la fondatezza e validità. "Ein Mal ist kein Mal" (una volta è nessuna volta), se mi è dato scegliere, il fatto di non poter discernere si traduce in una non scelta.

Contingenza dell'essere: il mondo è « assurdo », senza ragione. È « di troppo ». Esiste semplicemente, senza « fondamento ». Le cose e gli Uomini esistono di fatto, e non di diritto. (Vedere La Nausea.)
L'Uomo è definito dalla coscienza (il "per sé" che si oppone all'"in sé"). Ovvero ogni coscienza è coscienza di qualcosa (idea d'intenzionalità ripresa da Husserl). L'Uomo è dunque fondamentalmente aperto sul mondo, « incompleto », « girato verso », esistente (proiettato fuori di sé) : c'è in lui un niente, un « foro nell'essere » suscettibile di ricevere gli oggetti del mondo.
La coscienza è ciò che non coincide mai con se stessi, ciò che è potenza di "nullificazione" (cioè di negazione, cioè d'azione) grazie all'immaginazione (che può pensare ciò che non è). La coscienza rende dunque il progetto possibile.
L'Uomo è assolutamente libero: egli non è nient'altro che ciò che egli fa della sua vita, egli è un progetto. L'esistenza precede l'essenza (contro Hegel: non c'è essenza predeterminata, l'essenza è liberamente scelta dall'esistente).
L'impegno non è una maniera di rendersi indispensabile, ma n'importe qui (interchangeable).

"L'Uomo è condannato ad essere libero" : non impegnarsi è ancora una forma d'impegno, poiché se ne è responsabili.
Inoltre, Dio non esiste (e in ogni caso "se esistesse ciò non cambierebbe nulla"), per cui l'uomo è unica fonte di valore e di moralità; è condannato ad inventare la propria morale.

Rifiuto del concetto freudiano d'inconscio, sostituito con la nozione di « malafede »: l'inconscio non saprebbe diminuire l'assoluta libertà dell'Uomo
Il criterio della morale non si trova dunque al livello delle "massime" (Kant) ma degli "atti". La "malafede", sul piano pratico, consiste nel dire: "quel che conta è l'intenzione".

Intersoggettività: il soggetto tende a fare degli altri un oggetto e a percepirsi come l'oggetto d'altri (esempio particolare del "gesto sporco" sorpreso mentre fatto di nascosto).
Spero di esserti stato utile. JOB

2007-08-04 10:27:33 · answer #5 · answered by Anonymous · 1 0

a grandi linee , molto a grandi linee , l'esistenzialismo non vuole essere la negazione , e cioè l'impossibilità dell'esistenza in quanto vita , quanto l'impenetrabilità e l'inaccesibilità di risposte ai quesiti che gli uomini si pongono. da quì il vivere senza uno scopo , un senso. In arte ti consiglio di vedere i lavori di francis bacon , e più indietro quelli di munch. Per quanto riguarda il marxismo , sartre ne vedeva una sorta di progetto vivificatore che abolendo le categorie "borghesi" di alienazione da cui l'estraneamento a se stesso, fosse l' inizio di un nuovo uomo . Poi sappiamo comè andata. purtroppo. Ma per fortuna abbiamo ancora l'amore qualunque sia . PS. se posso dire , maia ha dato un'ottima risposta.

2007-08-07 09:35:13 · answer #6 · answered by mario t 3 · 0 0

La filosofia esistenzialista è la più bella ed appassionante.

2007-08-04 22:02:00 · answer #7 · answered by Luce del Mondo 5 · 1 1

l'uomo che cerca di capire le origini e i motivi della vita.

2007-08-04 09:26:15 · answer #8 · answered by Anonymous · 1 1

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